venerdì 27 dicembre 2013

Marilyn ed i presunti fallimenti della psicanalisi.


E' stata l'icona della sessualità, è tutt'ora sex symbol per antonomasia, così come nel (falso) immaginario comune Freud è il riduttore di ogni cosa alla sessualità. Le sexy immagini della diva americana, anche quelle di Warholl, tutt'ora sono tra le più quotate, come ben conosciuta è la celebre caricatura in cui nel volto del padre della psicanalisi è possibile intravedere, al tempo stesso, una donna nuda. La più celebre delle dive ovviamente non poteva che essere anche l'amante del più iconografico dei presidenti americani: John Fitzgerold Kennedy (ma pare anche del fratello di lui...). Con JFK l'accomuna il mistero di una morte mai chiarita: i sovietici, la stessa CIA, la mafia, per lui, omicidio o suicidio per lei. L'accomunava anche una vita di eccessi: sesso alcool e droghe, successo stratosferico, abissi umani, come anche un intelletto decisamente straordinario con IQ da vero genio. Eppure - o forse proprio per questo - il caso di Marilyn è uno dei più eclatanti del Libro nero della psicanalisi. O forse no. Perintanto già il poco detto pone la persona e la personalità come soggetto difficilmente adattabile alla psicanalisi per una serie di ragioni. Anzitutto l'uso di droghe, ed è vero che anche Freud faceva uso di cocaina ma ha percorso egualmente la via dell'autoanalisi, ma la Monroe ne usava anche altre e spesso - a differenza di Freud - con eccesso per cui sarebbe stato da vedere l'impatto lasciato da un uso ormai protratto da anni e quindi l'opportunità di un eventuale trattamento anche psichiatrico o almeno disintossicante. Anche le sue altre peculiarità, dalla sessualità all'elevatisimo IQ ed all'altrettanto elevata cultura ponevano serissimi problemi al rapporto psicanalizzanda / psicanalista. Rapporto che ricalca quello ignaziano di Maestro / allievo per gl'esercizi Spirituali: esso non deve essere connotato da una eccessiva differenza tra i due, cosa nel caso di Marilyn praticamente impossibile e, probabilmente, era lei a psicanalizzare lo psicanalista anzicché viceversa. C'è poi il fine della psicanalisi ed anche qui c'è coincidenza con gl'esercizi ignaziani: portare il soggetto ad una più piena e consapevole visione di sé e del mondo perché possa liberamente fare le sue scelte più opportrune. E qui c'è spesso l'errore, l'incapacità, quando non addirittura la cosciente falsità di tanti "Maestri" e "Psicanalisti" che lo intendono invece come una riconduzione del soggetto al proprio modello socioculturale o religioso. E, spesso, è valutato come "successo" degli esercizi o della psicanalisi semplicemente la misura in cui questa riconduzione riesce. Un qualcosa che - a detta dello stesso Freud, come già di Sant'Ignazio - non solo non c'entra assolutamente niente, ma è anzi il più indebito degli abusi nei confronti dello psicanalizzando. Ma, a ben vedere, nel caso Marilyn c'è di tutto questo un pò, anzi un pò molto. Di più: c'è tantissimo. Comunque sia: ciao Norma Jane, ci manchi.
francesco latteri scholten.

lunedì 16 dicembre 2013

Priorità riforme: già da Kelsen (1929) il no più autorevole al bicameralismo perfetto.



E' l'urgenza più improcrastinabile sia sul piano socio economico che su quello politico, alla quale del resto con inusitato (ma necessario) tempismo si sta dando mano dopo le dichiarazioni delle primarie: monocameralismo, abolizione delle province e legge elettorale. Per l'alleggerimento del gravame economico della politica i più tempestivi si sono dimostrati Enrico Letta con il decreto che assegna ai cittadini la facoltà di finanziare o meno i partiti con il due per mille e di scegliere quali finanziare, e Rosario Crocetta con la riduzione della paga mensile ai deputati regionali ad 11.000 Euro in linea con le direttive europee. Per il miglioramento effettivo della "governance" sia sul piano politico con l'eliminazione della "navetta" e quindi dimezzamento dei tempi legislativi, sia per un più fattivo alleggerimento del costo della politica sono necessari la riduzione cospicua del numero dei parlamentari, delle istituzioni politiche (ad es. la seconda Camera con poteri e funzioni del tutto analoghi alla prima) e degli enti governativi intermedi (ad es. le province). Questi ultimi in particolare, non solo sono spesso sintomo palese di clientelarismi, ma vengono a costituire centri di potere che sovente si pongono non in sinergia bensì in antagonismo al potere centrale. Da qui il no proprio alle province di quello che è considerato il più significativo giuspositivista del Novecento: Kelsen. Un no ben più forte e deciso arriva sempre dallo stesso al bicameralismo che oggi diremmo all' "italiana", ma lui scrive nel 1929 e la ns Costituzione non era ancora neppure immaginata o immaginabile, vigevano invece lo Statuto Albertino ed il fascismo, la crisi del '29 flagellava il mondo e colpiva durissimamente specie il marco e la Repubblica di Weimar sulla quale si addensavano nebbie ed ombre assai oscure che troveranno concrezione nel 1933 con l'incendio del Reichstag ed il colpo di stato nazista. Il nostro è lapidario: "Non si capisce quale senso possa avere il dividere un organo decisionale legislativo in due organi..." L'altro grande passo che rimarrebbe poi da compiere sarebbe quello dell'adeguamento degli stipendi di manager e super manager - almeno di quelli pubblici - a livello europeo, oggi i nostri hanno paghe con uno zero in più e professionalità spesso con uno in meno come dimostra ad es. il caso Alitalia.

francesco latteri scholten.

mercoledì 11 dicembre 2013

USA: approvata Volker Rule oggetto del contendere tra J.P. Morgan e Viola People.



La Volker Rule, uno degl'articoli del Dodd Frank Act (DFA), la nuova normativa che regola il sistema bancario USA è stata infine approvata. E' il braccio di ferro più significativo per quanto concerne la realtà economico politica degli States negl'ultimi anni: da un lato poteri forti e fortissimi con potenti di calibro mondiale quali Jamie Dimmon, boss di J.P. Morgan ed insieme tutte le altre banche, dall'altro la base di movimenti a vastissima diffusione popolare quali Viola People e Occupy Wall Street. Barak Obama la celebra come vittoria, alle banche costerà circa 50 Mld di Dollari. E' stata la crisi più simile - anche nella sua disastrosità - a quella attuale, la grande crisi del 1929, il famigerato venerdì nero di Wall Street, ad ispirare a Paul Volker un rimedio analogo. Allora si chiamava Glass Steagall Act, fu approvato nel 1933, e separava le attività delle Banche Commerciali da quelle di Investimento. La crisi attuale pone diverse delle sue radici nella "liberalizzazione" e perciò nel superamento di diverse sue normative prima nel 1979 e poi con con il Gramm-Leach-Blealy act. nel 1999. La Volker Rule nella sua versione iniziale in circa 11 pagine reintroduceva principi e criteri del Glass Steagall Act, i quali si perdevano tra le 2319 pagine per 16 titoli e 2315 articoli del DFA, dimensioni spropositate per la legislazione anglosassone. La Volker Rule approvata è invece un testo di ben 253 pagine il quale con specificazioni, eccezioni etc. sembra fatto più che altro per consentire alle Banche di aggirare il Glass Steagall, come già con le normative del 1979 e 1999. Gl'esperti di settore ritengono che serva specificatamente ad arricchire avvocati e studi legali. Comunque sia il nuovo documento istituisce, con il completamento del DFA, il nuovo punto di riferimento per il settore bancario USA, e dunque uno dei principali riferimenti mondiali per il settore.

francesco latteri scholten.

martedì 10 dicembre 2013

Obama: Mandela ha fatto di me un uomo migliore.



"E' morto Nelson, ma Nelson è vivo" si potrebbe dire parafrasando un motto famoso di anni passati che ricordava un ammiratore di Mandela: Pablo Neruda. Obama, primo Presidente USA di origine africana, commemora il primo Presidente Sudafricano di colore. Ed è lì che è presente per la commemorazione un altro compagno di Mandela, come lui impegnato da sempre nella lotta alle diseguaglianze e per la pari dignità: Raul Castro, fratello di Fidel, compagno anch'egli del Che. E così l'accadere del fatto storico è inevitabile: si stringono calorosamente la mano i Presidenti di USA e Cuba, sinora nemici storici. Anche da morto il leader della lotta per l'unità e l'abbattimento delle diseguaglianze è in grado di pacificare, di costruire INSIEME un mondo migliore. Obama lo paragona a Martin Luther King, "l'uomo che negli States ha fatto quello che ha fatto Nelson in Sudafrica". Pagine e pagine di Storia civile, di lotte, di difficoltà, per costruire un mondo migliore. Intrise non di solo eroismo, ma di sofferenza, di ingiurie, di discriminazioni, di umiliazioni, di carcere (27 anni per Mandela). Di lotta anche contro se stessi per vincere il proprio odio. "Ma Madiba - così Obama - non è e non deve essere riducibile ad un'icona, ad un "Santo" e ricorda che Nelson stesso diceva: Non sono un Santo a meno che non vogliate chiamare santo un peccatore che ci riprova sempre. E Madiba - ricorda ancora Obama - era appunto questo, un uomo come tutti noi, ma uno che ci riprovava sempre..." Il discorso del Presidente USA è struggente e coinvolgente, la folla partecipatissima e commossa, applaude calorosamente più e più volte. E quando Obama chiude con "Mandela ha fatto di me un uomo migliore", è il tripudio. E' poi la volta del Presidente del Sudafrica, anche lui si considera un "figlio spirituale" di Madiba. Poi, l'altro oratore più atteso, il Presidente cubano Raul Castro, fratello di Fidel, compagno del Che. Ricorda Madiba come un Compagno, come tutti noi. Un Compagno nella lotta contro le discriminazioni e le diseguaglianze, un Compagno con cui si ha un ideale in comune: lottare per l'eguale dignità di tutti, oltre la razza, la religione, le classi. Un'ideale per il quale si ha la volontà di combattere e, se necessario, di morire. Un'ideale grande e che unisce e la calorosa stretta di mano tra Raul e Obama ne è segno tangibile. E' morto Nelson, ma Nelson è vivo. (10.12.2013).

francesco latteri scholten.

lunedì 9 dicembre 2013

Enrico Letta: obbiettivo Europa con Expo 2015.



