lunedì 14 novembre 2011

Roma: nella rinuncia a sé per il bene comune la politica risorge dalle proprie ceneri come la Fenice.


E' un grande gesto di rinuncia ai propri vantaggi da parte di entrambi i leaders delle due maggiori forze politiche a riportare in primo piano, a far rinascere, la politica dopo la sua negazione da parte dell'economia. Silvio Berlusconi, messo da parte con grande senso di responsabilità il proprio vantaggio parlamentare sia alla Camera che, soprattutto, al Senato, sostiene con determinazione Mario Monti, gesto invero fortemente offuscato dagl'ultimi atti predimissionari: tiro ad alzo zero, candidiamo Dini, etc.. PierLuigi Bersani, messo da parte il proprio vantaggio popolare - i sondaggi danno il PD in crescita del 15-20% in caso di elezioni - sostiene anch'egli con determinazione Monti. Seguono a ruota tutti gl'altri. Lo stesso Umberto Bossi dà un no non categorico, un no possibilista, un "nì". Per la prima volta da tempo, tutta la politica ha saputo essere tale: scegliere per il bene comune, anche se questa scelta comporta una rinuncia a sé. La politica è di nuovo politica. E vince. Vince l'Italia. Tutta l'Italia, di tutti gli schieramenti. Anche l'economia la conferma. La conferma la storia della politica e la politologia, da quella antica, a quella dell' "età di mezzo", a quella dei nostri giorni. La politica è intelligenza del bene comune e sua ricerca ed è tale sin tanto che rimane questo ed a servizio di esso. Quando essa esce da quest'alveo non è più tale ed è perciò irrimediabilmente sconfitta. E' la lezione portata da Platone ed Aristotele, ma anche dai sofisti, da San Tommaso d'Aquino, dai politologi migliori dei nostri tempi, dalla stessa dottrina sociale della Chiesa. In questo momento c'è stato finalmente uno sforzo comune alla concrezione di quest'impegno. Uno sforzo vincente, dimostrazione del fatto che insieme si può magari anche vincere e che da una siffatta oscurità possa anche nascere, se non direttamente un nuovo Rinascimento, almeno un nuovo Umanesimo, che lo preceda. La Fenice, un tempo simbolo pagano, poi emblema classico del primo cristianesimo, si concreta ora, per l'Italia, nel volto di Mario Monti: "Avete visto che bella giornata?" E' l'esclamazione bella, sentita e profanda, tutta di buon auspicio fatta dal neoincaricato ai giornalisti che lo interrogavano, la mattina presto, all'uscita della prima messa con la sua signora. La sua Signora, la stessa di sempre, la buona moglie delle scritture. Tanto per cambiare.
francesco latteri scholten.

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