venerdì 27 dicembre 2013

Marilyn ed i presunti fallimenti della psicanalisi.


E' stata l'icona della sessualità, è tutt'ora sex symbol per antonomasia, così come nel (falso) immaginario comune Freud è il riduttore di ogni cosa alla sessualità. Le sexy immagini della diva americana, anche quelle di Warholl, tutt'ora sono tra le più quotate, come ben conosciuta è la celebre caricatura in cui nel volto del padre della psicanalisi è possibile intravedere, al tempo stesso, una donna nuda. La più celebre delle dive ovviamente non poteva che essere anche l'amante del più iconografico dei presidenti americani: John Fitzgerold Kennedy (ma pare anche del fratello di lui...). Con JFK l'accomuna il mistero di una morte mai chiarita: i sovietici, la stessa CIA, la mafia, per lui, omicidio o suicidio per lei. L'accomunava anche una vita di eccessi: sesso alcool e droghe, successo stratosferico, abissi umani, come anche un intelletto decisamente straordinario con IQ da vero genio. Eppure - o forse proprio per questo - il caso di Marilyn è uno dei più eclatanti del Libro nero della psicanalisi. O forse no. Perintanto già il poco detto pone la persona e la personalità come soggetto difficilmente adattabile alla psicanalisi per una serie di ragioni. Anzitutto l'uso di droghe, ed è vero che anche Freud faceva uso di cocaina ma ha percorso egualmente la via dell'autoanalisi, ma la Monroe ne usava anche altre e spesso - a differenza di Freud - con eccesso per cui sarebbe stato da vedere l'impatto lasciato da un uso ormai protratto da anni e quindi l'opportunità di un eventuale trattamento anche psichiatrico o almeno disintossicante. Anche le sue altre peculiarità, dalla sessualità all'elevatisimo IQ ed all'altrettanto elevata cultura ponevano serissimi problemi al rapporto psicanalizzanda / psicanalista. Rapporto che ricalca quello ignaziano di Maestro / allievo per gl'esercizi Spirituali: esso non deve essere connotato da una eccessiva differenza tra i due, cosa nel caso di Marilyn praticamente impossibile e, probabilmente, era lei a psicanalizzare lo psicanalista anzicché viceversa. C'è poi il fine della psicanalisi ed anche qui c'è coincidenza con gl'esercizi ignaziani: portare il soggetto ad una più piena e consapevole visione di sé e del mondo perché possa liberamente fare le sue scelte più opportrune. E qui c'è spesso l'errore, l'incapacità, quando non addirittura la cosciente falsità di tanti "Maestri" e "Psicanalisti" che lo intendono invece come una riconduzione del soggetto al proprio modello socioculturale o religioso. E, spesso, è valutato come "successo" degli esercizi o della psicanalisi semplicemente la misura in cui questa riconduzione riesce. Un qualcosa che - a detta dello stesso Freud, come già di Sant'Ignazio - non solo non c'entra assolutamente niente, ma è anzi il più indebito degli abusi nei confronti dello psicanalizzando. Ma, a ben vedere, nel caso Marilyn c'è di tutto questo un pò, anzi un pò molto. Di più: c'è tantissimo. Comunque sia: ciao Norma Jane, ci manchi.
francesco latteri scholten.

lunedì 16 dicembre 2013

Priorità riforme: già da Kelsen (1929) il no più autorevole al bicameralismo perfetto.



