Servizi e Segreti, non solo Datagate ma peggio: tribunali segreti.


Non arriva da Snowden, ex novellino della CIA, la vera e più inquietante denuncia. Che i nostri dati e le nostre abitudini, in tutti i sensi ed in tutti i campi, venissero monitorati, lo si sapeva da tempo. Si sapeva anche che i monitoraggi non fossero fatti solo dai Servizi, ma anche da quelli deviati, dalle grandi lobby economico politiche, dalle multinazionali. A Snowden si deve la rivelazione delle dimensioni colosali con cui ciò avviene e l'indirizzo con cui lo si fa: siamo dei bersagli, dei nemici, dei not self. Il contesto svelato da Snowden rimane tuttavia quello "classico", ormai datato, del Panopticum di Bentham, il celebre e più o meno utopico luogo dal quale si può osservare tutto senza esser visti a propria volta. E' invece da un vecchio Boss dei servizi britrannici (precisamente del famigerato M16), quasi sempre al fianco della CIA, che viene la denuncia vera, estremamente più inquietante: esistono tribunali segreti, dove - in segreto appunto - si decide dei cittadini che quasi sempre non sanno neppure di essere giudicati e dove, nei rari casi in cui lo sanno, non hanno comunque la possibilità di difendersi e dove le prove, che il cittadino non ha neppure la possibilità di conoscere, sono interamente addotte, spesso fatte, dagli agenti. Il giudizio stesso poi è del tutto indifferente all' "innocenza" - e c'è da chiedersi che senso abbia più questo termine - o dalla reità, risentendo esclusivamente della "opportunità" per i mandatari della "corte". Opportunità di image, opportunità politico economica o socioculturale. "Sono le spie, in qualità di professionisti della seduzione e della persuasione, e dell'inimidazione, all'occorrenza, ad aver esercitato così validamente pressioni in Parlamento. Sono le spie che approveranno e sceglieranno ed istruiranno gl'avvocati; ancora le spie che produrranno testimonianze e prove che lo sfortunato ricorrente forse non vedrà né contesterà mai" (Le Carré). Siamo insomma alla realtà, che si credeva superata per sempre, dei tribunali de "Il Papa re", di Filippo il bello, del regime nazista. L' affaire Dreyfuss, ad esempio, ne svela parzialmente il volto. Viviamo dunque in Matrix, e, come lì, qualcuno osserva: "quale verità? Viviamo in una realtà fatta da immagini che il nostro cervello esperisce da dei dati ... Si tratta di porre, costruire, lo si chiami come lo si vuole, dei dati al cervello, di dare delle immagini alla gente, perché la gente vuole credere e credere a delle immagini ..." E' anche per questo che, a differenza di quella di Snowden, la denuncia di John Le Carré non suscita scalpore, pur essendo quella di un vecchio boss dei servizi di sua Maestà. Il nostro infatti denuncia l'operare vero dei servizi sin dai tempi della Guerra Fredda, ne ha poi disvelato il mutamento con la caduta del muro, e nel nuovo ordine mondiale. Denunce famose fatte sotto forma di romanzi altrettanto famosi, quali La talpa, La casa russa, Il visitatore segreto, all'ultimo A delicate truth. Ma come già per l'esempio italiano di "Romanzo criminale", non si tratta invero di romanzi, ma della realtà vera, ed in ispecie non solo di quella di Bush, ma anche di quella di Obama. 
francesco latteri scholten.

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