giovedì 27 febbraio 2014

Ucraina come l'ex Jugoslavia.



La bandiera russa sventola sul Parlamento in Crimea, E' uno scenario drammatico, già visto nella sua cruenza nella ex Jugoslavia, quello che va sempre più prendendo forma anche in Ucraina, o forse è già il caso di dire ex Ucraina, con la fuga di Janukovic in Crimea e la sua assunzione al potere lì, sostenuta con le armi dalla Russia di Putin. La caduta - nel 1989 - del capitalismo di Stato e soprattutto il venir meno ideologico del comunismo marxista leninista cui diceva di rifarsi ha portato ovunque nell'ex Unione Sovietica e nei suoi Paesi satelliti al rinfocolamento dei nazionalismi, spesso ahimé permeati anche da elementi religiosi, i quali anzicché sminuire hanno accentuato le divisioni ed i contrasti, come appunto nell'ex Jugoslavia. Tito, come altri valenti leaders politici comunisti era riuscito nella difficile impresa di contrastare queste tendenze evitando i massacri che ci furono poi. Similmente altri leaders in altri Paesi dell'Est, Ucraina compresa. Compresa anche la stessa Russia, dove la tentata uscita dal comunismo con Gorbaciov e la sua Perestroika, ha visto, insieme alla sua estromissione, la lotta senza quartiere tra comunisti e ex comunisti ormai dichiaratamente nazionalisti. Lotta che si spinge radicalmente in tutte le istituzioni, comprese le multinazionali (le vicende di Gazprom sono le più tristemente note), e che hanno portato al potere infine Vladimir Putin, ex comunista connotato da una mentalità pregnantemente nazista. Si tratta di una realtà tipicamente inficiante l'uomo dell' Est, che, caduto il comunismo e con esso i suoi riferimenti ideologici, si è trovato a fronte un "vuoto" di coscienza al quale ha saputo reagire solo aggrappandosi a ciò che oltre a questo gl'era rimasto: la propria tradizione e anche la propria "religiosità". Ne è scaturita quella assolutizzazione iperlocalistica che necessariamente non può che essere scaturigine di divisioni anche violente. L'errore è stato quello - anche ai massimi livelli politico ideologici e culturali - di procedere con un semplicismo mentale quasi ridicolo: non l'interrogativo, peraltro assai complesso e difficile, tentato da Gorbaciov, di chiedersi cosa non andasse in un sistema per modificarlo e migliorarlo, quale fosse la realtà vera e non "pubblicitaria" di altri sistemi concorrenti e quali fossero però i loro limiti, bensì quello del semplicionesco scarto dell'uno a favore dell'altro. E non è qui necessario tirar fuori Hegel per capire che incarnazione ideale di questi segni di questi tempi è Putin e quelli come lui: l'uomo che incarna sia i nuovi nazionalismi, sia - per il suo passato - il nostalgismo dell'imperial comunismo. Karl Marx vi avrebbe facilmente riconosciuto, in tutte le sue quelità, a cominciare dalla sua politica, praticamente eguale, il Luigi Bonaparte del suo "Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte":"...un uomo assolutamente mediocre e squallido in tutto fuorché nell'abbiezione, il quale però è la più autentica incarnazione dello spirito dei suoi tempi..."

francesco latteri scholten.

mercoledì 26 febbraio 2014

Ucraina: Putin allerta l'esercito russo.



