domenica 28 dicembre 2014

Quirinale: tra Colle Romano o Mariano, Pignatone indica Piero Grasso.


Salito al "Colle più alto" per il primo mandato il 10 maggio 2006 con 543 voti su 990 votanti dei 1009 aventi diritto, primo Presidente della Repubblica ex Comunista, Giorgio Napolitano aveva convogliato su di sé le speranze dei più, peraltro già scemate in occasione del suo secondo mandato nel 2013, quando queste erano ormai palesemente dirette a Stefano Rodotà. Un secondo mandato dunque marcatamente istituzionale e segnato da una popolarità in crescente calo con picco in occasione delle poco felici espressioni sull' "antipolitica" la cui formulazione denota tra le altre cose quella "stanchezza" che lo stesso Napolitano ha più volte lamentato. E' comunque il mandato contrassegnato dall' "empasse" della Sinistra, che oltre a bocciare Rodotà manda a picco con i propri franchi tiratori l'altra alternativa eccellente, quella di Romano Prodi. Il "Professore", fondatore dell'Ulivo, la radice politica del PD, lasciò il partito. Dopo il CdM della vigilia di Natale u.s., Berlusconi - "Il" Nemico giurato n°1 - ha contattato il Presidente del Consiglio per comunicare (sembrerebbe su consiglio di Minzolini) la caduta del proprio veto sul nome del Professore. Come dire: questa volta i colpi dei franchi tiratori potrebbero essere controbattuti ed inoltre non si è più necessariamente indefessi sulla candidatura di Giuliano Amato che resta peraltro il nominativo più gradito. E' all'insegna del "simul stabant" che la candidatura di Romano Prodi è posta proprio dal suo antagonista del ventennio. Per parte sua Prodi, al di fuori di qualsiasi incarico ufficiale, ha incontrato Putin per tentare una soluzione diversa alla crisi ucraina dietro la quale si cela (o mal cela) quella sempre più evidente tra Unione Europea ed Unione Economica Euroasiatica. La posizione del Professore infatti ha sostegno di fazioni diverse in Europa: Berlusconi in Italia, Schulz in Germania ed a Strasburgo. Europeo è anche l'altro volto eccellente per il Quirinale, Mario Draghi, presidente della BCE. Il nominativo circola sommesso da tempo - Draghi è amico personale di Napolitano, i due si sentono ed incontrano spesso anche informalmente ed una foto che li ritrae insieme campeggia sulla scrivania del Presidente della BCE - sulla stampa italiana riaffiora già in estate, sull'autorevole Frankfurter Allgemeine qualche giorno fa. C'è anche un precedente istituzionale autorevole: Carlo Azeglio Ciampi, predecessore di Napolitano. Un autorevole giornalista italiano che lo avrebbe recentemente incontrato avrebbe però smentito: "E' attualmente l'italiano più potente del mondo, perché dovrebbe lasciare?". Sul tavolo prende corpo intanto un altro nominativo ancora, indicato dal Sen Ugo Sposetti (PD), quello del Presidente del Senato Piero Grasso, che trova subito sostegno autorevolissimo, quello del Procuratore capo della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone. Per Piero Grasso ci sarebbe non solo il precedente istituzionale - Oscar Luigi Scalfaro - ma anche una situazione attuale di estrema gravità (come lo fu quella del '92), a proposito della quale proprio il Procuratore Pignatone ha dichiarato al Sole 24 ore: "fenomeni come quello dell’intreccio mafia, corruzione, politica non possono essere debellati solo con gli strumenti del processo penale. C’è in primo luogo un problema di etica, di valori e della loro percezione sociale (…) Sono le persone e non solo le regole che possono fare la differenza". Proprio il nome di un magistrato potrebbe perciò essere quello ad hoc, specie se è anche di Antimafia ed ha le caratteristiche indicate proprio da Napolitano...
francesco latteri scholten.

sabato 27 dicembre 2014

Russia nello spazio con la Cina contro l'embargo occidentale.

Oleg Ostapenko, boss della russa Roskosmos, ha approfittato del China Airshow 2014 a Zhuhai, Cina meridionale, per contattare i cinesi in vista di eventuali joint ventures e collaborazioni. L'embargo occidentale, a seguito della crisi ucraina - oltre al tracollo del Rublo - minaccia assai seriamente il programma spaziale russo, il più importante tra i fiori all'occhiello di Putin. La Russia infatti importa ben il 90% della tecnologia spaziale con cui costruisce i propri sistemi e vettori. La situazione cinese è invece diametralmente opposta con il 90% prodotto in casa e solo il 10% importato. Sinora tuttavia tra i due Paesi le relazioni per l'aerospace sono state improntate da reciproca diffidenza: da parte russa, come risulta proprio da uno dei dossier Roskosmos, si lamenta la non condivisione tecnico scientifica e tecnologica dei cinesi; da parte cinese invece la scarsa qualità dei prodotti e dei materiali russi, specie dopo la precipitazione della sonda Phobos Grunt nel 2011 con a bordo tra l'altro un microsatellite cinese. Per Ostapenko ormai le premesse per un capitolo nuovo e nuovi orizzonti - peraltro già avviato a giugno dal vicepremier Dmitrij Rogosin - ci sarebbero tutte: razzi vettori russi ed elettronica e componentisca cinese, una integrazione che risolverebbe tutti i problemi. I cinesi, dal canto loro, hanno proposto uno scambio di visite cosmonautiche: cosmonauti russi al modulo spaziale Tiangong 1 e cosmonauti cinesi alla stazione orbitale internazionale ISS, quest'ultima anch'essa invero impossibilitata dal veto USA. Che ci sia già nell'aria qualcosa di più che delle semplici proposte da Airshow lo testimonia una dichiarazione di Lew Seljony, capo dell' IKI, l'istitituto russo per la ricerca spaziale, secondo il quale già a gennaio dovrebbero aversi i primi incontri tra gli scienziati dei due Paesi per elaborare le premesse concrete di una collaborazione.
francesco latteri scholten

lunedì 22 dicembre 2014

Rivoluzione Merkel: oltre 315 Mld ai Paesi UE da investimenti privati.



Angela Merkel prosegue a passo serrato quella sua politica di crescita economica autentica che ha portato alla sua recente e plebiscitaria rielezione a capo della CDU. Questa volta nel mirino è l'Unione Europea, non con false politiche keynesiane dietro le quali si celano le nefaste politiche votoscambiste inaugurate dal CAF (tre criminali: Craxi, Andreotti e Forlani) e dilagate a macchia d'olio in tutta Europa, Germania compresa. Sostanzialmente: voi ci votate noi vi facciamo avere privilegi e soldi con finanziamenti pubblici fatti facendo ricorso al debito pubblico. Esito: un interesse sul debito pubblico che ormai in molti Paesi eguaglia il PIL soffocandone completamente qualsiasi attività economica. Di questa politica la Cancelliera continua, ed orgogliosamente, ad essere la nemica giurata. Niente false politiche fintamente keynesiane e soprattutto niente CAF, ma, invece, una politica di crescita in cui il Pubblico è a sostegno e garanzia della possibilità e dell'agevolazione del Privato, politica che, non solo in Germania ha portato i suoi frutti. In sintonia con questa linea per l' Unione Europea sono stati presentati ben 80 progetti di legge a sostegno di investimenti e sviluppo, centrati su quello che Jean Claude Junker ha definito il "triangolo magico": consolidamento del Bilancio, riforme strutturali e investimenti. La Commissione a Bruxelles ha approvato il pacchetto che ha un valore complessivo di oltre 315 Mld, e la cui direzione è stata affidata alla Banca Europea per gl'Investimenti per meglio garantire la redditività anzitutto economica dei progetti e non solo una semplice assegnazione politica. "Si tratta infatti anzitutto - così la Merkel - di prendere non delle decisioni politiche ma di fare delle scelte economiche." Si registra intanto già un primo risultato, ovvero il Consiglio Europeo ha già dato il proprio nulla osta dimodoche già a gennaio 2015 la Commissione potrà procedere ed i primi finanziamenti potranno essere disponibili entro la prima metà dell'anno. I progetti privilegiati ineriscono il digitale (soprattutto internet veloce), le infrastrutture (autostrade e ferrovie), l'energia, strutture ed infrastrutture sociali, ecologia. Il criterio di valutazione sarà anti CAF, ovvero anzitutto economico a prescindere dalla politicità. Dal canto suo Angela Merkel sta facendo valere il suo rinnovato peso politico per l'accelerazione della concrezione dei progetti: "Perché la gente in Europa, le cittadine ed i cittadini vedano cosa accade per davvero adesso, è fondamentale che i progetti abbiano uno sbocco concreto ed è a questo che si sta alacremente lavorando."
francesco latteri scholten

domenica 21 dicembre 2014

Camerlengo Tauran annunciatore del papato di Francesco.