E' l'urgenza più improcrastinabile sia sul piano socio economico che su quello politico, alla quale del resto con inusitato (ma necessario) tempismo si sta dando mano dopo le dichiarazioni delle primarie: monocameralismo, abolizione delle province e legge elettorale. Per l'alleggerimento del gravame economico della politica i più tempestivi si sono dimostrati Enrico Letta con il decreto che assegna ai cittadini la facoltà di finanziare o meno i partiti con il due per mille e di scegliere quali finanziare, e Rosario Crocetta con la riduzione della paga mensile ai deputati regionali ad 11.000 Euro in linea con le direttive europee. Per il miglioramento effettivo della "governance" sia sul piano politico con l'eliminazione della "navetta" e quindi dimezzamento dei tempi legislativi, sia per un più fattivo alleggerimento del costo della politica sono necessari la riduzione cospicua del numero dei parlamentari, delle istituzioni politiche (ad es. la seconda Camera con poteri e funzioni del tutto analoghi alla prima) e degli enti governativi intermedi (ad es. le province). Questi ultimi in particolare, non solo sono spesso sintomo palese di clientelarismi, ma vengono a costituire centri di potere che sovente si pongono non in sinergia bensì in antagonismo al potere centrale. Da qui il no proprio alle province di quello che è considerato il più significativo giuspositivista del Novecento: Kelsen. Un no ben più forte e deciso arriva sempre dallo stesso al bicameralismo che oggi diremmo all' "italiana", ma lui scrive nel 1929 e la ns Costituzione non era ancora neppure immaginata o immaginabile, vigevano invece lo Statuto Albertino ed il fascismo, la crisi del '29 flagellava il mondo e colpiva durissimamente specie il marco e la Repubblica di Weimar sulla quale si addensavano nebbie ed ombre assai oscure che troveranno concrezione nel 1933 con l'incendio del Reichstag ed il colpo di stato nazista. Il nostro è lapidario: "Non si capisce quale senso possa avere il dividere un organo decisionale legislativo in due organi..." L'altro grande passo che rimarrebbe poi da compiere sarebbe quello dell'adeguamento degli stipendi di manager e super manager - almeno di quelli pubblici - a livello europeo, oggi i nostri hanno paghe con uno zero in più e professionalità spesso con uno in meno come dimostra ad es. il caso Alitalia.

francesco latteri scholten.

mercoledì 11 dicembre 2013

USA: approvata Volker Rule oggetto del contendere tra J.P. Morgan e Viola People.



La Volker Rule, uno degl'articoli del Dodd Frank Act (DFA), la nuova normativa che regola il sistema bancario USA è stata infine approvata. E' il braccio di ferro più significativo per quanto concerne la realtà economico politica degli States negl'ultimi anni: da un lato poteri forti e fortissimi con potenti di calibro mondiale quali Jamie Dimmon, boss di J.P. Morgan ed insieme tutte le altre banche, dall'altro la base di movimenti a vastissima diffusione popolare quali Viola People e Occupy Wall Street. Barak Obama la celebra come vittoria, alle banche costerà circa 50 Mld di Dollari. E' stata la crisi più simile - anche nella sua disastrosità - a quella attuale, la grande crisi del 1929, il famigerato venerdì nero di Wall Street, ad ispirare a Paul Volker un rimedio analogo. Allora si chiamava Glass Steagall Act, fu approvato nel 1933, e separava le attività delle Banche Commerciali da quelle di Investimento. La crisi attuale pone diverse delle sue radici nella "liberalizzazione" e perciò nel superamento di diverse sue normative prima nel 1979 e poi con con il Gramm-Leach-Blealy act. nel 1999. La Volker Rule nella sua versione iniziale in circa 11 pagine reintroduceva principi e criteri del Glass Steagall Act, i quali si perdevano tra le 2319 pagine per 16 titoli e 2315 articoli del DFA, dimensioni spropositate per la legislazione anglosassone. La Volker Rule approvata è invece un testo di ben 253 pagine il quale con specificazioni, eccezioni etc. sembra fatto più che altro per consentire alle Banche di aggirare il Glass Steagall, come già con le normative del 1979 e 1999. Gl'esperti di settore ritengono che serva specificatamente ad arricchire avvocati e studi legali. Comunque sia il nuovo documento istituisce, con il completamento del DFA, il nuovo punto di riferimento per il settore bancario USA, e dunque uno dei principali riferimenti mondiali per il settore.

francesco latteri scholten.

martedì 10 dicembre 2013

Obama: Mandela ha fatto di me un uomo migliore.