"L'obbiettivo non è quello di affossare il Governo, ma di sostenerlo e lavorare insieme", così il neo segretario PD. Del resto il "discorso della vittoria" con il preannuncio di importanti riforme istituzionali quali il superamento del bicameralismo a favore di un più efficiente monocameralismo, l'abolizione delle Province, la riforma della scuola e della cultura lasciavano intravedere da subito orizzonti ben più vasti e lungimiranti. Tra questi, non più sul piano politico, bensì su quello economico l'Expo 2015. "Un progetto che per l'economia italiana ed il suo rilancio, la sua immagine, ha un'importanza paragonabile a quella delle Olimpiadi del 1960", così il premier Enrico Letta. Non si tratta semplicemente di un obbiettivo Europa per l'Italia, ma di un obbiettivo Europeo, che pone quella "questione europea" che ormai va posta ed è imprescindibile. "Siamo chiamati a rponunciarci con urgenza, al di là della "pagliuzza" della differenza tra italiani e tedeschi, francesi ed inglesi etc., sull'Europa. Siamo chiamati a scegliere se avere insieme un ruolo sulla scena del mondo oppure cadere nell'insignificanza. (...) I populismi antieuropeisti che ormai fanno un quarto del parlamento europeo, possono sì giovare per effimerissimi successi elettorali, ma sono destinati a lasciare solo macerie. (...) Quella del potersela cavare benissimo o addirittura meglio da soli è nient'altro che una illusione ridicola..." Così ancora il premier. Expo 2015 dunque per rilanciare l'Italia e per rilanciare l'Europa: Milano centro di snodo tra Nord e Sud ed Est - Ovest del vecchio continente. Milano per rilanciare l'economia e con essa l'emergenza europea più grande: quella del lavoro, quella dell'occupazione. Ma, quest'emergenza e questo rilancio possono passare solo attraverso la solidarietà per un progetto comune più grande, quello di una vera e completa integrazione, la sfida più difficile per tutti. Gl'obbiettivi dunque sono di grande respiro e molto ambiziosi, similmente le difficoltà. Qui vale ancor più quello che osservava Renzi per il livello nazionale: "Siamo chiamati a farlo e dobbiamo farlo, non abbiamo un'altra possibbilità né ce ne sarà data..." C'è da osservare in merito che le carte in regola Expo 2015 ce le ha, e, soprattutto, ha i numeri per bissare le Olimpiadi del '60 - per restare al paragone - anzi li ha decisamente migliori...

francesco latteri scholten.

Vittoria: 2,5 Mln alle primarie PD. Renzi: via Senato e Province e nuova legge elettorale.



Il Partito Democratico ha vinto oggi due volte: per la grande affluenza alle urne che lo riconferma principale forza politica nel Paese senza più abbandoni pro Grillo e per l'esito del voto che non solo pone Renzi (69%, affermazione netta) alla sua guida ma che con Cuperlo al 18,6% e Civati al 17% di fatto impone una nuova leadership. Doppia vittoria che si ripercuote su tutta la realtà politica italiana. Il neoeletto segretario ne è ben cosciente: "... l'altro giorno alcune decine di migliaia di italiani si sono ritrovati al V day per gridare e insultare, per chiedere liste di proscrizione per politici e giornalisti (...), oggi 2,5 milioni di italiani hanno detto no a questo ed hanno invece detto sì alla speranza, sì al progetto, sì al lavorare per un'Italia nuova e migliore (...), sì all'abbattimento dei costi della politica e li ridurremo di almeno un miliardo e cominceremo con l'eliminazione di Senato e Province (...), ma la politica non può voler tornare al passato, a vent'anni fa e per questo ci vuole una nuova legge elettorale che mantenga il bipolarismo destra / sinistra..." Dunque un'Italia radicalmente ridisegnata per quanto concerne il profilo politico istituzionale, come del resto è ormai improcrastinabile e di questo e della sua urgenza il neosegretario è ben consapevole: "Questa sera abbiamo vinto e siamo qui a festeggiare la vittoria, ma domani dobbiamo immediatamente metterci al lavoro, perché questa è una grande possibilità che la gente ci ha affidato e non possiamo fallire perché è l'ultima, se adesso non facciamo non ce ne daranno un'altra..." Tutto questo ha ovviamente conseguenze anche per gl'altri soggetti politici. Anzitutto il bipolarismo - sancito prim'ancora che da una legge elettorale da farsi, politicamente con l'affermazione data dall'affluenza di oggi - segna la marginalizzazione di un "Centro" peraltro attualmente iper sopravvalutato che conta rappresentanze parlamentari a due cifre percentuali a fronte del max 1,8% che prenderebbe se si andasse al voto. Segna inoltre la "crisi di coscienza" di Grillo & C. sempre altalenante tra obiettivi di destra e di sinistra espressione dell'incapacità di far chiarezza a se stessi proprio su questo punto: se si sia di destra o di sinistra, decisione difficile per una presenza folta di transfughi dell'una e dell'altra parte ed il cui esito è un'identità stevensoniana: Jekyll ed Hyde. Del resto è probabilmente proprio questa quella che ne sta decretando il sempre maggior declino anche numerico. Comunque sia l'Italia da oggi è cambiata...

francesco latteri scholten.

sabato 7 dicembre 2013

Il giorno dell'Immacolata: il sì a Dio e l'ingresso nella Storia di Maria di Nazareth.



"Ecce ancilla domini, fiat mihi secundum Verbum Tuum", le parole semplici ed umili con cui è sigillato l'incontro con Dio. Sono esse a portare l'avvento del Salvatore, e con Lui la devozione a Maria Sua madre, devozione che per molti aspetti ha finito con l'intrecciarsi con i culti pagani precedenti, una confluenza ovviamente sottoposta alla soggiacenza al Cristo. Maria ha la Sapienza anche se non gl'occhi fulgenti di Atena e se non è nata dal cervello di Zeus, tuttavia, madre del Figlio di Dio, è nel cuore della Trinità. In realtà di lei sappiamo poco dai vangeli, qualcosa in più da quelli non canonici, i cosìddetti apocrifi, diversi dei quali sono testimonianze importanti. Il motivo risiede nell'incontro / scontro tra due realtà socioculturali che se per diversi aspetti sono similari, per altri sono assai distanti: quella giudaica e quella delle comunità esseni. Se Maria di Nazareth appartenesse o meno ad una di queste comunità è incerto e probabilmente destinato a restare così, quello che è certo è che ne fu in qualche modo vicina e potè beneficiarne dell'insegnamento. Uno dei tratti distintivi delle comunità esseni rispetto al giudaismo era infatti una concezione della donna assai più moderna ed emancipata, per cui essi conferivano loro maggior dignità e le ammettevano anche all'istruzione. Dunque una ragazza molto giovane, umile ma dignitosa, come del resto il "fiat" conferma, ma anche istruita e che passerà per prima - come ogni madre - la formazione al Figlio. Del resto i recenti ritrovamenti di Qumran documentano che e quanto il "Discorso della montagna", cardine di tutta la filosofia di Gesù, fosse pregnata dagl'insegnamenti esseni. La grande marginalizzazione di Maria nei vangeli "canonici", corrisponde invece pienamente alla grande misoginia giudaica, la quale porterà così il suo nefasto frutto nella cultura cristiana. Maria di Nazareth e la sua storia, così come anche la devozione ad essa, continueranno ad intrecciarsi con la cultura nel divenire della storia. Due picchi elevatissimi sono raggiunti proprio a riguardo dell'Immacolata concezione. Il primo si ha con un frate francescano, che unisce in sé anch'egli umiltà e sapienza, e che fu il primo, in una sfida teologica alla quale fu costretto, a pronunciare l'Immacolata concezione. Si tratta nientemeno che di Duns Scoto, il celeberrimo filosofo e teologo che chiude la scolastica e che - in ossequio alla misoginia giudaica di cui prima - per tutto è ricordato, tranne che per questo. Così Maria di Nazareth dovrà alla fine intervenire di persona apparendo a Bernardette a Lourdes. E Bernardette "dovrà molto soffrire", sono le testuali parole della Madonna, proprio perché anche qui di nuovo ci sarà l'incontro / scontro con la misoginia giudaica nel frattempo traspostasi ahimé nel cristianesimo, sia con la cultura moderna, così come del resto già ai suoi tempi era accaduto con quella classica. Quelli con la cultura moderna sono probabilmente i più decorosi. Emile Zolà troppo lontano culturalmente e mentalmente all'orizzonte di Lourdes scriverà in proposito il peggiore dei suoi romanzi. Molto più significativo è invece il rapporto con collaboratori diretti o indiretti di Charcot, padre della neuropsichiatria moderna e maestro di Freud, figure imprescindibili della coscienza moderna. Ci si recò infatti persino fino alla Salpetriére per un confronto con folli affetti da isterie e paranoie a sfondo religioso e per fortuna alla povera Bernardette fu risparmiato l'esservi portata personalmente. Gl'assistenti di Charcot risposero che quanto gl'era stato descritto non corrispondeva assolutamente e condussero chi vi era andato alla presenza di veri pazzi affetti da isteroparanoidie religiose: nulla a che vedere con Bernardette. Così ci si mise l'anima in pace e finalmente si credette all'Immacolata concezione. Duemila anni dopo il "fiat" e seicento dopo Duns Scoto.

