giovedì 6 dicembre 2018

Gilets Jaunes: a fuoco la Francia degli Illuministi.


E' significativo molto che il commento più adeguato alle vicende drammatiche di Francia sia proprio quello di Enrico VII, Conte di Parigi e legittimo erede al Trono di Francia: “L'irresponsabilità e l'impunità dei nostri responsabili mettono in esergo la drammatica realtà di una vacanza del Potere”. Quella infatti che va a fuoco è la Francia più celebrata, quella degli Illuministi, che ha portato ad una società senza storia, senza radici, senza valori e dunque senza identità in nome di ideali che perseguono una società edonista e materialista cui unico dio è alla fine, cadute tutte le maschere, il denaro ed invero costruiscono una società povera, denatale, 


senescente ed agonitica con l'uomo ridotto non solo a bestia ma a numero ed è significativa l'osservazione di Benedetto XVI che il demonio sia l'unico essere a non avere un nome proprio ma ad essere designato da un numero: 666. E' la morte degli Enciclopedisti, dei Diderot e d'Alambert, ma anche quella di Rousseau, Robespierre, Saint Just e di tutti gl'altri Testa di Cazzo che si sentono il Sale della Terra: la morte della Rivoluzione Francese, l'abominio che è stato capace in un pugno di anni di fare più morti nella sola Francia che l'Inquisizione in quattro secoli in tutta Europa. E' infine la morte del '68, frutto marcio delle stesse radici e della mancata 


conversione allo Stalag XII D di Treviri nel 1940 (dove compose Bariona il miglior pezzo del Novecento sulla natività di ns Signore) di Jean Paul Sartre da cui “L'Essere ed il Nulla” trova il suo necessario seguito nei “Cahiers pour une Morale” scritti subito dopo, nel 1948, ma pubblicati postumi perché senza fondamento metafisico e Sartre stesso non era un antimetafisico, anzi. Ma che fondamento può esserci se Dio non esiste, “l'uomo (come già per San Tommaso ma per lui Fondamento era Dio) è l'essere che non ha e non può avere fondamento in sé”... Ci potrebbe essere la società: ma se è quella nazista di Hitler o quella stalinista di Stalin? Ecco la 


nascita di quella porcheria che è stato il '68. E Sartre, il Filosofo del XX secolo, che fosse senza fondamento lo sapeva benissimo e la pubblicazione postuma ne è la prova. E' mentire sapendo di mentire, è essere un corrotto di merda. E' qui, al tempo stesso, l'incapacità di conversione di molti, di tantissimi, di intere masse. Il fatto è, come molto correttamente osserva Houellebecq in “Sottomissione”, che “l'Europa, in primis Francia e Germania, senza cristianesimo è morta come ben dimostra la I guerra mondiale”. Considerazione peraltro parallela a quella di Benedetto XVI: “L'Europa o sarà Cristiana o non sarà.” Ma, il cristianesimo è allora la domanda 


basilare dei nostri tempi, giustamente posta da Houellebecq, è in grado di rivivere? E qui si pone anche il confronto con l'Islam religione degl'immigrati ovvero di tanta parte della popolazione che la propria religione e con essa le proprie tradizioni e valori li hanno conservati e con queste modelli sociali – per me non condivisibili – ma che, al pari di com'era quello Cristiano, sono vivi e vitali, giovani, prolifici e non degenerati, senescenti e agonitici. Qui è anche la questione della Donna e se è vera la deplorevole misogenia dell'Islam, giusto il diritto alla Dignità della Donna, è vero anche l'interrogativo su quanto, grazie 


all'Illuminismo, la donna di oggi sia ancora Donna. Senz'altro non è più la Mulier della Tradizione Classica da cui l'Occidente e l'Europa nascono, senz'altro non è più la Donna della Cristianità che trova in Maria di Nazareth il suo modello. Qui è anche la Colpa della Chiesa: “avete voluto seguirci ad ogni costo su una via sbagliata” come osserva giustamente Gianni Vattimo. Il volersi a qualunque costo “adeguare” ad un modernismo mortifero e si vedano il tanto indebitamente celebrato Card. Martini e, ad esempio, la sua abolizione delle celebrazioni dei decennali di matrimonio (cosa c'è di più Cristiano della celebrazione del matrimonio e della famiglia?) in 



