domenica 26 ottobre 2014

Renzi chiude Leopolda: Ridare speranza a Italia ed Europa, basta austerity.


La cosa fondamentale nell'attuale momento è ridare Speranza all'Italia ed è quanto permea sin dall'inizio il discorso di Matteo Renzi sino a trovare esplicita enunciazione al suo termine salutato da una cospicua "standing ovation" dopo esser stato più volte interrotto dagl'applausi. La speranza si costruisce nel presente ed è per il futuro, perciò il PD non può essere un partito di reduci che guardano al passato, è la risposta alle posizioni togliattiane emerse nella minoranza del partito e presenti anche in piazza San Giovanni. Da essa tuttavia il Presidente del Consiglio è pronto ad accettare "qualsiasi critica ed anche eventuali insulti..." ma non il volgersi al passato come direzione per il futuro e gl'esmpi che fa sono eloquentissimi: "Non si può stare a guardare dove stia la fessura per i gettoni del telefono nell' iphone...". Il mondo, come quest'esempio dimostra, ha subìto cambiamenti radicalissimi negl'ultimi decenni e la realtà è nuova e diversa e questo è un dato imprescindibile. Un dato anche mediatico, politico e di intelligence: "Oggi un ragazzo di sedici anni con un telefonino connesso alla rete dispone di più informazioni in tempo reale di quante ne aveva a suo tempo Clinton e ciò impone una maggiore responsabilità a tutti noi e maggiori doveri: nessuno può più dire non lo sapevo". Questo riguarda anzitutto il lavoro e lo Stato che ha il dovere di essere vicino a chi per es. lo ha perso con un sostegno immediato, con la proposta in tempi utili di un nuovo posto che eventualmente il candidato ha una prima volta la facoltà di non accettare, ma poi il dovere invece di accettare il secondo magari con un corso formativo. E' questo il Jobs act che colma dunque in materia una lacuna grave della normativa e della proceduralità nel nostro Paese. Renzi lo tace ma è quanto sostanzialmente già accade in Germania dagl'anni '80 e quanto ha rinormizzato in tempi più recenti l'ex cancelliere Schroeder. A proposito di Germania Matteo coglie l'occasione per togliersi (e se lo merita) un sassolino dalla scarpa: "Vogliamo l'Europa che l'Italia ha contribuito a costruire insieme agl'altri Paesi ed il nostro spirito e la nostra storia sono in questa costruzione, ma chiediamo ad essa il rispetto anche per noi: io, Angela, ti rispetto e rispetto i tuoi 10,2 milioni di elettori, ma io ne ho presi 11,6...". In questa Europa però va tolta l'immagine portata da certi italiani, gl'uomini della sfiducia, "tanto l'Italia e l'Europa non ce la faranno..." perché con questi si rischia davvero di non farcela. Vanno invece portati avanti gl'uomini della fiducia nei Paesi, nell'economia, nelle persone e nelle istituzioni, e, tra queste, Renzi ricorda con accoramento Giorgio Napolitano ed il suo impegno tra mille ostacoli e anche denigrazioni, a lui un grazie particolare... Applausi lo interrompono mentreil discorso volge ormai al termine.
francesco latteri scholten.