Era ora. Finalmente Papa Francesco si è deciso ed il nuovo camerlengo è un volto noto in tutto il mondo per essere stato, nella sua qualità di Cardinale Protodiacono, l'annunziatore proprio dell'ultimo celeberrimo "Habemus Papam", quello annunziante il papato dello stesso Francesco, cui il 19 marzo 2013 ha imposto il Pallio. Francese, originario di Bordeaux, classe 1943, è noto soprattutto per la sua notevolissima competenza diplomatica internazionale e curiatica, iniziata fin dal 1969 come sottosegretario della Curia per i Rapporti con gli Stati. Le sue capacità sono premiate da Giovanni Paolo II il quale il I° dicembre 1990 lo promuve a segretario della stessa Commissione. E' sempre Papa Wojtyla a consacrarlo Arcivescovo il 6 gennaio 1991 e ad innalzarlo alla dignità cardinalizia in occasione del Concistoro del 21 ottobre 2003. Fece scandalo alcuni anni fa la sua dichiarazione da diplomatico che asseriva che "paradossalmente i cristiani erano più tutelati in Iraq ai tempi di Saddam Hussein". E' proprio la sua capacità diplomatica in sede ONU e per quanto riguarda le relazioni con gli Stati di religione islamica a portarlo il 25 giugno 2007 alla Presidenza del Consiglio per il Dialogo Interreligioso ed a quella della Commissione per le Relazioni Religiose con i musulmani. La sua competenza lo ha poi portato ad incarichi estremamente delicati (ed in momenti delicatissimi) per le notorie vicissitudini connesse, ossia a membro della Commissione Cardinalizia di Vigilanza sullo IOR, e, nel 2013, alla Pontificia Commissione Referente sullo stesso istituto. Di nuovo un Camerlengo dunque con incarichi anche inerenti lo IOR, ma questa volta dallo spessore morale decisamente superiore ed alieno alle scandalosamente sfarzose dimore e ricevimenti del suo predecessore. Un uomo dunque ben più in sintonia con il suo Papa e perciò ben più adatto a farne le veci in Sua assenza.
francesco latteri scholten

mercoledì 17 dicembre 2014

Papa Francesco diplomatico della normalizzazione Cuba USA.


Nuova pietra miliare pontificia nell'isola caraibica. Impensabile ai tempi di Nikita Cruscev e di JFK, ed anche in quelli più recenti di Michail Gorbaciov. Tuttavia, nove anni dopo la caduta del muro di Berlino, anno 1998, c'è una prima avvisaglia ed è, ovviamente storica: il "Leader Maximo", Fidel Castro incontra proprio a L'Avana Giovanni Paolo II, uno dei nomi più significativi proprio per la caduta di quel muro. Il passo successivo è compiuto da Benedetto XVI, il quale, di ritorno dalla capitale cubana osserva: "Oggi è evidente che l'ideologia marxista non corrisponde più alla realtà. Ci vogliono nuovi modelli e un dialogo costruttivo per evitare traumi. Bisogna collaborare in questo senso. La Chiesa sta sempre dalla parte della libertà, della coscienza e della religione." Anche il modello liberal capitalista non regge: "C'è in America latina una schizofrenia tra vita morale e vita pubblica. Vi sono molti i quali sono anche fedeli alla Chiesa ma i cui comportamenti vanno talvolta in direzione opposta. Sono cattolici ma non si impegnano per una realtà giusta. La fede serve anche a liberare dagli interessi falsi. Occorre superare l'attuale divisione sociale (dovuta alla eccessiva discrepanza tra ricchezza e povertà, ndr). Bisogna superare il male e l'idolatria del denaro che condiziona gl'uomini." Dunque "modelli nuovi sia culturali che economici e sociali, modelli che si ispirino ad una concezione antropologica autentica". E' la via imboccata dal Vaticano, che ha potuto contare anche su successi anzitutto spirituali - prima ancora di quelli diplomatici attuali - con la vicinanza alla fede sia di Alina, figlia di Fidel, che dello stesso Fidel. Le contrapposizioni Cuba / USA tuttavia non sono mancate - e forti - anche di recente e così si era giunti da un lato all'arresto di Alan Gross collaboratore Usaid per spionaggio, dall'altra di tre agenti cubani a Miami. Intanto però il canale partricolare Vaticano Cuba era stato, oltre che riaperto, rinsaldato dalla fine delle discriminazioni religiose sigillate con l'apertura di un nuovo Seminario proprio a L'Avana, presente all'inaugurazione lo stesso "Leader Maximo". E' stato così che, già dallo scorso anno, Papa Francesco, sulla scia dei suoi predecessori, ha contattato sia i cubani che lo stesso Barak Obama per risolvere la vicenda di Alan Gross. Si è giunti così alla liberazione di tutti e quattro. Da qui, la prospettiva, indicata ufficialmente da Obama, di una normalizzazione dei rapporti sia di viaggi e turismo, sia economici e, per parte cubana, di liberalizzazione di internet. Prossimo passo è l'imminente apertura di una ambasciata americana a Cuba. Perintanto Barak Obama ha ringraziato ufficialmente il Pontefice per la sua fondamentale mediazione.
francesco latteri scholten

martedì 16 dicembre 2014

Basta con il fondamentalismo islamico e le sue violenze. No a Dio che non ride, sì a Dio che Ride.


Basta con il fondamentalismo e l'integralismo islamico e le sue violenze. Basta con il Burka. Basta con l'infibulazione (amputazione della clitoride) delle donne perché la donna non ha da provare piacere sessuale ma ha da essere oggetto del piacere sessuale dell'uomo. Di quale uomo? Di quello che non sa neppure fare godere la sua donna? E che uomo è? Basta con la lapidazione delle donne e la loro discriminazione in genere. Basta con il taglio delle teste, delle mani, di altri arti, basta con le lapidazioni, basta con le violenze, le sentenze in contumacia, le persecuzioni dei cristiani, dei buddisti e dei fedeli di altre religioni, basta con gl'assassini in nome di Allah. Basta con la condanna a morte per ateismo. Basta con gl'attacchi istero paranoici di massa per una vignetta o per un filmato, che nasconde solo l'inacapacità assoluta di confrontarsi culturalmente e civilmente con gl'altri. Basta con tutto questo che è l'insudiciamento dello stesso Islam, quello vero, quello che fu la cultura di uomini insigni come Avicenna, Al farabi, Ibn Gebirol e tanti altri, che è - ai ns. tempi - il substrato culturale di uomini grandissimi quali Salman Rushdie, condannato a morte in contumacia per aver scritto un romanzo giudicato non ortodosso da chi quel romanzo non ha neppure la capacità di leggere. Basta con ciò che sta a monte di tutto questo: il concetto che il riso sfregi e deturpi il volto dell' uomo e quello di Dio. Perché come benissimo dice già Aristotele nella sua "Poetica" anche Dio ride ed il suo riso è sublime e ad Aristotele miravano con ammirazione Avicenna, Al farabi, Ibn Gebirol e tanti altri uomini illustri ed appartenenti all'Islam, quello Vero e non la sua caricatura grottesca che vediamo in scena nelle violenze di oggi. Una caricatura grottesca che sta all'Islam vero come il Ku Klux Klan sta al cristianesimo. Nessun credente di nessuna religione ha diritto di commettere violenza in nome di Dio, neanche se si chiama Allah. Anche tutti gl'altri hanno diritto alla propria fede religiosa o laica che sia ed alla propria cultura. Chiudo con una frase di Michel Foucault "Qualunque forma di delirio (dunque compreso quello religioso ndr), il fatto stesso di esercitare il proprio delirio, vale a dire di respingere tutto ciò che esige discussione, ragionamento, prova, comporta in quanto tale una certa affermazione di onnipotenza, e ciò risulta assolutamente comune ad ogni forma di follia ...."
francesco latteri scholten.

domenica 14 dicembre 2014

Padre Livio: "... noi le riforme facciamo finta di farle..."


"La Spagna le riforme le ha fatte per davvero, è stato difficile, ma ora piano piano comincia a riprendersi... Il vero problema è che noi le riforme facciamo solo finta di farle...", così Padre Livio Fanzaga, nel suo commento alla stampa dopo il rosario di mezzanotte di sabato u.s. . L'essenza della questione delle riforme è stata centrata appieno, seppure con la a lui usuale grettezza, ma con chiarezza lampante, ormai qualche tempo addietro da Beppe Grillo: "Le riforme della Merkel... Ma le ha mica fatte la Merkel, le ha fatte Schroeder, e sono questo: tu prendi un posto di lavoro per dire da 6.000 Euro e dividi il lavoro e le ore lavorative in tre posti da 2.000 Euro... Bravissimi! Ma così non si è mica creato un solo posto di lavoro in più..." Sostanzialmente coincidenti anche se tecnicamente più dettagliate e politicamente più articolate quelle della Camusso e di Landini. L'osservazione è purtroppo vera. Il fatto è che "un posto di lavoro vero" non è un posto di lavoro creato tanto per dare uno stipendio a qualcuno, bensì un posto di lavoro che produca adeguatamente e si mantenga con quanto produce, il che attualmente è assai difficile visto l'affacciarsi sulla scena di diversi importanti produttori, non solo la Cina ormai prima economia del pianeta, ma anche India, Indocina, Paesi del centro e sud America. Inoltre, creare un nuovo posto di lavoro significa prima ampliare o costruire una nuova fabbrica o industria o azienda e questo richiede degl'anni. Conscio di questo Schroeder ha puntato ad un'opzione immediatamente attuabile, quella della riduzione della sperequazione ovvero della maggior equità: la ridistribuzione di ciò che effettivamente è disponibile. La riforma di Schroeder, conosciuta come politica della Merkel, non è costata sacrifici solo alla Grecia, al Portogallo o alla Spagna, ma alla stessa Germania. Tuttavia è grazie ad essa che anche nella stessa Germania a fronte di un incremento solo ridotto della produttività si è potuto avere una riduzione ben più cospicua della disoccupazione ed addirittura delle nuove assunzioni. Il fatto che proprio in Italia si riscontri la più forte avversione alle riforme trova un parallelismo ed un riscontro nel dato di fatto che è l'Italia ormai il Paese dalla più alta sperequazione. Due dati soli: il consigliere di Obama guadagna 136.000 dollari, quello di Renzi 163.000 Euro; sempre da noi, oltre il 70% della ricchezza è detenuto da meno del 10% della popolazione. Insomma si capisce perché per noi le riforme siano una spina nell'occhio: colpiscono la Vera questione italiana.
francesco latteri scholten

giovedì 11 dicembre 2014

Esercito israeliano organizzato col Talmud e controllato dai Rabbini ultraortodossi.


