lunedì 11 dicembre 2017

Gerusalemme, ambasciata USA e collaborazione CIA, Mossad e Al Amma.


Contrariamente a quanto vuole la sinistra radical chic ed i suoi media, specie da noi, non c'è nessun colpo di testa del presuntamente eccentrico miliardario americano diventato Presidente USA grazie a presunti intrallazzi le indagini sui quali stanno soltanto mettendo in luce gl'intrallazzi veri dell'apparato statale della sinistra radical chic. Così come, tranne nelle teste e sui media della sinistra radical chic, non c'è e non c'è mai statanessuna “primavera araba” come il caso Regeni ha ben dimostrato. La realtà è che con il “nucleare iraniano” gli equilibri mediorientali si sono orientati in senso del rafforzamento del noto asse di sempre: USA, Arabia Saudita, Israele. Ilrafforzamento della collaborazione militare è decollato soprattuttoall'indomani dell'elezione di The Donald nel 2016 a ben sottolineare il fallimento ed il tramonto definitivo della politica mediorientale targata Obama / Clinton. La rafforzata collaborazione militare USA con Israele e con l'Arabia Saudita è anzi sfociata in collaborazione tra sauditi e Stato ebraico. Un 


ruolo importante ha avuto il giovane Re Saudita Mohammed Bin Salman, recentemente protagonista delle cronache mondane per l'acquisto del “Salvator Mundi” di Leonardo da Vinci per circa mezzo miliardo di dollari. Il fatto più importante per il regno del giovane sovranosaudita è il viaggio, risalente a qualche tempo prima dell'annuncio del Presidente americano Donald Trump di trasferire l'ambasciata americana in Israele a Gerusalemme, di personaggi di vertice del Mossad a Riad per un inizio di collaborazione direttamente con la Al Mukhabarat al Amma ovvero la Presidenza Generale dell'Intelligence saudita. A livello di Intelligence si crea così una nuova triangolazione in Medioriente. La ricostituzione in forma nuova e rafforzata del vecchio triangolo, se da un lato segna il fallimento della politica della sinistra Obamaclintoniana e segnatamente della politica palestinese, dall'altra segna la vittoria della politica di Benjamin Netanyahu il quale ha saputo ben interagire (dati economico politici alla mano) con il mondo arabo e costruire una realtà in cui la presenza ed il valore israeliani sono ormai direttamente richiesti anche dagli stessi arabi. Insomma per il mondo arabo, 


sauditi ed egiziani in testa, il rapporto con Israele e ben più importante che quello con i palestinesi delle incongruenze, lotte intestine, ipocrisia nei rapporti con Israele e lo stesso mondo arabo dei quali ormai anche molti tra gl'arabi sono stanchi. Comunque sia, la creazione di uno Stato palestinese autonomo è stato riconosciuto anche da Mohammed Bin Salman, però con capitale il villaggio di Abu Dis ed un ultimatum di due mesi per accettare. Che il gesto di Trump non sia un “colpo di testa” lo svela ormai anche la TV israeliana, come altri anche nel mondo arabo: The Donald ha avuto già prima il placet sia di Egitto che di Arabia Saudita. Totalmente anacronistico e patetico è invece l'atteggiamento del Governo italiano, non per niente a guida radical chic, che si è associato all'intifada anti israeliana per una condanna in sede ONU, quando USA, Arabia Saudita ed Israele sono tra i più importanti Paesi di riferimento proprio anche per l'Italia in Medioriente. Il gesto di Gentiloni evidenzia solo quantoimportante ed improcrastinabile sia per l'Italia un ritorno alle politiche portate avanti da Silvio Berlusconi.
francesco latteri scholten.

venerdì 10 novembre 2017

Nello Musumeci Governatore con il motto di Paolo Borsellino: la Sicilia volta pagina.


