martedì 8 dicembre 2015

Giovanni Duns Scoto e la teorizzazione del dogma dell'Immacolata.


"Voluntas divina est causa boni et ideo ipsoquod vult aliquod est bonum." E' l'affermazione dei "Reportata parisiensia" che maggiormente dà conto della linea teologico filosofica che pone un nuovo inizio ed un distacco dalle contemporanee. A lanciarla è Giovanni Duns Scoto, frate francescano nato in Scozia nel 1266 (cica un quarantennio dopo Tommaso) di fatto il maggiore antagonista dell'aquinate. Con lui la separazione tra Teologia e Filosofia, cui già Tommaso aveva preluso, giunge al compimento: l'oggetto della Teologia è Dio in quanto Dio, quello della Filosofia Dio in quanto essere; così anche per l'anima. Scoto è anche il Teologo e Filosofo del primato della Volontà, che è anzitutto volontà divina: Dio crea se lo vuole e crea solo perché lo vuole. Teocentrismo dunque quale rivelato dal Cristo e perciò Cristocentrismo. Il Cristo quale senso e sgnificato di tutto ciò che esiste. Ma, quest'orizzonte pone in una luce del tutto particolare Maria di Nazareth: Madre e collaboratrice per la realizzazione del progetto dello Spirito. Ossia, il concetto dell'immacolata concezione - di cui c'è prefigurazione già nel protovangelo di Giacomo - è la tesi implicita ed al tempo stesso la risultante di tutta la concezione teologico-filosofica del nostro: "Cristo esercitò il più perfetto grado possibile di mediazione relativamente a una persona per la quale era mediatore. Ora, per nessuna persona esercitò un grado più eccellente che per Maria [...]. Ma ciò non sarebbe avvenuto se non avesse meritato di preservarla dal peccato originale". Tuttavia tra dispute teologiche il più delle volte discutibili (per non dire risibili) la Chiesa dovrà attendere ancora secoli sino a quando l'8 dicembre 1854 Papa Pio IX nella "Ineffabilis Deus" accetterà le tesi del francescano scozzese: "...dichiariamo, affermiamo e definiamo la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli." Pochi anni prima, novembre 1830, nel monastero parigino di Rue de Bac , era avvenuta l'apparizione a Catherine Labouré, mentre quelle a Bernardette Soubirous sono posteriori di 4 anni alla proclamazione. 
francesco latteri scholten

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