"E' morto Nelson, ma Nelson è vivo" si potrebbe dire parafrasando un motto famoso di anni passati che ricordava un ammiratore di Mandela: Pablo Neruda. Obama, primo Presidente USA di origine africana, commemora il primo Presidente Sudafricano di colore. Ed è lì che è presente per la commemorazione un altro compagno di Mandela, come lui impegnato da sempre nella lotta alle diseguaglianze e per la pari dignità: Raul Castro, fratello di Fidel, compagno anch'egli del Che. E così l'accadere del fatto storico è inevitabile: si stringono calorosamente la mano i Presidenti di USA e Cuba, sinora nemici storici. Anche da morto il leader della lotta per l'unità e l'abbattimento delle diseguaglianze è in grado di pacificare, di costruire INSIEME un mondo migliore. Obama lo paragona a Martin Luther King, "l'uomo che negli States ha fatto quello che ha fatto Nelson in Sudafrica". Pagine e pagine di Storia civile, di lotte, di difficoltà, per costruire un mondo migliore. Intrise non di solo eroismo, ma di sofferenza, di ingiurie, di discriminazioni, di umiliazioni, di carcere (27 anni per Mandela). Di lotta anche contro se stessi per vincere il proprio odio. "Ma Madiba - così Obama - non è e non deve essere riducibile ad un'icona, ad un "Santo" e ricorda che Nelson stesso diceva: Non sono un Santo a meno che non vogliate chiamare santo un peccatore che ci riprova sempre. E Madiba - ricorda ancora Obama - era appunto questo, un uomo come tutti noi, ma uno che ci riprovava sempre..." Il discorso del Presidente USA è struggente e coinvolgente, la folla partecipatissima e commossa, applaude calorosamente più e più volte. E quando Obama chiude con "Mandela ha fatto di me un uomo migliore", è il tripudio. E' poi la volta del Presidente del Sudafrica, anche lui si considera un "figlio spirituale" di Madiba. Poi, l'altro oratore più atteso, il Presidente cubano Raul Castro, fratello di Fidel, compagno del Che. Ricorda Madiba come un Compagno, come tutti noi. Un Compagno nella lotta contro le discriminazioni e le diseguaglianze, un Compagno con cui si ha un ideale in comune: lottare per l'eguale dignità di tutti, oltre la razza, la religione, le classi. Un'ideale per il quale si ha la volontà di combattere e, se necessario, di morire. Un'ideale grande e che unisce e la calorosa stretta di mano tra Raul e Obama ne è segno tangibile. E' morto Nelson, ma Nelson è vivo. (10.12.2013).

francesco latteri scholten.

lunedì 9 dicembre 2013

Enrico Letta: obbiettivo Europa con Expo 2015.



"L'obbiettivo non è quello di affossare il Governo, ma di sostenerlo e lavorare insieme", così il neo segretario PD. Del resto il "discorso della vittoria" con il preannuncio di importanti riforme istituzionali quali il superamento del bicameralismo a favore di un più efficiente monocameralismo, l'abolizione delle Province, la riforma della scuola e della cultura lasciavano intravedere da subito orizzonti ben più vasti e lungimiranti. Tra questi, non più sul piano politico, bensì su quello economico l'Expo 2015. "Un progetto che per l'economia italiana ed il suo rilancio, la sua immagine, ha un'importanza paragonabile a quella delle Olimpiadi del 1960", così il premier Enrico Letta. Non si tratta semplicemente di un obbiettivo Europa per l'Italia, ma di un obbiettivo Europeo, che pone quella "questione europea" che ormai va posta ed è imprescindibile. "Siamo chiamati a rponunciarci con urgenza, al di là della "pagliuzza" della differenza tra italiani e tedeschi, francesi ed inglesi etc., sull'Europa. Siamo chiamati a scegliere se avere insieme un ruolo sulla scena del mondo oppure cadere nell'insignificanza. (...) I populismi antieuropeisti che ormai fanno un quarto del parlamento europeo, possono sì giovare per effimerissimi successi elettorali, ma sono destinati a lasciare solo macerie. (...) Quella del potersela cavare benissimo o addirittura meglio da soli è nient'altro che una illusione ridicola..." Così ancora il premier. Expo 2015 dunque per rilanciare l'Italia e per rilanciare l'Europa: Milano centro di snodo tra Nord e Sud ed Est - Ovest del vecchio continente. Milano per rilanciare l'economia e con essa l'emergenza europea più grande: quella del lavoro, quella dell'occupazione. Ma, quest'emergenza e questo rilancio possono passare solo attraverso la solidarietà per un progetto comune più grande, quello di una vera e completa integrazione, la sfida più difficile per tutti. Gl'obbiettivi dunque sono di grande respiro e molto ambiziosi, similmente le difficoltà. Qui vale ancor più quello che osservava Renzi per il livello nazionale: "Siamo chiamati a farlo e dobbiamo farlo, non abbiamo un'altra possibbilità né ce ne sarà data..." C'è da osservare in merito che le carte in regola Expo 2015 ce le ha, e, soprattutto, ha i numeri per bissare le Olimpiadi del '60 - per restare al paragone - anzi li ha decisamente migliori...