40% dei voti e 36 voti su 70 all'ARS: Nello Musumeci è il nuovo Governatore della Sicilia. Una campagna elettorale fatta all'insegna del motto che fu di Paolo Borsellino, motto che campeggia sulla sua lista, “sarà bellissima”, “senza sbandierare – così lui stesso – l'antimafiosità rischiando di fare il gioco opposto”. E' importante per Musumeci, come dal suo discorso di alcuni giorni addietro davanti ad un pubblico santagatese festante, non tanto l'essere stato Presidente dell'Antimafia, quanto piuttosto l'esserlo divenuto eletto all'unanimità, anche con i voti dell'opposizione. Più importante ancora,non l'essere stato Presidente della Provincia di Catania, una delle più importanti d'Italia, bensì il fatto che siano passate per le sue mani oltre 900 Mln senza per lui neppure un centesimo. Orgoglio sano e giustificato. Qui nei Nebrodi, a Sant'Agata, Nello Musumeci ha parlato della famiglia, lo ha fatto nella maniera più bella, quella indiretta, riferendosi al suo “essere nonno”, in cui traspare tutto un vissuto autentico all'insegna di Valori veri, peraltro 


per fortuna ancora ben radicati e tradizionali per la società siciliana. Anche qui una rottura netta con la precedente amministrazione e l'ostentazione di una omosessualità fine a sé stessa quasi fosse un valore; per inciso ricordo che lo stesso Pier Paolo Pasolini parlava della propria come anomalia sostenendo sempre il valore della famiglia tradizionale. Un sì convinto all'affermazione del Sen. Bruno Mancuso “non bisogna essere Ponzio Pilato ma neppure Catone il censore”, dà il segno ad una necessaria uscita da un giustizialismo tout court che, come ha recentemente dimostrato in sede europea la vicenda di Bruno Contrada, distrugge la dignità, la professionalità e la vita delle persone senza dare alla Giustizia alcun contributo vero. Lo stessoPresidente dell'ANM, Albamonte, in una sua recente intervista ha sostenuto lui pure la necessità di andare oltre una normazione ed una prassi in cui spesso di fatto il denunciato è messo nelle mani del denunciante. Importante la tematica dei fondi europei, cospicui e spesso persi per la mancanza o inadeguatezza dei progetti: qui due 


fatti importanti cui il Governatore si è accodato: la legge piccoli comuni, appena approvata, relatore proprio il Sen. Bruno Mancuso, con cui si ovvia a questo, e la presenza di tecnici esperti di settore come Antonio Ortoleva. Importante ancora il passo, già fatto dal Governatore, per agevolare con aiuti anzitutto i ns giovani per limitarne la emigrazione e di più, un aiuto anche a chi già è emigrato per tornare. Una politica inversa a quella sinora percorsa da Governi nazionali e regionali e che già si mostra in tutta la ricchezza della sua prospettiva. Il punto è fatto bene con la prammaticità a lui solita dal Sen. Mancuso: “Musumeci ha vinto ed ha anche la maggioranza per governare senza incuici né larghe intese. Ci sono tutte le premesse per una svolta, quella che i siciliani si aspettano. A noi il compito di non deluderli con il nostro impegno e la forza dei nostri programmi”.
francesco latteri scholten.

venerdì 3 novembre 2017

Berlusconi a Palermo: Crocetta vi ha derubato del vostro futuro. Riprendetevelo!


Sono immagini che rincuorano solo a vederle, finalmente, ne avevamo bisogno, quelle di Berlusconi a Palermo. A vederle viene in mente Marco Licinio Crasso: “Non fu la fortuna, infatti, ma il valore paziente con cui fronteggiarono le avversità, che innalzò i romani”. Una per tutte quella di copertina insieme a Nello Musumeci Presidente emerito dell'Antimafia (eletto all'unanimità), a Gianfranco Micciché ottimo leader forzista, a Gaetano Armao validissimo candidato VicePresidente e Vittorio Sgarbi candidato all' Assessorato ai Beni Culturali. Gente che non ha bisogno di presentazioni, dalla professionalità indiscussa ed apprezzatissima in Italia ed all'estero. Davvero una marcia in più per una Sicilia che ha ora più che mai la necessità di uscire definitivamente dal tunnel crocettiano e sinistro così come di superare le insidie grilline che vorrebbero la Sicilia – sono le dichiarazioni testuali del Beppe nazionale - come Lagos, la tristissima capitale nigeriana e va ricordato che a Roma i compagni di merende di Beppe sono sulla buona strada per raggiungere l'ambito traguardo. “Crocetta vi ha derubato del vostro futuro, riprendetevelo!” è la giusta e bella esortazione con cui Berlusconi apre il comizio. Ma Berlusconi è anche un inno alla palermitanità di stampo classico con bagni di folla e passeggiate per il centro di Palermo e 