La scarcerazione di Julia Timoschenko (peraltro arrestata con un pretesto), condannata a 7 anni, rilasciata in seguito alle rivolte così come la fuga del premier Janukovic, inizialmente celebrati come vittoria della diplomazia occidentale ed in particolare del duo Obama/Merkel, non hanno portato alla risoluzione delle vicende ucraine, come del resto era facilmente prevedibile. Il crollo del muro di Berlino nell' '89 e con esso quello degl'equilibri di Yalta, ha sancito infatti solo la fine della contrapposizione capitalismo - privato / capitalismo di Stato e non certo quella dei diversi interessi competitori, i quali spesso sono stati addirittura aggravati, come la guerra civile nell'ex Jugoslavia - dove proprio in questi giorni si segnale la ripresa di nuovi focolai di tensione grave - ha ampiamente dimostrato. L'allertazione dell'esercito russo da parte di Putin segna l'innalzarsi del livello della crisi non Ucraina, bensì USA-UE da una parte e Russia dall'altra. Il passaggio della Russia al capitalismo privato non è stato dunque occasione del ritrovo di possibili sinergie con l'Occidente, bensì, anche per espresso volere di Putin e del suo gruppo di potere, di creazione di un fronte eurasiatico che si contrappone sia all'Occidente che alla Cina. Le crisi vere solo apparentemente sono quelle delle piazze ucraine, invero le loro origini si ritrovano nelle grandi vicende economico energetiche della Russia, si veda ad es. Gazprom, e anche qui gl'antagonismi con gruppi opponentisi a Putin. Passaggi o meno di gasdotti, pedaggi o meno per gli stessi, scelta di fonti energetiche e quindi di tipologie di industrializzazione, sinergia o meno con l'Occidente, apertura o meno di mercati e loro integrazione. Le attuali vicende in particolare indicano pure l'erroneità delle valutazioni degli esperti occidentali di geopolitica i quali ancora solo una decina di mesi fa sottolineavano la prospettiva di una integrazione - peraltro culturalmente giustificabile - del blocco ex sovietico con quello UE. I russi rispondono secondo la loro tradizione millenaria, sia zarista prima, che comunista e post comunista poi: alla rivolta di piazza si risponde con la repressione militare ad opera dei governi locali e, se questa non dovesse bastare, con il diretto intervento russo. Del resto parrebbe assai strano che l'ex capo del KGB Vladimir Putin si sia improvvisamente convertito e difatti così non è. Che questo tipo di soluzione non sia necessariamente efficace è lì a dimostrarlo ad es. l'Afghanistan. Certo è che l'ordine di Putin porta a vanificare i molti miliardi spesi per rinvigorire e rinfrescare l'immagine della Russia nel mondo con le Olimpiadi di Sochi...

francesco latteri scholten

sabato 22 febbraio 2014

Renzi, Governo su mandato di Banca d'Italia, De Benedetti e Berlusconi.



In mattinata dopo le dieci, con comodo, al Quirinale da Napolitano per il giuramento, il nuovo Governo, il terzo non eletto dal popolo, cui il capo dello Stato darà il battesimo e la sua benedizione. Novità vera la concrezione almeno formale delle "pari opportunità" (mentre se ne cancella l'omonimo ministero), per la prima volta 16 Ministri di cui 8 donne e 8 uomini, quasi a puntellare lo show mediatico degl'ultimi giorni che ci mostrava le grandi sceneggiate ed i grandi sketch pubblici, primo fra tutti l'incontro ad urli in faccia Renzi Grillo, occultando le trame vere. Dei tre incontri decisivi perché fosse possibile il nuovo governo, solo uno è stato debitamente sbandierato all'opinione pubblica, quello tra l'ex sindaco di Firenze e l'ex senatore Silvio Berlusconi, nome peraltro tra i più significativi della finanza italiana. Ben nascosti invece gl'altri due. Quello con l'altro nome significativo della finanza e dell'editoria italiana, ufficialmente acerrimo nemico di Berlusconi e da questi indicato come tesserato n°1 del PD, Carlo De Benedetti, è stato ben occultato dalle diatribe interne del PD e dal loro sbandieramento. Infine l'ultimo, il più importante, quello con i vertici di Via Nazionale, è stato scoperto e denunciato soltanto da Rete Viola. Insomma "l'uomo nuovo" dei poteri forti internazionali, USA, UE e multinazionali estere ed italiane è al suo posto e, come dichiara lui stesso, con il proposito di restarvi sino allo scadere della legislatura. Dunque solo nel 2018 gl'italiani potranno riprendersi - si spera - in pieno il loro titolo di cittadini e tornare alle urne, avendo presumibilmente anche una Camera in meno da eleggere, il Senato infatti, più che abolito dovrebbe divenire una Camera dei nominati (come già con lo Statuto Albertino), così come le Province più che eliminate dovranno far posto a consorzi di Comuni. Alle Urne nel '18 dunque con riforme che invece che avanti pare vadano sempre più indietro.

francesco latteri scholten.

giovedì 20 febbraio 2014

Papa Francesco ad un anno dalla nomina.