L'ultranazionalismo di Netanyahu che reintroduce il Talmud - dove come è noto ai dieci comandamenti della Torah si integrano ben 623 altre sottonorme - come riferimento giuridico per lo Stato di Israele e che di fatto evoca e ripete quanto fatto da molti Stati arabi con la Shaharia, non poteva non ripercuotersi anche al suo strumento più proprio, l'esercito. O, forse bisognerebbe affermare il contrario, vista la realtà da sempre assai integralista di questa struttura. Conta 180 mila uomini, con i riservisti si arriva a 600, e costa circa 20 Mld di dollari l'anno. Tsahal, così il nome, sarebbe difesa ma è inteso, già dal nascere nel 1948, come difesa del purismo ebraico. Nasce dalla confluenza di gruppi ultraortodossi come Haganah, Palmach, le Brigate ebraiche ma anche gruppi clandestini terroristici quali Etzel, Irgun e Lehi. Il ruolo dei Rabbini, già in passato andava ben oltre quello che un occidentale può immaginare come similare a quello di un cappellano militare, al punto che il laicismo o peggio l'ateismo erano assai mal visti. Con il regime Netanyahu l'esercito si è teocratizzato al punto che ufficiali anche di rango come il colonnello Winter, portano apertamente il kepì giudaico anche in uniforme militare ed il ruolo dei Rabbini si è a tal punto accresciuto da essere essi a fare le ispezioni delle caserme ed a decidere promozioni (o retrocessioni) e gradi dei soldati insieme agli altograduati. Sono anche sempre loro a decidere addirittura delle missioni militari vere e proprie. Insomma, tali e quali all'integralismo islamico. Come per quest'ultimo un esercito che prima ancora che di uno Stato è un esercito religioso, per il quale la norma non è quella del diritto internazionale o del diritto internazionale militare ma quella religiosa, una norma per la quale le guerre possono essere e sono anche lecite e addirittura "Sante"...
francesco latteri scholten.

mercoledì 10 dicembre 2014

Microsoft, pronto Windows 10


La versione di "prova" di Windows 10 è già scaricabile - gratuitamente - dal sito Microsoft e direttamente installabile con download su chiavetta Usb. La commercializzazione del nuovo sistema operativo è programmata invece per la seconda metà del 2015. Non sarà invece ulteriormente portata avanti quella di Windows 9. Questo, insieme alle molte proteste per Windows 8, spiega come per la nuova versione si sia guardato soprattutto ai grandi successi del passato, gl'ancora oggi diffusissimi ed apprezzatissimi Windows XP e Windows 7. Per i possessori di Windows 8 Phone invece è previsto un Upgrade gratuito a Windows Phone 10. In sintonia, ciò che colpisce immediatamente all'apertura è di nuovo la presenza dello "Start Menu", appunto come su XP e Windows 7, da cui si differenzia per l'integrazione delle App nella schermata di apertura. Il nuovo sistema operativo è infatti in grado di riconoscere il tipo di computer su cui è installato ed adattarsi conseguentemente visualizzando lo "Start Menu" oppure la schermata di avvio con le App. Ovviamente, l'operatore può successivamente anche scegliere il passaggio dall'uno all'altro. Chi scrive usa ancora l' XP, cui è affezionatissimo e rimprovera a Microsoft di non dare più gl'aggiornamente da aprile u.s., ed inoltre ha provato sia Windows 7 che 8 e non ne è rimasto per nulla soddisfatto: speriamo che il 10 abbia preso quanto più possibile da XP...
francesco latteri scholten.

Angela Merkel rieletta Presidente CDU con maggioranza bulgara: 96.7%.


Né Adenauer né Kohl c'erano riusciti: Angela Merkel è stata rieletta con il 96.7% dei voti, 884 per 914 elettori. Successo plebiscitario anche per i suoi tre portavoce, in particolare Julia Kloeckner 96.5%, ma anche per Voelker Bouffier 89.1% e Armin Laschet 76.1%. Nel suo intervento davanti al plenum la Cancelliera ha attaccato apertamente la politica dell'attuale SPD definendola autolesionista e bancarottista. "Quanto ancora vuole farsi più piccola la SPD?" si è chiesta in riferimento alle vicende della Turingia dove la SPD si è non solo legata ad una coalizione rosso verde, ma ha consentito e sostenuto l'elezione di Bodo Ramelow a Presidente, rafforzando "rossi" e "verdi" ed indebolendo sistematicamente, dati alla mano, sé stessa. "La Turingia - così la Merkel - è infatti solo un primo passo in vista delle elezioni per la cancelleria del 2017, delle quali invero si tratta (...) solo una CDU forte è in grado di contrastare questo progetto ed è a questo che dobbiamo lavorare" Attaccata anche la politica estera SPD, in particolare nei confronti della Russia e della nuova Unione Economica Euroasiatica di Putin e di altri oligarchi ex Soviet degl'altri membri: la Germania continuerà con le sanzioni. Per la politica economica invece, sia tedesca che europea la ricetta è la solita (e difficile): rilanciare la crescita senza fare debiti ed in ciò la cancelliera ha un grande risultato da mettere sul tavolo sia in Germania che in Europa, il conseguimento - per la prima volta da molti anni a questa parte - del pareggio di bilancio proprio da parte del suo Governo. Ovvero è difficile ma non impossibile e proprio su questo molti in Germania ed in Europa storcono il naso, ma sono costretti a riconoscerlo. Visibilmente contenta della Vittoria, dopo un sentito "Danke..." Angela Merkel ha confermato sé stessa: "Niente festeggiamenti, mettiamoci al lavoro..."
francesco latteri scholten

martedì 9 dicembre 2014

Ariane 6: sì dell'Unione al nuovo razzo vettore.


E' stato ancora l' "Ariane 5", con lancio dalla solita base di Korou nella Guyana francese, a portare in orbita ad inizio anno il satellite italofrancese Athena Fidus del peso di circa 3 tonnellate con a bordo 280 Mln di tecnologia sia militare che civile per le comunicazioni internet a banda larga. Lo sviluppo di una versione evoluta dello stesso - l' "Ariane 5 ME" - era già stata decisa nel novembre 2008 dagli Stati membri dell' ESA ed il primo lancio pronosticato per il 2017. Gl'investimenti ESA al 2014 nel progetto ammontano a 400 Mln di Euro, ma lo scontro tra le diverse concezioni dei due principali investitori, Germania e Francia, era rimasto irrisolto, i francesi infatti volevano un razzo più leggero ed alimentato a combustibile solido denominato "Ariane 6". Tanto i tedeschi quanto i francesi avevano finito con il trovarsi isolati rispetto agl'altri membri dell' ESA e si è deciso così per un progetto apparentemente alternativo, ma in realtà frutto di un compromesso: il vettore principale resterà quello vecchio dell' Ariane 5 affiancato da 2 o 4 vettori a combustibile solido, mentre la parte superiore sarà quella dell' Ariane 5 ME. Insomma, i bimbi discoli si sono messi d'accordo su con quali pezzi del meccano e dati da chi, costruire il nuovo giocattolo, tentando di spartirsi la torta miliardaria. Se e quanto questa realtà un pò posticcia possa reggere la concorrenza internazionale è ciò su cui verte il vero punto interrogativo. L'Unione Europea perintanto ha dato il primo via libera sostenuto con 4 Mld di Euro. Gl'Ariane 6 costeranno circa 90 Mln ciascuno ed il primo lancio è previsto per il 2020. E' però tuttavia solo nel 2016 che sarà dato l'eventuale sì definitivo al progetto stesso. Ma, allora, perché erogare già adesso 4 Mld?
francesco latteri scholten.

domenica 7 dicembre 2014

Roma alle urne con Marino candidato sindaco?


Solo ora se ne accorge anche la Commissione Antimafia... Eppure, come per Milano c'è una prosecutio ed una attiguità con la realtà criminale preesistente, ovvero quella degl'anni '80 e '90. Nella città lombarda sono gli stessi anche i nomi, quello di Greganti ad es. . Come nella città sforzesca, anche nell'Urbe c'è un intreccio in cui "Le rouge et le noir" confluiscono in un colore indefinibile, quello un tempo proprio dei liquami della Cloaca Massima. Nel grande romanzo di Stendhal però i colori si riferivano a due realtà, quella delle armi - anch'essa già presente nelle vicende romane - e quella ecclesiastica, al momento attuale non presente nelle vicende giudiziarie, ma ben presente in quelle precedenti, come testimonia la sepoltura nella Basilica di SantApollinare di De Pedis, ex capo storico proprio di quella Banda della Magliana cui ineriscono anche i fatti di adesso. Ma, l'attore che al momento è in ombra è quello che a Roma conta di più, anzi, è l'Attore della città, è quello che da millenni ne tempra la cultura e ne dirige la politica anche senza guardare ai mezzi come le vicende di "Romanzo criminale" testimoniano; esso inoltre è il primo e più importante datore di lavoro della città. Ed è con la ratifica, solo alcune settimane addietro, da parte di Marino dei matrimoni gay, in aperto contrasto delle linee orientative vaticane, che inizia il declino della stella del sindaco PD. In realtà le prospettive sensate subito attuabili sono tre, avanzate ciascuna da una delle tre principali forze politiche: 1) l'immediato commissariamento, proposta da Silvio Berlusconi; 2) l'istituzione di un assessorato alla trasparenza ed alla legalità guidato da Giancarlo Caselli, proposta dal PD; 3) il ricorso alle urne, proposta dal M5S. Sarebbe buon senso porle immediatamente in atto tutte e tre, ma, storicamente, il buon senso ha sempre fatto a pugni con il buon senso politico machiavellianamente e, soprattutto, guicciardinianamente intesi.
francesco latteri scholten

giovedì 4 dicembre 2014

Russia: crollo Rublo incrementa guadagni petroliferi e favorisce ritorno a statalismo.