francesco latteri scholten.

Vittoria: 2,5 Mln alle primarie PD. Renzi: via Senato e Province e nuova legge elettorale.



Il Partito Democratico ha vinto oggi due volte: per la grande affluenza alle urne che lo riconferma principale forza politica nel Paese senza più abbandoni pro Grillo e per l'esito del voto che non solo pone Renzi (69%, affermazione netta) alla sua guida ma che con Cuperlo al 18,6% e Civati al 17% di fatto impone una nuova leadership. Doppia vittoria che si ripercuote su tutta la realtà politica italiana. Il neoeletto segretario ne è ben cosciente: "... l'altro giorno alcune decine di migliaia di italiani si sono ritrovati al V day per gridare e insultare, per chiedere liste di proscrizione per politici e giornalisti (...), oggi 2,5 milioni di italiani hanno detto no a questo ed hanno invece detto sì alla speranza, sì al progetto, sì al lavorare per un'Italia nuova e migliore (...), sì all'abbattimento dei costi della politica e li ridurremo di almeno un miliardo e cominceremo con l'eliminazione di Senato e Province (...), ma la politica non può voler tornare al passato, a vent'anni fa e per questo ci vuole una nuova legge elettorale che mantenga il bipolarismo destra / sinistra..." Dunque un'Italia radicalmente ridisegnata per quanto concerne il profilo politico istituzionale, come del resto è ormai improcrastinabile e di questo e della sua urgenza il neosegretario è ben consapevole: "Questa sera abbiamo vinto e siamo qui a festeggiare la vittoria, ma domani dobbiamo immediatamente metterci al lavoro, perché questa è una grande possibilità che la gente ci ha affidato e non possiamo fallire perché è l'ultima, se adesso non facciamo non ce ne daranno un'altra..." Tutto questo ha ovviamente conseguenze anche per gl'altri soggetti politici. Anzitutto il bipolarismo - sancito prim'ancora che da una legge elettorale da farsi, politicamente con l'affermazione data dall'affluenza di oggi - segna la marginalizzazione di un "Centro" peraltro attualmente iper sopravvalutato che conta rappresentanze parlamentari a due cifre percentuali a fronte del max 1,8% che prenderebbe se si andasse al voto. Segna inoltre la "crisi di coscienza" di Grillo & C. sempre altalenante tra obiettivi di destra e di sinistra espressione dell'incapacità di far chiarezza a se stessi proprio su questo punto: se si sia di destra o di sinistra, decisione difficile per una presenza folta di transfughi dell'una e dell'altra parte ed il cui esito è un'identità stevensoniana: Jekyll ed Hyde. Del resto è probabilmente proprio questa quella che ne sta decretando il sempre maggior declino anche numerico. Comunque sia l'Italia da oggi è cambiata...

francesco latteri scholten.

sabato 7 dicembre 2013

Il giorno dell'Immacolata: il sì a Dio e l'ingresso nella Storia di Maria di Nazareth.



