sabato 26 ottobre 2013

Papa Francesco alle famiglie sulle orme di S. Paolo.



Sono convenuti da oltre 80 Paesi del mondo i presenti in Piazza San Pietro oggi per la ricorrenza della "Giornata della Famiglia" e la sua celebrazione. Il discorso del Papa è - come ormai ci ha positivamente abituati - estremamente moderno e dirompente, invero collocato sulle orme del Card. Martini da lui più volte riconosciuto come Maestro, al tempo stesso, di una "modernità" che trae il suo "moderno" dall'antico, e, più specificatamente da San Paolo, anche se il Pontefice non lo cita direttamente. L'impronta, tuttavia, è quella: "Mariti amate le vostre mogli. Mogli amate i vostri mariti". Il cardine vero della Famiglia è l'amore reciproco in Cristo ed esso si concretizza, specifica Papa Francesco, in tre semplici parole: "Permesso", "Grazie" e "Scusa". E' in esse e con esse che trova attuazione vera la Carità nella Famiglia così come la dignità della persona ed il suo rispetto. E' su questa base che può darsi il Sacramento e con esso l'ìrruzione della Grazia nella vita della famiglia e dei suoi componenti. E questo, a sua volta, è ciò che costituisce la peculiarità della Famiglia cristiana e - al tempo stesso - la sua diversità dal contrattualismo, di rousseauiana memoria, delle unioni civili. Ma, al tempo stesso, è ciò che distingue e diversifica anche dall'implicito Padre-padronismo della concezione corporativistico fascista e anche di molta parte di Chiesa, quella dei clerico-fascisti. Una concezione antica dunque, ma, anche estremamente moderna, perché implica una concezione della donna che l'età moderna è riuscita a riconquistare solo a fatica e grazie all'impegno di figure - spesso soprattutto laiche - quali Simone De Beauvoir o la nostra Maria Montessori, e che la Chiesa ha saputo far proprie grazie a figure straordinarie quali quella di Edith Stein. Di nuovo dunque Papa Francesco ci riconduce nell'alveo del cristianesimo autentico e fuori dalle distorsioni storiche che hanno inquinato e flagellato l'autenticità cristiana e la sua testimonianza persino nel nucleo più fondativo della società: la Famiglia, una istituzione che nella sua autenticità antica e moderna è sentita e rivendicata da milioni di persone in Europa, come del resto le immense manifestazioni di Parigi hanno recentemente dimostrato.

francesco latteri scholten.

giovedì 24 ottobre 2013

Porcellum, maggioritario, proporzionale... e stallo della politica.



E' il gioco di spesso, per non dire di sempre: attribuire lo stallo della politica, in definitiva, al sistema elettorale, quasi che questo stesso non fosse anch'esso espressione della politica. Invero lo stallo - meglio la ragione di esso - va ricercata anzitutto nella testa (e nella dura cervice) di troppi politici, a prescindere dal colore. La tanto decantata abolizione del porcellum, cui solo le teste di cui prima potevano portare, riporta di fatto in auge l'annosa disputa sul sistema elettorale da porre in essere. Un noto esponente nazionale, stranamente tra i rampanti, ha sostenuto con forza il non ritorno al proporzionale come segue: "La Merkel con il 42%, un risultato inimmaginabile da noi per chiunque, è costretta con esso alla ricerca di una coalizione...". L'osservazione invero evidenzia bene l'implicito cogitare delle teste, in cui il fine evidentemente non è assolutamente quello della ricerca di una sintesi tra le diverse istanze sociali, economiche e socioculturali rappresentate, bensì quello della negazione di questa. Il problema è esattamente quella concezione di cui il porcellum è l'esito ultimo: porre i miei 51 eguali a 100 ed i 49 degl'altri eguali a zero. La dittatura chiusa e feroce della maggioranza e la morte della politica. Detta concezione nega infatti le qualità più precipue del Politico, quella di essere buon tessitore e buon pastore. Saper tessere insieme le diverse istanze per condurre al bene comune. Qui di contro c'è la perorazione del proprio autismo da parte delle teste in questione con il rifiuto categorico dell'altro, di più: la pretesa esplicita del suo annichilimento. Il fine esplicito, dichiarato, è quello di come porre l'altro eguale a zero. Ma questa è l'invocazione della più radicale antipolitica.

francesco latteri scholten.

sabato 19 ottobre 2013

Draghi istituzionalizza falso in bilancio? Plauso della Germania polemiche in Europa.