Duomo a Milano per “non urtare la sensibilità dei divorziati...” (ma vaffanculo). Sempre a proposito dello stesso Card. La frase detta ad un più fedele ai valori ed alla tradizione Benedetto XVI: “te ne devi andare...”: ecco la concrezione del suo voto di fedeltà ed obbedienza al Papa, non diversa da quella ai valori Cristiani... Si vedano gli sproloqui accademico poetici ostentati per la più mirabile e moderna delle sociologie illuministe del Card. Ravasi... Si vedano tanti cristiani sacerdoti e non che tolgono crocifissi e presepi per no urtare la sensibilità dei non cristiani, per non dire ahimè di certi personaggi figli di 


ideologie figlie di quelle illuministiche assurti ahimè a Generali di importanti Ordini religiosi ad es. Padre (?) Sosa dei Gesuiti e, si vedano pure, ancora ahimè, certe – giustamente assai messe in discussione – Encicliche papali. E le chiese si svuotano ogni giorno di più perché, grazie a Dio, come osservava già Gesù nel Vangelo, le pecore hanno riconosciuto i falsi pastori e non li hanno seguiti.
francesco latteri scholten.

martedì 8 maggio 2018

Il '68: una porcheria nel suo 50° anniversario.


La scintilla è lì, il 3 maggio 1968 alla Sorbonne icona francese dai tempi di San Tommaso, e la motivazione giusta e sacrosanta: la libertà di studio e di insegnamento. La stessa dei moti studenteschi del 1229, sempre alla Sorbonne, che videro sulle barricate con gli studenti, in sua difesa, tra gl'altri, appunto l'aquinate che per l'occasione uscì con il suo scritto più accorato: “Contra impugnantes Dei cultum et religionem” (all'epoca Tommaso era un grande ed inviso progressista). Nel '68 sulle barricate con gli studenti ci sono professori ed intellettuali non meno famosi e significativi di Tommaso ai suoi tempi (ne cito solo alcuni): un giovane e brillante Michel Foucault autore di testi come “Sorvegliare e punire”, “Il potere psichiatrico” “La storia della follia” “L'ermeneutica del soggetto”; 


una già attempata Simone De Beauvoir icona del femminismo francese e della resistenza; il suo compagno di sempre, amico di Foucault, Jean Paul Sartre: “L'essere ed il nulla”, “La Nausée”, “Les mains sales”. Tuttavia, se nel 1229 la sommossa raggiunge intensità significative, essa si appella però direttamente alle massime autorità civili e religiose, il Re ed il Papa, per i propri diritti, mentre invece nel 1968 le rivendicazioni assumono assai presto connotazioni antisistemiche tout court dove il sistema è avversato perché tale. Il “maggio francese” diventa una cassa di risonanza in cui confluisce tutto un filone iniziato negli anni '50 e '60 con forte diffusione grazie soprattutto, ancor prima che all'università, alla musica ed al cinema. Tra le icone più celebri i Beatles, i Rolling Stones, Bob Dylan, i Queen; per il cinema il 


celebre “Pat Garret e Billy the Kid” e le tante interpretazioni di John Wayne. La concezione che ritroviamo è però a ben vedere più datata e la si ritrova in pieno in quei figli deviati dell'Illuminismo che furono i romanticisti, in particolare ben ritroviamo molto di Nietzsche e di Leopardi. La radice filosofica la ritroviamo in una non corretta lettura di Platone già ai tempi del Rinascimento. C'è la cristallizzazione del pensiero di Platone ne “La Repubblica o sulla giustizia”, “Il Simposio”, “ il “Teeteto”, il “Gorgia”. In particolare la concezione – al pari che in Nietzsche, Leopardi e nelle correnti anni '50 e '60 - astratta dell'uomo che di fatto è sradicato dalla famiglia, dalla patria, dalla storia. Da qui una concezione del diritto e della giustizia falsati. Correttamente nei “Lineamenti di filosofia del Diritto” (ma anche nell' 