francesco latteri scholten.

venerdì 6 dicembre 2013

La Consulta e i tu vuò fà l'americano.



Il "porcellum", una sorta di grottesco maggioritario camuffato, che non è stato assolutamente in grado di risolvere le problematiche politiche italiane sin dalla sua nascita è morto. Ciò nonostante - e squalificando mendacemente il proporzionale come ritorno alla "prima repubblica" - i tre maggiori attori dello scenario politico italiano continuano ad invocarlo, a dimostrazione del fatto che se non fosse intervenuta la Consulta il porcello starebbe ancora bellamente lì a grufolare. La concezione del maggioritario che ciascuno di questi tre attori ha è sostanzialmente la stessa, quella del maggioritario puro che non esiste in nessuna democrazia e che è di fatto anticostituzionale in riferimento alla ns Carta: il mio 51% è eguale a 100, il tuo 49% è eguale a zero. E ciascuno dei tre dice anche la stessa cosa: date il 51% a me che poi ci penso io. Affermazione di per sé antipolitica ed antiparlamentare in quanto la politica ha per fine la mediazione e la sintesi tra le diverse istanze sociali, economiche e culturali rappresentate, cosa che peraltro i tre squalificano come inciucio. Il riferimento portato anch'esso a sproposito continua ad essere spesso ancora quello del sistema americano, meglio di come ci si rappresenta qui quel sistema. Ed è rappresentazione falsa. Negli USA infatti - e basterebbe aver sfogliato Tocqueville - non vige un maggioritario puro e neppure c'è un bipolarismo per legge. Semplicemente, nella storia americana recente, si sono imposti politicamente due partiti. Dunque un fatto politico e non legislativo. L'analogia più calzante è quella delle ultime politiche italiane che hanno portato ad un sistema con tre soggetti egemoni. Un fatto politico e non una istituzione "costituzionale". Fatto politico che sancisce di fatto la fine politica del bipolarismo. E' similmente improprio anche il richiamo in negativo (ma mi si dovrebbe dimostrare ancora la presunta superiorità del berlusconismo successivo o del sistema attuale), alla "prima repubblica". Lì si trattava infatti di un sistema sostanzialmente bipolare - specie ai suoi inizi - con due grandi attori DC e PCI che rappresentavano circa un quarto degl'italiani ciascuno, più due secondari, PSI (8-12%) ed MSI (5-8%). Il sistema era tarato anzitutto da una carenza di sovranità: si era persa la guerra e c'erano - e ci sono - le basi americane sul territorio nazionale. La maggioranza politica, 1/3 della DC, il PCI ed il PSI è nettamente di sinistra, la politica imposta è di destra. Il proporzionale è un proporzionale volutamente non opportunamente bilanciato e che proprio per questo se da un lato consente la presenza in parlamento di una miriade di soggetti piccoli e piccolissimi ed al tempo una regolamentazione che consente con espedienti vari - di cui il più diffuso era (e purtroppo è) la presentazione di migliaia di emendamenti alla legge da fare, dall'altro era uno degli strumenti con cui esercitare di fatto una politica di indirizzo diverso da quello delle urne. La carenza, come si vede, ieri come oggi, è anzitutto politica e leggi elettorali tarate, proporzionali o maggioritarie che siano, ne sono solo la manifestazione. Entrambi i sistemi infatti, sia il maggioritario che il proporzionale, se opportunamente calibrati possono essere ben funzionanti come altri Paesi (ad es. gli USA per il maggioritario che non è un maggioritario puro) ben dimostrano. Ma le estrinsecazioni dei leaders dei tre attori del nostro scenario politico all'indomani della bocciatura da parte della Consulta dimostrano che questo è ciò che non si vuole.

francesco latteri scholten.

mercoledì 4 dicembre 2013

Vittoria della Corte Costituzionale: bocciato porcellum sbloccata questione elettorale.


"E' una grande vittoria per la Giustizia il fatto che la Corte Costituzionale con la bocciatura del porcellum abbia risolto la questione elettorale che la politica non riusciva a risolvere da anni ..." così il Presidente emerito della stessa Corte Valerio Onida, il quale sottolinea al tempo stesso la propria forte convinzione circa la incostituzionalità dell'eccessivo premio di maggioranza assegnato dal porcellum. Invero gl'aspetti del porcellum sottoposti all'attenzione della Corte sono stati due e l'altro è quello del blocco delle liste che non consente al cittadino una libera scelta dei candidati, limitando di fatto la libertà dei cittadini ed asservendola ad una indebita maggiorazione di potere dei partiti. Per entrambi gl'aspetti la Corte ha decretato la inammissibilità. Il porcellum dunque è morto. Nello stesso pronunciamento la Corte fa però anche un'affermazione importante e decisiva stabilendo il principio montesquieuiano della ns Carta Costituzionale, ovvero della divisione dei poteri chiarendo che non spetta alla Corte il decidere quale legge elettorale debba essere posta in essere, bensì alla politica per la quale si tratta di una spettanza, un compito ed un dovere oltreché un diritto. La "palla" passa dunque alla politica la quale può decidere se agire oppure no. In quest'ultimo caso alle prossime elezioni si andrà con la legge anteriore alla Mattarella, ovvero con il proporzionale, altrimenti con quella che il parlamento riuscirà nel frattempo ad approvare. Comunque sia: il porcellum è morto. Vada all'Inferno.
francesco latteri scholten.

Legge finti poveri e grottesco politico.



Dopo il "successo" ed il trionfo della giustizia operato dalla legge contro i finti poveri, i media celebrano il bis attuato con il suo "affinamento". A ben vedere di "giustizia" non vi è assolutamente nulla specie se si guarda ai criteri ed alla mentalità ispiratrice. C'è anzi da inorridire. A differenza di altri Paesi, quali, per non andare troppo lontano, la Svizzera, il nostro legislatore non si cura minimamente dell'agevolazione dell'inserimento di chi pur non raggiungendo la soglia di povertà - 990 Euro mensili - o restando al di sotto della soglia minima tassabile, ha una attività che bene o male va e che è - qui è il caso di dire potrebbe essere - una base solida o anche solidissima di professionalità. Nel nostro regime feudale, perché questo di fatto è, ciò è anzi esattamente quello che non si vuole. Mi limito al settore accademico: Tantissimi laureati esercitano l'attività di blogger. Ebbene, non conta niente che abbiano prodotto cultura, che abbiano realizzato siti che prendono centinaia di migliaia di lettori, che sono tra i più importanti nel proprio settore a livello addirittura nazionale, che i loro articoli raggiungano anche le prime pagine di Google, che producano ben più dei 60 articoli l'anno richiesti per pubblicisti e giornalisti e che siano articoli veri e non il semplice trafiletto di un rigo che la legge consente di conteggiare per articolo. Non conta neppure la qualità tecnico scientifica dell'articolo. Conta che si vada da uno dei detentori di una "testata autorizzata" e si dimostri che lui te l'ha pagato. E la prassi poi è questa: vai da uno di questi gli dai 100 Euro, lui ti stacca un assegno di 50 e assegna a nome tuo uno dei tanti trafiletti di un rigo. Lo fai 60 volte all'anno e sei pubblicista riconosciuto. Per giornalista poi l'esame si fa soltanto a Roma, ovviamente (la legge è quella scritta dal Duce). Il discorso che di fatto la legge finti poveri ed il suo affinamento fa a tutti costoro (ma anche a tantissimi altri) è il seguente: siccome la qualifica non è una competenza ma un'onoreficienza che si compera io non la dò a chi ha la competenza ma a chi la paga, perciò a te ti tolgo di fatto la dignità, la qualifica, non ti pago e, dippiù: hai una casa, me la dai a me, io ti schiaffo nel sottoscala di Harry Potter e con i soldi che ti dovrei pagare di affitto ti pago il tuo stipendio di schiavo e mi devi pure ringraziare perché ti sto aiutando a ricostruirti una vita. Viva il Duce: colpisci, colpisci, colpisci: ora li staniamo a questi! Ora facciamo giustizia: li mettiamo in campo di concentramento, gli facciamo pulire i cessi a morte e poi ci facciamo il sapone. Bravi. Questa è la vera "libertà" e la vera "giustizia". Grazie!
francesco latteri scholten.

lunedì 2 dicembre 2013

Politica italiana: dagl'atei dei diversi schieramenti atteso miracolo per l' Immacolata.