E' del 40% - ed in ulteriore caduta - il deprezzamento del Rublo dall'inizio dell'anno e del 6% solo nell'ultima settimana di novembre. Il dato è superato solo da quello della crisi del 1998: - 75%. Un segnale estremamente negativo per gl'investitori stranieri e per la stessa economia russa, considerata l'elevata dipendenza dall'estero da cui sono importate la maggior parte delle merci (è, ad es., il motivo per cui sono stati bloccati i progetti dell'agenzia spaziale). Per il breve e medio termine tuttavia l'economia russa è in grado di ben bilanciare il forte deprezzamento valutario grazie alla connotazione strutturale della propria economia con un debito che ammonta a solo il 13% della produzione annua e riserve economiche per 400 Mld tutti in valuta estera. Nel breve periodo inoltre il crollo valutario difficilmente darà luogo a crisi sociali interne (sebbene focolai di disordini non manchino) perché se - secondo Forbes - nel 2012 un barile di petrolio fruttava 3.200 rubli, oggi, nonostante il crollo, ne frutta 3.600 ed è in rubli che sono pagati stipendi, pensioni e contributi sociali. Performances assai apprezzabili che anche per il breve periodo non eliminano il peso della caduta: ammontano a circa 130 Mld i debiti da pagare per il 2015, tutti in dollari ovviamente. Paradossalmente questa realtà economica favorisce e soprattutto rafforza la nuova rotta economico politica di Putin avviata con la creazione dell' Unione Economica Euroasiatica (UEE) con gl'altri leaders ex Soviet: possessore delle centinaia di Mld di riserve economiche in valuta pregiata e, soprattutto, dei giacimenti petroliferi è infatti lo Stato, mentre i più colpiti sono i privati e le privatizzazioni. Un dietro front di fatto, come del resto accusa il Presidente americano Barak Obama.
francesco latteri scholten.

giovedì 27 novembre 2014

Liberare Fabrizio Corona?


Per la sua bella ex, Belén Rodriguez, senz'altro sì. I legali di Corona, Ivano Chiesa e Gianluca Maris, si sono invece affrettati a chiarire che la pena originaria di 13 anni e due mesi (e non 15 come diffuso da alcuni media), è stata ridotta a 9 anni dal tribunale di Milano. I due legali si distanziano anche dal giudizio di "pericolosità sociale" della Corte rilevando che si riferisce a reltà passate e del tutto superate. Per Belén avrebbero dovuto dargli una salatissima multa e basta ed in proposito la show girl sottolinea che metodi e procedure "lavorative" del suo ex siano sì discutibili ed ambigui ma al tempo stesso usuali nell'ambiente, citando in proposito un episodio con cui un altro fotografo coinvolse sua sorella e lei. Eppure per chi ricorda le vicende dell'epoca, a prescindere dai patiti del gossip per i quali tutto sfocia in belle pagine patinate sulle quali appare solo un Fonzie più biricchino e discolo e tutto il resto sfoca sullo sfondo, la sentenza dei giudici non è poi del tutto priva di fondamento. La pena infatti è cumulativa e riferentesi dunque ad episodi molteplici che vanno ben al di là delle gesta dello "spirto" di Happy Days, arrivando, come specifica la Cassazione, a "estorsioni, ricettazione e spendita di carta moneta falsificata, reati fallimentari, evasioni fiscali, recenti denunce per truffa", reati alquanto cospicui. Fabrizio Corona, per parte sua, ammettendo la propria colpevolezza, nella prima intervista dal carcere di Opera ha dichiarato che il carcere gli è stato di giovamento in quanto lo ha sottratto da un vortice in cui era caduto e di cui era ormai succube: "Il carcere mi ha salvalo la vita. Mi ha fatto tornare con i piedi per terra. È riuscito a fermare un treno in corsa perenne da anni che ultimamente aveva perso sogni, equilibri e alzato troppo l’asticella del limite. Mi ha fatto scoprire il senso della realtà, insegnato a star bene con me stesso e messo nelle condizioni di proseguire nel migliore dei modi lungo la strada della vita quando tornerò libero." In attesa dell'evento il nostro si dà da fare: lavora come portavitto, ha aperto un portale innovativo per i detenuti e raccolto 70.000 Euro per loro; è riuscito a tenere in piedi anche dal carcere la sua azienda e non farla fallire, ad allenarsi fisicamente per almeno un'ora al giorno. "Ho sempre tenuto vivo il cervello e ho ripulito l’anima", dichiara, ma gli manca tantissimo suo figlio e la libertà:"Qui, in parte, è come essere morti"... Un novello Jean Valljean? Se così fosse avrebbe dalla sua il giudizio di Victor Hugo (ed anche il mio...). Glielo auguro. 
francesco latterischolten.

martedì 25 novembre 2014

Putin finanzia 1/3 della campagna di Marine Le Pen per le presidenziali 2017.


Due dei nove Mln di Euro sono già stati versati dalla First Czech Russian Bank, di proprietà di Roman Yabukovich Popov , un oligarca assai vicino a Putin, come confermato dal tesoriere del Front National, Wallerand de Saint Just, per il quale si tratta di un'operazione perfettamente normale e regolare. Occorrono infatti una quarantina di Mln per una campagna "credibile" e il Partito ha difficoltà a reperire fondi presso banche francesi o europee dopo lo scandalo Sarkozy. La concessione del prestito ha richiesto quattro mesi di lavoro per le "questioni tecniche" e la reiterata presenza a Mosca, oltre che di de Saint Just, anche della stessa Marine Le Pen. Il legame con la Russia di Putin è perciò ulteriormente rinsaldato anche per il Front National, come d'altronde già per la maggior parte dei movimenti e leaders anti Unione Europea ed anti Euro. Per essi l'ex capo del KGB nonché fondatore e Leader dell' Unione Economica Euroasiatica (la nuova Unione Sovietica) insieme a Nursultan Nazarbaev, già capo del Kazakhstan ai tempi dell'URSS ed Aleksandr Lukashenko, anch'egli già presidente bielorusso ai tempi dei Soviet, costituisce un modello. Come ciò possa essere possibile anche per partiti che come il Front National pare non aspirino certo alla concrezione di qualche Soviet può forse trovare una duplice risposta storica: quella recente con l'immagine della stretta di mano tra Stalin ed Hitler e quella lontana dell'imperatore romano Vespasiano, il quale dopo aver istituito la tassa sui cessi pubblici, davanti ad un Senato costernato gettò dei sesterzi sul tavolo dopo averli odorati di persona e disse a comprova "Non olet". La cosa comunque pare non ponga eccessivi problemi all'interno del Front National, tant'è che diversi leaders hanno già chiarito di ritenere ben più scandaloso il finanziamento di Sarkozy da parte di Gheddafi.
francesco latteri scholten.

mercoledì 19 novembre 2014

Toyota Mirai: In commercio la prima auto di serie a idrogeno (emissioni=0).


E' la prima auto di serie a celle d'idrogeno che alimentano un motore elettrico. 155 Cv di potenza e 335 Nm di coppia massima per un peso di 1900 Kg, ed una lunghezza di quasi 5 metri. Nulla a che vedere con i "futuristici" prototipi che sino a poco tempo fa i vari Saloni dell'auto ci mostravano: l'alimentazione ad idrogeno risolve infatti in un colpo solo le tre più gravose tare del motore eletrico: pesanti batterie, scarsa autonomia e lunghezza dei tempi di ricarica. La limousine firmata Toyota invece ha un'autonomia di circa 500 Km e tempi di ricarica dei serbatoi d'idrogeno inferiori a cinque minuti. Evolutivamente, volendo andare a ritroso nella storia - soprattutto recente del marchio giapponese- segue la Prius, vettura ibrida dal disegno del tutto inconvenzionale ma ormai venduta in oltre 1 Mln di esemplari l'anno e modello di punta del marchio. Per la nuova vettura interamente alimentata ad idrogeno, il nome stesso, Mirai, in giapponese significa Futuro, e così Satochi Ogiso, ingnere capo di casa Toyota, spiega le linee volutamente futuristiche della nuova limousine. Futuristici anche gl'interni con displays e sensori, ma la guida è convenzionale. In casa Toyota dunque si è convinti che l'idrogeno sia l'alimentazione del futuro e che, in prospettiva la Mirai sostituisca - anche nei numeri di vendita - la Prius. La commercializzazione del nuovo modello è già iniziata in Giappone, anche se entro la fine dell'anno saranno consegnate solo una dozzina di vetture. La commercializzazione in USA, in particolare in California (dove si ha una maggior presenza di pompe ad idrogeno) è prevista per il prossimo autunno, come quella in Europa. Il prezzo di listino previsto per gli USA è di circa 45.000 dollari cui l'utente americano potrà detrarre circa 10.000 dollari di ecoincentivi. Il problema dell'auto del futuro e del connesso inquinamento parrebbe dunque definitivamente risolto, almeno secondo i tecnici Toyota. In realtà non è tutto rose e fiori: la produzione di idrogeno infatti richiede moltissima energia e perciò il problema dell'inquinamento potrebbe facilmente spostarsi solo a monte nel momento in cui a tal fine non venissero utilizzate le fonti rinnovabili...
francesco latteri scholten.

sabato 15 novembre 2014

Chiesa e omosessualità: dai roghi a "Sorvegliare e punire" a "Il potere psichiatrico".


