venerdì 27 aprile 2012

Sono costituzionali anche i movimenti e per la politica sono più basilari dei partiti.


 Caro Presidente mi permetto di dissentire da quanto Ella afferma e sostiene a proposito dei movimenti. Essi, infatti, sono costituzionali non solo - e grazie a Dio - nel ns Paese, ma anche negl'altri Paesi europei ed in America. Tanto la rivoluzione francese, quanto quella americana, ma anche le evoluzioni politiche nostrane, dall'unità d'Italia, alla nascita della Repubblica, sono testimonianza della realtà politica preziosa ed essenziale allo sviluppo civile, sociale e politico di un Paese data proprio dai movimenti. Non erano partiti, ma anzitutto movimenti quelli che hanno portato agli eventi storici di cui sopra. Avremmo avuto una unità d'Italia senza i movimenti? Quelli antifascisti e la stessa Resistenza non furono dei movimenti? Quella dei movimenti è da sempre una realtà basilare alla politica, più primigenia ed essenziale di quella dei partiti perché essi nascono più immediatamente dalle esigenze, bisogni e necessità dei cittadini. "Una associazione consiste solamente nell'adesione pubblica data da un certo numero di persone a certe determinate dottrine e nell'impegno di concorrere a farle prevalere. Il diritto di associarsi così si confonde con la libertà di scrivere, tuttavia una associazione possiede già più potenza della stampa." Nell'esercizio della associazione vi sono tre gradi: Il primo è l'unione di una molteplicità di cittadini ed il loro indirizzamento ad un fine comune; il secondo è quello di riunirsi confrontarsi, scegliere i mezzi, deliberare l'agire comune; il terzo è che "i partigiani di una stessa idea possono riunirsi in collegi elettorali ed eleggere dei mandatari che li rappresentino in una assemblea centrale. Si tratta, per parlare propriamente, del sistema rappresentativo applicato ad un partito." Si tratta di osservazioni - che peraltro condivido - già fatte a suo tempo, siamo nel 1835, dal Tocqueville riguardo la costituzione degli Stati Uniti d'America. Non si sta citando mica "Stato ed anarchia" di Michail Bakunin. E' dai movimenti che nasce l'America ed i partiti americani. "Peace", "Viola People" "Occupy Wall Street", "Indignados" etc. sono movimenti leggittimi che accolgono esigenze reali e basilari dei cittadini, che ne portano avanti il pensiero e l'impegno in cause sacrosante, in ciò che sono i più basilari diritti umani e civili per l'uomo di oggi, nella sua attuale quotidianità. La nostra Costituzione recepisce tutto questo all'articolo 2: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale." Nel ns Paese, oltre alla diffusione dei già citati, si è formato ed ha preso piede un movimento tutto italiano, il "Cinque stelle" di Beppe Grillo, che fa proprie, oltre alle istanze degli altri, anche quelle più tipicamente italiane adoperandosi con fattività nelle cose in cui molti cittadini si sentono disagiati. Al nostro, sebbene forse non tutto ciò che porta avanti sia sempre condivisibile, va riconosciuto comunque un fondamentalissimo impegno civico, sociale e politico. Sui nostri blog lo si è a volte elogiato, altre bacchettato, comunque sia: forza Beppe!
francesco latteri scholten.

martedì 24 aprile 2012

Firestone, Hitler e "C'est maintenant". Modelli alternativi: Bremer, Riace, Kirchner.