S. Giovanni e Leopolda: incrinato il progetto che fu di Berlinguer e Moro?


Stavolta sono 1 milione a mettere un punto interrogativo. Allora era stata la guerra fredda con una sua "longa manus", le BR, a porre la parola fine: il cadavere di un "bianco", Aldo Moro, era stato ritrovato nel bagagliaio di una R4 rossa in Via Caetani, a metà strada tra Via delle botteghe oscure, sede del PCI e P.za del Gesù sede della DC. Nessuno sale sulla "macchina rossa" per imboccare una "terza Via". Enrico Berlinguer deve invece la sua vita alla bravura del suo autista che si era portato appresso in Bulgaria negli stessi anni. Veto crociato dunque, dall'alto, di USA ed URSS. Oggi tuttavia, a 36 anni di distanza, l' URSS è crollata subito dopo il muro di Berlino e, anche se ultimamente Putin insieme ad altri sta tentando di ricostruirla, la guerra fredda non c'è più, perlomeno non nei termini di allora e con buona pace della crisi ucraina per motivi petroliferi. Così il progetto, ch'era poi stato quello dell' "Ulivo", radice del PD, pareva poter essere in qualche modo e tra mille difficoltà fattibile. Il PD stesso, il crollo di Forza Italia e, soprattutto, il formidabile esito delle ultime elezioni, oltre il 40% di voti che ha fatto auspicare a Reichlin un nuovo "partito della Nazione", il nuovo assai poderoso peso in Europa e nella "Sinistra" europea, sembravano darne adito. Oggi è la piazza a mettere in discussione la compattezza (e l'eventuale entità reale) di quell' "oltre 40%" perché se è vero che è ancora possibile e auspicabile trovare una sintesi con la Leopolda, è altrettanto vero che - a dispetto dei recenti sondaggi - il milione sposta i "pesi" a sinistra e riporta ad un'Italia antecedente a quella di Berlinguer e Moro, in cui si staglia anche - e forte - l'ombra del "Migliore": Palmiro Togliatti. Un dialogo con lo spirito che fu dell'uomo che fece fare alla FIAT gli stabilimenti di Togliattigrad in URSS è certamente possibile, e certamente lo è anche con i suoi eredi e successori politici, ma è chiaro, ovviamente, che vada ricercata una sintesi diversa da quella che andava configurandosi, non solo in Italia, anche in Europa.
francesco latteri scholten.

martedì 21 ottobre 2014

ARMAMENTI, Karlsruhe: lecito nascondere vendite e informative anche a parlamentari.


Hans Christian Stroebele, parlamentare dei Verdi tedeschi che, a seguito del diniego opposto alla sua richiesta di notizie e documentazioni circa l'industria bellica tedesca ed in particolare circa i dati esatti (completi delle notifiche circa gl'acquirenti), si era rivolto alla Corte Costituzionale (il Bundesverfassungsgericht) si è visto rispondere dalla stessa con sentenza che autorizza - da adesso in poi - la Bundesregierung, il Governo tedesco, al non obbligo in tal senso anche nei confronti di parlamentari. La sentenza che tutela palesemente e scandalosamente l'industria degl'armamenti tedesca - una delle maggiori al mondo, cresciuta di oltre il 50% negl'ultimi 10 anni - fa non poche acrobazie tra cui quella di considerare l'export di armi, in quanto tale vietato dalla Costituzione tedesca, come un non solo "lecito", ma addirittura "necessario prosieguio della politica estera con altri mezzi". Più che Adenauer e gl'altri padri della BundesRepublik e della democrazia, la terminologia richiama direttamente i testi di Machiavelli e Klausewitz. Non solo. Visto che c'erano, i VerfassungsRichters hanno colto l'occasione anche per aggirare l'usuale prassi che vede l'avvallamento del Consiglio di sicurezza, il Bundessicherheitsrat, dichiarandolo come "non rilevante". Stroebele è rimasto ovviamente attonito per la sentenza la quale "di fatto crea un nuovo settore giuridico espressamente per l'industria bellica", o, meglio sottrae quest'ultima a qualsiasi vincolo e garantisce ad essa una coltre oscura e nebbiosa del tutto impenetrabile. In sintonia, ovviamente i dati non sono disponibili in rete, al di là di stime "ufficiali" e già la sola ricerca di statistiche comporta la necessità di iscrizione e verifica sulla propria identità e le proprie motivazioni. Dal materiale rinvenibile si evince comunque la realtà di sempre circa i "bestsellers": Carri armati, Leopard 2; U Boote; aerei; mitragliatrici leggere. Insomma, gli stessi che nel III Reich. Nulla di nuovo per l'industria pesante tedesca, adesso anche in materia normativa.
francesco latteri scholten.

domenica 19 ottobre 2014

Sinodo: c'è un solo matrimonio: l'ultimo.