"Ecce ancilla domini, fiat mihi secundum Verbum Tuum", le parole semplici ed umili con cui è sigillato l'incontro con Dio. Sono esse a portare l'avvento del Salvatore, e con Lui la devozione a Maria Sua madre, devozione che per molti aspetti ha finito con l'intrecciarsi con i culti pagani precedenti, una confluenza ovviamente sottoposta alla soggiacenza al Cristo. Maria ha la Sapienza anche se non gl'occhi fulgenti di Atena e se non è nata dal cervello di Zeus, tuttavia, madre del Figlio di Dio, è nel cuore della Trinità. In realtà di lei sappiamo poco dai vangeli, qualcosa in più da quelli non canonici, i cosìddetti apocrifi, diversi dei quali sono testimonianze importanti. Il motivo risiede nell'incontro / scontro tra due realtà socioculturali che se per diversi aspetti sono similari, per altri sono assai distanti: quella giudaica e quella delle comunità esseni. Se Maria di Nazareth appartenesse o meno ad una di queste comunità è incerto e probabilmente destinato a restare così, quello che è certo è che ne fu in qualche modo vicina e potè beneficiarne dell'insegnamento. Uno dei tratti distintivi delle comunità esseni rispetto al giudaismo era infatti una concezione della donna assai più moderna ed emancipata, per cui essi conferivano loro maggior dignità e le ammettevano anche all'istruzione. Dunque una ragazza molto giovane, umile ma dignitosa, come del resto il "fiat" conferma, ma anche istruita e che passerà per prima - come ogni madre - la formazione al Figlio. Del resto i recenti ritrovamenti di Qumran documentano che e quanto il "Discorso della montagna", cardine di tutta la filosofia di Gesù, fosse pregnata dagl'insegnamenti esseni. La grande marginalizzazione di Maria nei vangeli "canonici", corrisponde invece pienamente alla grande misoginia giudaica, la quale porterà così il suo nefasto frutto nella cultura cristiana. Maria di Nazareth e la sua storia, così come anche la devozione ad essa, continueranno ad intrecciarsi con la cultura nel divenire della storia. Due picchi elevatissimi sono raggiunti proprio a riguardo dell'Immacolata concezione. Il primo si ha con un frate francescano, che unisce in sé anch'egli umiltà e sapienza, e che fu il primo, in una sfida teologica alla quale fu costretto, a pronunciare l'Immacolata concezione. Si tratta nientemeno che di Duns Scoto, il celeberrimo filosofo e teologo che chiude la scolastica e che - in ossequio alla misoginia giudaica di cui prima - per tutto è ricordato, tranne che per questo. Così Maria di Nazareth dovrà alla fine intervenire di persona apparendo a Bernardette a Lourdes. E Bernardette "dovrà molto soffrire", sono le testuali parole della Madonna, proprio perché anche qui di nuovo ci sarà l'incontro / scontro con la misoginia giudaica nel frattempo traspostasi ahimé nel cristianesimo, sia con la cultura moderna, così come del resto già ai suoi tempi era accaduto con quella classica. Quelli con la cultura moderna sono probabilmente i più decorosi. Emile Zolà troppo lontano culturalmente e mentalmente all'orizzonte di Lourdes scriverà in proposito il peggiore dei suoi romanzi. Molto più significativo è invece il rapporto con collaboratori diretti o indiretti di Charcot, padre della neuropsichiatria moderna e maestro di Freud, figure imprescindibili della coscienza moderna. Ci si recò infatti persino fino alla Salpetriére per un confronto con folli affetti da isterie e paranoie a sfondo religioso e per fortuna alla povera Bernardette fu risparmiato l'esservi portata personalmente. Gl'assistenti di Charcot risposero che quanto gl'era stato descritto non corrispondeva assolutamente e condussero chi vi era andato alla presenza di veri pazzi affetti da isteroparanoidie religiose: nulla a che vedere con Bernardette. Così ci si mise l'anima in pace e finalmente si credette all'Immacolata concezione. Duemila anni dopo il "fiat" e seicento dopo Duns Scoto.

francesco latteri scholten.

venerdì 6 dicembre 2013

La Consulta e i tu vuò fà l'americano.