“pit stop” all'Antico Caffé Spinnato per la degustazione dei più tipici dolci siciliani. Poi il Politeana. Tutti sul palco sulle note dell'inno classico di Forza Italia. Rassicura, per chi scrive, la figura di Nello Musumeci, di cui si ricordano le parole di alcuni giorni fa a Sant'Agata di Militello, in cui mise in guardia dalla politicizzazione di Mafia ed Antimafia e di un'Antimafia che può anch'essa essere strumento della Mafia. Per inciso – l'inciso è mio – non può essere che di nuovo, guarda caso magistrati vicini a determinati movimenti politici e ad orologeria, prendano le parole di un criminale pluripregiudicato per “La Verità”, manco si trattasse delle parole di Madre Teresa di Calcutta, per riaprire casi già due volte chiusi perché finiti in un vicolo cieco e che se si avesse avuto un minimo di buon senso e di razionalità non avrebbero dovuto neppure essere aperti (il caso Contrada dovrebbe essere luminoso). Con Nello Musumeci Berlusconi ha avuto un quattr'occhi la sera prima sino a tarda notte per discutere del programma, in particolare dell'abolizione della giustamente più odiata delle tasse, il Bollo auto (già è ipertassata la benzina), della tassa sulla prima casa, della riduzione delle imposte al 50% per le imprese create da donne o giovani, della creazione di zone franche. L'abbraccio sul palco dunque avviene con premesse solide, quelle con cui si vuole fare una Rivoluzione per la Sicilia e 


Berlusconi chiarisce bene: “Una Rivoluzione, ma una Rivoluzione affidata a uomini e donne di provata competenza ed esperienza. Grillo è un misto di pauperismo e giustizialismo che farebbe scappare gli imprenditori dall'isola. Gl'imprenditori sono Eroi, soprattutto in Sicilia”. “Penso ad una Sicilia moderna e fiorente – ha proseguito Berlusconi – i cinquestelle puntano ad una imposta del 45% sulla successione, come in Francia, alla tassa sulla casa e alla patrimoniale... odiano gl'imprenditori...” Il clou della serata è la presentazione di Vittorio Sgarbi con il tributo di una doverosa e calorosissima ovazione: “ E' il più grande critico d'Arte, siamo amici e litighiamo da anni, è una persona importante per la Sicilia. Credo che nessuno più di lui ne conosca necessità e bisogni, se vinceremo sarà Assessore ai Beni Culturali”. Il Cavaliere chiude con una rassicurazione: “Nel Centrodestrac'è concordia su come deve essere formato il prossimo Governo e sul programma che dovremo realizzare...” Che dire? Da parte mia, di tutto cuore: “Forza Nello, Forza Sicilia, Forza Berlusconi, Forza Italia.”
francesco latteri scholten.

martedì 31 ottobre 2017

Nello Musumeci incontra S. Agata, il Sen.Bruno Mancuso ed il candidato Antonio Ortoleva


Sono tra la gente e con la gente e non nei talk show e nei dibattiti televisivi” è il criterio prammatico con il quale Nello Musumeci, giornalista, Presidente emerito della Provincia di Catania e protagonista della “Primavera di Catania”, porta avanti la sua campagna per la Presidenza della Regione Sicilia. La presenza dei santagatesi è calorosa: “segnale di riconoscimento per l'impegno per i Nebrodi di Nello Musumeci” così Antonio Ortoleva. Gl'onori di casa li fa il Sen. Bruno Mancuso che sottolinea il sacrificio che la scelta metodologica di Nello Musumeci comporta: “i Comuni della Sicilia sono ben 400 e visitarli per dare presenza ed ascolto è 


un grande impegno, anche se sappiamo che ti piace sforzarti e spenderti per la gente”. Da politico concreto – è di qualche settimana fa l'approvazione della legge piccoli Comuni di cui è stato relatore - il Senatore va subito al dunque: “Non dobbiamo lasciare nulla di intentato nell'impegno per la Vittoria. Il disastro di Roma, prima in ginocchio ed ora con l'amministrazione grillina distrutta completamente palesa la realtà di grande pericolo per la Sicilia, come anche la sinistra di Micari, stimabile ma contiguo a Crocetta. E... immaginiamoci cosa sarebbe se ai cinque anni di Crocetta facessero seguito cinque anni di amministrazione quale quella sotto gl'occhi di tutti 


