martedì 17 marzo 2015

Papa Francesco: il mio sarà un pontificato breve.


Un'immagine bella e rassicurante di Nostra Signora di Guadalupe (dall'azteco Coatlaxopeuh: colei che schiaccia il serpente) sovrasta un Papa Francesco altrettanto sereno e cordiale in dialogo con una Valentina Alazraki di Televisa attenta a non riproporre le usuali domande, ma quella aperta dalle dimissioni di Papa Benedetto e circolante circa quelle eventuali dello stesso Bergoglio non poteva mancare. E Papa Francesco ha risponde: "Credo che il papato ha qualcosa di ultima istanza. È una grazia speciale. Per alcuni teologi il papato è un sacramento, i tedeschi sono molto creativi in tutte queste cose. Io non sono di questo parere, ma questo vuol dire che c’è qualcosa di speciale. Allora parlare di ottant’anni crea una sensazione di fine di pontificato che non farebbe bene, qualcosa di prevedibile. Non sono dell’idea di fissare un’età ma sono dell’idea di Benedetto (...) Settant’anni fa non esistevano i vescovi emeriti. Oggi ne abbiamo 1400 (...) Credo che Benedetto con grande coraggio abbia aperto la porta ai Papi emeriti. Non bisogna considerare Benedetto come una eccezione. Ma come una istituzione. Forse sarà l’unico per molto tempo, forse non sarà l’unico. Ma è una porta aperta dal punto di vista istituzionale." Una concezione nuova e più umana del Papato che è certo una Grazia Speciale ma anche un mandato umano. Dunque basta con la concezione dantesca che manda all'Inferno "colui che fece per viltade il gran rifiuto. Incontanente intesi e certo fui che questa era la setta d'i cattivi a Dio spiacenti e a' nemici sui."(Inf. III, 59 e sg). La scelta di Celestino V e Benedetto XVI di dedicare l'ultima parte della propria vita alla preghiera ed alla contemplazione è valore positivo e profondo come d'altronde Bergoglio ha ribadito più volte. La tesi però, inevitabilmente si rivolge allo stesso Papa Francesco: "Abbiamo la sensazione che lei è come se avesse fretta nel suo modo di agire, come se vedesse il suo pontificato a breve termine..." R. "Ho la sensazione che il mio pontificato sarà breve. Quattro o cinque anni. Non so, o due o tre. Beh, due sono già passati. È come una sensazione un po’ vaga. Le dico, forse no. È come la psicologia di chi gioca e allora crede che perderà per non restare poi deluso. E se vince è contento. Non so che cos’è. Ma ho la sensazione che Dio mi ha messo qui per una cosa breve, niente di più... Ma è una sensazione. Per questo lascio sempre aperta la possibilità." E la risposta del Papa è pacata e sorridente e fa anzi anche una battuta scherzosa sul dopo: "Dopo penso di entrare in una pizzeria, così come uno qualunque che non lo conosce nessuno e mangiare un pezzo di pizza, come tutti..." La semplicità che lo fa grande.
francesco latteri scholten

venerdì 13 marzo 2015

Berlusconi: con Coppi la legge vince "La putain respecteuse".