“Enciclopedia”) Hegel osserva come sia con la nascita della Famiglia, primo nucleo della società e dello Stato che il diritto passi da astratto a diritto concreto. Platone invero fa anch'egli questo passo quando nel suo ultimo scritto (fu trovato “addormentato” mentre ne ricorreggeva il testo già ultimato), i “Nomoi”, le Leggi, si chiede quale debba essere non il diritto astratto e lo Stato ideale, bensì il diritto concreto nello Stato storicamente dato. Non c'è più, come negli scritti di prima, l'Eros che è anche pederastria o omosessualità, bensì amore di coppia – eterosessuale – finalizzato alla procreazione. E' il punto che Nietzsche e Leopardi (di entrambi sono note le tendenze 


omoerotiche) e le correnti anni '50 e '60 così come il '68, rigettano. L'uomo che ne risulta è un uomo sradicato senza famiglia, patria e storia, quello riproposto da tanti media di oggi e celebrato perché utile al capitalismo. E di fatto, come ha ben evidenziato più di una indagine economica, i sessantottini sono i “ribelli” più ricchi nella storia della Francia: una sommossa radical chic come acutamente osservava Pier Paolo Pasolini: “La piazza borghese contro i poliziotti proletari”. Con il rigetto del diritto che passa alla concrezione con la famiglia, si pongono le radici dei movimenti LGBT, Gender, matrimoni gay, uteri in affitto, concezione in provetta e quant'altro. L'esito più nefasto è la rottura 


dell'equilibrio tra persona e società, che, se è vero che prima era un tantinello spostato sul lato della società, adesso lo è sulla persona. Ma così il concetto stesso di persona è mutato radicalmente. La società invece è distrutta con tassi di geriatria e decessi che non possono essere più pareggiati dalle poche nascite. Insomma si porta avanti una ideologia di disidentità e di morte. E, forse, non è un caso che siano dei satanisti Mick Jagger degli “Stones”, Freddie Mercury dei Queen, Bob Dylan e John Lennon. Vogliono, come tutto il '68, collocarsi “oltre”, superare, andare “al di là”: stanno uccidendo il nostro mondo a cominciare dalla Famiglia, dalla Patria, dalla Cultura, dalla Persona. Solo in Italia ogni due anni scompare per 


denatalità una città come Messina, 350.000 abitanti. Se si fosse gettata un'atomica se ne parlerebbe tra duecent'anni, così non dice niente nessuno... Al tempo con l'immigrazione ne sorge un'altra di 250.000 abitanti: una vera sostituzione etnica. Ecco la realtà dell' “oltre”. Michel Houellebecq bene descrive il '68 come “l'anno della catastrofe, che ha lasciato solo miseria, individualismo e violenza”. In sintesi: il 68? Una Porcheria.
francesco latteri scholten.

martedì 30 gennaio 2018

Acquedolci: conferita la cittadinanza onoraria al Rettore di Uni CT Francesco Basile ed al Prof. Guido Basile.


Giornata importante e carica di fascino ed emozione per la ridente cittadina nebroidea e la nuova amministrazione che ha potuto accogliere due tra i più quotati luminari siciliani, il Prof. Francesco Basile, Magnifico Rettore dell'Università di Catania ed il Prof. Guido Basile della stessa. Discendenti da una delle più antiche famiglie della nobiltà siciliana, investita della “baronia del grano” nel lontano 1473, e che partecipò in epoca più recente all'unità d'Italia, si sono entrambi distinti per il loro valore di scienziati. Il Prof. Francesco Basile, eletto Magnifico Rettore dell'Università degli Studi di Catania per il sessennio 2017 / 2023, è stato attivo alla Mounth Sinai School of Medicine di New York, al Mayo Clinic di Rochester, al Department of Surgey della Harward 


Medical School, al Massachusetts General Hospital di Boston, al St. Mark's Hospital di Londra ed è l'istitutore del dottorato di ricerca di “Fisiopatologia del politraumatizzato” poi evoluto nel dottorato di ricerca in “Fisiopatologia pre e post operatoria in chirurgia d'urgenza”. Il Prof. Guido Basileè invece docente di chirurgia d'urgenza sempre presso l'Università di Catania, ha frequentato anch'egli il Massachussetts General Hospital di Boston è passato successivamente all'Institute of Urology di Londra ed al Dipartimento di Urologia della Boston University. L'accoglienza, alle 10.30 am, è stata data dal Sindaco Avv. Alvaro Riolo, dal Vicesindaco Dott. Salvatore Oriti, dalla Presidente del Consiglio Comunale Dott.sa Valeria Rubuano, dagli Assessori Cirino Rotelli, 