E' vero: Holland prende il 28% e Sarkozy perde quasi 2 milioni di voti scendendo al 27. L'autentico trionfo spetta però a Marine Le Pen con quota 19%. Oscuri fantasmi dello scorso secolo si riaffacciano sul continente europeo? Certo è che destra ed estrema destra fanno quasi il 50% dei voti - il 10% in più di quelli complessivi della sinistra - e che un francese su cinque è con l'estrema destra. Saranno i delusi del sistema, gl'arrabbiati per come vanno le cose, sarà come ha detto qualcuno "il voto della collera". Sarà anche vero. E l'unica via di uscita, l'unico modo di andare avanti, di poter andare avanti, "è quello additato da Le Pen". E, anche questo, è certamente vero perlomeno nel modello vigente, quello con cui si è in collera - e giustamente perché è un modello fallito -. Ma, proprio qui sta l'errore, perché si è assolutamente incapaci anzitutto mentalmente di uscirne, di concepirne altri: lo si tiene perciò fermo, paradossalmente, quale unico "Vero", laddove la realtà lo ha sconfitto e mostrato falso. Si tratta di una realtà intrinseca ed implicita al modello che è quello del capitalismo di Firestone, quello cui si è, a suo tempo, ispirato Adolf Hitler per il suo "Mein Kampf". Infatti ogni giorno di più si mostra come l'essenza di quel modello sia appunto il nazismo e come questi sia l'approdo necessario di quello. Si vede anche - basta aprire un testo di storia - che l'approdo dei nazionalismi in Europa sia necessariamente, ciò che è già stato: un carnaio. Si vede qui anche che la questione sia quella non del semplice blocco mentale, dell'incapacità di pensare altro e diverso, ma prima ancora, quella del rifiuto acredinoso, feroce e biliare di pensare altro. Eppure Altro è possibile e non in una utopia platonica, ma in realtà concrete e concretamente realizzabili ed anzi realizzate. Anzitutto nel settore bancario - quello fatidico, all'origine della grande crisi in cui oggi, come già nel 1929 ci si trova - . Ci sono e funzionano bene e non sono in perdita, tutt'altro, le banche solidali e sociali sia delle comunità islamiche che di quelle cattoliche, ma anche istituti laici come la Bremer Bank. Non casinò ma banche vere, che fanno le banche, che sostengono le imprese ed i privati ed investono nel sociale rifiutando la speculazione ed i surplus da essa derivanti. Le banche e l'economia sono qui intese a servizio ed in funzione della persona e della sua società e non viceversa. Dunque una concezione economica diversa a cui corrisponde una diversa concezione sociale e comunitaria. Anche queste non sono utopiche ma reali ed esistenti e funzionanti in tante cittadine più o meno grandi o piccole della stessa Germania, della Francia, dell'Austria e dell'Italia. Si tratta di sviluppi e concrezioni che partono dalla compatibilità ambientale, ecologica e territoriale e che sono portati avanti in armonia con questi. Uno degli esempi più significativi proviene proprio dal Sud Italia, da un piccolo centro della provincia di Reggio Calabria: Riace, la cittadina dei bronzi, ormai una caposcuola. Nella cittadina calabrese non solo si è fatto questo, visto lo spopolamento devastante, il sindaco ha chiesto ai centri di accoglienza degli extracomunitari di destinarne al suo comune. Facit: Riace è rinata e, se prima per i bronzi - che sono a Reggio che non li ha mai restituiti - non è mai venuto nessuno, ora da tutt'Italia e dall'estero giungono pulmann carichi di chi vuol vedere l' esempio Riace. Non si tratta di modelli alternativi riguardanti piccoli centri, lo dimostra bene l'esempio - in Argentina - di Nestor Kirchner, continuato - dopo la sua prematura scomparsa - da sua moglie Cristina (nella foto). La longa manus del capitalismo americano aveva portato il Paese alla bancarotta a seguito delle note vicende dei Tango Bonds nel 2001. Kirchner, eletto presidente, ha utilizzato la prima visita di Bush junior per mandarlo affanculo e con lui il capitalismo americano. In centinaia e centinaia di aziende in bancarotta e lasciate dai propri imprenditori, gl'operai hanno proceduto non solo alla semplice occupazione, ma al recupero e soprattutto hanno continuato a lavorare ed a vendere il prodotto del loro lavoro. Il Paese ha inoltre puntato in modo ecologico sulle proprie realtà: mais e soia. Al posto del capitalismo americano si è puntato su scambi e realtà solidali e sociali con il vicino Brasile di Lula, agli scambi con la Cina. L'argentina è rinata ed è rinata grande ed oggi è un esempio: la disoccupazione è scesa dal 27% al 9% circa ed il tasso di crescita è - ormai da diversi anni - al 9%, cifre invidiabilissime per gli stessi USA e per i Paesi Europei. Come si vede modelli diversi esistono e funzionano ed anche bene, e, uscire dalla crisi, con questi modelli è possibilissimo. Ma Holland ha ragione, il momento della scelta - e non solo per la Francia - "C'est maintenant".
francesco latteri scholten.

sabato 21 aprile 2012

Casini, Pisanu e c. nasce il Partito dei Patetici Italiani (PPI) per sostituire Berlusconi.

