domenica 22 dicembre 2019

Buon Natale


“In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirino. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: “Non temete, ecco io vi annunzio una grande gioia , che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”. E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama”. Luca 2, 1-14 trad. Nestle Aland

giovedì 26 settembre 2019

La Corte Costituzionale apre al suicidio assistito a discrezione dei giudici sovrapponendosi alle Camere.


A differenza del Portogallo, dove il 14 settembre u.s. il Parlamento non ha approvato nessuno dei quattro progetti di legge per l'introduzione dell'eutanasia, da noi invece della politica e del potere legislativo si è pronunciata sull'argomento la Corte Costituzionale:"Non è punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidioautonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli" e dunque “In attesa di un indispensabile intervento del legislatore, la Corte ha subordinato la non punibilità al rispetto delle modalità previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua (articoli 1 e 2 della legge 219/2017) e alla verifica sia delle condizioni richieste che delle modalità di esecuzione da parte di una struttura pubblica del Servizio sanitario nazionale, sentito il parere del comitato etico territorialmente competente”.


La sentenza invero apre ad una serie di problematicità: 1) anzitutto quella etica, sancita dall'art. 2 Cost. Che riconosce i diritti umani, cui primo è quello alla vita e qui la Corte si arroga di pronunciarsi sul diritto alla vita facendo dell'Italia uno dei pochissimi Paesi al mondo in cui ciò avvenga; 2)di competenza in quanto art. 1 Cost. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione, ovvero, per quanto attiene alle leggi eleggendo un Parlamento cui, art. 70 Cost. spetta la funzione legislativa ed è dunque inammissibile l'ultimatum della Corte al Parlamento prima ed il bipassamento dello stesso poi, con una sentenza: i legislatori (parlamentari) sono eletti infatti dal Popolo, i giudici non li elegge nessuno; 3) circa la sentenza, come osserva il Centro Studi Livatino«non dichiara illegittimo l’articolo 580 del codice penale, ma: demanda al giudice del singolo caso stabilire se sussistono le condizioni per la non punibilità, cioè investe il giudice del potere di stabilire in concreto quando togliere la vita a una persona sia sanzionato, oppure no». In questo modo però, scrive ancora il Livatino, la Corte «fa crescere confusione e arbitrio, ricordando che deve essere rispettata la normativa su consenso informato e cure palliative: ma come, se la legge sulle cure palliative non è mai stata finanziata e non esistono reparti a ciò attrezzati?; 


medicalizza il suicidio assistito, scaricando una decisione così impegnativa sul Servizio sanitario nazionale, senza menzionare l’obiezione di coscienza, di cui pure aveva parlato nell’ordinanza 207; ritiene l’intervento del legislatore “indispensabile”: e allora perché lo ha anticipato come Consulta?».
Insomma è una sentenza che, come bene osserva Massimo Gandolfini del “Family Day” «non porterà alcun diritto civile, maggiore dignità al malato e capacità di autodeterminazione, ma, al contrario, le conseguenze sul piano pratico sono quelle già evidenti nei Paesi dove la legalizzazione dell’eutanasia ha condotto i più deboli su un piano inclinato irreversibile: pressione psicologica sulle persone vulnerabili, abbandono terapeutico di anziani e disabili, crescita esponenziale delle richieste di suicidio assistito, casi di eutanasia senza esplicita richiesta soprattutto per pazienti in stato di coscienza minima (vedi caso Lambert) ed una perdita di fiducia nel rapporto medico paziente». I Vescovi italiani hanno giustamente preso 


posizione circa la sentenza con una nota in cui rilanciano le parole di Papa Francesco per cui «si può e si deve respingere la tentazione – indotta anche da mutamenti legislativi – di usare la medicina per assecondare una possibile volontà di morte del malato, fornendo assistenza al suicidio o causandone direttamente la morte con l’eutanasia». La preoccupazione maggiore, prosegue la nota Cei, «è relativa soprattutto alla spinta culturale implicita che può derivarne per i soggetti sofferenti a ritenere che chiedere di porre fine alla propria esistenza sia una scelta di dignità. I Vescovi confermano e rilanciano l’impegno di prossimità e di accompagnamento della Chiesa nei confronti di tutti i malati. Si attendono che il passaggio parlamentare riconosca nel massimo grado possibile tali valori, anche tutelando gli operatori sanitari con la libertà di scelta». Insomma, una sentenza che sarebbe stato meglio non fosse mai stata scritta.
francesco latteri scholten

mercoledì 15 maggio 2019

Da Michel Houellebecq a Bernard Henry Levì i “Very Big” dell'Intellighenzia francese passano al cattolicesimo ratzingeriano.