Dott.sa Nicolina Pulvirenti, Dott. Giuseppe Reitano e dai Consiglieri Dott. Giuseppe Salerno, Salvatore Scaffidi Fonti, Salvatore Barone, Monica Fiocco e Bettina Versaci. “La presenza di tutta la famiglia Basile – ha esordito il Sindaco Riolo - è un ulteriore lustro per tutta la comunità acquedolcese, una famiglia da sempre distintasi pereccellenza scientifica ma anche civica ed umana. Lo spirito di servizio ed il rispetto delle istituzioni sono altri due fattori che hanno avuto un ruolo nel conferimento della cittadinanza onoraria così come l'affetto ai cittadini e l'amore per Acquedolci sempre dimostrati in ormai oltre un quarantennio. Nelle occasioni si mostrano i gioielli di famiglia e per la comunità di Acquedolci i gioielli di 


famiglia sono i nostri giovani impegnati anche nell'alternanza scuola / lavoro e, proprio in riferimento ai giovani chiedo alla famiglia Basile di aiutarci in percorsi di crescita e progettualità. Può considerarsi in questo senso anche l'altro evento di oggi, l'inaugurazione della nuova sede dell'Antiquarium della Grotta di San Teodoro. Per tutti e due gli eventi un sincero grazie al mio “fratello maggiore” il Dott. Oriti che ne ha anche sostenuto la gran parte del lavoro, un grazie anche a Salvatore Scaffidi e a tutto il Consiglio Comunale.” Il Dott. Giuseppe Salerno ha invece ribadito che il conferimento è dato per il comportamento tenuto dalla famiglia Basile da oltre ½ secolo ed ha auspicato che la cittadinanza onoraria sia proficua anche per futuri incontri scientifici come un Rettore ed un Professore di 


Università possono garantire. “Per me – ha proseguito Salvatore Scaffidi – l'immagine dei Basile è un ricordo d'infanzia, quando con l'autobus o con la 600 si andava a Catania per curarsi e si tornava con l'entusiasmo per come si era stati accolti. Altro ricordo è quello di amici dipendenti o collaboratori della famiglia Basile tutti orgogliosi di essere loro dipendenti. Un caloroso Grazie a tutti e due, al Rettore ed al Professore. Colgo l'occasione per lanciare anche l'iniziativa della dedica di una via cittadina al Prof. Attilio Basile.” La parola è poi passata ai due destinatari dell'onoreficenza: il Prof. Guido Basile si è congratulato per le tante iniziative della nuova amministrazione, ma specie per quelle volte alle fasce più deboli, i giovani e gli anziani. “Conto di venire più spesso ad Acquedolci anche per rispondere alle aspettative poste.” Per ilMagnifico Rettore, Francesco Basile, quello con 


Acquedolci è un rapporto bello e importante che riporta all'infanzia ed alla fanciullezza, “tempi cui risale la mia amicizia con il Dott. Oriti. Ad Acquedolci venivo spesso, poi ho seguito le orme di mio padre: grazie alla proposta di Salvatore Scaffidi di intitolargli una via cittadina. Acquedolci è sempre stata ns soggiorno quando venivamo da Catania. I progressi amministrativi e sociali sono molti e l'impegno e l'attenzione al rapporto scuola / Università / lavoro è fondamentale per dare una possibilità concreta ai giovani: bisogna riuscire a creare percorsi concreti. Fin da ora, in questo senso posso garantire il mio triplice impegno: personale, professionale ed istituzionale da cittadino di Acquedolci titolo di cui posso da oggi fregiarmi”. Ultimo oratore è il Vicesindaco,Dott. Salvatore Oriti: “Quello di oggi è un evento che arriva con 10 anni di ritardo, lo avevo infatti avviato 