Eventi imprevedibili ed imperscrutabili, come d'altronde le Vie del Signore, si originano anche nella Chiesa scuotendola a fondo. E, sono proprio questi eventi ad inaugurare e segnare radicalmente la Chiesa moderna e contemporanea: dalla Rerum Novarum di Leone XIII che il 15 maggio 1891 la catapulta nella modernità, all'elezione al soglio pontificio di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II. Ultimi della serie le dimissioni (c'è un solo precedente storico) di Papa Benedetto XVI - al secolo Joseph Ratzinger, il teologo che maggiormente ha connotato la Chiesa del Novecento, prima brillante progressista tra i più importanti del Vaticano II, poi connotato da una linea più decisamente conservatrice -, ed infine l'elezione di Jorge Mario Bergoglio, 13 marzo 2013. Una gaffe della presidenza della CEI, un bigliettino augurale per la nomina subito inviato al nuovo Papa alla notizia dell'avvenuta elezione senza aver atteso il nominativo del nuovo eletto in cui ci si felicitava con il Card. Angelo Scola, chiarisce quanto imprevista ed inattesa fosse l'elezione di Bergoglio, uomo dalla formazione spirituale ignaziana e marcatamente da quella del Card. Martini, già messa in disparte. Due anime, conservatrice e progressista permeano in profondità la Chiesa connotandola ed interrogando le coscienze dei molti come dei singoli, dei credenti, ma anche dei laici. E' l'anima conservatrice alla fine quella che si dimostra - clamoroso il caso del Non Expedit - non in grado di rispondere ai segni dei tempi, assolutizzando i propri dogmi e proiettandosi in una dimensione altra da quella più prettamente evangelica della comunità formatasi intorno a ns. Signore. Una dimensione che di per sé anche storicamente più volte stava per soffocare la Chiesa stessa, che riuscì a salvarsi solo proprio grazie a figure come quella di San Francesco, figure portatrici intrinseche dell'altra anima. Quest'ultima invero, sebbene portatrice dell' "Elàn" Vitale che sempre è stato portatore di salvezza, tanto alla comunità quanto alle singole coscienze, ha però sempre, in qualche modo imperscrutabile, bisogno anche dell'altra. Vi è in questo probabilmente qualcosa del quid del Mistero insondabile dell'agonia del Cristo: "... in verità io sarò in agonia sino alla fine dei tempi.". La stessa persona fisica può portarli, e spesso li porta entrambi: il progressismo per il Vaticano II ed il moderatismo per la sua concrezione pratica. Non riguarda solo Joseph Ratzinger, ma, a ben vedere anche Jorge Bergoglio. L'anima progressista trova conferme a dir poco clamorose, si va dalla stessa scelta del nome, da sempre per ogni Pontefice indicativa dell'animo proprio e del proprio pontificato, alla rinuncia alle scarpe rosse, al nucleo del più celebre dei sui primi discorsi: "... se cade un mattone è tragedia, se cade un operaio non fa nulla" che riprende quello altrettanto éclatante della Rerum Novarum. Gesti piccoli e grandi, uno Spirito dichiaratosi nell'enciclica Lumen Fidei e nell'esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Il nucleo vero e profondo di Papa Francesco è tuttavia invece rintracciabile in un altro suo scritto che non è atto ufficiale del Papa: "Aprite la mente al vostro cuore". Scritto estremamente moderno e progressista, ma radicato nella più classica delle spiritualità cattoliche, quella di Sant'Ignazio di Loyola. Si tratta infatti degl'Esercizi Spirituali del grande Santo, visti, praticati e guidati da Papa Francesco in persona. E' la versione più valida e più immediatamente accessibile degli Esercizi e destinata ad affiancare quella originale. E' il vero testo base della Spiritualità e del pensiero di Jorge Mario Bargoglio, quello dal cui vissuto scaturisce il pensare e l'operare del Papa: la Lumen Fidei, la Evangelii Gaudium, le posizioni circa il lavoro operaio e le questioni sociali, ma anche cose molto più piccole, come la rinuncia alle scarpe rosse, l'uso privato di una vecchia R4 donatagli, e anche l'essere beccato in contromano per le vie di Roma con la stessa... . Insomma, Sant'Ignazio, filtrato anche dal pensiero del Card. Martini, riporta in auge quello Spirito Conciliare cui aveva portato anche il primo Ratzinger, un ritorno al "passato" che è invero una proiezione al futuro.
francesco latteri scholten.