E' quanto di fatto sancisce l'orientamento della maggioranza dei cardinali, orientamento cui ha dato la sua autorevole benedizione Papa Francesco ma già anche a suo tempo il Card. Ratzinger. Sembrerebbe dunque che la Chiesa - come improvvidamente hanno sostenuto molti osservatori (alquanto superficiali) - si adegui alla "modernità" e con essa allo Spirito della Costituzione democratico repubblicana della maggior parte dei Paesi occidentali, Italia compresa. Così ovviamente non è. Si rimane infatti saldamente ancorati al principio della "Sanioritas" (il più "santo") e dell'istituzionalismo, magistralmente sanciti da Agostino d'Ippona nelle sue "Confessiones". In altri termini: ci si guarda bene dall'aderire al principio della pari dignità (e pari diritti) della persona che le Costituzioni moderne sanciscono ed in base al quale le leggi da queste derivate regolano anche il divorzio. Una eventuale colpevolezza del "Pater", nel frattempo anche Pater della nuova famiglia, intaccandone infatti l'autorevolezza, sminuirebbe invero quella dell' "auctoritas" morale della nuova famiglia e della stessa famiglia in quanto istituzione. Dunque non divorzio legale moderno, bensì "Divorzio Cattolico", ovvero di legittimazione / delegittimazione. Legittimazione del "Pater", si veda l'esempio luminoso delle "Confessiones", e delegittimazione sia della "mulier" che dei "filii". La delegittimazione della "mulier" è, ovviamente, doppia: sia per legittimare il "Pater" che per separarla dai "filii" necessaria ad evitare un possibile "ritorno di fiamma" e perciò l'istituzione di fatto della poligamia. I "filii" sono invero di fatto ridotti a figliastri ma su questo si è poi ambigui (del resto è lo Spirito delle Confessiones): si è d'accordo con la modernità sul fatto che il termine "figliastro" sia volgare e che non vada utilizzato, non si è d'accordo e di fatto all'atto pratico si rifiuta la pari dignità della persona dei figli. Perciò: figli per figliastri e figliastri per figli. Del resto già negl'anni andati quando a capo della Conferenza per la dottrina della Fede (la ex Inquisizione) era il Card. Ratzinger, teologo progressista pro Conciliare prima e anticonciliare poi, si agitava - soprattutto da parte dei teologi tedeschi - lo spauracchio della "Vaterlose Gesellschafft", la società senza padre. Il problema vero sono infatti anzitutto i dati statistici simili nei vari Paesi, in base ai quali circa il 70% dei matrimoni termina con il divorzio e, a sua volta, nel 70% di questi è l'uomo a lasciare la famiglia perché se ne è fatta un'altra. Moglie e figli restano indietro, il più delle volte la donna non si risposa e così in pochi decenni sarebbe re istituita la società di tipo matriarcale. Ma Dio è Pater e Giovanni Paolo I per aver azzardato dire che possa anche essere Mater si è sentito subito male ed è morto... La professione di fede infatti recita: "Credo in unum Deum Pater...". Ed in proposito a figli e moglie, già verso la fine degl'anni '80, dal pulpito del "Campo Santo Teutonico" Mons. Clemens, allora stretto collaboratore del Card. Ratzinger, tuonava così: "... der Verzicht auf ein Recht auf Recht" (la rinuncia al diritto alla Giustizia) *. 
francesco latteri scholten.

* Chi scrive era presente, se ne è andato schifato e non c'ha più messo piede.

sabato 11 ottobre 2014

Slogans di un Buffone in occasione del Flop del Circo Massimo.