Roma ed altrove. E' necessaria ed improcrastinabile una svolta decisa che può essere interpretata soltanto da Musumeci: una svolta per il rilancio della Sicilia. A questa svolta può dare un contributo concreto quello che per questo abbiamo scelto quale candidato di provata professionalità ed esperienza specie nel settore decisivo dell'ambiente e dell'agraria: Antonio Ortoleva”. C'è infatti un punto sinora assai dolente della realtà di sviluppo isolana, ovvero quella della perdita della maggior parte dei fondi UE specie per il settore dell'agricoltura a causa della inadeguatezza delle pratiche e dei progetti:“Antonio è un esperto nei bandi UE e così la Sicilia ed i Nebrodi potranno finalmente accedere 


ai fondi UE.” Il vero nemico, tuttavia, è l'astensionismo dovuto anche al fatto che nessuno specie a sinistra ha avuto il coraggio di cimentarsi a risalire la china nei bilanci della Regione Sicilia ed anche per questo una porobabile vittoria del centrodestra renderebbe terribili i mesi che separano dalle successive elezioni nazionali. Antonio Ortoleva dà di piglio con decisione: “Ho una consapevolezza, una cosa di cui sono assolutamente certo: il 6 novembre sarà la fine del crocettismo. Mi candido per portare più Europa a Messina e Nebrodi a Palermo. Più investimenti privati e pubblici, capacità di agire, di diventare motore di sviluppo, di promuovere turismo e cultura. Ma, soprattutto, una parola 


d'ordine: lavoro, lavoro, lavoro.” Infine l'intervento più atteso, quello di Nello Musumeci: “La scelta dell'impegno politico non è una scelta davanti alla quale si possa dire chi te lo fa fare. E' una scelta d'amore. Appartengo ancora a quella generazione in cui un maestro era stimato anche quando dava un ceffone, perché era come il ceffone di un buon padre. Proprio per questo sono stato tra i primi a capire la inadeguatezza del personaggio Crocetta, affetto da isteria autoreferenziale. Inoltre, non basta parlare di mafia che c'è ed è più pericolosa di prima. Ma... anche l'antimafia è pericolosa come la mafia quando diventa un esercizio di potere.Nel '95 sono stato condannato a morte dalla mafia, ho vissuto una vita blindata, ma non ne ho mai fatto bandiera. C'è una 


scelta che bisogna aver chiara se si vuole a qualsiasi titolo e livello entrare in politica: fai parte dello Stato e non dell'antistato. Sono stato eletto Presidente dell'Antimafia (23 maggio 2013 ndr) all'unanimità, non solo con i voti del centrodestra. La politica non è un luogo di Santi o diavoli, bensì dell'attività umana. Mi fa sorridere il termine antipolitica e chi lo usa. Non c'è antipolitica, perché in quanto attività umana non c'è alternativa alla politica. Quello che c'è è la buona o la cattiva politica. E, contrariamente a quanto si usa dire, la prevalenza non dipende dai politici, ma dai cittadini, dal corpo elettorale. Un corpo elettorale sano esprime politici sani, uno malato li esprime malati. Ho governato la terza provincia italiana e per le mie mani sono 