"La pubblicizzazione della reale entità del debito pubblico dei vari Paesi e di quello delle più grandi banche è un dato destabilizzante per l'economia..." è l'affermazione infausta nientedimeno che di Mario Draghi in persona il quale la riconduce a studi autorevoli di settore che sarebbero stati fatti (da chi? e soprattutto, per conto di chi?). L'affermazione è di fatto il più duro e feroce colpo di scure alla base della fragile piantina della trasparenza economica già inficiata dalle norme del Dodd Frank Act e di Basilea 3 (per entrambe si rinvia a precedenti articoli specifici). Di fatto la richiesta di Draghi è equivalente a quella della istituzionalizzazione del falso in bilancio in quanto ritiene che il bilancio pubblico - atto fondamentale di un Governo secondo le norme europee e secondo la Costituzione italiana - non possa - ed è ridicolo - essere pubblicato o non esserlo in maniera veritiera. L'affermazione di Draghi è invero di portata ancor più vasta perché in base ad essa non è più possibile alcuna transazione legale (perlomeno nel senso in cui attualmente si intende questo termine) perché questa presuppone la veridicità. L'immediato plauso ufficiale della Germania pone degli interrogativi assai inquietanti circa anzitutto il debito europeo, quello pubblico tedesco e quello degli istituti bancari tedeschi, cosa notata immediatamente dalle opposizioni (Die Linke e Die Gruenen). Le polemiche si stanno estendendo a macchia a tutta l'Europa. Ormai dopo averci pignorato la democrazia, ci derubano persino della Verità ed intanto il baratro in cui si precipita sempre più è sempre più simile al Nulla, al "Das Nichts" della "Storia Infinita".

francesco latteri scholten.

4.814.000 in fila alla Caritas.



E' della CEI il ritratto allarmante dell'Italia di oggi. I dati sono quelli della Caritas: 1.4 milioni di nuovi estremamente poveri italiani, + 29% in un solo anno. L'incremento record porta alla cifra complessiva di 4,8 milioni di cittadini in fila alla Caritas in cerca di aiuti materiali per la sopravvivenza. La richiesta di beni, servizi e cibi è aumentata addirittura del 75%, con al primo posto la richiesta di cibo e vestiario, subito seguita da quella abitativa. Degli 11,8 milioni di poveri perciò circa il 40% è costituito dalla fascia di estrema povertà peraltro in costante aumento. Le fasce più colpite della cittadinanza sono quelle dai 20 ai sessant'anni, dunque le più estese. L'attuazione dei tagli alla sanità da più parti invocata per la cifra di 4 Miliardi di Euro porterebbe al totale collasso una situazione ormai più che estremamente grave, ma un incremento decisivo sarebbe dato comunque anche da tagli meno forti. Sono dati che dipingono una situazione sociale analoga a quella del periodo prebellico e dunque un passo indietro di quasi un secolo. In particolare l'incremento della povertà e dell'estrema povertà è andato in progressivo crescendo nell'ultimo ventennio sino a giungere al record degl'ultimi dati. Di contro si rileva anche un incremento dello spreco proprio nei settori di maggior bisogno, in specie quello alimentare, dove è in costante crescita la quantità di cibo avviato al macero o ad altri impieghi al fine di mantenere artificialmente alta la quotazione di mercato. Altro incremento di contro, questo risultante dai dati ISTAT è quello della ricchezza, in altri termini: ad un numero sempre maggiore di poveri sempre più poveri fa riscontro un numero sempre minore di ricchi sempre più ricchi, come ben descritto da Marx: il collasso di un sistema.

francesco latteri scholten.

domenica 13 ottobre 2013

Papa Francesco consacra il Mondo alla Madonna di Fatima.