Dai tempi di Ben Hur è la sede degl'avvenimenti più significativi dell'Urbe, la sede di elezione, ancor più della già vasta piazza San Giovanni, forse, ancor più di questa "Riferimento" della "Sinistra" e non solo. Un Cantante celebrativo dello Spirito Popolare - e romanesco -, Antonello Venditti, la colmò senza fatica fino alle adiacenti Terme di Caracalla incluse (c'ero anch'io quella sera e quando dopo "Sara", "Ci vorrebbe un amico..." e tante altre, partirono le note di "Grazie Roma" fu un tripudio). Squallidi baraccamenti, mi si scusi, oggi si chiamano tandaggi da show room, ingombrano un'arena avvezza a ben altri fasti e ben altra partecipazione popolare. Timur Vermes si è evidentemente sbagliato perché a "Lui è tornato" in chiave buffonesca aveva attribuito ben altro successo. Tuttavia, siccome il nostro è un "fegatoso" si presenta lo stesso, anche a fronte di presenze numeriche scoraggianti ed entra in scena subito con il caratteristico livore che da un pò a questa parte lo caratterizza: "Faremo il referendum per uscire dall'Euro... Perché se non puoi svalutare la tua moneta devi svalutare i salari che è quello che stanno facendo creando milioni di nuovi schiavi..." Ed ancora: "Il jobs act l'ha mica fatto Renzi, l'ha fatto Schoeble: lo stesso posto di lavoro e le stesse ore ma per di più precarie, le dividi tra tre persone ed hai triplicato i posti di lavoro..." e così via. Il riferimento più opportuno è quello di una celebre vignetta estera di alcuni anni fa che con il personaggio in questione nulla aveva a che fare. Recitava circa così: "Prima di azionare la bocca assicurarsi che il cervello sia inserito e non solo in stand by". La svalutazione della moneta (come il suo conio non corrispettivo), consigliato non a caso da Mefistofele nel Faust di Goethe, corrisponde infatti all'immediata riduzione del potere di acquisto della stessa, ovvero alla immediata riduzione del salario di tutti e qui andrebbe ricordata l'autorevolezza non del celebrato autore letterario, bensì quella dell'avvedutissimo Consigliere di Stato Wolfgang Goethe. Andrebbe inoltre ricordato che il nostro non è un Paese che "campa" come l'Arabia Saudita, la Nigeria, il Sud Africa, il Canada, la Russia etc. di vendita di materie prime. Il nostro è un Paese che "campa" di "trasformazione", ovvero acquista materie prime ne fa dei manufatti e li rivende. Senz'altro è vero che la svalutazione favorisce la vendita dei nostri prodotti - è la cosìddetta concorrenza sleale - senonché poi, per produrli i prodotti, bisogna acquistare le materie prime e quelle si pagano in oro o in dollari mica in Lire svalutate ed ormai carta da pacco... Ovvero: quello che hai guadagnato al girone d'andata ce lo rimetti due volte a quello di ritorno. Per la tanto sempre sbandierata uscita dalla tanto invisa Europa, andrebbe poi fatto toccare con mano che se la crisi attuale è per buona parte uno strascico della grande crisi americana degl'anni scorsi dovuta ai derivati, per altra è dovuta alla difficoltà di reggere la concorrenza proprio nei mercati europei che anc'or oggi costituiscono la fetta più rilevante del nostro export. L'uscita dall'Euro e dall'Unione Europea implicherebbe un immediato maggior tassamento dei nostri prodotti su quei mercati - oggi ne siamo esclusi perché Paese membro - e quindi un tracollo del nostro export. Infine il riferimento a Schoeble: l'ex Cancelliere ha fatto la sola cosa immediatamente attuabile in una Germania che alcuni anni fa era in una crisi grave e profonda: ha cercato di dividere equamente il lavoro realmente disponibile: appunto dalle ore di un posto di lavoro ne ha ricavati tre, ovviamente con la retribuzione di un terzo. Ebbene: un terzo di stipendio - per un terzo di ore lavorative - è meglio di inoccupati con nessuno stipendio. Così i posti di lavoro sono triplicati e la Germania è uscita dalla crisi (i sacrifici non sono stati chiesti solo a greci e portoghesi... E, a proposito: proprio grazie alla cura della tanto invisa Troika quei Paesi si stanno riavendo).
francesco latteri scholten.

giovedì 9 ottobre 2014

Lavoro: il lato oscuro di Keynes.