venerdì 14 febbraio 2014

Il 14 aprile Santo il Papa intellettuale/operaio, drammaturgo che leggeva Sartre ed Hemingway.



E' una delle grandi figure atipiche del cattolicesimo del Novecento che ben si colloca accanto a quelle di Edith Stein, di Jacques Maritain, di Bernanos e di molte altre minori, quella di Karol Wojtyla. Grandi Spiriti travagliati dal confronto culturale, sociale ed ideologico con i propri tempi, lontani da un itinerario spirituale e vocazionale ordinario, quello normalmente intrapreso da religiosi ed anche laici. Spiriti che debbono anche all'asprezza dei loro tempi (ed alla "imperscrutabilità" delle "Vie" del Signore) il fatto di non essere stati estromessi dal cattolicesimo come sarebbe accaduto in altre circostanze. Vale per Bernanos, ancora oggi per molta parte del cattolicesimo un borderliner, per Maritain cui solo il Concilio Vaticano II appena concluso evitò la scomunica già in itinere. Vale per il giovane intellettuale operaio Karol Wojtyla, cui solo l'asprezza del nazifascismo e della guerra prima, del comunismo poi, consentirono da un lato di dare grande testimonianza di fede, dall'altra di evitare il Seminario, al quale la figura del giovane drammaturgo e delle sue frequentazioni sarebbe stata decisamente inadeguata. Più filosofo che teologo, corrente di riferimento quella più diffusa ovvero la fenomenologico esistenzialista inaugurata da Husserl ed Heidegger, cui la giovane e brillante Edith Stein - con connotazioni spesso parallele a quelle di Sartre - aveva dato la mediazione con San Tommaso d'Aquino. Poco convincente per i propri superiori sul piano intellettuale e filosofico, ancor meno su quello teologico nonostante gl'esami brillanti, convinceva di più per la sua vita da operaio vero, per la partecipazione alla liturgia e per la diffusione dell'insegnamento cristiano nonostante i rischi cui questo lo esponeva. Fatto sacerdote non senza riserve, fu destinato ad una delle più insignificanti delle parrocchie della diocesi. Ma qui, proprio quella formazione filosofico intellettuale che era ritenuta il suo maggior limite si mostrò invece il maggior punto di forza: un giovane sacerdote avvezzo al confronto con la cultura moderna, con le ideologie, capace di guidare soprattutto i giovani, sostenuto in ciò anche dalle sue indubbie qualità di sportivo. Con Bernanos e Maritain, ma anche con laici come Sartre, condivideva la ricerca per la "Terza Via" e l'impegno socioculturale deciso in questo senso. Proprio in esso, a differenza di questi ultimi cui lo status quo sancito da Yalta e la guerra fredda segnavano la barriera più forte, la nomina dell'ormai giovane Cardinale a Pontefice apriva orizzonti e scenari nuovi e prima del tutto inimmaginabili. Il resto è storia ed a partire dal 1989 il muro di Berlino non c'è più e con esso l'ordine sancito a Yalta. Ciònonostante, siamo ormai nel 2014, la Terza Via non pare assolutamente vicina e l'Europa, anche la Polonia, rigurgitano di focolai oscuri, vicini a quelli che a Berlino, nel 1933, illuminarono la notte con i bagliori dell'incendio del ReichsTag. 

francesco latteri scholten.

martedì 11 febbraio 2014

F.I. ultima sceneggiata: l'isola del giorno prima.