Al termine di una lunga veglia di preghiera, iniziata ieri sera dopo l'arrivo al Santuario del Divino Amore del simulacro della Madonna di Fatima e svoltosi in collegamento modiale con i più importanti santuari mariani dei cinque continenti, Papa Francesco ha consacrato il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria. Significativamente la consacrazione avviene a pochi giorni dalla giornata mondiale della Pace ad Assisi, così come all'epoca - era il 1917, anno degli orrori della I Guerra Mondiale e della Rivoluzione Russa -, le apparizioni erano state precedute da quelle dell' Angelo della Pace. Punto focale delle richieste della Madonna era stata la preghiera per la Pace e per la conversione dei cuori. Dio non può operare con l'uomo in assenza di questa. Più importante di tutto è la Carità, osservava già San Paolo - "la Carità non avrà mai fine..." - e ribadiva Benedetto XVI nella "Sacramentum Caritatis". Così la conversione del cuore degl'uomini a Dio e perciò della sua vita e del suo agire all'amore del prossimo è stato ed è il fulcro del vivere di ogni cristiano autentico, dei più grandi Santi, da San Benedetto a San Francesco, dei Dottori della Chiesa, dei Papi, da Leone XIII a Giovanni XXIII, da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI, a Francesco. La veglia ha inizio con la più mariana delle preghiere, quella istituita da San Domenico, del Santo Rosario. A Fatima, prima delle apparizioni, Lucia, Francesco e Giacinta, fanciullescamente, la recitavano in una loro versione "abbreviata": "Ave Maria, Santa Maria", e di questo poi arrossirono. Ai pastorelli la Madonna chiese la consacrazione della Russia e del Mondo intero al suo Cuore Immacolato e spiegò come la mancanza della conversione degl'uomini portasse in sé il germe di nuove e più infauste guerre e catastrofi. E' il secondo "segreto". Giovanni Paolo II aveva posto le apparizioni di Fatima quale centro disvelante del XX secolo: "Un secolo di ideologie aberranti che ha riempito soprattutto l'Europa di cimiteri! Rifiutarsi a Dio è distruggere l'uomo." Nella "Centesimus annus" egli ne fece una spietata analisi. Ed è a sé stesso che, sempre Giovanni Paolo II, riferì, dopo l'attentato, il terzo dei segreti. Il primo riguardava invece i tre pastorelli. Con l'odierna consacrazione al cuore immacolato di Maria, la vicenda di Fatima giunge dunque al suo compimento, perlomeno per quanto concerne le richieste di consacrazione, purtroppo non è così per la conversione dei cuori, alla quale occorre ancora del lavoro, e tantissimo anche. Perintanto Papa Francesco ha consacrato anche il suo pontificato...

francesco latteri scholten.

Con Papa Francesco un ruolo nuovo per le donne nella Chiesa?



La questione "moderna" del ruolo delle donne nella Chiesa, è, invero, - al pari di quella del matrimonio dei presbiteri - una problematica che nella Chiesa delle origini non si poneva. San Paolo scriveva: "I sacerdoti ed i Vescovi siano moralmente irreprensibili, abbiano una sola moglie..."; ed ancora: "Mi rimproverate di avere una donna (letteralmente il testo cita "di condurre con me una sorella"), ma perché? Anche Pietro, Giacomo, Giovanni e gl'altri hanno una donna...". E, le donne erano esse pure impegnate nell'apostolato. Anche la questione gerarchica aveva una impostazione radicalmente diversa, fedele all'opzione biblica dove Dio aveva preferito un Governo di Giudici, cui, per volere popolare (il populismo di allora) era subentrato quello monarchico, cui solo con grande riluttanza Egli aveva accondisceso. Sono state soprattutto due fatti storici a portare alla situazione attuale: a) l' Editto di Costantino, provatamente un falso, come ormai riconosciuto anche in ambienti ecclesiastici autorevoli, e in seguito ad esso il feudalesimo; b) il monachesimo. A favore di "un maggiore spazio per le donne in Chiesa" si erano espressi verbalmente già anche sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI, ma per entrambi circolava congiuntamente alla dichiarazione verbale, la battuta "bisogna vedé più spazio in che senso, s'è più spazio da pulì per terra...". La negazione del Cardinalato a Madre Teresa di Calcutta aveva poi deposto a favore dell'interpretazione data dalla battuta. Le cose in merito forse stanno cambiando e le richieste di mutamento provenienti non solo dalla base dei fedeli, stanno esercitando in  proposito un pressing che è in crescendo. In particolare si è fatta richiesta forte da parte della Conferenza Epicopale Tedesca, importante se non altro perché fonte tra le più cospicue per le finanze vaticane. In modo simile si è espressa anche la nuova Segreteria di Stato. Adesso Papa Francesco in persona si è espresso così: "Soffro a vedere la condizione di subalternità delle donne nella Chiesa...".