In tempi di grande crisi riecheggiano quelle del passato, in particolare quella del '29 nel Novecento e dunque i suoi analisti. Riaffiora quello grande del "Professore di Harward", John Kenneth Galbraith, recentemente scomparso, ma, soprattutto, quello di John Maynard Keynes, il primo e più grande studioso proprio della crisi del '29 che metteva in discussione tutta quanta l'economia "classica", incapace e di leggerla e di interpretarla in quanto fondate in fine su un dato fideistico, quello dell'automatismo dell'economia per cui essa tendeva automaticamente al proprio riassetto. La crisi del '29 dimostrò la falsità di questo assunto. L'analisi di questa crisi diede a Keynes le basi per il superamento dell'economia classica da cui egli si distanziò soprattutto in tre punti: a) la concezione della moneta non più semplicemente come mezzo di scambio, ma anche come fondo di valore; b) l'abbandono della legge di Say secondo la quale ogni offerta crea automaticamente la propria domanda per cui non può non esservi equilibrio tra domanda ed offerta; c) contro la concezione classica che ammetteva periodi di sottooccupazione, si afferma la rigidità dei salari verso il basso. Corretto così il sistema si tratta di riportarlo all'equilibrio e ciò spetta - al pari che in Marx - allo Stato. Allo Stato in particolare spetta di correggere e bilanciare gli andamenti dei cicli economici, mantenere la piena occupazione, stabilizzare e incrementare il reddito nazionale, eliminare gli squilibri territoriali, prevedere le esigenze delle generazioni future. In tutto ciò lo Stato non ha da temere un deficit, in quanto - è la tesi fondamentale del nostro - un deficit di bilancio sortisce necessariamente effetti espansionistici per il sistema economico anche se finanziato attraverso l'indebitamento dello Stato. Le tesi keynesiane - probabilmente ignorandone l'autore - trovarono una loro messa in pratica già pochissimi anni dopo il '29, precisamente a partire dal '33, in Germania da un personaggio che diverrà famigeratamente e terribilmente famoso: Adolf Hitler. In Germania la crisi ebbe ripercussioni molto più forti che altrove, basti ricordare che un francobollo da affrancatura semplice era giunto a "valere" 5 miliardi di marchi, ovvero il marco non valeva più assolutamente neppure la carta su cui lo si stampava. La politica e con essa l'economia, quelle di Weimar, erano inceppate da una sinistra che aveva poco meno del 50% dei voti ed una destra che solo con l'ausilio della minoranza hitleriana poteva bilanciarla. Il 27 febbraio del 1933, ad un mese dalla sua elezione a Cancelliere, Hitler fa incendiare il Reichstag attribuendone la responsabilità ai comunisti ed alle sinistre: è la scusa per per le proscrizioni e deportazioni di massa, è la nascita dei KZ, i Konzentrations-Lager, i campi di concentramento i quali accolgono anzitutto gli oppositori politici del regime, in massa, ad essi si aggiungeranno i delinquenti comuni, i sessualmente diversi, le vite indegne di essere vissute e gli ebrei. Questi campi sono certamente anche campi di prigionia, di tortura, di sperimentazione sull'uomo e molte altre atrocità ed infamie, ma essi sono anzitutto - e lo specifica assai bene la scritta sul cancello di Auschwitz - dei campi di lavoro: Arbeit macht Frei. Non si tratta di un senso figurato o di una scritta di scherno, la legge che vi impera è infatti una legge economica: se e fintantoché produci di più di ciò che costi vivi, appena costi di più ti si elimina. L'uomo è ridotto a totale funzione dell'economia. E l'economia tedesca risorge e risorge in pochissimo tempo, nel giro di due - tre anni è di nuovo un gigante. Si finanzia sul deficit, come dice Keynes, e con ciò realizza progetti colossali, quali la rete autostradale, la rete ferroviaria con i treni più veloci del mondo (230 Km/h già le vaporiere di allora), le colossali opere di urbanistica etc. e, soprattutto una produzione bellica inimmaginabile. Il lavoro per tutto questo è fornito dai milioni di deportati dei campi di concentramento che ogni mattina vengono trasportati dai campi ai cantieri di autostrade, ferrovie, alle fabbriche di armamenti etc, la sera sono ricondotti nei campi. Oggi è ancora così con milioni di extracomunitari e non: il keynesismo moderno. E questo è l'altro volto, quello oscuro, quello che sempre è nascosto, delle economie keynesiane.
francesco latteri scholten.