E' la ricerca del segreto del tempo. Se n'era occupato già Verne ne "Il giro del mondo in ottanta giorni", una specie di odissea in chiave ottocentesca dove sulla questione di fondo, il segreto del tempo, non ci si interrogava più di tanto e il riuscire a tornare ad un giorno prima serviva semplicisticamente a vincere una scommessa. In tempi più recenti, ormai comunque diversi anni fa, se ne è occupato più a fondo e decisamente il semiologo Umberto Eco ne "L'isola del giorno prima". Qui ovviamente è posto l'interrogativo di fondo del ritorno al "giorno prima" e ne è colto il nucleo essenziale: "... torniamo al giorno prima: andiamo al giorno prima che Giuda tradisse Cristo, lo ammazziamo, così il tradimento non c'é e questo schifo di umanità è dannata per sempre...". A questo nucleo e da esso si diapartono molteplici altre problematiche, e già Sartre si era occupato di quella significativa di riportare in vita il cospiratore Rollebon con la riscrittura della sua vita. Tentativo necessariamente votato allo scacco. Ma Eco è più incalzante ed osserva così che alla fine anche quella del "giorno prima" è un'Isola alla quale si può giungere solo con la Storia. Questa non è necessariamente coincidente con la Verità, anzi a ben vedere se ne è sempre distaccata alquanto. Se infatti ad es. andiamo a vedere con Howard Zinn "La storia del popolo americano", troviamo qualcosa di ben diverso da quanto ci illustrano con presunta sapienza i testi classici di storia in usum scola. Insomma "L'isola del giorno prima" è un costrutto umano come tanti altri ed è costruito con delle finalità ben precise, essa, come direbbero i francesi è "in usum Delphini". Serve per la costruzione del presente come del resto l'incendio del ReichsTag ad Adolf Hitler per il suo colpo di Stato. Così oggi un articolo pretestuoso, assolutamente indegno della Testata che lo ha pubblicato e che la svilisce del tutto, nel quale contatti di routine quali sempre ne furono, anche ad es. già con Ciampi, per sondare una eventuale disponibilità di qualcuno - nella fattispecie Mario Monti (notoriamente uomo di Goldmann Sachs) - in caso di necessità, sono innalzati a complotto cospirativo. Cosa davvero ci fosse il giorno prima nulla importa, importa invece e moltissimo andare a "Lisola del giorno prima" per foggiare l'oggi e possibilmente il domani.

francesco latteri scholten.

giovedì 6 febbraio 2014

Giornata mondiale contro le mutilazioni femminili.