"Non bisognerebbe mai scambiare questioni di confessionale con questioni di diritto penale..." così l'Avv. Franco Coppi all'assoluzione di Silvio Berlusconi per la vicenda Ruby sintetizzando la propria strategia dimostratasi vincente. Una strategia incentrata sulla laicità dello Stato, valore fondamentale della Costituzione. Una volta assunto questo parametro che è quello legalmente vincolante anche per la Corte, ovviamente "Discutere se le signorine fossero più o meno disinvolte non aveva molto senso (...) Un peccato non è un reato..." Quanto all'età di Ruby, se è vero che non aveva i 24 anni che plausibilmente dichiarava, è vero comunque che all'epoca fosse maggiorenne (18 e 10 mesi), e la stessa dichiarazione di essere figlia di una cantante parente di Mubarak ha trovato un riscontro indiretto da parte dell'ex leader egiziano. E, soprattutto: non c'era la prova finale che dimostrasse prostituzione e concussione. E' quanto sostanzialmente chi scrive già pubblicava nel 2011: "un primo ma fondamentale esito nel tanto atteso (...) processo per le presunte vicende di Ruby. Non ci sono né vittime né colpevoli. E' quanto è stato messo a verbale. Le presunte vittime hanno infatti dichiarato in coro, tutte unite, maggioranza bulgara, di non essere e non sentirsi vittime, né di esserlo mai state. Ovvero hanno dichiarato di non essere mai state concusse, né, tantomeno, coercite. Il presunto colpevole, dal canto suo invece ha sempre sostenuto la propria innocenza. Adesso Ruby lo ha dichiarato in aula, in udienza ed in piena faccia ad una attonita Ilda Boccassini..." Ovvero dall'inizio era evidente che il fatto legalmente non sussistesse. Non lo era evidentemente per il moralismo vittoriano vigente in tanta parte della società italiana, ahimé anche in tanta parte della "sinistra" italiana, la quale identifica la propria presunta moralità con la legalità ossia avendo la stessa difficoltà dell'integralismo islamico: il non ammettere una diversità tra il piano morale e quello legale. E qui due contraddizioni. La prima, politica, quella di non avvedersi che la morale vittoriana è storicamente quella che ha portato e sostenuto il fascismo. La seconda, etica, quella appunto della celeberrima operetta sartriana "La putain respecteuse": l'ipocrisia della puttana che però formalmente è osservante della morale, è "per bene". Il cliché di tanti leaders della ex DC, si vedano alcune scene de "Il Divo". E' qui - agl'occhi del vittorianesimo - la vera "colpa" di Berlusconi, quella di essersene distanziato.
francesco latteri scholten

lunedì 9 marzo 2015

Scienza e Anarchia.


"Aspetta un poco, lasciami capire il tuo pensiero, perché al momento non lo comprendo ancora. Tu sostieni che sia giustizia l'interesse del più forte. Ma perché mai Trasimaco? Di sicuro non intendi dire che, per esempio, se Pulidamante, il lottatore di pancrazio, è più forte di noi ed al suo organismo giova mangiare carne di bue, il medesimo nutrimento sia vanatggioso e giusto nello stesso tempo anche per noi che siamo più deboli di lui" "Socrate sei disgustoso! Tu prendi il mio discorso nella maniera migliore per stravolgerlo!" "Niente affatto carissimo!" dissi. "Sei tu che devi spiegarti meglio..."(Platone, Repubblica, libroI). E' solo nel dialogo e con il dialogo, nel confronto continuo e nella continua messa in discussione di tutto e di tutti, anche nell'irriverenza e nella satira, che è possibile innalzarsi al di sopra del livello dell'opinione, della "Doxa" ed assurgere alla scienza e con essa alla Verità, all' "Episteme". E' questa la concezione di fondo del grande Platone. La scienza è per sua natura Anarchica, anti dogmatica e solo un ambiente quale ad es. quello dell'antichità greca classica, quello abbozzato nei grandi dialoghi platonici, era idoneo alla nascita stessa della scienza. E' solo in un contesto simile che può porsi una figura quale quella di un Eratostene che calcolò già all'epoca il diametro della Terra con un semplice gnomone. E l'importanza del fatto non sta tanto nell'accuratezza del risultato ottenuto con uno strumento così semplice ed una procedura altrettale data dalla misurazione dell'ombra, bensì da quanto sta concettualmente a monte di tutto ciò: la messa in discussione di tutto, dell'intera concezione del mondo che si aveva. Sebbene infatti la concezione di una terra piatta al centro del "mondo" fosse già stata messa in forse all'epoca dall'osservazione della tondità dell'ombra proiettata sulla Luna nelle eclissi, la procedura stessa della misurazione della circonferenza terrestre suppone a monte l'ipotesi (ed "ipotesis non fingo" dirà poi Galileo) che tutto mette in discussione, quella appunto della circolarità della Terra. Suppone il porsi e risolvere problemi, passare da forme e livelli operativi manuali a forme di pensiero astratto, da nozioni intuitive alla dimostrazione matematica. E' l'annientamento di qualsiasi dogma: la verità è quella della dimostrazione, relativa ad essa e nei suoi limiti. E' tutto questo che è implicito al semplice gesto, compiuto a mezzogiorno del solstizio d'estate da Eratostene ad Alessandria d'Egitto, di piantare in terra uno gnomone e misurarne l'ombra, sapendo che nello stesso momento a Syene (l'attuale Assuan) il Sole è perfettamente perpendicolare e dunque non dà ombra. Ma se la messa in discussione di ogni cosa è amica della Scienza, ne è anzi il presupposto, e se questa si costruisce contro ogni dogma "in un Mondo che brucia in fretta quello che ieri era Vero..." - come cantava Lucio Dalla - non lo è del potere. Quest'ultimo infatti non ammette la messa in discussione di ogni cosa ed è anzi amico del dogmatissimo e delle eternizzazioni pretestuose e fatue. E lo è tanto più quanto più è totalizzante ed in quanto tale rivendicante per sé l' Assoluto Vero, la divinità, come accadde prima con gl'imperatori romani e poi con i periodi di asservimento alle religioni, il Medioevo. Periodi che coincidono puntualmente con la recessione della scienza sino alla sua estinzione. E solo la caduta di questi sistemi di potere, ed il Rinascimento del "Mondo Classico" riporterà non solo la cultura ma, con questa, un ambito nel quale, di nuovo, la scienza potrà risorgere, ma, ancora di nuovo, dovrà combattere proprio con i suoi nemici oscurantisti di sempre: il "Caso Galileo" (quasi duemila anni dopo Eratostene) ne è l'esaustiva prova. La sfericità della Terra è, nella storia, l'affermazione possibile solo al di fuori dei totalitarismi politici e religiosi, specie monoiteistici. La scienza è Anarchica.
francesco latteri scholten