"E' necessario attendere l'8 dicembre - il giorno dell'Immacolata, appunto - per vedere grandi cose..." così miscredenti ed atei dei diversi schieramenti politici. E' alquanto improbabile che per loro ve ne saranno, avendogli già risposto a suo tempo ns Signore nel Vangelo che "Questa è una generazione malvagia e perversa. Essa chiede un Segno. Ebbene non le sarà dato alcun Segno". Si dovrà pertanto probabilmente fare ricorso al sempiterno Nostradamus - ormai i politici lo fanno da secoli -, magari con l'ausilio di qualche maga (o presunta tale) che gli scuce qualche centone per fingere di leggergli la mano. I problemi sono quelli che ormai si strascinano sempre più drammaticamente da qualche anno a questa parte e, precisamente: la rappresentanza politica, la legittimità del governo, il vincolo del mandato parlamentare. Ovviamente inestricabilmente intrecciati tra loro. Cominciando dall'ultimo, la questione era ben risolta - ora si scandalizzeranno in tanti - dalla Costituzione della tanto vituperata Unione Sovietica nella quale si imponeva la doppia vincolanza: nei confronti del Partito e nei confronti degli elettori. Non ti va più? Ti sei stancato? Hai cambiato idea? Ha cambiato idea qualcuna delle tue puntini puntini? Ti dimetti ed alle prossime elezioni ti presenti con altri. Non esiste che sei stato eletto presentandoti come uomo di un partito e prendendoti i voti di quegl'elettori, prendi, ti alzi e vai nel gruppo misto per poi passare ad un altro partito o che ci passi direttamente e magari ti fai anche pagare il servizietto. E' il caso dei "diasporati" del PdL, eletti con Berlusconi, cui i più rosei sondaggi assegnano tutt'al più un 1,8% ma che sono presenti in numeri corrispondenti a ben altre percentuali. E' il caso anche della nuova F.I. ma anche del PD e, udite udite, dei grillini che il 30% non lo prendono mica più neanche nei sogni della notte. La cosa si ripercuote poi necessariamente sulla legittimità del governo: una legittimità formale, ma di fatto fittizia. Fitticità aggravata dal fatto che tutti sono stati eletti con una legge porcata che è incostituzionale e per la quale la Corte Costituzionale - incautamente chiamata da alcuni a pronunciarsi anche se avrebbe dovuto farlo ex motu proprio - si trova sotto scacco: se non la dichiara incostituzionale delegittima sé stessa, se lo fa delegittima il governo. La legittimità/credibilità del governo - e non ci vuole la sfera di cristallo con riti propiziatori alle tre di notte nel cimitero di Praga alla Umberto Eco - passa ineluttabilmente anzitutto attraverso due azioni semplicissime: a) una sola seduta al parlamento con OdG "votazione per l'abbrogazione del "porcellum", o, con qualche seduta in più, votazione di una nuova legge; b) indire le elezioni. La realtà invece sarà quella che dal "Cimitero di Praga" si passerà al "Macbeth". Intanto, come in una nota pubblicità gli stregoni danzano intorno ad un'automobile gridando "abbassati polizza", così altri vanno girando per strade, piazze e talk show d'Italia gridando "alzati consenso"...

francesco latteri scholten.

venerdì 29 novembre 2013

Riforme istituzionali: sì al monocameralismo di Franceschini.



"Le riforme istituzionali valgono almeno due punti di PIL" così il Presidente Enrico Letta. Invero tra economia e politica l'intreccio è netto ed inestricabile in quanto ad una data politica corrisponde sempre direttamente una data economia e viceversa. La strutturazione dello Stato riflette quest'intreccio. All'indomani della seconda guerra mondiale, insieme alle loro basi sul "Vecchio Continente" gl'americani imposero tout court a Germania ed Italia - i due grandi sconfitti - la loro stessa struttura statale, su scala ridotta e con modifiche marginali. Il modello che oggi, erroneamente, è conosciuto come "modello tedesco" con una Camera dei Deputati ed una dei "Laender" o Regioni. Modello invero inadeguato ad entrambi i Paesi, come le discussioni dell'epoca ben misero in evidenza in Germania e soprattutto in Italia nella fase "Costituente". Nella storia di entrambi i Paesi vi era infatti un "Grande Impero" perduto da qualche parte nella notte dei tempi e, da allora in poi, una realtà connotata da una molteplicità di staterelli di cui i più vasti avevano estensione regionale, gl'altri a volte non giungevano a superare l'ambito strettamente localistico. La realtà era quella dei "campanilismi a morte" spesso istigati da potenze straniere come ben denunciato da Umberto Eco in "Baudolino", ma anche già da Dante. La costituzione dello Stato nazionale - nella seconda metà dell' Ottocento - appartiene solo alla storia recente di entrambi e mantiene le antiche problematiche. In Germania la divisione tra i due blocchi ha costituito un contrappeso a questa realtà, contrappeso che - per fortuna - è mancato in Italia. L'istituzione della seconda Camera, quella delle Regioni è stata per questo vista non senza esitazioni e timori sin dalla Costituente ed a ragione. I timori di cui intanto si era riusciti a far prendere coscienza anche agli stessi americani, hanno d'altro canto fatto sì che per porre in essere le Regioni stesse si sia dovuto attendere gl'anni '70, quasi trent'anni dalla Costituzione. Nel frattempo la seconda Camera - com'è ancora oggi - di regionale aveva il fatto che i suoi membri, i Senatori appunto, fossero "eletti su base regionale". Il Senato viene dunque a configurarsi a tutt'oggi come una istituzione del tutto parallela alla Camera dalla quale di fatto non riesce a distinguersi in nulla e dove la "navetta" (l'andirivieni di una legge in itinere tra le due Camere) finisce con l'essere uno sperpero del tutto inutile di tempo, considerato anche che eventuali problemi tecnici sono già affrontati nelle Commissioni. La realizzazione delle Regioni e perciò la costituzione dei rispettivi organi di governo regionale nonché di quelli interRegionali ed il loro regolare rapporto con il Governo nazionale sono una ulteriore ragione di superfluità della seconda Camera. Il monocameralismo sarebbe perciò lo strumento più idoneo al superamento dell'empasse istituzionale che va procrastinandosi sin dai lontani anni della Costituente e che ha connotato negativamente fino ad oggi le ns istituzioni. Essa conseguirebbe contemporaneamente e subito due importanti risultati: il dimezzamento dei tempi di formazione delle leggi che ci riporterebbe in linea con quelli degl'altri Paesi ed una riduzione drastica del numero dei parlamentari, 315 in meno, più quelli a vita. Un secondo e necessario passo sarebbe quello di un sostanzioso snellimento anche dei parlamentari regionali e soprattutto una drastica riduzione dei loro stipendi oggi allo stesso livello che per quelli nazionali, cosa che non esiste in nessun altro Paese.

francesco latteri scholten.

martedì 26 novembre 2013

Evangelii Gaudium: nuova struttura della Chiesa e ruolo anche decisionale delle donne.



La nuova "Esortazione apostolica" di Papa Francesco ne porta decisamente l'impronta, essa si presenta infatti come una sintesi perfetta di Sant'Ignazio e di San Francesco. Da quest'ultimo prende il "Gaudium", la letizia dell'annunzio, dono dello Spirito derivante da un annunzio radicale e coerente della "Buona Novella" che pervade naturalmente l'animo di chi partica davvero. Essa non è ilarità o allegrezza ma letizia in Spiritu che nasce dalla preghiera e dall'impegno autentico a vivere quotidianamente il Vangelo. E' questa a permeare tutta l' "Esortazione" che si snoda in 7 punti caratterizzanti:

a) La riforma della Chiesa in uscita missionaria. 
b) Le tentazioni degli operatori pastorali.
c) La Chiesa intesa come la totalità del Popolo di Dio che evangelizza.
d) L’omelia e la sua preparazione.
e) L’inclusione sociale dei poveri.
f) La pace e il dialogo sociale.
g) Le motivazioni spirituali per l’impegno missionario.
Ignaziani - e decisamente - sono invece molti concetti ripresi, o meglio fatti propri, dal proprio Maestro, il Card. Carlo Maria Martini. Tra questi il più significativo per quanto concerne il primo punto riguarda la struttura della Chiesa. Qui Papa Bergoglio riprende la critica martiniana circa il nocumento di una eccessiva centralizzazione e la necessità di una riforma in senso maggiormente collegiale. Già il Card. Martini poneva l'accento sul fatto che nell' AT Dio si era unvero pronunciato a favore dei Giudici e contro la guida monarchica, mettendo in guardia dai suoi grandi mali ma aveva poi ceduto di fronte all'ostinazione popolare e così Saul fu il primo Re. In questo senso si orienta Papa Francesco e - se posti in essere - i commi 32 e 33 del primo punto costituirebbero una riforma storica e che avvicinerebbe assai alle Chiese cristiane di tradizione Ortodossa. vale dunque la pena di riprenderli per intero: 
"32. Dal momento che sono chiamato a vivere quanto chiedo agli altri, devo anche pensare a una conversione del papato. A me spetta, come Vescovo di Roma, rimanere aperto ai suggerimenti orientati ad un esercizio del mio ministero che lo renda più fedele al significato che Gesù Cristo intese dargli e alle necessità attuali dell’evangelizzazione. Il Papa Giovanni Paolo II chiese di essere aiutato a trovare «una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all’essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova».35 Siamo avanzati poco in questo senso. Anche il papato e le strutture centrali della Chiesa universale hanno bisogno di ascoltare l’appello ad una conversione pastorale. Il Concilio Vaticano II ha affermato che, in modo analogo alle antiche Chiese patriarcali le Conferenze episcopali possono «portare un molteplice e fecondo contributo, acciocché il senso di collegialità si realizzi concretamente».36 Ma questo auspicio non si è pienamente realizzato,perché ancora non si è esplicitato sufficientemente uno statuto delle Conferenze episcopali che le concepisca come soggetti di attribuzioni concrete, includendo anche qualche autentica autorità dottrinale. Un’eccessiva centralizzazione, anziché aiutare, complica la vita della Chiesa e la sua dinamica missionaria.
33. La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità. Una individuazione dei fini senza un’adeguata ricerca comunitaria dei mezzi per raggiungerli è condannata a tradursi in mera fantasia. Esorto tutti ad applicare con generosità e coraggio gli orientamenti di questo documento, senza divieti né paure. L’importante è non camminare da soli, contare sempre sui fratelli e specialmente sulla guida dei Vescovi, in un saggio e realistico discernimento pastorale."
Questa concrezione del Concilio realizzerebbe finalmente di nuovo una Chiesa quale fu quella delle prime comunità cristiane e dalla quale ci si è poi - a giudizio di chi scrive - erroneamente allontanati. Questa a sua volta concretava l'unione inscindibile, pena la snaturazione, con i poveri. Qui Papa Francesco è di nuovo chiarissimo: "Oggi e sempre, «i poveri sono i destinatari privilegiati del Vangelo», e l’evangelizzazione rivolta gratuitamente ad essi è segno del Regno che Gesù è venuto a portare. Occorre affermare senza giri di parole che esiste un vincolo inseparabile tra la nostra fede e i poveri. Non lasciamoli mai soli." La poveertà è però frutto di sistemi politico economici strutturalmente infausti, come già notavano tanto Leone XIII, Giovanni XXIII e come ben specifica anche il Concilio Vaticano II. Papa Francesco riprende la condanna ed è durissimo: 
"Così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità”. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è esclusione. Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame. Questo è inequità. Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati” ma rifiuti, “avanzi”." Dunque no alle emarginazioni ed alle inequità, sì ad una cultura della maggiore equità, che non rigurda solo l'aspetto economico e sociale ma è ben più vasto, e comprende perciò anche una maggiore equità per quanto concerne in particolare la donna: "La Chiesa riconosce l’indispensabile apporto della donna nella società, con una sensibilità, un’intuizione e certe capacità peculiari che sono solitamente più proprie delle donne che degli uomini. Ad esempio, la speciale attenzione femminile verso gli altri, che si esprime in modo particolare, anche se non esclusivo, nella maternità. Vedo con piacere come molte donne condividono responsabilità pastorali insieme con i sacerdoti, danno il loro contributo per l accompagnamento di persone, di famiglie o di gruppi ed offrono nuovi apporti alla riflessione teologica. Ma c’è ancora bisogno di allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa. Perché «il genio femminile è necessario in tutte le espressioni dellavita sociale; per tale motivo si deve garantire la presenza delle donne anche nell’ambito lavorativo» e nei diversi luoghi dove vengono prese le decisioni importanti, tanto nella Chiesa come nelle strutture sociali." In conclusione si può affermare che il confronto con questa "Esortazione" costituisce una vera e propria sfida, come lo sarà per la Chiesa il metterla in atto e questo - come già prima di essa concludeva Eugenio Scalfari dal proprio confronto personale con il Papa - costituirebbe di fatto la fine di un'era.
francesco latteri scholten.

domenica 24 novembre 2013

Finalmente un discorso politico c'ha preso il cuore: Matteo Renzi alla Convenzione Naz. del PD.



E' terminato pochi minuti fa alla Convenzione Nazionale del PD l'intervento di Matteo Renzi e, debbo ammetterlo, mi ha coinvolto. Non accadeva ormai da tempo, neppure per quanto riguarda lo stesso. Per una simile condivisione - circa l' 80% - con un politico devo fare un salto notevole nel passato ed il leader non è italiano anche se dello stesso orientamento politico: è Helmut Schmidt, l'ex Cancelliere e poi caporedattore di "Die Zeit". Una rivendicazione valoriale umanistica ed umanitaria anzitutto di contro a ciò - e giustamente Renzi stesso lo ha fortemente denunciato - che nell'ultimo ventennio il termine "valore" è decaduto a significare, il mero significato mercantilistico: se hai sei e se non hai non sei. Decadimento di cui le baby prostitute sono la manifestazione più palese e che prima ancora che economico è decadimento culturale: "non posso fare i compiti perché devo andare a lavorare", così nelle intercettazioni. E' per questo che la cultura e la scuola debbono essere l'impegno primo di un governo, impegno che per vent'anni è stato disatteso. E l'esito politico di più basso profilo è stata la recente manifestazione politica contro la povertà: la Politica non manifesta contro la povertà: cambia le leggi è questo il vero impegno della Politica contro la povertà. Ma è esattamente questo ciò che è mancato e che ha allungato le file alla Caritas. E' questo ciò che ha portato a quell'intreccio di politica e malaffare che è tra le cause determinanti dell'attuale crisi e per la quale si arriva, da alcune parti, a chiedere la svendita di importanti aziende pubbliche all' estero. E qui Renzi lo ribadisce di nuovo: la questione non è quella del "pubblico" o del "privato" e neppure del passaporto italiano o meno, ma quella culturale, ovvero della formazione professionale e manageriale. E' questa carenza nefasta che nell'ultimo ventennio ha impedito all'Italia di dare una risposta ai Paesi, specie quelli in crisi, dell'area mediterranea ed europea nel cui contesto l'Italia si trova. E' questa crisi valoriale che è origine della passata ed attuale empasse politico economica che ha impedito di dare una risposta alla ex Jugoslavia e che oggi non la dà ai Paesi dell'altra sponda del Mediterraneo. E' essa che va anzitutto combattuta e senza timore: "...non dobbiamo avere paura dell'amalgama di uno schieramento opposto in cui c'è la presunta unione delle posizioni più disparate: se sei contro il governo stai con la Santanché, se ci potresti anche stare stai con i "fratelli d'Italia" e così via. Noi dei nostri riferimenti valoriali dobbiamo essere fieri ed orgogliosi perché questi sono gl'unici che potranno portarci fuori dalla crisi e restituire un ruolo vero all'Italia nel Mediterraneo ed in Europa." E' questo quanto promette - in caso di vittoria - Matteo Renzi dopo l' 8 dicembre. Promette e chiede: al Governo.

francesco latteri scholten.

giovedì 21 novembre 2013

Illuminare l'oscurità: Vade Retro.