Sono immagini grandi e terribili quelle che la Francia, il Cuore dell'Europa, ci dà a vedere. Ultima, orrore puro, la devastazione con le fiamme, della cattedrale di Notre Dame (ma sono oltre un migliaio gl'attacchi alle chiese nel solo 2018). Ci sono le immagini dei disordini portati avanti dai Gilets Jaunes, quelle degl'attentati islamici alBataclan. E sono del resto in sintonia con quelle della Storia francese, terribili ma grandi: i fuochi illuministici e le ghigliottine dellaRivoluzione che in un anno hanno fatto più morti che l' Inquisizione in tutta Europa in quattro secoli; l'imperialismo napoleonico; l'Esposizione Universale del 1889 e la Tour Eifel; le persecuzioni ebraiche e le svastiche naziste durante la seconda guerra mondiale; il '68, frutto marcio tardivo 


dell'Illuminismo ateo ed agnostico. Immagini grandi e terribili che mettono sul tavolo in modo indiscutibile, se mai ce ne fosse bisogno, che le concezioni illuministiche sono antropologicamente false(come del resto i dati statistici sulla denatalità dimostrano) e foriere di senescenza estinzione e morte per le società che volessero metterle in pratica, accentuate magari dall'immigrazionismo di massa. Fortunatamente la coscienza di massa, la coscienza, popolare, se ne è ben resa conto e ci ha donato altre immagini, stavolta ancora grandi ma anche Belle: le immagini Pro Vita dei Family Day. Tanta gente, tanto popolo, pacifici, sereni, festanti, con l'antica radice d'Europa, il Cristianesimo, alba di un giorno nuovo a fronte degli orrori. Una coscienza ormai 


non più propria solo degl'intellettuali della “propria circoscrizione”, deiJacques Maritain, degli Etienne Gilson, ma che già con Jacques Le Goff ha cominciato una decisa e vera ricostruzione dell'era di mezzo, un'era di Luce, e con ciò un valido proselitismo. Su questo fronte un contributo imprescindibile è dato, negli anni '60, dal Concilio Vaticano II che porterà alla caduta del muro di Berlino e con ciò alla fine della Guerra Fredda. Altro contributo importante è, proprio nel 1968, la “Introduzione al Cristianesimo” con cui Joseph Ratzinger, uno dei Teologi rampanti del Concilio (futuro Prefetto per la Dottrina della Fede e Papa Benedetto XVI) diventa “Il Teologo”. “L'Europa o sarà cristiana o non sarà” aveva più volte detto, e, cristiana significa 


confluenza di Giudaismo, Cultura Greca e Diritto Romano, significa Fede e Famiglia, sulle orme di San Benedetto, da cui la scelta del nome. E' una realtà di cui oggi, in Francia, è divenuta cosciente – finalmente – anche la Grande Intellighenzia francese e, segnatamente, nientemeno che proprio quella laica, atea ed addirittura agnostica. Il confronto diventa serrato con“Sottomissione” (è la traduzione di Islam) in cui Michel Houellebecq, Enfant Terrible della Cultura francese, si confronta da un lato con la memoria della società cristiana ormai semidissolta, dall'altro con la società della vacuità, del vano, del nichilismo portata dal '68, e, dall'altra con la diffusione soffocante 


dell'Islam“Serotonina”, dal nome dell'ormone del piacere, ne è il seguito ed affronta la tematica della società edonisto/egoistica ovvero dell'era del rifiuto della responsabilità. E' la rimozione (al solito: per non urtare la sensibilità degli islamici) di una Croce sovrastante la statua di San Giovanni Paolo II a Ploermel a colpire la mente dello scrittore per l'intervista a “Der Spiegel” (anno 2017). Sono proprio i cristiani a stagliarsi positivamente contro la società del rifiuto della responsabilità creata dal '68: “E' come una corrente sotterranea che improvvisamente viene alla luce. Il fatto è che i cattolici devoti stanno mettendo più bambini al mondo. E trasmettono i loro Valori ai Bambini.” “In 