francesco latteri scholten.

venerdì 11 ottobre 2013

Alitalia: stipendi da super manager per politiche feudal monopoliste fallimentari.



Più che Alitalia sarebbe il caso di dire AliGattopardo, includendo,  a mò di sottotitolo, nella bandiera il motto - inciso nel bronzo - "affinché nulla mai cambi". La compagnia di Bandiera era stata già salvata, dopo essere stata giustamente reiteratamente "aiutata" a spese dei contribuenti, alcuni anni or sono. Orbene, aiutare un'azienda, quello che i nostri politici non vogliono o non sanno capire, non consiste semplicemente nel pompare soldi nelle sue casse per risanarne il deficit, così come fare l'elemosina non consiste nel regalare un pesce ad un bisognoso, bensì nell'insegnargli a pescare. Invece la concezione è quella che io ti dò dei soldi, tu fai degl'aggiustamenti, ossia piazzi qualche uomo dei miei, e, non ti preoccupare che tanto non cambia niente e continuiamo nello stesso modo. Il feudal monopolismo, basato sul monopolio del corridoio Roma Milano, dove non si è neppure stati capaci di comprendere che tanto questo era ormai inficiato, non solo dalle altre compagnie aeree, ma soprattutto dai TAV. Lo poteva capire anche un bimbo, non lo hanno capito i manager dirigenziali della compagnia. Per portare avanti le loro ideuzze dirigenziali targate anni '30, sono stati pagati con iper stipendi che in cifre fanno decine di volte quello che prende l'ultimo addetto delle pulizie della stessa, il quale aveva magari concezioni gestionali più intelligenti ed adeguate ai tempi. La polemica sui media oggi non è sui manager e sulla loro gestione dopo il salvataggio, bensì l'altra, sul fatto che sarebbe stato opportuno vendere anni addietro. La responsabilità dei gestori della cosa pubblica è così di nuovo tolta dalla scena, e per accertarsene interviene addirittura lo stesso Romano Prodi con un articolo scritto di proprio pugno. Allora però c'è qui anche la responsabilità politica di aver pompato ieri soldi in un'azienda pubblica che invero non si voleva salvare bensì vendere, ed allora perché pomparci dentro dei soldi? Al solito, la magistratura è opportuno che non si immischi in queste cose, perché i nostri manager è giusto che non rendano conto a nessuno...

francesco latteri scholten.

sabato 5 ottobre 2013

Lampedusa, le multinazionali e la morte del mito dell'Occidente.



