Il miglior anticancerogeno di sempre: la Cannabis.


I tabù sono duri a morire, si sa, anche se spesso e volentieri non sono rispondenti a verità e, insieme a quanto li attornia, avvolti da aloni pregiudiziali che ne offuscano la realtà. Per quanto concerne la Cannabis Sativa, questo il suo nome botanico, la FUI (Farmacopea Ufficiale Italiana) sino a tempi assai recenti neppure la contemplava, in compenso era ben presente nel tabellario delle droghe. E' curioso il fatto che l'iscrizione nella FU dei vari Paesi o nei registri delle droghe sia corrispondente alle dimensioni del tabù sociale che circonda uno dei farmaci più antichi dell'umanità. Alla caduta del tabù sociale fa riscontro l'iscrizione nelle FU insieme ad una via via più cospicua presenza nei media in discussioni serie e scientifiche. A livello mondiale al tabù dell'antica sostanza usata dai celebri "Haschischjin" mediorientali - da cui tanto il nome di Haschisch, quanto il termine assassino - hanno inferto un duro colpo, ultimamente, due fatti importanti: la caduta del tabù negli USA ove ormai quasi la maggioranza della popolazione è favorevole alla sua liberalizzazione, così come - soprattutto - è pronta l'industria farmaceutica a fare irruzione sul mercato; l'esito positivo della recente liberalizzazione della Marijuana in Uruguay grazie al Presidente José Mujico. Accade così che la Cannabis riprenda oggi il suo antico ruolo soprattutto di farmaco "importante" e dai molteplici usi clinici. I principi farmacologicamente attivi sono ricavati precipuamente dalle infiorescenze femminili e contengono composti fenolici non azotati quali cannabinolo, cannabidiolo, tetraidrocannabinolo ed altri. Dalla notte dei tempi l'utilizzo farmacologico trova spazio sia per uso esterno come antisettico e nel trattamento delle bruciature e soprattutto delle ustioni, sia in uso interno tanto nel trattamento gastrointestinale che in quello di patologie mentali, così come nella terapia del dolore. In tutti i trattamenti terapeutici la Cannabis ha dato risultati brillanti, da sempre ma collocati in second'ordine dall'utilizzo, inizialmente riservato quasi escluivamente alla realtà religiosa delle varie Pitie, che dava la prevalenza all'effetto di eccitazione intellettuale e estatico allucinogeno, nel quale erano date le "profezie". Le caratteristiche proprie del farmaco hanno fatto sì che, specie in tempi recenti e recentissimi esso fosse utilizzato anche nel trattamento del Cancro. Anche qui i risultati sono stati assai positivi e non solo nella terapia del dolore. Per quanto concerne il Cancro i risultati più importanti sono quelli degli studi scientifici più moderni che confermano non solo quanto detto ma anche una riduzione significativa della cancerogenità, ovvero sia delle cellule cancerogene che delle metastasi. Insomma: la "droga" del secolo contro il male del secolo. Da noi intanto la Cannabis deve ancora vincere - al solito - i radicatissimi tabù: non è un farmaco ma una droga e basta.
francesco latteri scholten.

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