Il motto è quello gattopardesco di sempre, cambiare tutto per non cambiare niente, ma cent'anni e passa di confronto con la sinistra hanno pur insegnato qualcosa e così adesso il motto - la filosofia di fondo - è portato avanti come una specie di "rivoluzione permanente".  Democristiani, né democratici, né - tantomeno - cristiani, ma appunto democristiani, "liberali", ma non per la libertà, berlusconiani, ma non con Berlusconi e tantomeno per Berlusconi, per il "domani" ma avendo ben fissa per direttiva non lo ieri bensì l'avant'ieri. Per il nome si è ancora incerti, ce ne sono stati tanti come tanti sono stati i simboli - quello più appropriato ma mai usato sarebbe stato il Big Mac di Mc Donald - e del resto poco importava quale fosse e poco importa quale sia. Forse potrebbe essere "la Nazione" ma forse no, forse ricorderebbe nomi, simboli e bandiere del passato sotto le quali qualcuno dei più anziani ha perlomeno collaborato se non servito, ma forse sì perché tra i più e meno giovani vi è chi vi simpatizza tutt'ora. Si mira a succedere a Berlusconi. La pretesa è alta, ma "audaces fortuna juvat". Personalmente la ritengo destinata allo scacco, Silvio, a loro, lo preferisco cento volte. Lui almeno è uno che "ha il peperoncino al culo", ha dinamismo, verve, idee. E' uno con cui lo spettacolo ed il divertimento, con tanto di donnine più o meno "illibbate", era comunque garantito. Specie da metà settimana in poi: lo spettacolo iniziava al giovedì sera con Santoro, Travaglio e Vauro ed i loro, proseguiva con la risposta di Silvio e dei suoi media, Libero e il Giornale, il venerdì e giungeva infine, sabato al suo apice. Sarà o non sarà nipote di Mubarak? Si vestivano da infermiere o da poliziotte? Però guarda che gran pezze di gnocca, anche la Minetti o la Macrì, roba da paginone centrale di Playboy. Loro invece non hanno nemmeno questo e tantomeno, ci si consenta di dirlo - che almeno questa gli va doverosamente riconosciuta - la capacità manageriale di Berlusconi e, moralmente, specie per quanto concerne la morale sessuale, molti di loro sono solo più falsi ed ipocriti di Berlusconi. Ci fosse un bipolarismo tra Berlusconi e loro non avrei un attimo di esitazione: forza Silvio!
francesco latteri scholten.

domenica 15 aprile 2012

Finalmente: dal Vaticano il "nessun impedimento" alla rimozione della carogna di De Pedis.


Ne ha dato notizia padre Lombardi esprimendosi a proposito del caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. Invero le esequie con rito cristiano cattolico e per di più la sepoltura in una delle più belle basiliche di Roma del De Pedis sono per chiunque abbia, non dico un briciolo di senso cristiano, ma semplicemente un minimo di senso civico, una vergogna ed uno schifo totale ed assoluto. De Pedis infatti avrebbe ben meritato ciò che Roma aveva tributato all'imperatore Eliogabalo: trucidato, trascinato agonizzante nella melma delle fogne, ed infine gettato in un luogo di degna sepoltura per lui: nella Cloaca Massima. Il personaggio infatti non è soltanto implicato nella tragica vicenda di Emanuela Orlandi (e basterebbe questo), ma è stato uno dei personaggi di spicco della banda della magliana, implicato nelle più torbide, vergognose e sanguinarie vicende romane ed italiane della seconda metà del Novecento: droga, sequestri di persona, molteplici omicidi, mafia, il Golpe Borghese, massonerie deviate, servizi deviati e non, la strage della stazione di Bologna, per citarne solo alcuni. Ma, in mezzo a tutto questo sangue e questi crimini, efferatezze e sceleraggini, il De Pedis avrebbe - sicuramente per sbaglio, o, più verosimilmente, per fini abbietti - donato dei denari per il sostentamento di alcuni seminaristi. In proposito c'è da obbiettare che i Vangeli ci insegnano che nemmeno Caifa ed i suoi accettarono i denari di Giuda Iscariota perché sporchi di sangue: la semplice accettazione è stata di per sé una porcheria, l'addurlo poi a motivazione di esequie cristiane per di più con sepoltura in una basilica romana dove questi resti di umana infamia giacciono tutt'ora, ebbene non ci sono più parole né commenti.
francesco latteri scholten.

