venerdì 11 novembre 2011

I mercati dicono sì ad Ivano Monti. Seconda repubblica: the end.

Saggezza e prudenza confermano a Giorgio Napolitano, oltre ad indubbie esperienza e capacità politico diplomatica, la palma di vero leader politico dell'Italia attuale. Si trattava, preso atto della certezza delle dimissioni di Silvio Berlusconi, di nominarne di fatto, senza al momento dargli ufficialmente l'incarico, il successore per sondare le reazioni del mercato alla nomina stessa e prima di essa. Il conferimento della rara onoreficienza di "Senatore a vita" è servito egregiamente allo scopo. Un incontro di ringraziamento di ben due ore è servito a rafforzarlo. L'intervento di Obama in persona è conferma di sostegno internazionale decisivo ad una scelta foriera di stabilità e garanzia. Si tratta dell'ultima e più grande bocciatura del governo Berlusconi, dopo quella popolare nei sondaggi, quella morale, dopo quella politica dovuta ai transfughi: la bocciatura economica da parte dei mercati internazionali. Piazza affari sale del 3,6%, lo spread rifiata. Un'era è finita. E' finita la "seconda repubblica" e lo è ben peggio della prima. E' finito un capitalismo bocciato dal capitalismo stesso. Napolitano e Monti sono infatti solo un piccolo sprazzo di luce in una grande oscurità. Certamente l'agire di Napolitano è il più "giusto" in questo momento. E' la cosa migliore. Più correttamente però si tratta di una estrema ratio.  Nessuno infatti può - alla luce dei fatti - nascondersi che questa volta, oltre Berlusconi ed i suoi, sia fallita la politica, la politica di tutti gli schieramenti ed i colori dell'arco costituzionale e non. E, soprattutto, è finita la democrazia e la sovranità nazionale: non sono gli elettori ma il mercato - ossia le multinazionali - a decidere chi siano quelli che ufficialmente risultano essere gl'eletti del popolo. E' anche chiaro che senza il placet delle multinazionali, o del mercato che dir si voglia, gl'eletti non possono agire. E' sancito il principio opposto a quello dell'umanesimo, non l'economia in funzione dell'uomo, come voleva questi, bensì l'uomo in funzione dell'economia. E' il principio dell'economia firestoniana, mandato avanti anche da Berlusconi. Il principio che ha trovato la sua concrezione più cruda nel nazismo e nei suoi campi di concentramento: finché produci più di quello che costi vivi, altrimenti muori. Siamo in quella che è la fase ultima del capitalismo, quella estrema della sua attuazione totale, quale ben la ha già descritta in pagine famose e chiare Karl Marx ne "Il capitale". La fase del conglomeramento del capitale: sempre meno ricchi sempre più ricchi e sempre più poveri sempre più poveri. Nella solo Germania, il più ricco Paese europeo, ogni anno ci sono 300.000 nuovi poveri. Tralascio le cifre inerenti gl'altri Paesi. C'è un ceto medio che non c'è più: ci sono solo ricchi esmpre più super ricchi e poveri sempre più super poveri. Chiudo: sono stati, in Italia, i governi di centro sinistra, segnatamente Romano Prodi, a ridurre il debito al 100% del Pil, Berlusconi lo ha riportato a oltre il 120%. E' questo il piccolo sprazzo di luce che Napolitano e Monti possono lasciarci intravedere. Si tratta pur sempre di una briciola di autonomia in più, dunque una briciola di umanesimo in più.
francesco latteri scholten.

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