Il "porcellum", una sorta di grottesco maggioritario camuffato, che non è stato assolutamente in grado di risolvere le problematiche politiche italiane sin dalla sua nascita è morto. Ciò nonostante - e squalificando mendacemente il proporzionale come ritorno alla "prima repubblica" - i tre maggiori attori dello scenario politico italiano continuano ad invocarlo, a dimostrazione del fatto che se non fosse intervenuta la Consulta il porcello starebbe ancora bellamente lì a grufolare. La concezione del maggioritario che ciascuno di questi tre attori ha è sostanzialmente la stessa, quella del maggioritario puro che non esiste in nessuna democrazia e che è di fatto anticostituzionale in riferimento alla ns Carta: il mio 51% è eguale a 100, il tuo 49% è eguale a zero. E ciascuno dei tre dice anche la stessa cosa: date il 51% a me che poi ci penso io. Affermazione di per sé antipolitica ed antiparlamentare in quanto la politica ha per fine la mediazione e la sintesi tra le diverse istanze sociali, economiche e culturali rappresentate, cosa che peraltro i tre squalificano come inciucio. Il riferimento portato anch'esso a sproposito continua ad essere spesso ancora quello del sistema americano, meglio di come ci si rappresenta qui quel sistema. Ed è rappresentazione falsa. Negli USA infatti - e basterebbe aver sfogliato Tocqueville - non vige un maggioritario puro e neppure c'è un bipolarismo per legge. Semplicemente, nella storia americana recente, si sono imposti politicamente due partiti. Dunque un fatto politico e non legislativo. L'analogia più calzante è quella delle ultime politiche italiane che hanno portato ad un sistema con tre soggetti egemoni. Un fatto politico e non una istituzione "costituzionale". Fatto politico che sancisce di fatto la fine politica del bipolarismo. E' similmente improprio anche il richiamo in negativo (ma mi si dovrebbe dimostrare ancora la presunta superiorità del berlusconismo successivo o del sistema attuale), alla "prima repubblica". Lì si trattava infatti di un sistema sostanzialmente bipolare - specie ai suoi inizi - con due grandi attori DC e PCI che rappresentavano circa un quarto degl'italiani ciascuno, più due secondari, PSI (8-12%) ed MSI (5-8%). Il sistema era tarato anzitutto da una carenza di sovranità: si era persa la guerra e c'erano - e ci sono - le basi americane sul territorio nazionale. La maggioranza politica, 1/3 della DC, il PCI ed il PSI è nettamente di sinistra, la politica imposta è di destra. Il proporzionale è un proporzionale volutamente non opportunamente bilanciato e che proprio per questo se da un lato consente la presenza in parlamento di una miriade di soggetti piccoli e piccolissimi ed al tempo una regolamentazione che consente con espedienti vari - di cui il più diffuso era (e purtroppo è) la presentazione di migliaia di emendamenti alla legge da fare, dall'altro era uno degli strumenti con cui esercitare di fatto una politica di indirizzo diverso da quello delle urne. La carenza, come si vede, ieri come oggi, è anzitutto politica e leggi elettorali tarate, proporzionali o maggioritarie che siano, ne sono solo la manifestazione. Entrambi i sistemi infatti, sia il maggioritario che il proporzionale, se opportunamente calibrati possono essere ben funzionanti come altri Paesi (ad es. gli USA per il maggioritario che non è un maggioritario puro) ben dimostrano. Ma le estrinsecazioni dei leaders dei tre attori del nostro scenario politico all'indomani della bocciatura da parte della Consulta dimostrano che questo è ciò che non si vuole.

francesco latteri scholten.

mercoledì 4 dicembre 2013

Vittoria della Corte Costituzionale: bocciato porcellum sbloccata questione elettorale.


