domenica 31 marzo 2013

La chiusura non è di Grillo ma del sistema.



"A chi sosteneva che le nostre teorie erano campate in aria e non trovano fondamento costituzionale, il Presidente Napolitano ha dato una risposta autorevole: un Governo, sebbene limitato agli affari di ordinaria amministrazione, in Italia è operativo, con la collaborazione del Parlamento. Il regime di prorogatio di fatto consente alle Camere di andare avanti indipendentemente dalla formazione di un esecutivo.", così il capogruppo del M5S al Senato, Vito Crimi. E' con questo sistema che si sta tentando di affrontare il drammatico problema dei debiti delle P.A. Che questo sia fatto dal Parlamento con il concorso responsabile di tutte le forze politiche, anzicché, more solito, dal Governo con la decretazione d'urgenza, è per i cinque stelle - e sono d'accordo anch'io - un passo positivo in avanti. L'atteggiamento del M5S ha dunque prodotto un miglioramento decisivo della usuale prassi. Dà ragione a Grillo anche la promozione dei "Dieci Saggi" fatta da Napolitano, in due gruppi rispettivamente per le riforme istituzionali e per quelle economiche. Se però si va a sfogliare la lista dei nominativi, provenienti peraltro da diverse realtà politiche e socioculturali nonché economiche, viene a galla il nocciolo del problema che l'ultimo risultato elettorale ha posto: nessuno di essi appartiene al M5S. Di nuovo si impone la realtà del ns sistema quale sistema feudale chiuso ed ermetico celantesi dietro una maschera di presunta "democrazia". Ci si rifiuta di riconoscere il proprio a chi di fatto ha vinto le elezioni. Se avesse vinto Berlusconi sarebbe stato dell' ovvio il fatto che presentasse un suo Governo. Viceversa, con il pretesto della "situazione di emergenza" - dove si tace che questa c'è perché ad essa ci ha portato un ventennio di governo berlusconista - si ha la pretesa che il M5S sottoscriva una fiducia ad un Governo da cui è di fatto escluso. E' la situazione che di fatto si ripresenta dietro quella che è l'altra questione di fondo, meglio "La" questione di fondo: l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica ormai alle porte. Qui Grillo centra in pieno: "Il PdL vuole un Presidente di garanzia, un salvacondotto per i processi dello psiconano. Il Pdmenoelle vuole anch'esso un Presidente di garanzia che lo tuteli dalla prossima bomba termonucleare del M5S. E c'è un accordo tra loro all'insegna del "quieta non movere et mota quietare"". Insomma l'esistenza del nuovo soggetto politico mette in evidenza che il sistema bipolare che ha connotato l'ultimo ventennio e la cui icona più concreta è quella delle due carte che contrapposte l'una all'altra reggono il castello di carte di un sistema che - come il nuovo soggetto palesa - democratico non è. Il problema vero e nuovo è quello della cessione di un terzo dei feudi e delle loro quote, e non, come da vent'anni quello del periodico riaggiustamento del controllo dei feudi. Di più: la cessione va fatta a chi da quel sistema e dalla sua metodologia è fuori.
francesco latteri scholten.

mercoledì 27 marzo 2013

Parigi: 1.500.000 in piazza per la famiglia. Il silenzio della stampa.