Il ritiro dall'insegnamento di diversi insegnanti di religione a seguito della lettera del responsabile di settore della Curia di Milano, don Gianni Rota, testimonia del fatto che sia perlomeno assai dubbio si trattasse di una semplice indagine informale, come si è poi dichiarato una volta trapelata la cosa. Accresce il sospetto che la lettera sia stata fatta circolare esclusivamente sul portale cui hanno accesso i soli insegnanti di religione tramite password. In essa si dichiara tra l'altro: "Cari colleghi, come sapete in tempi recenti gli alunni di alcune scuole italiane sono stati destinatari di una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un’idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento sessuale (...)  Per valutare in modo più preciso la situazione e l’effettiva diffusione dell’ideologia del “gender” - scrive la Curia - vorremmo avere una percezione più precisa del numero delle scuole coinvolte, sia di quelle in cui sono state effettivamente attuate iniziative in questo senso, sia di quelle in cui sono state solo proposte (...) Per questo chiederemmo a tutti i docenti nelle cui scuole si è discusso di progetti di questo argomento di riportarne il nome nella seguente tabella, se possibile entro la fine della settimana." La missiva segue comunque il "fuori dalle scuole la legge pro gay" con cui si è intervenuti nell'aprile u.s. contro l' "ideologia del gender" e la legge Scalfarotto cui fine è l'introduzione del reato di omofobia. In proposito bene aveva chiarito Maria Silvia Fiengo dell’Associazione Famiglie Arcobaleno: "Ci preoccupa questa discussione sulla presunta 'ideologia del gender', che in realtà non esiste, e la nuova mobilitazione dal basso sui temi dell'educazione, in una direzione anacronistica ed esplicitamente conservatrice. In realtà, noi stiamo solo cercando di abolire gli stereotipi famigliari e non il 'genere', secondo l’evoluzione naturale della società." Quello "cattolico" è invero un orientamento sociopolitico dunque ben preciso, che trova il suo culmine nella "conversione" dell'ottobre 2011 di Adamo Creato che sarebbe "guarito" dall'omosessualità e dalla pornografia, ed a monte della quale si ritrova la "terapia riparativa" di Joseph Nicolosi, secondo la quale l'omosessualità sarebbe una devianza dovuta a trascorsi famigliari e di relazione problematici; terapia aspramente contestata da tutto il restante mondo scientifico in quanto dimostratamente priva di fondamenti. Gl'episodi citati e la loro tipologia testimoniano invece anzitutto che di episodicità invero non si tratti, ma, di più: provano palesemente che vi sia un orizzonte quale quello già espressamente denunciato da Michel Foucault. La radice infatti è quella di "Sorvegliare e Punire": "Si imprigiona chi ruba, si imprigiona chi violenta, si imprigiona anche chi uccide. Da dove viene questa strana pratica, e la singolare pretesa di rinchiudere per correggere, avanzata dai codici moderni? Forse una vecchia eredità delle segrete medioevali? Una nuova tecnologia, piuttosto: la messa a punto di tutto un insieme di procedure per incasellare, controllare, misurare, addestrare gli individui, per renderli docili e utili nello stesso tempo. Sorveglianza, esercizio, manovre, annotazioni, file e posti, classificazioni, esami, registrazioni. Tutto un sistema per assoggettare i corpi, per dominare le molteplicità umane e manipolare le loro forze..." L'ideologia - perché è di questo che in realtà si tratta - di una volta non è lasciata né abbandonata, è solo che i mezzi di una volta (la tortura, l'incarceramento, i roghi al finocchio) non sono più tecnicamente adeguati: sono più adeguati quelli moderni. E' perciò con questi ultimi che "Bisogna difendere la società" ed un ruolo primario in ciò ha proprio "Il potere psichiatrico", che è un potente intensificatore della realtà preposto al controllo delle forme di identità e di individualità avviato già con le forme di presentazione dei "malati", perfezionato con le pratiche di interrogatorio le quali costruiscono la verità. Insomma, "il fine giustifica i mezzi" e se questi sono inadeguati è giustificato e doveroso cambiarli: "E' necessario che tutto cambi se vogliamo che tutto rimanga così com'è"...
francesco latteri scholten.

sabato 8 novembre 2014

25° anniversario caduta muro, Gorbaciov: orizzonti di nuova guerra fredda.


E' a Berlino il padre fondatore della Perestroika e della Glasnost, che hanno portato alla riunificazione della Germania ed all'abbattimento del muro, Michail Gorbaciov, ex Segretario del PCUS e capo dell' URSS. Domani, 9 novembre, è ai festeggiamenti, lunedì incontrerà Angela Merkel. Più che dai festeggiamenti l'animo dell' ex Segretario è però profondamente connotato dalla delusione per lo sviluppo storico del venticinquennio u.s. e da grande criticità verso l'Occidente, specie per gl'ultimi sviluppi internazionali. L'ispirazione basilare dell'ex Leader Sovietico era stata caratterizzata da un tratto di similarità con quella di Adenauer e De Gasperi, di un'Europa casa comune, ampliata alla Russia. Dunque "una partnership marcatamente tra Germania e Russia, in difetto della quale non è concepibile una realtà di Pace e sicurezza in Europa" ha espressamente ribadito Michail. Da qui le due necessità, una interna di ammodernamento e liberalizzazione, una esterna di integrazione, per la quale stava dando segnali assai positivi la Ost-politik di Brandt. Era questo il fine della Perestroika e della Glasnost, creare reciprocità, trasparenza e fiducia. La storia recente - e Gorbaciov punta il dito su Jugoslavia, Kossovo, l'allargamento della NATO, nuovi e più imponenti stazionamenti di missili, l' Iraq, la Libia, la Siria - mostra come invece l'Occidente e segnatamente gli USA abbiano "ignorato gl'impegni del 1989" ed abbiano voluto soprattutto ed esclusivamente imporsi semplicisticamente quali vincitori della guerra fredda. Le vicende dell' Ucraina infine hanno portato ad un "tracollo della fiducia" e "testimoniano una visione politica miope centrata sul fatto compiuto e sull'indifferenza per gl'interessi del partner". Nello specifico vi sarebbero diversi segni di disponibilità da parte dello stesso Putin - il cui operato Gorbaciov, a differenza che in passato, sostiene - ma è necessario il reciproco superamento delle sanzioni, soprattutto quelle contro singoli politici russi, al fine di creare nuove basi per una partnership... All'ex Segretario del PCUS andrebbe però ribadito che la politica di Putin, che egli stesso in passato ha giustamente criticato, si è sempre mossa anch'essa nell'ultimo ventennio in direzione "restauratrice", culminata con la nascita dell' Unione Economica Euroasiatica insieme a Nursultan Nazarbaev, già capo del Kazakhstan ai tempi dell'URSS, Aleksandr Lukashenko, anch'egli già presidente bielorusso ai tempi dei Soviet e con il vanto di avere a suo tempo votato contro la dissoluzione dell'Unione Sovietica. Lo zoccolo duro dell'integralismo Soviet è stato perciò ricreato proprio negl'ultimi mesi e dunque quando egli afferma che vede stagliarsi all'orizzonte una nuova guerra fredda gl'andrebbe risposto di guardare anche in casa propria, vedendo magari se da qualche parte ci siano degli specchi...
francesco latteri scholten.

venerdì 7 novembre 2014

Goodbye F.I., il voto per la Consulta ipoteca Quirinale ed Italicum.


630 voti, l' 88%, 60 in più del necessario, per Silvana Sciarra di Trani, ordinaria di Diritto del lavoro a Firenze, alla Corte Costituzionale. 537 per Alessio Zaccaria al CSM. L'asse PD-grillini marginalizza F.I.. Stefania Bariatti, candidata di Berlusconi, con 439 voti non raggiunge il quorum dei 570 richiesti ed all'appello mancano ben 45 voti proprio delle stesse fila di F.I. . L'empasse che ormai durava da tempo è stata superata dunque con l'uscita di fatto dal "patto del nazareno" sul quale lo stesso Renzi si è espresso con una battuta: "altroché se scricchiola...". L'osservazione che centra in pieno è però quella di Arturo Parisi - prodiano, uno dei padri fondatori del PD ed uno dei suoi ideologi più importanti -: "ora sono possibili anche altre intese istituzionali anche su Colle e legge elettorale". Le due in realtà si intrecciano specie se ci si ricorda dell'eventualità di lasciare il proprio mandato prima della sua scadenza, fatta la legge elettorale, ventilata da Napolitano all'accettazione del suo secondo mandato. L' "italicum" modificato da Renzi - voto alla lista invece che alla coalizione e blocco al 5% - sta bene ai grillini e ha il placet anche dalla Lega e può perciò benissimo essere approvato entro metà gennaio: una falce che taglia fuori "fratelli d'Italia", NcD e gl'altri satelliti di una F.I. già in ulteriore e definitivo declino. Ne deriva la consecutio: per la successione al Colle è chiaro che il nominativo sarà deciso da 2+1: PD + M5S e Lega. Insomma il voto della Consulta segna il definitivo tramonto di un'era della politica italiana: Goodbye F.I.
francesco latteri scholten.

mercoledì 5 novembre 2014

Esito Midterm USA: confermato crollo Obama, sulla scia di Hillary boom di quote rosa.