Francia stiamo assistendo ad un ritorno del Cattolicesimo ed i Cattolici in Francia sono diventati consapevoli della loro forza.” E' singolare, sempre nell'intervista allo “Der Spiegel” il confronto cui Houellebecq si lascia andare tra Comunismo ed Islam: “Il comunismo era una specie di falsa religione, un cattivo sostituto, non una vera fede, sebbene avesse la propria liturgia. Una religione è molto più difficile da distruggere di un sistema politico. La religione ha un ruolo chiave nella società e nella sua coesione, è un motore nella costruzione della comunità. L'Islam resterà.” Sulla sinistra post sessantottina, contemporanea, sui suoi radical chic e la sua politica Houellebecq è chiarissimo e lapidario: “La sinistra è in agonia, le sue idee sono 


morte. La sinistra ha perso la sua forza mobilizzatrice. Ho visto il marxismo morire. Ho sempre detto che i romanzi non possono cambiare il mondo. Ma “Arcipelago Gulag” di Solgenitsin ha cambiato il mondo. Il libro fu un fulmine in Francia. Per il marxismo suonò la campana a morte. (…) I mentecatti di sinistra sono diventati veramente insopportabili da qualche tempo. Si comportano come un animale intrappolato che sente che presto finirà.” L'ultimo giudizio formulato da Houellebecq in occasione del conferimento della Legion d'Onore (Aprile 2019) da parte del Presidente Emmanuel Macron è auspicabile: “Il ritorno del cattolicesimo al suo antico splendore è ciò che può riparare la nostra civiltà danneggiata”. Il 


Cattolicesimo cui si riferisce è quello autentico, tradizionale: “sarebbe bene che si allontanasse definitivamente dal protestantesimo e si avvicinasse all'ortodossia”. Insomma, SI' a Papa Benedetto e NO a Papa Francesco. Importanti anche le posizioni dell' “Inamico pubblico” di Michel Houellebecq, ovvero l'altro “Mostro Sacro” della Cultura laica transalpina, il Filosofo Milionario Bernard Henry Levì. Pupillo di Jean Paul Sartre in persona ed autore del miglior testo sull'esistenzialista francese (Sartre il Filosofo del XX secolo), è stato fortemente colpito dalla conversione della sorella minore, Veronique, proprio al Cattolicesimo. Presente, tra lo stupore generale, nella cattedrale di Notre 


Dame alla prima domenica di Quaresima del 2012 in occasione del suo battesimo“Sur la Vie de la Croix” è il libro in cui essa ha raccontato il suo percorso di conversione. “Ho dovuto rendermi conto – così Bernard Henry - che non si trattava di una infatuazione puerile bensì di un grande e forte cammino interiore di crescita psicologica spirituale e teologica: Veronique è ora animata da una nuova grande forza interiore. Ho avuto la sensazione colpevole di aver tralasciato di trasmettere qualcosa a questa mia piccola sorella che potrebbe essere mia figlia”. Da quella domenica di Quaresima del 2012 l'interesse ed il confronto con il 


cattolicesimo si fanno serrati anche per l'ex pupillo di quel Jean Paul Sartre che stava anch'egli per convertirsi nel '43 prigioniero in Campo di Concentramento insieme a dei Padri Gesuiti e la cui mancata conversione è uno degli esiti che hanno portato al nefasto '68. I suoi frequenti viaggi gl'hanno fatto così scoprire, anche a lui come già a Houellebecq, l'Anima Cristiana dell'Europa seminata da San Benedetto ed a cui fa riferimento Benedetto XVI.
francesco latteri scholten.