Seicentomila in più della manifestazione del 13 Gennaio u.s. che già era stata una delle più imponenti dell'ultimo decennio. La capitale francese non vedeva una manifestazione simile da oltre trent'anni. Una manifestazione per l'uomo, per la donna, per la famiglia naturale, alcuni striscioni recitavano appunto: "Une famille = un homme + une femme". Adesione in massa di gente di tutte le estrazioni sociali e le appartenenze politiche e religiose. Una manifestazione contro Hollande e la sua nuova legge che non solo acconsente ai matrimoni ed alle adozioni gay, ma di fatto cancella al tempo stesso la concezione stessa della famiglia naturale, non si parla più infatti né di padre, né di madre, anzi si fa divieto esplicito dell'uso di questi termini. E' consentito solo quello del tutto astratto di "genitore". Astrarre dalla sessualità è però sottrarla all'uomo e alla donna, ma è proprio dalla sessualità che nascono i figli. Si tratta insomma di una legge che prelude ad una società futura in cui la sessualità è puramente edonistica e del tutto avulsa dalla procreazione lasciata eventualmente alle sole provette. E' in discussione dunque la natura stessa dell'esistenza umana. E' questo il motivo del larghissimo impegno sia dei laici che dei credenti di tutte le religioni e della loro adesione di massa. E' deposta anche - come oltre alla prima, questa seconda manifestazione dimostra - la stessa democrazia. Si tratta infatti di una legge portata avanti da Hollande per dare un contentino di facciata a certi ambienti molto esigui al fine di far digerire le nuove misure di austerity che, contrariamente a quanto promesso, saranno necessarie. La maggioranza dei francesi è dunque doppiamente raggirata e vilipesa avendo così un ulteriore motivo di malcontento. E' in discussione qui anche la libertà di pensiero e di espressione, la libertà di stampa. Questa è infatti anche dovere di informazione, ma un rapido giro in edicola ed in rete mostra immediatamente l'assoluta reticenza dei media nei confronti di questa gigantesca manifestazione, ancor più che nei confronti di quella di gennaio. Si palesa cioé che quella della democrazia e della libertà in Europa è sempre più aleatorietà.
francesco latteri scholten

lunedì 25 marzo 2013

Da Simone de Beauvoir alle Femen o viceversa?


Sono solo tre, qualche anno fa, a Khmelnitskji, 300.000 abitanti e due reattori nucleari, ad incontrarsi in una realtà socio culturale che è quella lasciata dalle macerie dell'ex Unione Sovietica e dai disastri del successivo capitalismo selvaggio. Tre donne che si vedono per discutere di modernità, di capitalismo, di Marx, e, tanto per cambiare, della donna. Ne emerge un quadro oscuro e fosco, per nulla dissimile nelle diverse immagini a quello che ha portato all'impegno ed alle lotte civiche ad es. della ns Maria Montessori, o quello parigino della Simone de Beauvoir. E' un segno palese ed indiscutibile. Se infatti il femminismo occidentale può vantare una strordinaria presa di coscienza di sé proprio grazie a "Le deuxième sexe" che si è tradotta positivamente sia nella cultura che nella società e nella legislazione con la conquista del diritto allo studio - uno degli araldi fu proprio la Montessori - ed alla partecipazione politica - qui l'emblema principe è ovviamente la de Beauvoir - d'altro canto è sempre più evidente che si tratta delle conquiste del mondo più "progredito" e che altre realtà, la maggior parte, sono rimaste del tutto impermeabili al fenomeno. Di più: basta leggere un libro recente, "Fimmine ribelli" di Lirio Abbate, per costatare come in larghe fasce dello stesso mondo Occidentale, compresa la ns Italia, si sia potuto assistere invero ad una inversione di tendenza, ad un tornare in auge in nome di un presunto moralismo purista di tendenze sociali segregazioniste. Del resto già la vicenda "Ruby" aveva palesemente mostrato quanto la morale vottoriana fosse non solo tutt'altro che morta, ma addirittura rampante. "Le deuxième sexe", insomma, è tutt'altro che una realtà acquisita, è molto più di nuovo un traguardo da raggiungere, una realtà da reinteriorizare. E' il corpo della donna, specificatamente appunto il suo sesso, il centro del lògos e della sua demistificazione, come già aveva osservato con acuta profondità la de Beauvoir. Quasi un secolo dopo a Khmelnitskji, ma non solo lì, si arriva alla stessa conclusione, perciò Femen e perciò nude. Nude per svelare e con ciò stesso denunciare, contro il "dio" maschio, che è la donna, il suo sesso, che partorisce, che crea. Per mettere a nudo che è da lì che tutti siamo venuti. Che è necessario che di ciò si riprenda coscienza e questa necessità è subito condivisa. Con la globalizzazione salta subito gl'angusti confini di Khmelnitskji e così cominciano ad incontrarsi a Kiev, tra l'altro al Bar "Cupidon", si allargano ancora a macchia d'olio, una di loro Anna Gutsol è intervistata da "Spiegel", a loro si ispirano nuovi movimenti come - in Russia - le Pussy Riot, ma altri si ispirano ad esse soprattutto nei Paesi in cui la discriminazione della donna è più forte come ad es. in Afghanistan, ma anche in Giappone, Cina ed India. La lotta è sia contro certe concezioni puriste religiose che di puro hanno assai poco e del resto le femen hanno delle sostenitrici ormai anche tra le suore come Suor Veronique Getty (nella foto), sia e soprattutto contro le concezzioni puriste radicali della criminalità organizzata, come ben denuncia Lirio Abbate. 
francesco latteri scholten.