52 seggi al Senato ai Repubblicani, 43 ai Democratici, la Good Old Party, adesso ha la maggioranza in entrambe le Camere. Il Partito Repubblicano dunque conquista 7 seggi, in bilico ce n'erano 6, di più: conquistano anche lo Iowa, roccaforte di Obama, dove passa invece Joni Ernst candidato "rosa" con il 52% dei suffragi. La notevole ripresa economica USA degl'ultimi mesi non è, di fatto, servita a sostenere la popolarità del Presidente, la cui immagine, per tradizione, è legata a quella globale degli USA, in netto calo, per non aver saputo dominare la scena internazionale come un tempo. Rimane il motto critico: "Bush era il Presidente che governa e non pensa, Obama quello che pensa e non governa". Se a livello di immagine globale hanno pesato ISIS ed Ebola, a livello di base, per Obama quella afro-latina, ha pesato la legiferazione sull'immigrazione e sulla disoccupazione che ne hanno causato un abbandono: si è sentita tradita. La cosa ha portato ad un circolo vizioso, per cui da un lato Obama non ha praticamente fatto campagna elettorale cosa che ha certamente ulteriormente inciso, dall'altro nessuno dei candidati democratici lo ha voluto accanto per la propria... In empasse anche l'altro candidato Democratico, Hillary Clinton con un esito assai ambiguo: nessuno dei candidati da lei sostenuti è passato, ma trasversalmente agli schieramenti si è registrato, sulla sua scia, un successo dei candidati "rosa" mai visto prima negli States. La Clinton resta comunque, almeno nei sondaggi, il candidato più popolare in assoluto a prescindere dal partito. Le elezioni dunque connotano una bocciatura della politica soprattutto internazionale ma anche interna degli USA ed una realtà socioculturale ed economico politica del tutto nuova e diversa degli USA, realtà che peserà sulle prossime presidenziali, anche per la GOP che ha vinto queste Midterm.
francesco latteri scholten

sabato 1 novembre 2014

Midterm USA: l'ombra di Hillary?


La data è, more solito, il 4 novembre. Fuori dagl'USA sono viste come delle elezioni "in tono minore", invero si tratta di elezioni non meno significative delle presidenziali e come queste, e forse più, connesse al fulcro costituzionale ed istituzionale della democrazia americana e ne sono l'elemento caratterizzante. A monte di esse vi è infatti la necessità di conciliare due principi in apparenza inconciliabili: quello della sovranità nazionale espresso nell'elezione della Camera e quello dell'indipendenza degli Stati sancito con l'elezione del Senato. In ossequio la Camera ha solo funzione legislativa, è eletta a suffragio popolare diretto ed i suoi rappresentanti durano in carica due anni; il Senato, con funzione legislativa ma anche esecutiva e giudiziaria, è eletto a suffragio indiretto, dai legislatori di ogni Stato, ed i suoi rappresentanti durano in carica sei anni. Ciò fa di esse elezioni più direttamente legate e connesse alle realtà territoriali ed agl'interessi di queste, ma anche, per l'elezione del Senato, alle prospettive future e di medio periodo. Non si tratta perciò assolutamente del semplicistico "Obama sì, Obama no" cui la maggior parte degl'osservatori esterni tendono a ridurle, sebbene esse implichino anche questo. Del resto un sondaggio americano rivela che anche il 52% dei cittadini USA consideri pure ciò e puntino il dito sul forte calo di popolarità del Presidente a causa delle vicende ISIS ed ebola. Un Obama dunque con ormai solo il 29% dei consensi e con un senato in bilico, basterebbero 6 seggi ai repubblicani per "il sorpasso". Il problema non sarebbe neanche quello additato da diversi anche blasonati osservatori nostrani - più avvezzi evidentemente alle nostrane tipologie - di una eventuale minoranza al senato, già Tocqueville ribatteva infatti: "E' accaduto spesso che il Presidente degli Stati Uniti perdesse l'appoggio della maggioranza del corpo legislativo senza per questo essere obbligato a lasciare il potere e senza che da ciò provenissero grandi mali al Paese." Ad uno dei diversi e molteplici problemi in questione avvicina invece uno degl'ultimi e più importanti interventi di Barak Obama, quello sulla parità dei diritti delle donne, cui è intervenuto a spada tratta, come a suo tempo sulla sanità. Quello infatti che rivendica per sé di essere il più grande Paese democratico e la Patria dei diritti, ha avuto ed ha notevolissimi problemi nella loro concrezione pratica, come del resto testimonia una storia che parte da vicissitudini quali quella dello schiavismo, della guerra di secessione, sino ai suoi strascichi novecenteschi con ad es. Martin Luther King. Per l'eguaglianza delle donne la realtà non è ovviamente da meno e l'impegno di una allora giovanissima Julia Roberts in "Mona Lisa smile" ne segna non solo una tappa importante e tra le più note, ma nei fatti del tutto attuale e per nulla superata in una società americana che, specie a livello locale, è tutt'oggi quale ivi delineata. Forse anzi la stessa presidenza Obama è in qualche modo indice che probabilmente la discriminazione etnica a livello trasversale nella società americana è tutto sommato minore di quella della donna. E' qui però ad aprirsi il nuovo punto interrogativo, specie in vista delle elezioni presidenziali del 2016: è attualmente infatti una donna a distaccare di oltre 30 punti percentuali qualsiasi altro candidato sia democratico che repubblicano: Hillary Clinton. Se, come anch'io mi auguro e Le auguro, dovesse riuscire, il dato storico sarebbe comunque quello che negli USA un afroamericano (Obama non me ne abbia, uno dei mei blog più popolari è "ilMezzosangue" con riferimento a me stesso) è diventato Presidente prima che una donna. Un dato purtroppo in linea anche con quello del numero di Deputati e Senatori di sesso femminile. 
francesco latteri scholten.

domenica 26 ottobre 2014

Renzi chiude Leopolda: Ridare speranza a Italia ed Europa, basta austerity.


La cosa fondamentale nell'attuale momento è ridare Speranza all'Italia ed è quanto permea sin dall'inizio il discorso di Matteo Renzi sino a trovare esplicita enunciazione al suo termine salutato da una cospicua "standing ovation" dopo esser stato più volte interrotto dagl'applausi. La speranza si costruisce nel presente ed è per il futuro, perciò il PD non può essere un partito di reduci che guardano al passato, è la risposta alle posizioni togliattiane emerse nella minoranza del partito e presenti anche in piazza San Giovanni. Da essa tuttavia il Presidente del Consiglio è pronto ad accettare "qualsiasi critica ed anche eventuali insulti..." ma non il volgersi al passato come direzione per il futuro e gl'esmpi che fa sono eloquentissimi: "Non si può stare a guardare dove stia la fessura per i gettoni del telefono nell' iphone...". Il mondo, come quest'esempio dimostra, ha subìto cambiamenti radicalissimi negl'ultimi decenni e la realtà è nuova e diversa e questo è un dato imprescindibile. Un dato anche mediatico, politico e di intelligence: "Oggi un ragazzo di sedici anni con un telefonino connesso alla rete dispone di più informazioni in tempo reale di quante ne aveva a suo tempo Clinton e ciò impone una maggiore responsabilità a tutti noi e maggiori doveri: nessuno può più dire non lo sapevo". Questo riguarda anzitutto il lavoro e lo Stato che ha il dovere di essere vicino a chi per es. lo ha perso con un sostegno immediato, con la proposta in tempi utili di un nuovo posto che eventualmente il candidato ha una prima volta la facoltà di non accettare, ma poi il dovere invece di accettare il secondo magari con un corso formativo. E' questo il Jobs act che colma dunque in materia una lacuna grave della normativa e della proceduralità nel nostro Paese. Renzi lo tace ma è quanto sostanzialmente già accade in Germania dagl'anni '80 e quanto ha rinormizzato in tempi più recenti l'ex cancelliere Schroeder. A proposito di Germania Matteo coglie l'occasione per togliersi (e se lo merita) un sassolino dalla scarpa: "Vogliamo l'Europa che l'Italia ha contribuito a costruire insieme agl'altri Paesi ed il nostro spirito e la nostra storia sono in questa costruzione, ma chiediamo ad essa il rispetto anche per noi: io, Angela, ti rispetto e rispetto i tuoi 10,2 milioni di elettori, ma io ne ho presi 11,6...". In questa Europa però va tolta l'immagine portata da certi italiani, gl'uomini della sfiducia, "tanto l'Italia e l'Europa non ce la faranno..." perché con questi si rischia davvero di non farcela. Vanno invece portati avanti gl'uomini della fiducia nei Paesi, nell'economia, nelle persone e nelle istituzioni, e, tra queste, Renzi ricorda con accoramento Giorgio Napolitano ed il suo impegno tra mille ostacoli e anche denigrazioni, a lui un grazie particolare... Applausi lo interrompono mentreil discorso volge ormai al termine.
francesco latteri scholten.

