Se
l'oggetto della Filosofia è la Verità e perciò Dio nella sua
unitrinitarietà – ed è significativo che l' “Eniclopedia” si
chiuda prendendo a prestito la descrizione del “pensiero di
pensiero”, l'autocoscienza pura della Metafisica di Aristotele,
passando dal tedesco direttamente alla citazione in greco – la
centralità dell'ultimo grande scritto hegeliano, i “Lineamenti di
Filosofia del Diritto”, è occupata dalla Famiglia. C'è infatti
continuità profonda, se invero Dio per la sua autocoscienza è
ripreso da Aristotele, nondimeno il Dio di Hegel è quello cristiano
unitrinitario, Dio dunque – ben lontano da qualsiasi solipsismo - è
la più alta relazionalità. Sulla scia di questa, evangelicamente,
l' uomo è in quanto persona e dunque relazionalità (come peraltro
già di nuovo anche per Aristotele). La relazionalità umana nella
sua forma più alta, sulla scia di quella divina, sfocia nella
relazione d'amore tra uomo e donna e dunque nella triadicità della
Famiglia. E' così che dal “diritto astratto” del singolo si
passa alla sua concrezione, la moralità, la quale in sintesi con il
diritto astratto ha per esito l'etica. L'uomo è in Hegel,
cristianamente essere relazionale, dalla cui relazionalità prima
origina il nucleo primigenio, la Famiglia e da essa la Società e lo
Stato. La Famiglia: ignorata, maltrattata, diffamata ed apertamente
avversata e tacitamente combattuta non meno del grande Filosofo di
Stoccarda, da tutta la filosofia successiva. Se infatti tutta la
Filosofia precedente culmina in Hegel, quella successiva potrebbe ben
portare un'unica etichetta: contro Hegel, ma anche contro la
Famiglia. L'attacco più duro è sferrato da un hegeliano di sinistra
doc, affascinato ed estasiato all'inizio, ma distaccatosi poi con
decisione: Karl Marx. Nei confronti di Hegel Marx parlerà di
“parricidio necessario” perché lo “spirito” per lui è
espressione della realtà materiale e da essa si origina e si leva,
dunque necessità di capovolgere la filosofia hegeliana per mettere
ordine, per dare alla realtà la sua descrizione vera. Tuttavia senza
uno studio propedeutico del filosofo di Stoccarda il discorso di Marx
e la sua evoluzione restano in gran parte incomprensibili. Per quanto
concerne la Famiglia, ancora ne “Il Manifesto del Partito
Comunista” a proposito della alienazione dell'uomo di fatto portata
avanti dal capitalismo (in specie quello manchesteriano) Marx
denunciava la riduzione dell'uomo a macchina, ad utensile, con orari
di lavoro che non lasciano alcuno spazio alla famiglia, agli amici,
allo svolgimento di qualsiasi attività socioculturale o politica...
La posizione cambierà con “La sacra famiglia”, dove la famiglia
non è più parte integrante dell'uomo ma estensione del potere
capitalistico. Un sistema, quello capitalistico, destinato a portare
alla rivoluzione violenta ed alla espropriazione degli espropriatori
e quindi all'instaurazione di un sistema collettivistico sociale
“umanitario” che una volta collettivizzati i mezzi di produzione
porterà alla società migliore. La Storia ha
dimostrato che la
statalizzazione dei mezzi di produzione non porta affatto all'uscita
dal capitalismo bensì semplicemente al passaggio dal capitalismo
privato a quello di Stato. Si aprono così le porte ad una nuova (e
più perniciosa) forma di totalitarismo in cui la famiglia – e
prim'ancora quell'amore da cui essa dovrebbe nascere – sono
avversati in quanto
residui “borghesi”, l'uomo infatti (ma anchje
la donna) hanno da essere parte del sistema hanno da essere anzitutto
“compagni” prima ancora che amanti, padri, madri, figli, fratelli
o sorelle. Un
orizzonte insomma del tutto analogo a quello in cui
sfoceranno gli “hegeliani di destra”: “un bimbo per la
Germania, un bimbo per il Fuehrer”... Destra e sinistra hegeliane
perciò sfociano in realtà sia pure con connotazioni distinte ma con
molti punti in comune, a cominciare dall'origine, e tante (e
perniciosissime) similarità: quelle che consentiranno la stretta di
mano tra Hitler e Stalin. Ideologie nefaste da cui la Storia ha
dimostrato originare solo massacri idicibili, stermini, campi di
concentramento rovescio della medaglia e vera realtà su cui era
costruito l'ostentato “successo” di entrambe le tipologie
totalitaristiche. Solo apparentemente meno pernicioso invece il
capitalismo liberista che ostenta e copre ipocritamente la sua realtà
con una maschera di “Libertà”, icona propagandata, dietro cui si
nascondono sfruttamento e riduzione a schiavitù, e, prima ancora il
solipsismo dell'uomo cui unico movente è quello economico. Movente
all'insegna e sotto l'egida del quale diventano indistinguibili e
privi di senso il Bene ed il Male, ed il giudice ed il criminale
finiscono per identificarsi. L'immagine propagandata con grande
effetto è quella del bene economico di alcuni assai pochi portato
come possibilità accessibile per tutti e dunque della esclusione
degli altri, la maggior parte, per “propria colpa”. L'immagine
propagandata con grande effetto è quella del “for ever Young”,
dietro alla quale si cela e nasconde abilmente la realtà cui “L'eroe
solitario” conduce: la denatalità, la senescenza e la morte.
“Riguardo alla pretesa di istruire su come deve essere il mondo, va
detto che in proposito la Filosofia giunge in ogni caso sempre troppo
tardi. In quanto è il pensiero che pensa il Mondo, essa si manifesta
nel tempo solo dopo che la Realtà ha completato il proprio processo
di formazione...” scriveva Hegel in conclusione alla prefazione dei
“Lineamenti di Filosofia del Diritto”. Ebbene in sintonia con
ciò, la Storia ci ha mostrato inconfutabilmente che il
“capovolgimento” di Hegel, il “parricidio necessario”, hanno
portato solo a tre sistemi totalitaristici degeneri il cui esito è
lo sterminio di massa, un esito satanico. La Storia, insomma, ha
dimostratamente dato ragione al Filosofo di Stoccarda: “Il Reale è
Razionale ed il Razionale è Reale” (ibidem) ed il superamento di
Hegel ha portato solo a nichilismi distruttivi ed autodistruttivi.
Tornare ad Hegel? Sarebbe auspicabile...
francesco
latteri scholten
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.