venerdì 22 marzo 2013

L' incarico spetta a Grillo. Di diritto.


Quando nel 1994 le elezioni furono vinte clamorosamente da un movimento polico sino a pochi mesi prima sconosciuto, non vi fu nessun problema ad affidare - e subito - l'incarico al suo anfitrione, Silvio Berlusconi, "il cavaliere". Questi invece era conosciuto o avrebbe dovuto esserlo, molto bene. Era infatti ritenuto l'ex braccio destro di Craxi - le cui vicende già avevano avuto l'esito che avevano avuto - tesserato della P2 di Licio Gelli, cui d'altronde non si era capito se il capo fosse questi o Giulio Andreotti. Ora ha invece vinto, anzi stravinto, un movimento che esiste già da qualche anno, si può considerare il suo atto di nascita il primo "Vaffa day", né Grillo né Casaleggio possono vantare "precedenti illustri" del genere, né aderenze o iscrizioni simili. Possono vantare invece di aver dato ascolto e voce a tanta esigenza di base, di cittadini semplici e normali, richieste che sono realtà ormai persino in Argentina (sì siamo stati sorpassati). Esigenze che per due decenni sono state solo ignorate e snobbate, non solo dal berluschismo rampante, ma anche dal PD. Con efficacia qualcuno ha esemplificato: "sono come due carte contrapposte ma che si sorreggono reciprocamente in un castello di carte". Se il criterio reale della politica fosse, come dovrebbe essere, la Libertà icona di battaglia PdL o la Democrazia, icona PD, del successo di Grillo si dovrebbe essere fieri. Esso invece suscita - e molto - timore e tremore. Siamo al parossismo del paradosso, quando da più parti si sentono citare nomi che sarebbero "garanzia" per l'Italia, e sono nomi di ex tesserati della P2. Probabilmente per il ns regime feudale lo sarebbero anche quelli della P4.
francesco latteri scholten. 

lunedì 18 marzo 2013

Roma, abbraccio storico tra rinnovamento dello Stato (Kirchner) e della Chiesa (Papa Francesco).