venerdì 6 marzo 2015

Casper: quando il cyberspy è francese.


Se i cyberspy sviluppati da "Equation Group" (pare facente capo alla NSA ed all' "Unità 8200" dell'intelligence israeliana) sono in grado di restare occulti a qualsiasi antivirus perché si innestano nel registro, quelli di "Casper" lo sono perché interattivi: essi cioé interagiscono con qualsiasi antivirus, identificandoli ed adattandovisi ed operando con una sorta di partita a scacchi e, in caso di prossimità di una eventuale scoperta,  autodistruggendosi totalmente. Anche "Casper" ha una struttura modulare con "Fantome", modulo iniziale, dalle performances simili (escluso l'innesto sul registro) a quelle di "Doublefantasy" di "Equation Group": registrare accuratamente il tipo di macchina, hardware e software, soprattutto lingua utilizzata, sistemi operativi ed antivirus, programmi in uso et similia. Il tutto è inviato ai committenti di modo che possano decidere se procedere o meno ad un attacco. In caso affermativo, anche qui si inseriscono uno o più moduli supplementari specificamente adatti agli scopi. Se i cyberspy's di "Equation Group", che resistono tanto alla riconfigurazione quanto alla stessa resettazione di un computer sono stati alla fine identificati in alcuni registri, per "Casper" la cosa è stata assai più difficile. Dai file e dai codici utilizzati da questo cyberspy, in diversi casi identici a quelli di "Babar" ed "Evil Bunny" si evince che artefice ne sia l'intelligence francese (la "DGSE") ed esperti di tecnica di programmazione antivirus al servizio di questa. Se, ufficialmente la DGSE ovviamente si distanzia, un recente video delle forze armate francesi invece si vanta di capacità in rete del tutto assimilabili a quelle di "Casper". Il malware e la sua affinità con "Babar" ed "Evil Bunny" sono stati inoltre deninciati da Joan Calvet noto esperto di informatica di sicurezza, secondo il quale esso sarebbe già stato usato con successo in Siria.
francesco latteri scholten