"Un uomo che è un uomo deve pur credere in qualcosa..." così uno degl'eroi di Sergio Leone in uno dei suoi bellissimi Western. "Per la psiche umana, alla fine, anche quello materialistico positivista è un credo e dunque una fede..." Così diversi teologi del Novecento. L'interrelazione umana - così sociologi e psicologi - presuppone di per sé la fede: passo con il verde al semaforo perché ho fede che chi ha il rosso si fermi; nessuna società umana (e neppure animale), sarebbe di fatto possibile senza la fede. E' sostanzialmente questo il motivo per cui se da una parte le ideologie di quello che è stato definito il "Secolo" delle ideologie e che anch'esse alla fine si sono svelate delle "fedi", hanno indubbiamente contribuito ad una vasta distruzione delle religioni, d'altro canto non hanno portato, come erroneamente si crede, al cosìddetto secolarismo laico positivista, materialista ed ateo e l'affermazione dell'eroe di Leone che tale concezione dovrebbe incarnare ne è lo smascheramento. Chi più degl'altri si è occupato del fenomeno è stato - ovviamente - chi più ne è stato danneggiato, ovvero le comunità religiose di vario credo e la Chiesa cattolica in particolare. I dati statistici così ricavati inerenti al fenomeno, mostrano con grande evidenza che alla decrescita delle Religioni corrisponda un grande incremento di movimenti pseudoreligiosi in cui confluiscono sincretisticamente più elementi di diversa origine religiosa e di origine scientifica come nei movimenti cosìddetti "New Age", la qual cosa testimonia una ricerca del religioso in modi ed orizzonti nuovi. Paradossalmente però - ed in controtendenza - la crescita in assoluto maggiore è quella di sette e movimenti magico satanisti, ovvero dell'alter ego classico antico delle religioni. L'uomo contemporaneo dunque è ben lungi dal proiettarsi nell'orizzonte della "morte di Dio" preconizzato da Nietzsche nel celeberrimo aforisma 125 de "La Gaia Scienza", "Il Folle", quella "Scienza" che, prefigurando l'orizzonte dell'uomo contemporaneo, la delineerebbe. L'uomo contemporaneo è invece eminentemente antico ed antica è la sua "fede" in Dio e negl'angeli, compresi quelli caduti. Come lo scimmiottamento di Dio e della sua Trinità porta, inversamente, nel demonio, alla triplice scissione della propria coscienza e del proprio essere anzicché all'unità, così anche le "liturgie" sataniste nello sfregio del Divino, della Sua Immagine e dei Suoi Simboli creano nei confronti di esso una dipendenza e dunque - alla fine - una Sua Affermazione ed una loro dipendenza e succubità. L'uomo contemporaneo dunque si contraddistingue solo - poveramente e negativamente - per una maggiore ed assai più diffusa celebrazione e culto dell' antitesi. Egli, paradossalmente, è contraddistinto dalla mancanza di "Nuovo", essendo l'antitesi tanto antica quanto la tesi. Egli, inoltre, al pari di Adamo dopo il peccato, è connotato dal nascondersi. I Media e la cultura moderna ufficiale, pur vantandosi della propria scientificità, si rifanno all'imagine nietzschiana invece che al dato statistico che la smentisce radicalmente. Accade così che una realtà che riguarda milioni e milioni di persone venga a collocarsi - socio culturalmente - nel misterico e nell'iniziatico, in un orizzonte nascosto come per Adamo. Esso è - nondimeno - un orizzonte che attrae, che circuisce, che irretisce, che distrugge. Un orizzonte oscuro, con i suoi adepti, i suoi capi, un grandissimo bussines - cui fa da contraltare la rovina di tanti - ed il suo principe delle tenebre, di fatto purtroppo efficace. Una realtà nella quale sono in moltissimi a cadere e restare vittime con esiti gravissimi, anche mortali. All' "aletheia", al disvelamento di esso si è dedicato con grande successo l'ottimo Davide Murgia, con piglio giornalistico degno di "Blu notte", "Report" o "Servizio Pubblico" con il quale peraltro si pone in diretta concorrenza la serata del giovedì, in modo impavido e con successo: la nuova serie, da poco avviata, ha aumentato l'audience della prima. 

francesco latteri scholten. 

mercoledì 13 novembre 2013

Rebus Corte Costituzionale: Incostituzionalità Porcellum e delegittimazione Governo.



Ai reiterati appelli più o meno accorati del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per una nuova legge elettorale sinora non ha risposto nessuno a testimonianza del fatto che il "Porcellum" gode in realtà - diversamente dalle calorose espressioni pubbliche in contrario - di grande e diffuso sostegno. Del resto se, come purtroppo da quasi tutti i partiti e dalle loro basi, si concepisce la sintesi politica tra le diverse fazioni come "inciucio", la cosa non stupisce. E, sono molti i leaders anche nazionali che hanno apertamente ostentato il loro "basta alle politiche di larghe intese". Quello che gode di fatto della maggioranza è il partito dell' "alternanza" di governo ovvero l'implicito maggioritario di cui il "Poercellum" è forse l'incarnazione migliore. Si tratta di dati di fatto a fronte dei quali stupiscono le ultime affermazioni di Napolitano per cui è necessario che la politica acceleri sulla legge elettorale per non trovarsi superata ancora una volta dalla magistratura il cui operare colmerebbe la lacuna dell'operare politico. Il Presidente, certamente oberato dai suoi molteplici impegni, non ha probabilmente portato a termine la conclusione finale e concreta di quello che sarebbe il colmare quella lacuna. Per intanto vi sarebbe di nuovo una avocazione della magistratura di fatti politici. Inoltre, ed è ancora più destabilizzante, la richiesta alla Corte - come richiesto - di un giudizio sulla costituzionalità del "Porcellum" che non potrebbe essere che affermativa, di per sé implica la dichiarazione di delegittimazione dell'attuale governo che con quella legge è stato eletto, al pari di quella dei governi precedenti similmente eletti. E' probabilmente questo il motivo vero per cui la Corte sinora non si era espressa "sua sponte", cosa che però in presenza di esplicite e legali richieste non poteva più fare e per cui si è data alla disamina del suino. Insomma un "sorpasso" difficile.

francesco latteri scholten.

giovedì 7 novembre 2013

E' ufficiale: fu assassinato col polonio l'ex Nobel per la Pace Yasser Arafat.



Diciotto volte la DLM (dose letale massima), questa la concentrazione di Polonio radioattivo riscontrata nell'autopsia effettuata sulla salma riesumata del Leader palestinese Nobel per la Pace. Dopo lunghe ed estenuanti beghe l'autopsia fu concessa e finalmente adesso ne sono stati ufficializzati gl'esiti. Dunque quella che ha caratterizzato l'ultimo periodo di vita di Yasser Arafat non è stata una lunga malattia, come si era risaputo, bensì un lungo avvelenamento, ovvero un assassinio. Il lungo rinvio dell'autopsia si identifica perciò con quello della ricerca dei mandanti. Una ricerca non semplice. Il nostro infatti resta a tutt'oggi l'unico vero e grande leader che al popolo palestinese sia stato dato di avere. E' l'uomo che ha saputo portare tra infiniti ostacoli e contro forze immani - vero Davide contro Golia - la causa palestinese all'attenzione mondiale: a livello popolare diffondendola e rendendola una bandiera del pacifismo e del diritto all'autodeterminazione dei popoli; a livello politico incontrando i maggiori esponenti politici dei Paesi dell'area mediorientale, mediterranea, europea ed incontrando i leaders di USA ed URSS. Il culmine, l'immagine politica più importante, fu Camp David, con un Jimmy Carter sorridente con sottobraccio da un lato il Presidente israeliano e dall'altro un Arafat raggiante: anche quello palestinese era finalmente stato riconosciuto come Popolo. L'immagine più bella invece rimane indubbiamente quella del leader in preghiera con in mano la candelina, insieme agl'altri fedeli di tutte le religioni, all'incontro di preghiera per la Pace. Un Leader dunque assurto ad un'immagine troppo grande ed importante (e, soprattutto, ingombrante) anche per lo stesso Medio Oriente, così come per gli USA ed, ovviamente, per Israele, ma anche per la Palestina e la stessa OLP. La rosa dei possibili mandanti è dunque ampia ed il tempo trascorso non ne facilita certo l'individuazione e forse proprio questo è stato uno degli obbiettivi delle lungaggini per l'autopsia. Giustizia vera, paradossalmente, non arriverebbe comunque al Popolo Palestinese da quella eventuale giuridica della individuazione e condanna dei colpevoli, ma dal trovare un nuovo vero erede politico all'atezza di Yasser Arafat, compito interno che sinora non si è stati capaci di realizzare. Illustro il post proprio con l'immagine di Arafat in preghiera per la Pace, l'unica vera per la Palestina, il suo grande Popolo, ed il suo futuro: quella preghiera e quel compito sono a tutt'oggi più urgenti che mai.
francesco latteri scholten.

sabato 26 ottobre 2013

Papa Francesco alle famiglie sulle orme di S. Paolo.



Sono convenuti da oltre 80 Paesi del mondo i presenti in Piazza San Pietro oggi per la ricorrenza della "Giornata della Famiglia" e la sua celebrazione. Il discorso del Papa è - come ormai ci ha positivamente abituati - estremamente moderno e dirompente, invero collocato sulle orme del Card. Martini da lui più volte riconosciuto come Maestro, al tempo stesso, di una "modernità" che trae il suo "moderno" dall'antico, e, più specificatamente da San Paolo, anche se il Pontefice non lo cita direttamente. L'impronta, tuttavia, è quella: "Mariti amate le vostre mogli. Mogli amate i vostri mariti". Il cardine vero della Famiglia è l'amore reciproco in Cristo ed esso si concretizza, specifica Papa Francesco, in tre semplici parole: "Permesso", "Grazie" e "Scusa". E' in esse e con esse che trova attuazione vera la Carità nella Famiglia così come la dignità della persona ed il suo rispetto. E' su questa base che può darsi il Sacramento e con esso l'ìrruzione della Grazia nella vita della famiglia e dei suoi componenti. E questo, a sua volta, è ciò che costituisce la peculiarità della Famiglia cristiana e - al tempo stesso - la sua diversità dal contrattualismo, di rousseauiana memoria, delle unioni civili. Ma, al tempo stesso, è ciò che distingue e diversifica anche dall'implicito Padre-padronismo della concezione corporativistico fascista e anche di molta parte di Chiesa, quella dei clerico-fascisti. Una concezione antica dunque, ma, anche estremamente moderna, perché implica una concezione della donna che l'età moderna è riuscita a riconquistare solo a fatica e grazie all'impegno di figure - spesso soprattutto laiche - quali Simone De Beauvoir o la nostra Maria Montessori, e che la Chiesa ha saputo far proprie grazie a figure straordinarie quali quella di Edith Stein. Di nuovo dunque Papa Francesco ci riconduce nell'alveo del cristianesimo autentico e fuori dalle distorsioni storiche che hanno inquinato e flagellato l'autenticità cristiana e la sua testimonianza persino nel nucleo più fondativo della società: la Famiglia, una istituzione che nella sua autenticità antica e moderna è sentita e rivendicata da milioni di persone in Europa, come del resto le immense manifestazioni di Parigi hanno recentemente dimostrato.

francesco latteri scholten.

giovedì 24 ottobre 2013

Porcellum, maggioritario, proporzionale... e stallo della politica.