Papa Francesco ha incontrato anticipatamente - e separatamente - Cristina Kirchner. Un onore più che meritato. Cristina, sulla scia del marito Nestor prematuramente scomparso, è l'icona del miracolo argentino, testimonianza del fatto che una via diversa dal capitalismo USA e da esso indipendente è possibile. La longa manus degli americani aveva portato il Paese alla bancarotta a seguito delle note vicende dei Tango Bonds nel 2001. Kirchner, eletto presidente, ha utilizzato la prima visita di Bush junior per dargli il ben servito e con lui al capitalismo americano. In centinaia e centinaia di aziende in bancarotta e lasciate dai propri imprenditori, gl'operai hanno proceduto non solo alla semplice occupazione, ma al recupero e soprattutto hanno continuato a lavorare ed a vendere il prodotto del loro lavoro. Il Paese ha inoltre puntato in modo ecologico sulle proprie realtà: mais e soia. Al posto del capitalismo americano si è puntato su scambi e realtà solidali e sociali con il vicino Brasile di Lula, agli scambi con la Cina. L'argentina è rinata ed è rinata grande ed oggi è un esempio: la disoccupazione è scesa dal 27% al 9% circa ed il tasso di crescita è - ormai da diversi anni - al 9%, cifre invidiabilissime per gli stessi USA e per i Paesi Europei. Come si vede modelli diversi esistono e funzionano ed anche bene, e, uscire dalla crisi, con questi modelli è possibilissimo. L'economia solidale e sociale, specie con le "Banche della solidarietà", come anche in Africa ed altrove, ha trovato concreazione anche nelle "favelas", con l'impegno di molti sacerdoti e religiosi, tra gl'altri uno di loro: il Card. Bergoglio. L'abbraccio caloroso testimonia la significatività degl'impegni comuni, e, soprattutto, che un mondo nuovo e migliore è possibile, e questo vale tanto per lo Stato quanto per la Chiesa, anche se l'impegno è tanto e difficile, come ha osservato Cristina Kirchner, e come è ben cosciente Papa Francesco.
francesco latteri scholten.

sabato 16 marzo 2013

Senato e Camera: Italia fuori da empasse politica grazie a modello siciliano.



Alla fine il modello siciliano, che a Palermo con Crocetta da diverso tempo ormai comincia a dare i suoi buoni frutti ma che a livello nazionale era stato rigettato, si è imposto anche a Roma. Il nome - per il Senato - è quello dell'eccellenza della magistratura, di un ex collaboratore di Giovanni Falcone, già Procuratore Nazionale Antimafia: Pietro Grasso. Un nome, come d'altronde - anche se meno noto - quello di Laura Boldrini - per la Camera - che segna indubbiamente, anche a sinistra, una rottura con il passato. Nomi, specie quello di Grasso, cui è difficile dire no, anche per i grillini. Sono proprio i grillini siciliani, incalzati fortemente in rete da un pressing decisivo, "se per colpa nostra passa Schifani in Sicilia ci fanno un (censura) così", a portare - alquanto involontariamente dunque - il modello siciliano a Roma. Inizialmente nel M5S la tensione è alta, l'imput era votare scheda bianca, ma poi va scemando. L'esito è decisamente positivo per la seconda carica dello Stato, come lo era già stato anche poche ore prima alla Camera con l'elezione di Laura Boldrini, una vita spesa in favore dgli ultimi e dei più poveri. Un vero "miracolo italiano", che da una situazione di grande stallo costataci il declassamento a BBB+, è un autentico schiaffo - e ben meritato - a questo declassamento, un esito invidiabile per qualsiasi Paese. Il ventennio berluschista è definitivamente tramontato e l'Italia si apre a scenari decisamente nuovi ed innovativi non solo per la politica nazionale ma anche per quella internazionale dove comincia a profilarsi più che il "fuori l'Italia dall'Europa" sbandierato da Grillo, l'ipotesi "antigrilliana" - ma forse non troppo - di un M5S ad es. a Parigi o a Berlino ...

francesco latteri scholten.

giovedì 14 marzo 2013

Francesco I: Papa un discepolo del Card. Martini al cui funerale Ratzinger fu assente.