S. Giovanni e Leopolda: incrinato il progetto che fu di Berlinguer e Moro?


Stavolta sono 1 milione a mettere un punto interrogativo. Allora era stata la guerra fredda con una sua "longa manus", le BR, a porre la parola fine: il cadavere di un "bianco", Aldo Moro, era stato ritrovato nel bagagliaio di una R4 rossa in Via Caetani, a metà strada tra Via delle botteghe oscure, sede del PCI e P.za del Gesù sede della DC. Nessuno sale sulla "macchina rossa" per imboccare una "terza Via". Enrico Berlinguer deve invece la sua vita alla bravura del suo autista che si era portato appresso in Bulgaria negli stessi anni. Veto crociato dunque, dall'alto, di USA ed URSS. Oggi tuttavia, a 36 anni di distanza, l' URSS è crollata subito dopo il muro di Berlino e, anche se ultimamente Putin insieme ad altri sta tentando di ricostruirla, la guerra fredda non c'è più, perlomeno non nei termini di allora e con buona pace della crisi ucraina per motivi petroliferi. Così il progetto, ch'era poi stato quello dell' "Ulivo", radice del PD, pareva poter essere in qualche modo e tra mille difficoltà fattibile. Il PD stesso, il crollo di Forza Italia e, soprattutto, il formidabile esito delle ultime elezioni, oltre il 40% di voti che ha fatto auspicare a Reichlin un nuovo "partito della Nazione", il nuovo assai poderoso peso in Europa e nella "Sinistra" europea, sembravano darne adito. Oggi è la piazza a mettere in discussione la compattezza (e l'eventuale entità reale) di quell' "oltre 40%" perché se è vero che è ancora possibile e auspicabile trovare una sintesi con la Leopolda, è altrettanto vero che - a dispetto dei recenti sondaggi - il milione sposta i "pesi" a sinistra e riporta ad un'Italia antecedente a quella di Berlinguer e Moro, in cui si staglia anche - e forte - l'ombra del "Migliore": Palmiro Togliatti. Un dialogo con lo spirito che fu dell'uomo che fece fare alla FIAT gli stabilimenti di Togliattigrad in URSS è certamente possibile, e certamente lo è anche con i suoi eredi e successori politici, ma è chiaro, ovviamente, che vada ricercata una sintesi diversa da quella che andava configurandosi, non solo in Italia, anche in Europa.
francesco latteri scholten.

martedì 21 ottobre 2014

ARMAMENTI, Karlsruhe: lecito nascondere vendite e informative anche a parlamentari.


Hans Christian Stroebele, parlamentare dei Verdi tedeschi che, a seguito del diniego opposto alla sua richiesta di notizie e documentazioni circa l'industria bellica tedesca ed in particolare circa i dati esatti (completi delle notifiche circa gl'acquirenti), si era rivolto alla Corte Costituzionale (il Bundesverfassungsgericht) si è visto rispondere dalla stessa con sentenza che autorizza - da adesso in poi - la Bundesregierung, il Governo tedesco, al non obbligo in tal senso anche nei confronti di parlamentari. La sentenza che tutela palesemente e scandalosamente l'industria degl'armamenti tedesca - una delle maggiori al mondo, cresciuta di oltre il 50% negl'ultimi 10 anni - fa non poche acrobazie tra cui quella di considerare l'export di armi, in quanto tale vietato dalla Costituzione tedesca, come un non solo "lecito", ma addirittura "necessario prosieguio della politica estera con altri mezzi". Più che Adenauer e gl'altri padri della BundesRepublik e della democrazia, la terminologia richiama direttamente i testi di Machiavelli e Klausewitz. Non solo. Visto che c'erano, i VerfassungsRichters hanno colto l'occasione anche per aggirare l'usuale prassi che vede l'avvallamento del Consiglio di sicurezza, il Bundessicherheitsrat, dichiarandolo come "non rilevante". Stroebele è rimasto ovviamente attonito per la sentenza la quale "di fatto crea un nuovo settore giuridico espressamente per l'industria bellica", o, meglio sottrae quest'ultima a qualsiasi vincolo e garantisce ad essa una coltre oscura e nebbiosa del tutto impenetrabile. In sintonia, ovviamente i dati non sono disponibili in rete, al di là di stime "ufficiali" e già la sola ricerca di statistiche comporta la necessità di iscrizione e verifica sulla propria identità e le proprie motivazioni. Dal materiale rinvenibile si evince comunque la realtà di sempre circa i "bestsellers": Carri armati, Leopard 2; U Boote; aerei; mitragliatrici leggere. Insomma, gli stessi che nel III Reich. Nulla di nuovo per l'industria pesante tedesca, adesso anche in materia normativa.
francesco latteri scholten.

domenica 19 ottobre 2014

Sinodo: c'è un solo matrimonio: l'ultimo.


E' quanto di fatto sancisce l'orientamento della maggioranza dei cardinali, orientamento cui ha dato la sua autorevole benedizione Papa Francesco ma già anche a suo tempo il Card. Ratzinger. Sembrerebbe dunque che la Chiesa - come improvvidamente hanno sostenuto molti osservatori (alquanto superficiali) - si adegui alla "modernità" e con essa allo Spirito della Costituzione democratico repubblicana della maggior parte dei Paesi occidentali, Italia compresa. Così ovviamente non è. Si rimane infatti saldamente ancorati al principio della "Sanioritas" (il più "santo") e dell'istituzionalismo, magistralmente sanciti da Agostino d'Ippona nelle sue "Confessiones". In altri termini: ci si guarda bene dall'aderire al principio della pari dignità (e pari diritti) della persona che le Costituzioni moderne sanciscono ed in base al quale le leggi da queste derivate regolano anche il divorzio. Una eventuale colpevolezza del "Pater", nel frattempo anche Pater della nuova famiglia, intaccandone infatti l'autorevolezza, sminuirebbe invero quella dell' "auctoritas" morale della nuova famiglia e della stessa famiglia in quanto istituzione. Dunque non divorzio legale moderno, bensì "Divorzio Cattolico", ovvero di legittimazione / delegittimazione. Legittimazione del "Pater", si veda l'esempio luminoso delle "Confessiones", e delegittimazione sia della "mulier" che dei "filii". La delegittimazione della "mulier" è, ovviamente, doppia: sia per legittimare il "Pater" che per separarla dai "filii" necessaria ad evitare un possibile "ritorno di fiamma" e perciò l'istituzione di fatto della poligamia. I "filii" sono invero di fatto ridotti a figliastri ma su questo si è poi ambigui (del resto è lo Spirito delle Confessiones): si è d'accordo con la modernità sul fatto che il termine "figliastro" sia volgare e che non vada utilizzato, non si è d'accordo e di fatto all'atto pratico si rifiuta la pari dignità della persona dei figli. Perciò: figli per figliastri e figliastri per figli. Del resto già negl'anni andati quando a capo della Conferenza per la dottrina della Fede (la ex Inquisizione) era il Card. Ratzinger, teologo progressista pro Conciliare prima e anticonciliare poi, si agitava - soprattutto da parte dei teologi tedeschi - lo spauracchio della "Vaterlose Gesellschafft", la società senza padre. Il problema vero sono infatti anzitutto i dati statistici simili nei vari Paesi, in base ai quali circa il 70% dei matrimoni termina con il divorzio e, a sua volta, nel 70% di questi è l'uomo a lasciare la famiglia perché se ne è fatta un'altra. Moglie e figli restano indietro, il più delle volte la donna non si risposa e così in pochi decenni sarebbe re istituita la società di tipo matriarcale. Ma Dio è Pater e Giovanni Paolo I per aver azzardato dire che possa anche essere Mater si è sentito subito male ed è morto... La professione di fede infatti recita: "Credo in unum Deum Pater...". Ed in proposito a figli e moglie, già verso la fine degl'anni '80, dal pulpito del "Campo Santo Teutonico" Mons. Clemens, allora stretto collaboratore del Card. Ratzinger, tuonava così: "... der Verzicht auf ein Recht auf Recht" (la rinuncia al diritto alla Giustizia) *. 
francesco latteri scholten.

* Chi scrive era presente, se ne è andato schifato e non c'ha più messo piede.

sabato 11 ottobre 2014

Slogans di un Buffone in occasione del Flop del Circo Massimo.


Dai tempi di Ben Hur è la sede degl'avvenimenti più significativi dell'Urbe, la sede di elezione, ancor più della già vasta piazza San Giovanni, forse, ancor più di questa "Riferimento" della "Sinistra" e non solo. Un Cantante celebrativo dello Spirito Popolare - e romanesco -, Antonello Venditti, la colmò senza fatica fino alle adiacenti Terme di Caracalla incluse (c'ero anch'io quella sera e quando dopo "Sara", "Ci vorrebbe un amico..." e tante altre, partirono le note di "Grazie Roma" fu un tripudio). Squallidi baraccamenti, mi si scusi, oggi si chiamano tandaggi da show room, ingombrano un'arena avvezza a ben altri fasti e ben altra partecipazione popolare. Timur Vermes si è evidentemente sbagliato perché a "Lui è tornato" in chiave buffonesca aveva attribuito ben altro successo. Tuttavia, siccome il nostro è un "fegatoso" si presenta lo stesso, anche a fronte di presenze numeriche scoraggianti ed entra in scena subito con il caratteristico livore che da un pò a questa parte lo caratterizza: "Faremo il referendum per uscire dall'Euro... Perché se non puoi svalutare la tua moneta devi svalutare i salari che è quello che stanno facendo creando milioni di nuovi schiavi..." Ed ancora: "Il jobs act l'ha mica fatto Renzi, l'ha fatto Schoeble: lo stesso posto di lavoro e le stesse ore ma per di più precarie, le dividi tra tre persone ed hai triplicato i posti di lavoro..." e così via. Il riferimento più opportuno è quello di una celebre vignetta estera di alcuni anni fa che con il personaggio in questione nulla aveva a che fare. Recitava circa così: "Prima di azionare la bocca assicurarsi che il cervello sia inserito e non solo in stand by". La svalutazione della moneta (come il suo conio non corrispettivo), consigliato non a caso da Mefistofele nel Faust di Goethe, corrisponde infatti all'immediata riduzione del potere di acquisto della stessa, ovvero alla immediata riduzione del salario di tutti e qui andrebbe ricordata l'autorevolezza non del celebrato autore letterario, bensì quella dell'avvedutissimo Consigliere di Stato Wolfgang Goethe. Andrebbe inoltre ricordato che il nostro non è un Paese che "campa" come l'Arabia Saudita, la Nigeria, il Sud Africa, il Canada, la Russia etc. di vendita di materie prime. Il nostro è un Paese che "campa" di "trasformazione", ovvero acquista materie prime ne fa dei manufatti e li rivende. Senz'altro è vero che la svalutazione favorisce la vendita dei nostri prodotti - è la cosìddetta concorrenza sleale - senonché poi, per produrli i prodotti, bisogna acquistare le materie prime e quelle si pagano in oro o in dollari mica in Lire svalutate ed ormai carta da pacco... Ovvero: quello che hai guadagnato al girone d'andata ce lo rimetti due volte a quello di ritorno. Per la tanto sempre sbandierata uscita dalla tanto invisa Europa, andrebbe poi fatto toccare con mano che se la crisi attuale è per buona parte uno strascico della grande crisi americana degl'anni scorsi dovuta ai derivati, per altra è dovuta alla difficoltà di reggere la concorrenza proprio nei mercati europei che anc'or oggi costituiscono la fetta più rilevante del nostro export. L'uscita dall'Euro e dall'Unione Europea implicherebbe un immediato maggior tassamento dei nostri prodotti su quei mercati - oggi ne siamo esclusi perché Paese membro - e quindi un tracollo del nostro export. Infine il riferimento a Schoeble: l'ex Cancelliere ha fatto la sola cosa immediatamente attuabile in una Germania che alcuni anni fa era in una crisi grave e profonda: ha cercato di dividere equamente il lavoro realmente disponibile: appunto dalle ore di un posto di lavoro ne ha ricavati tre, ovviamente con la retribuzione di un terzo. Ebbene: un terzo di stipendio - per un terzo di ore lavorative - è meglio di inoccupati con nessuno stipendio. Così i posti di lavoro sono triplicati e la Germania è uscita dalla crisi (i sacrifici non sono stati chiesti solo a greci e portoghesi... E, a proposito: proprio grazie alla cura della tanto invisa Troika quei Paesi si stanno riavendo).
francesco latteri scholten.