mercoledì 11 aprile 2012

Guenter Grass: SS, Nobel antinazista per la letteratura ed infine nostalgico.


Due grandi capolavori della letteratura del Novecento, "Il tamburo di latta" di Guenter Grass e "Gli indifferenti" di Alberto Moravia, sono in qualche modo complementari: entrambi si confrontano con il periodo più buio del XX secolo, quello italiano sviluppando eminentemente l'aspetto psico morale ed etico pratico, quello tedesco l'aspetto psico emotivo. Essi si integrano a vicenda dando nell'insieme il quadro angosciante cupo e tetro in cui poté aver luogo l'origine dei regimi. Una immoralità - siamo ne "Gli indifferenti" - data dall'incapacità di un impegno forte per i valori e da cui nasce l' "indifferenza" per gli stessi e da questa l'ambiente nel quale si impone la semplice forza bruta, la forza tout court, del brutale, del tiranno. Oskar Matzerath, - siamo ne "Il tamburo di latta"- dalla sua cella del manicomio, alle prese con la propria autobiografia, può, ovviamente, coglierne più compiutamente la realtà emozionale, e può comunicarla come solo un malato di mente potrebbe farlo: meglio di chiunque altro. Eppure c'è qualcosa di importante che sfugge. Sfugge anzitutto a Moravia il quale la forza dell'impegno morale contro il regime la ebbe, proprio con la pubblicazione del suo libro nel 1929 e poi ancora come giornalista e scrittore sino alla fuga da Roma nel 1943. Non sfugge, ma involontariamente ed inconsciamente proprio per l'impostazione scelta, a Grass. Ma non se ne rende conto e non ne dà sviluppo. Si tratta di ciò che viene a galla, purtroppo, dalla parabola biografica dello stesso Grass: l'immoralità è - alla fine - la desoggettivazione del soggetto, la sua disidentificazione, la dissoluzione del suo "io". Chi infatti è Guenter Grass? Un nazista? Certo l'età - 17 anni - era giovane, ma qui non c'è la semplice adesione al nazismo, l'irruenza, la compagnoneria per la partecipazione a qualche adunata. C'è l'entrata nelle SS. Le SS non prendevano chicchessia e tantomeno senza un serio e previo esame, e sono state famose per questo ed il proprio fanatismo. Ma allora chi è lo scrittore impegnato di sinistra che fa parte del "Gruppo dei 47", che esordisce nel 1959 proprio con il capolavoro antinazista "Il tamburo di latta" e prosegue con le sue altre opere conseguendo il Nobel nel 1999 ? Chi è il Nobel impegnato "di sinistra" - nessuno lo sapeva e nessuno glielo aveva neppure chiesto, né tantomeno poteva immaginarlo - che rievoca con nostalgia il proprio passato di giovane SS per poi ora, di nuovo, dopo qualche anno uscirsene con versi anti israeliani? E, soprattutto, tra tutti questi, quale è il "vero" Guenter Grass? Forse Oskar Matzerath?
francesco latteri scholten.

venerdì 6 aprile 2012

Lega: "... al tempo de li Dèi falsi e bujardi."