Francesco I, un argentino, ma di origini e, soprattutto, di formazione italiana. Una formazione gesuitica del massimo spessore, quella del Cardinale Carlo Maria Martini. Da più parti, con criticismo, si è osservato: "Un Gesuita Papa e per di più con il nome di Francesco ..." La cosa invero non stupisce chi ha avuto l' onore di frequentare le scuole di formazione della Compagnia di Gesù, dove molti degli allievi frequentano realtà francescane, e ciò ha spinto ad una sinergia con esiti positivi. Quello di Martini è stato un insegnamento che ha lasciato una impronta decisiva connotando una teologia progressista, la quale, lasciata alle sue spalle la vecchia concezione autoritativa che si riteneva in "possesso" della "Verità", ritiene invece che il "possesso" della "Verità" appartenga in senso proprio solo a Dio, e che tutte le creature - una concezione francescana -, in quanto tali, siano, in vario modo e grado, portatrici di verità. Il rapporto con i laici ed i non credenti è così invertito. Sorge ora un dialogo che si colloca su un piano nuovo, e, il Card. Martini lo pose in essere in un confronto Spirituale, culturale ed intellettuale amichevole ma profondo con uno degli intellettuali laici forse più noti, specie all'estero: Umberto Eco. Sul piano pastorale di più alto livello questa concezione teologica ha portato alla realizzazione delle "Scuole di formazione politica" dell'Ordine ed al mensile di grande levatura "Aggiornamenti Sociali". Sul piano invece della pastorale più propria, quella in sostegno degli ultimi e dei più bisognosi le realtà di concrezione sono state disparate e molteplici, praticamente in tutti i settori del sociale, specie i più disastrati ed usualmente abbandonati e disertati, tra questi quello delle "favelas" in Argentina, dove ha testimoniato il suo grande impegno proprio Jorge Bergoglio , l'attuale Papa, un uomo già impegnato, come grande moderato, nella "teologia della liberazione". Si tratta di un indirizzo ben più radicale di quello di Martini e che sia Giovanni Paolo II, sia, soprattutto, l'allora capo della "Congregazione della dottrina della Chiesa", Card. Ratzinger, hanno aspramente contrastato, non senza qualche ragione in quanto tra gl'estremisti di essa c'era gente quale ad es. un certo "frate mitra" che andava in giro con quell'arma. Lo stesso indirizzo molto più mitigato del Card. Martini era solo tollerato, ma certamente non desiderato e tantomeno amato. In molti hanno sostenuto che la scelta dei Cardinali e del Conclave indichi la decisione della Chiesa di "voltare pagina", personalmente ritengo invece che a Papa Francesco spetti necessariamente un compito assai più difficile: quello di trovare una sintesi.
francesco latteri scholten

mercoledì 13 marzo 2013

Habemus Papam: Francesco I. Santità ho pregato per Lei e con Lei anch'io.



Una colomba è venuta a posarsi sulla ringhiera del balcone, avanti a me, mentre lavoravo al computer. Il giorno volgeva ormai al declino e, ripensandoci adesso, sovviene il celebre brano dei discepoli di Emmaus. Come loro non ci feci caso, il Conclave chissà quanto sarebbe durato ancora ... Poi una telefonata, un'altra, un'altra ancora ed ancora: abbiamo il Papa. E' accaduto di nuovo: il Papa ci ha uniti in preghiera, tutta la famiglia. Ho pregato con lei per il vescovo emerito di Roma. E' bello: un pontificato inizia con un Pater, Ave, Gloria. Poi, in unione a tutti, per Lei, quindi con Lei ed infine la sua benedizione. Grazie Santità, tutti ne abbiamo bisogno, come tutti abbiamo bisogno di un ritorno allo Spirito di S. Francesco.
francesco latteri scholten.

Grillo tra scarsa democrazia e populismo ma anche grande senso civico e sociale.