"E' una vergogna..." ha giustamente sentenziato con estrema amarezza Papa Francesco. L'ennesimo viaggio "della speranza" di chi fugge da guerre e morte ha trovato il suo drammaticissimo epilogo. C'è chi ha alzatoil grido che Lampedusa debba essere aiutata dall'Europa in quanto non solo frontiera italiana, bensì europea. Ma è proprio l'Europa e non l'Italia ad assorbire il maggior numero dei fuggitivi. Uno dei veri problemi è senz'altro quello che per l'analisi di questo come di altri fenomeni, ci si continui a servire di categorie e metodi analitici ottocenteschi i quali, come all'epoca, continuano a fare riferimento in primis agli Stati mazionali o a loro eventuali unioni. Si tratta di realtà in forte declino nel Novecento e abbondantemente superate a partire dalla seconda metà di esso in cui le realtà globali sono designate anzitutto dalle multinazionali, le quali configurano realtà, poteri ed interessi economici che si collocano ben al di là di quelli degli Stati nazionali. E, c'è una differenza fondamentale nel modus operandi, rispetto a quello degli Stati nazionali. L'imperialismo di questi ultimi infatti ed il suo colonialismo dava certo origine anche a conflitti, ma anche - per altro verso - a stabilizzazioni interne, alla realizzazione di grandi opere e strutture, quello delle multinazionali è invece del tutto costruito sull'instabilità e sulla guerra. E' necessaria infatti una conflittualità permanente perché le multinazionali - quelle petrolifere in primis - possano estorcere al minor costo possibile le materie prime di cui le aree di conflitto sono particolarmente ricche. Più guerra = minor costo e guadagno aggiuntivo dalla vendita di armamenti. Eppure non vediamo mai le sedi centrali delle multinazionali, i volti dei loro presidenti e managers, vediamo i palazzi governativi ed i volti dei politic nazionali, come nell'Ottocento. Vediamo i volti - per restare al ns. Paese - di Napolitano, Boldrini, Alfano etc., mai quelli ad es. di un Danilo Scarone, così come del resto non vediamo quelli di un Jamie Dimmon o di un Rotschild. Così anche i disperati vedono l' "America": Manhattan, e non la più veritiera Harlem o il Bronx. Ed ecco allora che ci si imbarca a qualunque costo per fuggire da guerre create da altri per rubare materie prime, alla volta di El doradi inesistenti.

francesco latteri scholten.

martedì 1 ottobre 2013

Il più auspicabile: un Partito Popolare ispirato e collocato nel PPE.



Le eterne diatribe tra il Partito Popolare Europeo e Forza Italia / Lega prima e PdL poi, sono l'estrinsecazione di una lacuna storica e politico socioculturale, l'aver voluto inserire a forza in un contenitore europeo comune un qualcosa di irriducibile ad esso. E' infatti irriducibile ad esso l'antieuropeismo, spesso apertamente dichiarato ed anzi ostentato, del suo monarca assoluto. E, prima ancora - e strutturalmente più in profondità - un orientamento liberista e riferentesi alla cultura cristiana solo quale pura formalità esteriore retaggio di un passato da abbandonare, in vista del fine vero: il firestonismo ed il manchesterismo più feroci. E' una maschera a smascherarne il teatro, quella celeberrima di Cetto la Qualunque, specie nella scena della partecipazione alla Messa per fini elettorali. In questo del resto c'è anche una responsabilità del mondo cattolico italiano, il quale in presenza delle crisi dovute al crollo del muro ed all'insidiarsi del nuovo ordine mondiale, non hanno concesso al Partito di ispirazione cristiana quella fiducia che invece è stata tributata in altri Paesi. E' vero che ci sono stati grossi scandali, è vero anche che - con buona pace di questi - vi fosse una maggiore moralità: a quei tempi in presenza di un "Avviso di Garanzia" si aveva l'onestà di dimettersi, oggi neppure di fronte alla condanna definitiva in terzo grado di giudizio; una volta era scandalo avere qualche amante, oggi ci si arroga il diritto di festini bunga bunga con le nipotine di Mubarak e le ragazze "Papy". Del resto lo stesso Aldo Moro aveva previsto qualcosa del genere, e forse il ventennio inaugurato dal regime del bunga bunga è solo un esito, un riflesso, una ripercussione della lunga ed oscura ombra che si è stagliata sull'Italia con l'assassinio dello statista DC. Inoltre, che il firestonismo ed il manchesterismo possano eventualmente convivere con Cetto la Qualunque non è mistero, certo è che non lo possano con chi come il PPE ha il fine di una società permeata e finalizzata a valori cristiani. Sono qui anche molte delle ragioni della ventennale crisi italiana sfociata nell'attuale suo estremismo. Un superamento è certamente portato a livello anzitutto di fede e di cultura dal nuovo dinamismo cattolico di Papa Francesco, ispirato all'autenticità delle origini, un cristianesimo di cui a duemila anni non cessa la modernità, e le realtà di altri Paesi, come la Germania con il recente trionfo di Angela Merkel lo dimostrano. E' ora di colmare una grande lacuna politica in Italia.
francesco latteri scholten.