 

"Come il "mondo vero" finì per diventare favola: Storia di un errore. 1) Il mondo vero, raggiungibile per il saggio, il pio, il virtuoso - egli vive in quel mondo, egli è quel mondo. (...) 5) Il mondo vero - un'idea che non serve più a niente, che non vincola nemmeno più - un'idea divenuta inutile, superflua, dunque, un'idea confutata: eliminiamola! 6) Il mondo vero lo abbiamo eliminato: quale mondo è rimasto? Quello apparente, forse? ... Ma no! Col mondo vero abbiamo eliminato anche quello apparente." (F. Nietzsche, "Il crepuscolo degli Déi). L'immagine di Umberto Bossi in lacrime che si dimette - lui il "celodurista" per eccellenza, che continuava per la sua strada, la strada della lega, nonostante il grave ictus - è un'immagine che non avremmo voluto vedere. Nondimeno essa è, al tempo stesso, un'immagine emblematica: essa è l'immagine del leghista vero, ciecamente convinto in una superiorità anzitutto morale, propria e dei propri. Che ha degl' "Altri" l'immagine stereotipata del "Totalmente Altro" da sé: Roma ladrona, meridionale familista e mafioso etc. . Che è convinto - semplicisticamente - che per la risoluzione delle cose basti ricondurre tutto a sé, ai propri modelli: ecco la panacea. Ebbene, il coinvolgimento della propria moglie, dei propri figli, dei propri più stretti collaboratori, in fatti gravi di corruzione, di appropriazione indebita, di latrocinio, di compera di diplomi e lauree, di vittorie rallystiche organizzate e quant'altro, sono la messa in nero su bianco che quel mondo - che è il proprio - non è assolutamente tale quale lo si è sempre visto e quale lo si è sempre voluto spacciare anche al prossimo. Sono la dimostrazione che il familismo, la corruzione, la mafiosità sono radicalmente intrinseci ed immanenti anche a quel mondo e lo sono più che a Roma o al Meridione. Che la propria è sempre stata soltanto idolatria: idolatria di sé, dell'immagine di sé e del proprio mondo. Non c'è la semplice caduta di un leader, come ce ne sono state e  ce ne sono tante. E' caduto quello che le lagrime non solo dell'  "Umberto", ma anche di tanti leghisti denunciano: è caduta l'immagine della Lega e, soprattutto, è caduta l'immagine del Nord, di quel Nord che si credeva "diverso", "puro", "nobile".
francesco latteri scholten.

giovedì 5 aprile 2012

IMU: sì per pensionati e poveri, no per banche, fondazioni bancarie e ricchi.


L'emendamento voluto da Antonio Di Pietro e dall' Italia dei Valori che esonerava pensionati e poveri e tassava banche e fondazioni bancarie (cioé i padroni delle banche) non è passato. Ergo: banche e fondazioni bancarie non dovranno pagare l' IMU, mentre lo dovranno pensionati ed indigenti. Di fatto il nuovo regime impositorio andrà ad aggiungersi alla già operata riduzione delle pensioni, per cui molti anziani, che vivono nei centri storici urbani si vedranno di fatto impossibilitati a pagare i tributi per la propria abitazione, cosa che vale in particolar modo per quelli ricoverati in centri per anziani per i quali la propria casa risulterà di fatto seconda casa con tutte le ulteriori maggiorazioni impositive. Banche e fondazioni bancarie invece sono esentati in quanto considerati enti benefici (? Sic). Il governo continua così una politica finanziaria che fu già dello sceriffo di Nottingham: togliere ai poveri per dare ai ricchi. Si tratta di una politica non solo iniqua - la quale ha già portato, come giustamente osserva Di Pietro a molteplici suicidi - ma, soprattutto di una politica irrisolutoria. Ci si guarda bene infatti dal mettere mano ad una ben più necessaria ed urgente riforma delle normative inerenti la finanza, senza la quale i sacrifici anche di diec'anni sono mangiati dalla speculazione finanziaria in pochi mesi. Ci si guarda bene anche da un primo passo, la separazione della banche vere dalle banche casinò, come ben indicato da Giulio Tremonti. In compenso si continua a togliere soldi alla gente per pomparli proprio in quel settore finanziario che è origine e colpa dell'attuale crisi e che nulla ha pagato e paga e che anzi è stato ed è - colpevolmente, diremmo in maniera complice - tutelato. Come è possibile concedere per legge la condizione di ente benefico proprio a quelli che sono stati i primi e maggiori responsabili dell'attuale crisi? Come è possibile definire "ente benefico" le banche casinò, le banche della speculazione finanziaria più feroce, quella che ha messo e mette in ginocchio intere economie e Paesi?
francesco latteri scholten