"Ti amo e ti odio" scriveva il grande Catullo. Da ragazzo mi affascinava come comico, oggi capisco perché lo avevano allontanato. Ma lui, grande, non ha demorso. L'impegno da teatrale e civico è diventato apertamente politico con i "Vaffa Day" che già preconfiguravano il M5S. Oggi mi preoccupa ma anche mi attira. Mi preoccupa - e molto - quando cerca di servirsi delle forze dell'ordine per cacciare i giornalisti italiani, quando si chiude in sé, quando minaccia o come dico io o me ne vado. Mi attira quando chiede il salario sociale per tre anni, "... ti offro tre, quattro lavori, poi se non ne accetti uno te lo tolgo. Ma non sei depresso a vita o ti suicidi perché hai perso il lavoro". Quando chiede la presenza anche degl'operai nei CdA delle imprese, quando chiede un tetto massimo di 12 volte quello degli operai per i salari dei manager e non 300 o 400 volte quello degli operai. Quando chiede la partecipazione degli operai anche alla proprietà delle imprese. Sembra chieda la Luna e ciò dimostra l'arretratezza civica e sociale del ns Paese, perché altrove - e non nei super sociali Paesi scandinavi - ma anche in quelli socialmente più moderati come gli USA, la Francia, la Germania, tutto questo è realtà già dagli anni '80; trent'anni fa. Ormai, grazie ad una grande (e bella) donna e politica, Cristina Kirchner, è realtà addirittura anche in Argentina. Da noi una finta "Democrazia" fintamente "Cristiana" prima ed il fascismo berlusconiano poi, complice una "Sinistra" incapace di attuarle, queste realtà ancora oggi paiono "la Luna". Si capisce allora come l'ultimo giorno il M5S possa chiudere la campagna elettorale gremendo una Piazza S. Giovanni a Roma - luogo storico della sinistra - di una folla in tripudio, mentre la "Sinistra" chiude la propria nel piccolo teatro Ambra Jovinelli.
francesco latteri scholten.

lunedì 11 marzo 2013

Politica: Italia sprofonda nel Novecento di Nolte?



Dalla crisi politica alla crisi della politica. Sono due le funzioni fondamentali della politica: quella di guidare, indirizzare e quella di mediare, di tessere, come già osservava il buon vecchio Platone ne "il Politico": il politico deve avere la virtù di buon pastore e buon tessitore. La politica che perde la capacità di indirizzare e di mediare ha perso sé stessa. Indirizzare e mediare tra le diverse realtà della società e dell'economia e le loro istanze. Realtà e istanze che prendono corpo e si manifestano inizialmente come "Movimenti", quindi crescono, assurgono a maggior coscienza e divengono "Partiti", in un confronto che può anche essere aspro ma che è sempre dialettico. Così nella formazione e nella storia di una delle maggiori democrazie, quella degli USA. Ed è così ancora oggi con il Partito Democratico e quello Repubblicano, Occupy e Viola People. E' crisi politica quando la funzione di indirizzo è resa incerta per le istanze diverse della mediazione. Quando l'arroccamento intransigente sulle proprie posizioni diviene totale e quindi nega qualsiasi dialettica e perciò provoca il crollo della mediazione, allora si ha il crollo della politica. E' quanto è già accaduto in Europa all'indomani della prima guerra. Il confronto scontro tra realtà ed istanze diverse chiuse ognuna in sé, ciascuna arroccata su sé. Una realtà di fondo investente l'Europa intera e che non senza qualche ragione Ernst Nolte ha definito come "Guerra civile europea". Crisi profonda delle proprie radici che si estrinseca in crisi di identità e si manifesta in gretto e semplificatorio riduzionismo culurale nel quale la cultura è semplicisticamente ridotta a identità di classe o - ed in contrapposizione - di razza. Ciascun riduzionismo innalza l'altro a "Feindbild". Ed il crollo della politica è la guerra perché, come già osservava von Klausewitz, "la guerra altro non è se non la prosecuzione della politica con altri mezzi". L'ultimo ventennio italiano è stato quello della restaurazione, in esso il neofeudalesimo della classe dominante non ha fatto altro che arroccarsi su di sé, negando attraverso il trasversalismo, la dialettica con realtà ed istanze diverse, queste - a loro volta, specie con le ultime elezioni - ne hanno preso atto gettandosi in massa su un carro nuovo che quel trasversalismo rifiuta - a ragione - . L'esito è - per ora - il muro contro muro. In esso sono in discussione anche le realtà più "mature" della politica, i Partiti, ormai sempre più feudali, a favore di realtà più "genuine", più vicine alla gente, i Movimenti. Tuttavia sono sempre più le azioni di Casaleggio e dello stesso Grillo a denunciare che così non sia e che abbia ben ragione Umberto Eco a mettere in guardia dalle illusioni di una "democrazia diretta online". Un inauspicabilissimo - per tutti - ritorno alle urne, sarebbe una sconfitta della politica in quanto tale ed un indirizzamento infausto a nuove realtà "noltiane".
francesco latteri scholten.

venerdì 8 marzo 2013

L'ombra dello IOR sul Conclave.