quando ero Sindaco... Ma io le cose le porto a termine. Oggi sonodoppiamente contento perchè riprende in nuova forma anche l'attenzione alla Grotta di San Teodoro, anch'essa in abbandono con l'amministrazione successiva alla mia... Salvatore Scaffidi ha ricordato il Prof. Attilio Basile: ebbene - ha proseguito Salvatore Oriti -, il bollettino dell'Ateneo, in occasione della sua scomparsa ne ricorda i 102 anni di vita e 70 di chirurgo, e le due passioni prime: passione per la chirurgia ed il desiderio di conoscere e la capacità di amare l'uomo. Dobbiamo lavorare anche ad un convegno scientifico per la istituzione di una Borsa di Studio intitolata proprio al Prof. Attilio Basile che ponga al centro questi valori... Abbiamo dovuto combattere per l'acqua ma oggi, dopo averla fornita ai cittadini, siamo riusciti anche a far riprendere a funzionare la fontana comunale: un buon segno...” La consegna delle pergamene e delle targhe ha poi concluso la cerimonia.
francesco latteri scholten.

domenica 7 gennaio 2018

Antipapisti, “Al cuore di Ratzinger al cuore del mondo”: nel mirino dopo Francesco anche Benedetto XVI e il Vaticano II.


E' uscito “Al cuore di Ratzinger al cuore del mondo” di Enrico MariaRadaelli già collaboratore di Antonio Livi, uno dei firmatari contro la “Amoris Laetitia” e mente di siti come “la bussola” ostili a Papa Francesco, che ne scrive la prefazione. Escono allo scoperto così gliantipapisti, cui non solo Papa Francesco, ma neppure San Giovanni Paolo II o Paolo VI andavano a genio. L'intenzione e la mira sono ora chiare e precise: colpire Joseph Ratzinger per colpire il Concilio Vaticano II di cui l'allora giovane Professore rampante di teologia è stato uno dei protagonisti, appunto: al cuore di Ratzinger, al cuore del mondo. Sotto accusa la concezione ratzingeriana che si chiede esplicitamente al 


Papa emerito di emendare pubblicamente, come già a Bergoglio con i dubia. Concezione formulata apertamente nella raccolta di lezioni “Introduzione al cristianesimo” che ha fatto di Ratzinger uno dei massimi teologi del Novecento, ma che sarebbe invero anteriore e che si ritroverebbe molteplicemente disseminata nel Concilio Vaticano II e, segnatamente, nella Gaudium et Spes. L'accusa a questa concezione è che i dogmi, della fede sarebbero interpretati con schemi concettuali propri del soggettivismo moderno e che l'apologetica si sarebbe così spostata dalle ragioni per credere del Vaticano I alla semplice volontà di credere e così nell'animo del credente all'atto di fede sarebbe sempre associato il dubbio. Negazione perciò del Concilio Vaticano II e ritorno al I, facendosi forti anche 


della crisi di fede dell'uomo di oggi, specie in Europa e concomitantemente del crollo di vocazioni e fedeli. Tuttavia il discorso non quaglia, sebbene infatti alcuni passi della “Amoris Laetitia” possano essere formulati in modo non ottimale, diversi religiosi e teologi possano avere posizioni discutibili (perlomeno a parere di Livi Radaelli & C), da Enzo Bianchi aPadre Sosa, a Ravasi a Schillebecq a Kung, vanno ricordati alcuni punti1) agl'antipapisti non vanno bene neppure Papi eminenti di epoca preconciliare quali Leone XIIIPio XI e Pio XII, per citarne alcuni; 2) il Concilio Vaticano II fu indetto per ovviare alla grandissima stagnazione e crisi della Chiesa dell'epoca; 3) il ConcilioVaticano II ha saputo assai bene ovviare a quella crisi e dare slancio forte alla Chiesa del suo tempo. E' qui poi evidente che non si 


voglia neppure semplicemente un – peraltro già assai discutibile ed irrisolvente – ritorno al Vaticano I, bensì qualcosa di di più. Insomma Livi, Radaelli & C. porterebbero davvero più Cristo e più fede al mondo? Credo proprio di no. Il Vaticano I è stato un momento valido ed importante per la Storia della Chiesa ed è stato la base che ha portato al Vaticano II che si è fatto perché ormai si era su un binario morto. E, va ricordato, il Vaticano II è stato uno degli eventi più 


importanti del Novecento e sulla sua scia si è arrivati ad uno dei migliori testi di sempre della Chiesa, la “Fides et Ratio” scritta a quattro mani da San Giovanni Paolo II e Joseph Card. Ratzinger: la Chiesa che ha sconfitto le ideologie ed abbattuto il muro di Berlino.
francesco latteri scholten.