martedì 17 maggio 2011

Milano, referendum nazionale su Berlusconi e berlusconismo: PERSO.


Stavolta Milano non gli ha “rotto la faccia” a colpi di statuetta del duomo, rischiando di innalzarlo – magari inavvedutamente – a martire, ma gliela ha rotta in maniera estremamente civile e democratica, con il voto. Proprio per questo il fatto è decisamente più significativo. E lo è per diverse ragioni: 1) si tratta di una sconfitta in casa propria, nella propria roccaforte; 2) è una sconfitta nel luogo di nascita del berlusconismo; 3) è una sconfitta dopo che un voto amministrativo è stato innalzato –incautamente – a referendum sulla persona e sull’immagine del leader; 4) è la bocciatura di un modello anzitutto economico, ma al tempo stesso sociale, culturale e politico. Si è chiesto agli italiani, ed in particolare ai milanesi, di pronunciarsi sul berlusconismo e lo si è fatto in specie proprio su quella Milano “che da sola produce – e lo farebbe proprio grazie al berlusconismo – il 10% dell’intera ricchezza nazionale”. Ebbene, proprio i “fruitori” di tanto “profitto” hanno detto NO. Un NO di fatto ancora più forte e sonoro perché detto dicendo un chiaro ed inequivocabile SI’ a chi quel modello contrastava e contrasta nella maniera più decisa. No ad un capitalismo di concentrazione che, specie a Milano, ha reso sempre più ricchi un sempre minor numero di già ricchi e sempre più poveri tutti gl’altri. Un NO ai residence ed ai quartieri residenziali sempre più lussuosi per sempre più pochi e l’abbandono di tutti gl’altri ad una sempre maggiore indigenza. Un NO alla risoluzione delle emergenze sociali alla “romana”, alla Alemanno: il problema dei campi nomadi e dei Rom si risolve scacciandoli e distruggendo con le ruspe i campi. Si tratta anche – ed è più grave – di un NO dato dopo una campagna connotata da una grande tiepidezza della Lega. Una Lega che – ed era ed è evidente – non poteva e non può appoggiare quel tipo di capitalismo, pena l’abbandono da parte dei propri elettori, ma questo significa l’inizio della fine del connubio nazionale con Silvio.
Francesco latteri scholten (16.5.2011).

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