passati 900 Mld, non mi sono arricchito di un centesimo, né hanno fatto carriera i miei figli. Sono un politico onesto. Ma: cristiano buono è, ma non serve. Cosa serve? Mangia e fa mangiare, allora è considerato. Per la politica ci vuole Ragione e Cuore. Dobbiamo esserci in chiaro: il 6 novembre nulla sarà più come prima. O sprofondiamo ulteriormente o risaliamo la china. Mi sto impegnando per quest'ultima opzione: sono supportato e sopportato per questo. Ma proprio per questo invito tutti a votare, perché non votare è diserzione: quando la casa brucia tutti hanno il dovere di buttare un secchio d'acqua. Grillo ed i suoi, abbiamo visto sufficientemente a Roma ed altrove cosa siano. Votarli è un crimine contro l'umanità. Dopo 5 anni di Crocetta non possiamo assolutamente permetterci 5 anni di grillini, come neanche di contigui a Crocetta. Mi presento per quello che sono: voglio solo bonificare la Sicilia, invertire la rotta drammatica per cui sono più le imprese che muoiono che quelle che nascono, voglio tornare al ruolo di centralità della Sicilia nel Mediterraneo...
francesco latteri scholten.

mercoledì 13 settembre 2017

Ingresso Israele nella UE: favorevoli il 56% degli israeliani e molti europei.


C'è stato, è vero, di recente, qualche screzio tra Israele e la UE, sia, ad aprile, per l'attegiamento del Ministro tedesco Sigmar Gabriel nei confronti delle ONG operanti con i migranti (e con Soros) nel Mediterraneo, che, a luglio, per gli insediamenti israeliani in Palestina. Tuttavia l'accordo, sempre a luglio, tra Israele e Turchia per la costruzione di un nuovo oleodotto per le forniture all'Europa è senz'altro decisamente più significativo. Inoltre l'espressione di rammarico fuori onda di Netanyahu a luglio, in occasione 


dell'incontro con i Ministri di Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia, poi divenuta di dominio pubblico "La Russia, l'India e anche la Cina non pongono condizioni. I Paesi africani sviluppano rapporti sempre più vicini a noi. Solo la UE pone condizioni. Direi che è semplicemente una follia. Penso che questo è davvero pazzesco. Non sto parlando degli interessi di Israele. Lo dico nell'interesse dell'Europa." "Non fate danni ad un Paese occidentale che 


difende i valori e interessi europei, e che per giunta impedisce la migrazione di massa verso l'Europa. Smettetela di attaccare Israele e iniziare a sostenerlo", trova senz'altro una adesione popolare non solo in Israele ma anche in Europa, segnatamente nella stessa Germania, ma anche in Italia, decisamente maggiore e ben più consistente delle posizioni del Ministro Gabriel. Sulle politiche rispetto ai migranti si trova inoltre oggi spaccato anche non solo il 


mondo politico – che vede i vari Gabriel, Boldrini e simili in netta minoranza – ma anche il mondo cattolico: la posizione di Papa Francesco, similare ed ispirata ad una linea clintoniana con venature da teologia della liberazione, invero è decisamente minoritaria. La stessa frase fuori onda di Netanyahu è infatti assai vicina ad una celeberrima di Benedetto XVI, ed alla linea ratzingeriana di sempre, sulla quale Ratzinger ha impostato sia il proprio nome di Pontefice che la direzione del suo pontificato: “L'Europa o sarà cristiana o non sarà”. E' fuori di dubbio che una eventuale 


adesione di Israele alla UE sancirebbe un rinnovo di quell'incontro tra cultura greca, diritto romano e religione ebraica che ha segnato gli inizi del cristianesimo e dell'Europa ed il cui Spirito ne è sempre stato – pur tra tante vicissitudini e travagli – l'elemento unificatore. L'accordo per l'oleodotto inoltre è la prova concreta che anche con le fazioni islamiche è possibile una intesa costruttiva. Importante testimonianza è pure l'indubbio successo che in molta parte del continente africano sta avendo la politica estera di Netanyahu. Comunque sia, la Konrad Adenauer Stiftung si è data la pena di un sondaggio in proposito e l'esito è che il 50% degli israeliani desidera un ingresso di Israele nella NATO e ben il 56% una adesione alla UE. Un dato più assai importante è anche l'altro, sempre nello stesso sondaggio. Konrad Adenauer Stiftung infatti ha interpellato anche i cittadini arabi residenti in Israele e qui le percentuali sono risultate ancora maggiori: oltre 70% per NATO e UE e contrari solo 18%.
francesco latteri scholten