 Sono i nemici di qualsiasi rinnovamento, e specialmente di qualsisi trasparenza. E' la versione "moderna" - se questo termine può qui significare qualcosa - dei nemici di Urbano VIII e di Galileo, quelli che segnarono lo spostamento indietro dell'orologio della Chiesa di quattro secoli. E' il "Partito" dello IOR, quello della Curia romana. Candidato di punta sarebbe Odilo Peter Scherer, brasiliano di origini tedesche, attualmente membro della Commissione di vigilanza sullo IOR, legato a Bertone e da lui sostenuto. L'avvicinamento, nelle ultime settimane, di Angelo Sodano, ha portato anche il nome a questi vicino di Leonardo Sandri, Prefetto delle Chiese Orientali, il quale è più vicino e miglior conoscitore della Curia. La candidatura di Sandri sarebbe però inficiata - secondo diverse e autorevoli testate giornalistiche non solo italiane - dal fatto che egli e Sodano avrebbero "coperto" Marcial Maciel, fondatore dei "Legionari di Cristo" che abusò di minori ed ha almeno sei figli, dettaglio che spronerebbe la candidatura di Scherer. La candidatura dei due stranieri ha una ragione strategica ben specifica: il "Partito dello IOR" mira, ovviamente, anzitutto e soprattutto appunto allo IOR e perciò alla Segreteria di Stato e, per garantirla ad un italiano, si candida a Papa uno straniero. Di contro il "Partito dei riformatori" di cui una delle punte di diamante sarebbe il Card. Angelo Scola, è il partito che non ha forti legami con la Curia, il partito delle pulizie forti e decise sia per quanto concerne la pedofilia, sia per lo IOR, ma a quanto pare si tratta della stessa cosa. Ciò che più colpisce di Odilo Peter Scherer, nato il 21 settembre 1949 da Edwino Scherer e Francisca Wilma Steffens, emigrati tedeschi in Brasile, ordinato il 7 dicembre 1976, vescovo il 2 febbraio 2002 e cardinale il 24 novembre 2007, è la straordinaria somiglianza con il Generalleutnant omonimo (si veda l'immagine). Insomma non ci resta che pregare in ginocchio per Angelo Scola.
francesco latteri scholten.

martedì 5 marzo 2013

La vera cultura italiana ed europea contro le aberrazioni mortifere del nazifascismo.



