domenica 21 giugno 2015

UE ed UEE e la Ostpolitik che più non c'è...


Dall' Iraq alla Libia, dalla crisi greca a quella ucraina, ai migranti sui barconi nel Mediterraneo, arriva una denuncia sola: quella che se da una parte gli USA restano il Leader incontrastato dell'Occidente (ma, al di là dell'Atlantico), dall'altra c'è un'Europa connotata dalla stessa problematica di fondo cui era attanagliata la Germania prima dell'era Schmidt: un gigante economico ma nano politico e, soprattutto, senza personalità e spessore. In ordine sparso, "ognuno per sé e Dio per tutti" ai tempi di Saddam o di Gheddafi così come oggi, con un'Inghilterra che ieri come oggi ha l'intuizione di Winston Churchill: "Bisogna fare l'Europa, con l'Inghilterra, ovviamente" ma, aveva aggiunto già a suo tempo Helmut Schmidt citandolo, senza gl'inglesi. Così a poco più di 25 anni dalla caduta del muro si è ridimostrata la falsità del concetto economico di due insigni economisti, Adam Smith, autore della versione originaria, della mano invisibile, secondo cui lasciando fare a ciascuno, il mercato si aggiusta da sé, e Karl Marx, autore della variante politica, secondo cui con la rivoluzione tutto sarebbe andato a posto da sé. Caduto il muro non c'è stato il proseguio di quella politica che aveva portato alla sua caduta - e lo ha ricordato assai criticamente proprio Michail Gorbaciov al venticinquennale - sono riprese perciò quelle politiche che all'erezione di quel muro avevano portato. Il mercato non risolve automaticamente tutto e così con Boris Eltsin l'economia ha portato ad un Far East selvaggio in cui non si sono più neppure mantenute le conquiste sociali - lavoro, casa, sanità etc garantite - che l'Occidente anzi non ha mai voluto riconoscere ai regimi dell'Est ed all'URSS in primis. Ed è proprio qui e nella promessa del ritorno alle vecchie "sicurezze" che si pone la ricostruzione della base politica degli ex leaders che diventano adesso i nuovi:  Nursultan Nazarbaev, già capo del Kazakhstan ai tempi dell'URSS, Aleksandr Lukashenko, anch'egli già presidente bielorusso ai tempi dei Soviet e con il vanto di avere a suo tempo votato contro la dissoluzione dell'Unione Sovietica. E' così che circa un anno fa, con l'ex capo del KGB Vladimir Putin nasce l' Unione Economica Euroasiatica. Dall'incapacità di concepire la caduta del muro diversamente da un semplicistico allargamento il più vasto possibile dell'Occidente e della NATO ad Est, nasce la ripresa del centralismo russo moscovita, che dai tempi degli Zar a Stalin e fino a Brescnev ha sempre connotato l' "altro" impero. Eppure, è stato proprio dalla coscienza di una necessità di superare questa concezione che già Herbert Wehner prima e Willy Brandt poi avevano ideato e costruito la Ostpolitik, il "Wandel durch Annaeherung" il cambiamento per mezzo dell'avvicinamento, concezione che sarà portata all'apice da Helmut Schmidt, che con Wehner si sentiva sempre, e che ne farà il pilastro di quella politica che porterà la Germania da nano politico a pieno ed adulto soggetto politico globalmente riconosciuto. Persino Time gli dedicherà la copertina. Ma ormai pare tutto dimenticato e gli stessi media occidentali che parlano sempre di Russia e mai di UEE, proprio anche con questo, dimostrano la totale incapacità di confronto con una soggettività politica diversa ed altra da sé. Insomma è caduto tanto il Wandel quanto l' Annaeherung, ed il muro contro muro è risorto, e si tratta, con la caduta del muro, semplicemente e semplicisticamente di riposizionarlo, magari in Ucraina... Historia magistra Vitae?
francesco latteri scholten.

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