martedì 23 ottobre 2012

Finalmente di nuovo libertà di stampa: torna Santoro. Giovedì 21.10 La7


 "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure." Così l'articolo 21 della ns Costituzione. In Italia c'è un volto che da Samarcanda ad Annozero a Servizio Pubblico ha incarnato pienamente quest'articolo, che del resto accomuna la nostra alla Costituzione degli USA e di tutti i Paesi liberi, e che è inscritto nei diritti fondamentali dell'uomo e della persona: il volto di Michele Santoro. Un volto che il regime postdemocristiano di don Silvio ha cercato in ogni modo e con ogni mezzo di cancellare. Una lotta impari tra Davide e Golia. Chi scrive è orgoglioso di aver sempre sostenuto Davide. Golia, don Silvio, è finito come aveva preconizzato uno dei giornalisti italiani più grandi, Indro Montanelli, e le sue parole profetiche paiono oggi idealmente indirizzate proprio a Michele Santoro: "Finirà male, malissimo, nella vergogna e nella corruzione. E sarà stato inutile avere ragione. Un giorno ti si chiederà di scrivere un articolo sulla fine di Berlusconi e non ne avrai più voglia." Non ne hanno più voglia neanche gl'italiani ed i sondaggi confermano per il Partito di quel volto una percentuale oscillante intorno al 7% in calo. Pur di non vederlo più si guarda ovunque ed a chiunque. Michele, per fortuna hai vinto, e nel nostro piccolo con te anche noi, e siamo milioni, poco meno di dieci è stato lo share massimo. Giovedì su La7 alle 21.10 saremo tutti lì a Servizio Pubblico, tu da un lato dello schermo, noi dall'altro, ma con te, orgogliosi di te e dei tuoi: di Travaglio, di Ruotolo, di Vaurro e tutti gl'altri. L'antico detto romano si è avverato: Audaces fortuna juvat.
francesco latteri scholten.

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