giovedì 9 ottobre 2014

Lavoro: il lato oscuro di Keynes.


In tempi di grande crisi riecheggiano quelle del passato, in particolare quella del '29 nel Novecento e dunque i suoi analisti. Riaffiora quello grande del "Professore di Harward", John Kenneth Galbraith, recentemente scomparso, ma, soprattutto, quello di John Maynard Keynes, il primo e più grande studioso proprio della crisi del '29 che metteva in discussione tutta quanta l'economia "classica", incapace e di leggerla e di interpretarla in quanto fondate in fine su un dato fideistico, quello dell'automatismo dell'economia per cui essa tendeva automaticamente al proprio riassetto. La crisi del '29 dimostrò la falsità di questo assunto. L'analisi di questa crisi diede a Keynes le basi per il superamento dell'economia classica da cui egli si distanziò soprattutto in tre punti: a) la concezione della moneta non più semplicemente come mezzo di scambio, ma anche come fondo di valore; b) l'abbandono della legge di Say secondo la quale ogni offerta crea automaticamente la propria domanda per cui non può non esservi equilibrio tra domanda ed offerta; c) contro la concezione classica che ammetteva periodi di sottooccupazione, si afferma la rigidità dei salari verso il basso. Corretto così il sistema si tratta di riportarlo all'equilibrio e ciò spetta - al pari che in Marx - allo Stato. Allo Stato in particolare spetta di correggere e bilanciare gli andamenti dei cicli economici, mantenere la piena occupazione, stabilizzare e incrementare il reddito nazionale, eliminare gli squilibri territoriali, prevedere le esigenze delle generazioni future. In tutto ciò lo Stato non ha da temere un deficit, in quanto - è la tesi fondamentale del nostro - un deficit di bilancio sortisce necessariamente effetti espansionistici per il sistema economico anche se finanziato attraverso l'indebitamento dello Stato. Le tesi keynesiane - probabilmente ignorandone l'autore - trovarono una loro messa in pratica già pochissimi anni dopo il '29, precisamente a partire dal '33, in Germania da un personaggio che diverrà famigeratamente e terribilmente famoso: Adolf Hitler. In Germania la crisi ebbe ripercussioni molto più forti che altrove, basti ricordare che un francobollo da affrancatura semplice era giunto a "valere" 5 miliardi di marchi, ovvero il marco non valeva più assolutamente neppure la carta su cui lo si stampava. La politica e con essa l'economia, quelle di Weimar, erano inceppate da una sinistra che aveva poco meno del 50% dei voti ed una destra che solo con l'ausilio della minoranza hitleriana poteva bilanciarla. Il 27 febbraio del 1933, ad un mese dalla sua elezione a Cancelliere, Hitler fa incendiare il Reichstag attribuendone la responsabilità ai comunisti ed alle sinistre: è la scusa per per le proscrizioni e deportazioni di massa, è la nascita dei KZ, i Konzentrations-Lager, i campi di concentramento i quali accolgono anzitutto gli oppositori politici del regime, in massa, ad essi si aggiungeranno i delinquenti comuni, i sessualmente diversi, le vite indegne di essere vissute e gli ebrei. Questi campi sono certamente anche campi di prigionia, di tortura, di sperimentazione sull'uomo e molte altre atrocità ed infamie, ma essi sono anzitutto - e lo specifica assai bene la scritta sul cancello di Auschwitz - dei campi di lavoro: Arbeit macht Frei. Non si tratta di un senso figurato o di una scritta di scherno, la legge che vi impera è infatti una legge economica: se e fintantoché produci di più di ciò che costi vivi, appena costi di più ti si elimina. L'uomo è ridotto a totale funzione dell'economia. E l'economia tedesca risorge e risorge in pochissimo tempo, nel giro di due - tre anni è di nuovo un gigante. Si finanzia sul deficit, come dice Keynes, e con ciò realizza progetti colossali, quali la rete autostradale, la rete ferroviaria con i treni più veloci del mondo (230 Km/h già le vaporiere di allora), le colossali opere di urbanistica etc. e, soprattutto una produzione bellica inimmaginabile. Il lavoro per tutto questo è fornito dai milioni di deportati dei campi di concentramento che ogni mattina vengono trasportati dai campi ai cantieri di autostrade, ferrovie, alle fabbriche di armamenti etc, la sera sono ricondotti nei campi. Oggi è ancora così con milioni di extracomunitari e non: il keynesismo moderno. E questo è l'altro volto, quello oscuro, quello che sempre è nascosto, delle economie keynesiane.
francesco latteri scholten.

martedì 30 settembre 2014

Mons Giovanni Carrù: dai candelabri a Bertone agli amici della "famiglia" Gambino.


"Pastorem dabo vobis", ma probabilmente Mons. Giovanni Carrù non ne è l'interprete più adatto, come - ex post - pare non lo sia neppure a ricoprire l'incarico attualmente conferitogli di segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. La sua inadeguatezza anche a ricoprire il semplice incarico di parroco è stata infatti dimostrata dai Carabinieri del nucleo "Tutela del patrimonio culturale" condotti dal capitano Guido Barbieri e dal sostituto procuratore Gabriella Viglione che in seguito alle molteplici segnalazioni di cittadini e fedeli hanno portato avanti una accurata indagine dalla quale è emersa l'asportazione dal Duomo di Chieri di diverse tele, statue, mobili ed altri oggetti proprio durante il ventennio in cui Giovanni Carrù ne è stato parroco. Opere sono scomparse anche dalle Chiese di San Filippo Neri e San Guglielmo. Diversi oggetti sono stati ritrovati inspiegabilmente presso privati che li avrebbero ricevuti in dono. Alle donazioni non sono stati esenti neppure alti prelati tanto che due candelabri sono stati ritrovati presso l'ex segretario di Stato Tarcisio Bertone che li ha prontamente restituiti. Ammanchi di cifre considerevoli vi furono pure dai conti correnti bancari della parrocchia, tanto che il sostituto procuratore Cesare Parodi aprì un'inchiesta, poi archiviata perché il Vicario generale della diocesi di Torino Guido Fiandino non fece querela e perché in seguito all'inchiesta Mons. Carrù restituì il maltolto. Nonostante questi precedenti che in Vaticano dovevano essere ben noti, anche se l'inchietsa che li ha portati alla ribalta è del 2012, il 18 luglio 2009 il Card. Gianfranco Ravasi, voluto proprio da Bertone, nomina Carrù alla segreteria della Commissione per l'Archeologia Sacra. Problemi più seri di due candelabri pare debbano invece arrivare a Mons. Carrù da vicende inerenti un altro segretario di Stato vaticano emerito, il Card. Angelo Sodano, più precisamente dal nipote di questi, l'Ingegner Andrea Sodano. Quest'ultimo infatti è stato cooptato da Raffaello Follieri, ormai noto per essere uno dei maggiori truffatori degl'ultimi decenni, compagno di Anne Hathaway, attrice "Oscar", ma che non disdegna il porno. Negli USA il Follieri è riuscito a trovare introduzione addirittura sia presso i Clinton che presso i Mc Caine, come al di qua dell'Atlantico in Vaticano. La vera ascesa di Follieri - secondo un'inchiesta de "L'Espresso" del 2006 - sarebbe dovuta all'incontro ed all'entrata in affari con Vincent Ponte, figlio di uno dei patriarchi della famiglia Gambino, la più potente delle "5 famiglie" della mafia italoamericana. Una delle idee "clou" di Follieri, resa possibile grazie a "the Uncle", ovvero lo zio Cardinale (zio di Andrea): approfittare della vendita di beni immobiliari delle diocesi per risarcire le vittime della pedofilia e trasformarli in beni di pregio per poi rivenderli... Le vicissitudini finanziarie di Follieri sono poi molteplici e poliedriche, l'ultima prima dell'arresto: un assegno a Mons. Giovanni Carrù già sottosegretario della Congregazione per il Clero...
francesco latteri scholten.