E' il gioco di spesso, per non dire di sempre: attribuire lo stallo della politica, in definitiva, al sistema elettorale, quasi che questo stesso non fosse anch'esso espressione della politica. Invero lo stallo - meglio la ragione di esso - va ricercata anzitutto nella testa (e nella dura cervice) di troppi politici, a prescindere dal colore. La tanto decantata abolizione del porcellum, cui solo le teste di cui prima potevano portare, riporta di fatto in auge l'annosa disputa sul sistema elettorale da porre in essere. Un noto esponente nazionale, stranamente tra i rampanti, ha sostenuto con forza il non ritorno al proporzionale come segue: "La Merkel con il 42%, un risultato inimmaginabile da noi per chiunque, è costretta con esso alla ricerca di una coalizione...". L'osservazione invero evidenzia bene l'implicito cogitare delle teste, in cui il fine evidentemente non è assolutamente quello della ricerca di una sintesi tra le diverse istanze sociali, economiche e socioculturali rappresentate, bensì quello della negazione di questa. Il problema è esattamente quella concezione di cui il porcellum è l'esito ultimo: porre i miei 51 eguali a 100 ed i 49 degl'altri eguali a zero. La dittatura chiusa e feroce della maggioranza e la morte della politica. Detta concezione nega infatti le qualità più precipue del Politico, quella di essere buon tessitore e buon pastore. Saper tessere insieme le diverse istanze per condurre al bene comune. Qui di contro c'è la perorazione del proprio autismo da parte delle teste in questione con il rifiuto categorico dell'altro, di più: la pretesa esplicita del suo annichilimento. Il fine esplicito, dichiarato, è quello di come porre l'altro eguale a zero. Ma questa è l'invocazione della più radicale antipolitica.

francesco latteri scholten.

sabato 19 ottobre 2013

Draghi istituzionalizza falso in bilancio? Plauso della Germania polemiche in Europa.



"La pubblicizzazione della reale entità del debito pubblico dei vari Paesi e di quello delle più grandi banche è un dato destabilizzante per l'economia..." è l'affermazione infausta nientedimeno che di Mario Draghi in persona il quale la riconduce a studi autorevoli di settore che sarebbero stati fatti (da chi? e soprattutto, per conto di chi?). L'affermazione è di fatto il più duro e feroce colpo di scure alla base della fragile piantina della trasparenza economica già inficiata dalle norme del Dodd Frank Act e di Basilea 3 (per entrambe si rinvia a precedenti articoli specifici). Di fatto la richiesta di Draghi è equivalente a quella della istituzionalizzazione del falso in bilancio in quanto ritiene che il bilancio pubblico - atto fondamentale di un Governo secondo le norme europee e secondo la Costituzione italiana - non possa - ed è ridicolo - essere pubblicato o non esserlo in maniera veritiera. L'affermazione di Draghi è invero di portata ancor più vasta perché in base ad essa non è più possibile alcuna transazione legale (perlomeno nel senso in cui attualmente si intende questo termine) perché questa presuppone la veridicità. L'immediato plauso ufficiale della Germania pone degli interrogativi assai inquietanti circa anzitutto il debito europeo, quello pubblico tedesco e quello degli istituti bancari tedeschi, cosa notata immediatamente dalle opposizioni (Die Linke e Die Gruenen). Le polemiche si stanno estendendo a macchia a tutta l'Europa. Ormai dopo averci pignorato la democrazia, ci derubano persino della Verità ed intanto il baratro in cui si precipita sempre più è sempre più simile al Nulla, al "Das Nichts" della "Storia Infinita".

francesco latteri scholten.

4.814.000 in fila alla Caritas.



E' della CEI il ritratto allarmante dell'Italia di oggi. I dati sono quelli della Caritas: 1.4 milioni di nuovi estremamente poveri italiani, + 29% in un solo anno. L'incremento record porta alla cifra complessiva di 4,8 milioni di cittadini in fila alla Caritas in cerca di aiuti materiali per la sopravvivenza. La richiesta di beni, servizi e cibi è aumentata addirittura del 75%, con al primo posto la richiesta di cibo e vestiario, subito seguita da quella abitativa. Degli 11,8 milioni di poveri perciò circa il 40% è costituito dalla fascia di estrema povertà peraltro in costante aumento. Le fasce più colpite della cittadinanza sono quelle dai 20 ai sessant'anni, dunque le più estese. L'attuazione dei tagli alla sanità da più parti invocata per la cifra di 4 Miliardi di Euro porterebbe al totale collasso una situazione ormai più che estremamente grave, ma un incremento decisivo sarebbe dato comunque anche da tagli meno forti. Sono dati che dipingono una situazione sociale analoga a quella del periodo prebellico e dunque un passo indietro di quasi un secolo. In particolare l'incremento della povertà e dell'estrema povertà è andato in progressivo crescendo nell'ultimo ventennio sino a giungere al record degl'ultimi dati. Di contro si rileva anche un incremento dello spreco proprio nei settori di maggior bisogno, in specie quello alimentare, dove è in costante crescita la quantità di cibo avviato al macero o ad altri impieghi al fine di mantenere artificialmente alta la quotazione di mercato. Altro incremento di contro, questo risultante dai dati ISTAT è quello della ricchezza, in altri termini: ad un numero sempre maggiore di poveri sempre più poveri fa riscontro un numero sempre minore di ricchi sempre più ricchi, come ben descritto da Marx: il collasso di un sistema.

francesco latteri scholten.

domenica 13 ottobre 2013

Papa Francesco consacra il Mondo alla Madonna di Fatima.



Al termine di una lunga veglia di preghiera, iniziata ieri sera dopo l'arrivo al Santuario del Divino Amore del simulacro della Madonna di Fatima e svoltosi in collegamento modiale con i più importanti santuari mariani dei cinque continenti, Papa Francesco ha consacrato il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria. Significativamente la consacrazione avviene a pochi giorni dalla giornata mondiale della Pace ad Assisi, così come all'epoca - era il 1917, anno degli orrori della I Guerra Mondiale e della Rivoluzione Russa -, le apparizioni erano state precedute da quelle dell' Angelo della Pace. Punto focale delle richieste della Madonna era stata la preghiera per la Pace e per la conversione dei cuori. Dio non può operare con l'uomo in assenza di questa. Più importante di tutto è la Carità, osservava già San Paolo - "la Carità non avrà mai fine..." - e ribadiva Benedetto XVI nella "Sacramentum Caritatis". Così la conversione del cuore degl'uomini a Dio e perciò della sua vita e del suo agire all'amore del prossimo è stato ed è il fulcro del vivere di ogni cristiano autentico, dei più grandi Santi, da San Benedetto a San Francesco, dei Dottori della Chiesa, dei Papi, da Leone XIII a Giovanni XXIII, da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI, a Francesco. La veglia ha inizio con la più mariana delle preghiere, quella istituita da San Domenico, del Santo Rosario. A Fatima, prima delle apparizioni, Lucia, Francesco e Giacinta, fanciullescamente, la recitavano in una loro versione "abbreviata": "Ave Maria, Santa Maria", e di questo poi arrossirono. Ai pastorelli la Madonna chiese la consacrazione della Russia e del Mondo intero al suo Cuore Immacolato e spiegò come la mancanza della conversione degl'uomini portasse in sé il germe di nuove e più infauste guerre e catastrofi. E' il secondo "segreto". Giovanni Paolo II aveva posto le apparizioni di Fatima quale centro disvelante del XX secolo: "Un secolo di ideologie aberranti che ha riempito soprattutto l'Europa di cimiteri! Rifiutarsi a Dio è distruggere l'uomo." Nella "Centesimus annus" egli ne fece una spietata analisi. Ed è a sé stesso che, sempre Giovanni Paolo II, riferì, dopo l'attentato, il terzo dei segreti. Il primo riguardava invece i tre pastorelli. Con l'odierna consacrazione al cuore immacolato di Maria, la vicenda di Fatima giunge dunque al suo compimento, perlomeno per quanto concerne le richieste di consacrazione, purtroppo non è così per la conversione dei cuori, alla quale occorre ancora del lavoro, e tantissimo anche. Perintanto Papa Francesco ha consacrato anche il suo pontificato...

francesco latteri scholten.

Con Papa Francesco un ruolo nuovo per le donne nella Chiesa?