"E' una grande vittoria per la Giustizia il fatto che la Corte Costituzionale con la bocciatura del porcellum abbia risolto la questione elettorale che la politica non riusciva a risolvere da anni ..." così il Presidente emerito della stessa Corte Valerio Onida, il quale sottolinea al tempo stesso la propria forte convinzione circa la incostituzionalità dell'eccessivo premio di maggioranza assegnato dal porcellum. Invero gl'aspetti del porcellum sottoposti all'attenzione della Corte sono stati due e l'altro è quello del blocco delle liste che non consente al cittadino una libera scelta dei candidati, limitando di fatto la libertà dei cittadini ed asservendola ad una indebita maggiorazione di potere dei partiti. Per entrambi gl'aspetti la Corte ha decretato la inammissibilità. Il porcellum dunque è morto. Nello stesso pronunciamento la Corte fa però anche un'affermazione importante e decisiva stabilendo il principio montesquieuiano della ns Carta Costituzionale, ovvero della divisione dei poteri chiarendo che non spetta alla Corte il decidere quale legge elettorale debba essere posta in essere, bensì alla politica per la quale si tratta di una spettanza, un compito ed un dovere oltreché un diritto. La "palla" passa dunque alla politica la quale può decidere se agire oppure no. In quest'ultimo caso alle prossime elezioni si andrà con la legge anteriore alla Mattarella, ovvero con il proporzionale, altrimenti con quella che il parlamento riuscirà nel frattempo ad approvare. Comunque sia: il porcellum è morto. Vada all'Inferno.
francesco latteri scholten.

Legge finti poveri e grottesco politico.



Dopo il "successo" ed il trionfo della giustizia operato dalla legge contro i finti poveri, i media celebrano il bis attuato con il suo "affinamento". A ben vedere di "giustizia" non vi è assolutamente nulla specie se si guarda ai criteri ed alla mentalità ispiratrice. C'è anzi da inorridire. A differenza di altri Paesi, quali, per non andare troppo lontano, la Svizzera, il nostro legislatore non si cura minimamente dell'agevolazione dell'inserimento di chi pur non raggiungendo la soglia di povertà - 990 Euro mensili - o restando al di sotto della soglia minima tassabile, ha una attività che bene o male va e che è - qui è il caso di dire potrebbe essere - una base solida o anche solidissima di professionalità. Nel nostro regime feudale, perché questo di fatto è, ciò è anzi esattamente quello che non si vuole. Mi limito al settore accademico: Tantissimi laureati esercitano l'attività di blogger. Ebbene, non conta niente che abbiano prodotto cultura, che abbiano realizzato siti che prendono centinaia di migliaia di lettori, che sono tra i più importanti nel proprio settore a livello addirittura nazionale, che i loro articoli raggiungano anche le prime pagine di Google, che producano ben più dei 60 articoli l'anno richiesti per pubblicisti e giornalisti e che siano articoli veri e non il semplice trafiletto di un rigo che la legge consente di conteggiare per articolo. Non conta neppure la qualità tecnico scientifica dell'articolo. Conta che si vada da uno dei detentori di una "testata autorizzata" e si dimostri che lui te l'ha pagato. E la prassi poi è questa: vai da uno di questi gli dai 100 Euro, lui ti stacca un assegno di 50 e assegna a nome tuo uno dei tanti trafiletti di un rigo. Lo fai 60 volte all'anno e sei pubblicista riconosciuto. Per giornalista poi l'esame si fa soltanto a Roma, ovviamente (la legge è quella scritta dal Duce). Il discorso che di fatto la legge finti poveri ed il suo affinamento fa a tutti costoro (ma anche a tantissimi altri) è il seguente: siccome la qualifica non è una competenza ma un'onoreficienza che si compera io non la dò a chi ha la competenza ma a chi la paga, perciò a te ti tolgo di fatto la dignità, la qualifica, non ti pago e, dippiù: hai una casa, me la dai a me, io ti schiaffo nel sottoscala di Harry Potter e con i soldi che ti dovrei pagare di affitto ti pago il tuo stipendio di schiavo e mi devi pure ringraziare perché ti sto aiutando a ricostruirti una vita. Viva il Duce: colpisci, colpisci, colpisci: ora li staniamo a questi! Ora facciamo giustizia: li mettiamo in campo di concentramento, gli facciamo pulire i cessi a morte e poi ci facciamo il sapone. Bravi. Questa è la vera "libertà" e la vera "giustizia". Grazie!
francesco latteri scholten.