Sono 130.000.000 le vittime dell'infibulazione nel mondo, con un incremento di 3 Mln ogni anno. La pratica, spesso attuata con pretesti religiosi, nasconde invero una concezione oggettivistica della donna, all'interno di un'altrettanto oggettivistica concezione della società e della vita: idolatria del possesso che trova concrezione in una falsa e finta concezione della "purezza", della "catsità" e della morale. "Possiedo le MIE cose, tra cui le MIE donne che servono a procrearmi i MIEI figli per perpetuare il MIO possesso e il MIO "dio" istituisce e legittima tutto questo". Il centro, intorno al quale tutto ruota e si muove, è, come subito si vede, il MIO POSSESSO. Idolatria dunque nella quale non rimane invero alcunché né dell'uomo (meno che mai della donna), della persona, della sessualità, dell'amore, della Vita. La persona è sfregiata nel suo più intimo, e con lo sfregio è negata una sessualità autentica e con esso, se da una parte si impedisce definitivamente il piacere della donna, al tempo stesso dall'altra, si nega la virilità ovvero la capacità di dare piacere alla propria compagna, all'uomo. E' tolto così il coronamento fisico all'amore che dovrebbe - secondo natura - segnare quella sublimazione anche fisica da cui scaturisce la procreazione. Si nega al tempo stesso la maturità psichica della persona formando personalità incapaci di una relazione vera con l'altro, in specie con la sessualità dell'altro, che qui viene negata in toto. La donna è così separata, anche fisicamente e socialmente, in un Apartheid che le riserva spazi circoscritti, che la nasconde persino con vestimenti che ne negano l'apparizione della fisicità corporea nella quale trasparirebbe la sua sessualità. Con ciò la sessualità stessa, nella sua naturalità, è ridotta ad immoralità e depravazione cui alla mutilazione nella vita presente è aggiunta la condanna eterna in quella futura. Ai praticanti osservanti di queste concezioni sfugge, ovviamente, il dettaglio che se Dio, come loro stessi affermano, è creatore di tutto e perciò anche della donna e della sua sessualità (che è poi quella dell'uomo per reciprocità), loro non hanno alcun diritto di negarla e meno che mai di distruggerla.

francesco latteri scholten.

domenica 2 febbraio 2014

Decisionalità: lo iato tra politici e tecnici: opportunismo e bene comune.



La complessità delle società moderne rende sempre più necessario il ricorso ai cosìddetti "tecnici", agli specialisti di settore, i quali dovrebbero studiare le problematiche e trovare le soluzioni più adatte. I problemi sono i più disparati, dall'economia, all'ambiente, alla stessa politica ai diversi livelli, quello nazionale compreso, come un recente "governo dei tecnici" è lì a ricordarci. Ognuno sarebbe in questo "rapporto di coppia" - coppia sempre in crisi - chiamato a svolgere il proprio compito in funzione del "bene comune" e secondo i dettami della Costituzione. Al tecnico dunque lo studio dettagliato e scientifico delle varie problematiche, al fine di facilitare al politico - che non si può pretendere esperto di tutto - la decisionalità. Dall'economia (dove è ancora recente la mancata apposizione da parte di Draghi del vincolo ai fondi europei destinati a famiglie ed imprese e che per quest'omissione sono finiti invece alle banche ed alla finanza); all'ambiente (dove ogni volta i disastri mettono a nudo la speculazione edilizia); alla stessa politica (dove un nuovo porcello con le stesse anticostituzionalità del vecchio palesa la contraddizione tra politica e Consulta). Il problema di fondo permane sempre eguale: il dissidio tra l'indicazione dei tecnici in funzione del bene comune e della Costituzione e l'opportunismo politico, il quale invece trae vantaggio sia politico che economico dall'inosservanza di quelle indicazioni. Esso rispecchia lo iato tra una "democrazia" ufficiale, invero tale solo sulla carta e nelle indicazioni dei politici in occasione della prossimità delle elezioni, ed un feudalesimo che è invece la realtà effettiva del ns sistema. "Il sale della Terra" canta con ironia sarcastica Ligabue e - tra l'altro - dice del tappeto messo lì a ricoprire la spazzatura, e della "Montblanc" con cui si firma la condanna a morte dei cittadini di fatto indifesi. E quando con quel semplice mancato tratto di penna si omette il vincolo ai fondi europei per famiglie ed imprese e lo si fa finire alle banche, si è proprio lì: ed i cittadini sono del tutto inermi, qualcuno può ostentare il grido ultimo al proprio fallimento dandosi fuoco, come purtroppo accaduto. Similmente basta l'incontro tra due leader politici per rimettere in carreggiata un porcello due volte vietato. La Montblanc ed il tappeto: i due veri strumenti del potere che servono - ed egregiamente - a ridare il Paese a chi esso appartiene davvero: ai feudatari di banche e multinazionali. 

francesco latteri scholten.