Mai c'è stato e neppure ci sarà o potrà essere un nazifascismo "buono" ed uno "cattivo", nè ci sono o ci saranno aspetti "buoni" o "cattivi" dello stesso. Si tratta infatti di una realtà totalitaria e totalitaristica connotata e connotante un corpo unico, un tutt'uno, una "totalità", appunto. E' una aberrazione alienata ed alienante nata dalla negazione radicale della realtà socioculturale italiana ed europea, delle sue peculiarità ed origini, della sua storia. Dunque negazione della propria identità in toto, quindi nichilismo ed annichilazione di sé e degl'altri. Nichilismo dello Spirito, sua morte e soffocamento: cieca demonìa. Lo dimostra - tra le tante cose, oltre ai campi di sterminio - la bollazione come arte degenerata di autori tra i più insgni quali non solo il modernissimo Picasso, ma anche Leonardo, Michelagelo, Duerer, Bosch, van Eyck e le loro opere - capolavori quali la Gioconda, la dama con l'ermellino, la madonna di Bruges, l'Agnello mistico -, salvate, ad es. tra l'altro, grazie all'eroismo di Jacques Jaujard allora direttore del Louvre. Opere del Rinascimento, sorto dall' Umanesimo la grande fioritura culturale che poneva l'uomo al centro, rinascita dello Spirito più originario della cultura italiana ed europea: lo Spirito Greco, lo Spirito fondativo della ns Cultura. Bellezza, stile, armonia, ma anche contrapposizione: Eros e Psiche, Eros e Tanatos; Malinconia. Democrito e gli atomisti, ma anche Socrate, Platone, Aristotele ed i loro antagonisti, i Sofisti. Uno Spirito che si trasfonde e migra nella Repubblica di Roma antica avvincendola e sottomettendola, di più: impossessandosene. Uno Spirito che lì si unisce al nascente cristianesimo ed in comunione ad esso riesce a sopravvivere alla caduta dell' Impero ed alla notte barbarica che gli succede. E' conservato dalla figura immane di San Benedetto, portato in auge da quella di Carlo magno. Negli aspetti laici risboccia con Petrarca e Boccaccio, per poi muoversi a Rinascimento dall'Italia all'Europa intera con Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, il genio e l'inventiva di Leonardo, Bruno, Galileo, dando frutti copiosi anche all'estero con figure quali quella di Keplero e Bacone. Shakespeare è uno dei nomi importanti nella drammaturgia. Goethe o Schiller ne sono interpreti magistrali. Nietzsche ne è l'ultimo aedo critico. Mecenati sono uomini quali i Medici o i Fugger. E' questo lo Spirito vero della cultura italiana ed europea, uno Spirito titanico, uno Spirito il cui cospetto lascia affascinati ed attoniti. Uno Spirito la cui eredità è insieme la cosa più meravigliosa e difficile. Uno Spirito che è il nostro, il Vero. Anche il mio, e ne sono orgoglioso.
francesco latteri scholten.

domenica 3 marzo 2013

Grillo, art.67 Costituzione e vicenda Lavitola - De Gregorio.


"Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincoli di mandato." Così l'articolo 67 della ns Costituzione. E' di questi giorni l'ennesima vicenda del genere - questa volta si tratta dell' ex parlamentare IdV Sergio De Gregorio e c'è la longa manus del faccendiere Lavitola - a portare in primo piano la questione di fondo del citato articolo costituzionale, stavolta - ma anche altre - con l'aggravante della corruzione. "Due milioni li ho avuti in nero ..." specifica De Gregorio. Si cambia casacca, magari proprio mentre si diventa presidente della Commissione Difesa, si passa dall'IdV a Berlusconi e si va a sabotare il Governo Prodi. In realtà sin dalla Costituente la questione posta dall'art. 67 non era per nulla pacifica. Alle spalle della Costituente c'erano però vent'anni di regime fascista, la seconda guerra mondiale ed il loro prezzo: milioni e milioni di morti. Da qui la dizione "senza vincoli di mandato". Ma già dai tempi più remoti la giurisprudenza sia della Grecia classica che della Roma Repubblicana antica aveva messo in evidenza e bene proprio quanto denunciato in questi giorni da Beppe Grillo e sostenuto esattamente le sue tesi, ovvero la spada di Damocle che lo scioglimento dai vincoli del parlamentare pone di fatto al Parlamento. Del resto già allora, ma anche in vasta parte della giurisprudenza sino ai ns giorni, in vicende quali quelle di De Gregorio, il reato più grave non era considerato quello della corruzione, bensì quello del tradimento, e per i "Giuda" c'era - allora, la croce, poi commutata a seconda dei tempi e dei luoghi in decapitazione, impiccaggione, fucilazione ed, infine, ergastolo. Tutt'oggi altri sistemi giuridici risentono di questa evoluzione. Tra gl'autori politici più illustri del Novecento a sostenere la vincolanza del mandato troviamo nientemeno che Ivan Ilic Ulìanov, al secolo Lenin, grazie al quale la Costituzione Sovietica aveva imposto il vincolo del mandato.
francesco latteri scholten.