lunedì 2 dicembre 2013

Politica italiana: dagl'atei dei diversi schieramenti atteso miracolo per l' Immacolata.



"E' necessario attendere l'8 dicembre - il giorno dell'Immacolata, appunto - per vedere grandi cose..." così miscredenti ed atei dei diversi schieramenti politici. E' alquanto improbabile che per loro ve ne saranno, avendogli già risposto a suo tempo ns Signore nel Vangelo che "Questa è una generazione malvagia e perversa. Essa chiede un Segno. Ebbene non le sarà dato alcun Segno". Si dovrà pertanto probabilmente fare ricorso al sempiterno Nostradamus - ormai i politici lo fanno da secoli -, magari con l'ausilio di qualche maga (o presunta tale) che gli scuce qualche centone per fingere di leggergli la mano. I problemi sono quelli che ormai si strascinano sempre più drammaticamente da qualche anno a questa parte e, precisamente: la rappresentanza politica, la legittimità del governo, il vincolo del mandato parlamentare. Ovviamente inestricabilmente intrecciati tra loro. Cominciando dall'ultimo, la questione era ben risolta - ora si scandalizzeranno in tanti - dalla Costituzione della tanto vituperata Unione Sovietica nella quale si imponeva la doppia vincolanza: nei confronti del Partito e nei confronti degli elettori. Non ti va più? Ti sei stancato? Hai cambiato idea? Ha cambiato idea qualcuna delle tue puntini puntini? Ti dimetti ed alle prossime elezioni ti presenti con altri. Non esiste che sei stato eletto presentandoti come uomo di un partito e prendendoti i voti di quegl'elettori, prendi, ti alzi e vai nel gruppo misto per poi passare ad un altro partito o che ci passi direttamente e magari ti fai anche pagare il servizietto. E' il caso dei "diasporati" del PdL, eletti con Berlusconi, cui i più rosei sondaggi assegnano tutt'al più un 1,8% ma che sono presenti in numeri corrispondenti a ben altre percentuali. E' il caso anche della nuova F.I. ma anche del PD e, udite udite, dei grillini che il 30% non lo prendono mica più neanche nei sogni della notte. La cosa si ripercuote poi necessariamente sulla legittimità del governo: una legittimità formale, ma di fatto fittizia. Fitticità aggravata dal fatto che tutti sono stati eletti con una legge porcata che è incostituzionale e per la quale la Corte Costituzionale - incautamente chiamata da alcuni a pronunciarsi anche se avrebbe dovuto farlo ex motu proprio - si trova sotto scacco: se non la dichiara incostituzionale delegittima sé stessa, se lo fa delegittima il governo. La legittimità/credibilità del governo - e non ci vuole la sfera di cristallo con riti propiziatori alle tre di notte nel cimitero di Praga alla Umberto Eco - passa ineluttabilmente anzitutto attraverso due azioni semplicissime: a) una sola seduta al parlamento con OdG "votazione per l'abbrogazione del "porcellum", o, con qualche seduta in più, votazione di una nuova legge; b) indire le elezioni. La realtà invece sarà quella che dal "Cimitero di Praga" si passerà al "Macbeth". Intanto, come in una nota pubblicità gli stregoni danzano intorno ad un'automobile gridando "abbassati polizza", così altri vanno girando per strade, piazze e talk show d'Italia gridando "alzati consenso"...

francesco latteri scholten.