La questione "moderna" del ruolo delle donne nella Chiesa, è, invero, - al pari di quella del matrimonio dei presbiteri - una problematica che nella Chiesa delle origini non si poneva. San Paolo scriveva: "I sacerdoti ed i Vescovi siano moralmente irreprensibili, abbiano una sola moglie..."; ed ancora: "Mi rimproverate di avere una donna (letteralmente il testo cita "di condurre con me una sorella"), ma perché? Anche Pietro, Giacomo, Giovanni e gl'altri hanno una donna...". E, le donne erano esse pure impegnate nell'apostolato. Anche la questione gerarchica aveva una impostazione radicalmente diversa, fedele all'opzione biblica dove Dio aveva preferito un Governo di Giudici, cui, per volere popolare (il populismo di allora) era subentrato quello monarchico, cui solo con grande riluttanza Egli aveva accondisceso. Sono state soprattutto due fatti storici a portare alla situazione attuale: a) l' Editto di Costantino, provatamente un falso, come ormai riconosciuto anche in ambienti ecclesiastici autorevoli, e in seguito ad esso il feudalesimo; b) il monachesimo. A favore di "un maggiore spazio per le donne in Chiesa" si erano espressi verbalmente già anche sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI, ma per entrambi circolava congiuntamente alla dichiarazione verbale, la battuta "bisogna vedé più spazio in che senso, s'è più spazio da pulì per terra...". La negazione del Cardinalato a Madre Teresa di Calcutta aveva poi deposto a favore dell'interpretazione data dalla battuta. Le cose in merito forse stanno cambiando e le richieste di mutamento provenienti non solo dalla base dei fedeli, stanno esercitando in  proposito un pressing che è in crescendo. In particolare si è fatta richiesta forte da parte della Conferenza Epicopale Tedesca, importante se non altro perché fonte tra le più cospicue per le finanze vaticane. In modo simile si è espressa anche la nuova Segreteria di Stato. Adesso Papa Francesco in persona si è espresso così: "Soffro a vedere la condizione di subalternità delle donne nella Chiesa...".

francesco latteri scholten.

venerdì 11 ottobre 2013

Alitalia: stipendi da super manager per politiche feudal monopoliste fallimentari.



Più che Alitalia sarebbe il caso di dire AliGattopardo, includendo,  a mò di sottotitolo, nella bandiera il motto - inciso nel bronzo - "affinché nulla mai cambi". La compagnia di Bandiera era stata già salvata, dopo essere stata giustamente reiteratamente "aiutata" a spese dei contribuenti, alcuni anni or sono. Orbene, aiutare un'azienda, quello che i nostri politici non vogliono o non sanno capire, non consiste semplicemente nel pompare soldi nelle sue casse per risanarne il deficit, così come fare l'elemosina non consiste nel regalare un pesce ad un bisognoso, bensì nell'insegnargli a pescare. Invece la concezione è quella che io ti dò dei soldi, tu fai degl'aggiustamenti, ossia piazzi qualche uomo dei miei, e, non ti preoccupare che tanto non cambia niente e continuiamo nello stesso modo. Il feudal monopolismo, basato sul monopolio del corridoio Roma Milano, dove non si è neppure stati capaci di comprendere che tanto questo era ormai inficiato, non solo dalle altre compagnie aeree, ma soprattutto dai TAV. Lo poteva capire anche un bimbo, non lo hanno capito i manager dirigenziali della compagnia. Per portare avanti le loro ideuzze dirigenziali targate anni '30, sono stati pagati con iper stipendi che in cifre fanno decine di volte quello che prende l'ultimo addetto delle pulizie della stessa, il quale aveva magari concezioni gestionali più intelligenti ed adeguate ai tempi. La polemica sui media oggi non è sui manager e sulla loro gestione dopo il salvataggio, bensì l'altra, sul fatto che sarebbe stato opportuno vendere anni addietro. La responsabilità dei gestori della cosa pubblica è così di nuovo tolta dalla scena, e per accertarsene interviene addirittura lo stesso Romano Prodi con un articolo scritto di proprio pugno. Allora però c'è qui anche la responsabilità politica di aver pompato ieri soldi in un'azienda pubblica che invero non si voleva salvare bensì vendere, ed allora perché pomparci dentro dei soldi? Al solito, la magistratura è opportuno che non si immischi in queste cose, perché i nostri manager è giusto che non rendano conto a nessuno...

francesco latteri scholten.

sabato 5 ottobre 2013

Lampedusa, le multinazionali e la morte del mito dell'Occidente.



"E' una vergogna..." ha giustamente sentenziato con estrema amarezza Papa Francesco. L'ennesimo viaggio "della speranza" di chi fugge da guerre e morte ha trovato il suo drammaticissimo epilogo. C'è chi ha alzatoil grido che Lampedusa debba essere aiutata dall'Europa in quanto non solo frontiera italiana, bensì europea. Ma è proprio l'Europa e non l'Italia ad assorbire il maggior numero dei fuggitivi. Uno dei veri problemi è senz'altro quello che per l'analisi di questo come di altri fenomeni, ci si continui a servire di categorie e metodi analitici ottocenteschi i quali, come all'epoca, continuano a fare riferimento in primis agli Stati mazionali o a loro eventuali unioni. Si tratta di realtà in forte declino nel Novecento e abbondantemente superate a partire dalla seconda metà di esso in cui le realtà globali sono designate anzitutto dalle multinazionali, le quali configurano realtà, poteri ed interessi economici che si collocano ben al di là di quelli degli Stati nazionali. E, c'è una differenza fondamentale nel modus operandi, rispetto a quello degli Stati nazionali. L'imperialismo di questi ultimi infatti ed il suo colonialismo dava certo origine anche a conflitti, ma anche - per altro verso - a stabilizzazioni interne, alla realizzazione di grandi opere e strutture, quello delle multinazionali è invece del tutto costruito sull'instabilità e sulla guerra. E' necessaria infatti una conflittualità permanente perché le multinazionali - quelle petrolifere in primis - possano estorcere al minor costo possibile le materie prime di cui le aree di conflitto sono particolarmente ricche. Più guerra = minor costo e guadagno aggiuntivo dalla vendita di armamenti. Eppure non vediamo mai le sedi centrali delle multinazionali, i volti dei loro presidenti e managers, vediamo i palazzi governativi ed i volti dei politic nazionali, come nell'Ottocento. Vediamo i volti - per restare al ns. Paese - di Napolitano, Boldrini, Alfano etc., mai quelli ad es. di un Danilo Scarone, così come del resto non vediamo quelli di un Jamie Dimmon o di un Rotschild. Così anche i disperati vedono l' "America": Manhattan, e non la più veritiera Harlem o il Bronx. Ed ecco allora che ci si imbarca a qualunque costo per fuggire da guerre create da altri per rubare materie prime, alla volta di El doradi inesistenti.

francesco latteri scholten.

martedì 1 ottobre 2013

Il più auspicabile: un Partito Popolare ispirato e collocato nel PPE.



Le eterne diatribe tra il Partito Popolare Europeo e Forza Italia / Lega prima e PdL poi, sono l'estrinsecazione di una lacuna storica e politico socioculturale, l'aver voluto inserire a forza in un contenitore europeo comune un qualcosa di irriducibile ad esso. E' infatti irriducibile ad esso l'antieuropeismo, spesso apertamente dichiarato ed anzi ostentato, del suo monarca assoluto. E, prima ancora - e strutturalmente più in profondità - un orientamento liberista e riferentesi alla cultura cristiana solo quale pura formalità esteriore retaggio di un passato da abbandonare, in vista del fine vero: il firestonismo ed il manchesterismo più feroci. E' una maschera a smascherarne il teatro, quella celeberrima di Cetto la Qualunque, specie nella scena della partecipazione alla Messa per fini elettorali. In questo del resto c'è anche una responsabilità del mondo cattolico italiano, il quale in presenza delle crisi dovute al crollo del muro ed all'insidiarsi del nuovo ordine mondiale, non hanno concesso al Partito di ispirazione cristiana quella fiducia che invece è stata tributata in altri Paesi. E' vero che ci sono stati grossi scandali, è vero anche che - con buona pace di questi - vi fosse una maggiore moralità: a quei tempi in presenza di un "Avviso di Garanzia" si aveva l'onestà di dimettersi, oggi neppure di fronte alla condanna definitiva in terzo grado di giudizio; una volta era scandalo avere qualche amante, oggi ci si arroga il diritto di festini bunga bunga con le nipotine di Mubarak e le ragazze "Papy". Del resto lo stesso Aldo Moro aveva previsto qualcosa del genere, e forse il ventennio inaugurato dal regime del bunga bunga è solo un esito, un riflesso, una ripercussione della lunga ed oscura ombra che si è stagliata sull'Italia con l'assassinio dello statista DC. Inoltre, che il firestonismo ed il manchesterismo possano eventualmente convivere con Cetto la Qualunque non è mistero, certo è che non lo possano con chi come il PPE ha il fine di una società permeata e finalizzata a valori cristiani. Sono qui anche molte delle ragioni della ventennale crisi italiana sfociata nell'attuale suo estremismo. Un superamento è certamente portato a livello anzitutto di fede e di cultura dal nuovo dinamismo cattolico di Papa Francesco, ispirato all'autenticità delle origini, un cristianesimo di cui a duemila anni non cessa la modernità, e le realtà di altri Paesi, come la Germania con il recente trionfo di Angela Merkel lo dimostrano. E' ora di colmare una grande lacuna politica in Italia.
francesco latteri scholten.