venerdì 23 dicembre 2011

Natale, festa della luce, festa cristiana e pagana.


"In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: Non temete, ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore che è il Cristo Signore."(Lc 2, 1-12). E' questo l'annuncio scarno, bello nella sua semplicità, che della nascita di ns. Signore dà l'evangelista Luca, qui nella autorevole traduzione del Nestle-Aland. Il testo lucano è da sempre "Il" testo del Natale cristiano, il testo con il quale la liturgia cristiana celebra il Natale. Il testo del "nuntium vobis gaudium magnum", così la traduzione latina. E' la nascita del Salvatore, l'irruzione della luce di Dio nel mondo degli uomini, la venuta del Figlio che è Figlio di Dio e Figlio dell'uomo, di Colui che è la sola Via di salvezza data all'uomo. E, significativamente, la sua nascita avviene proprio in occorrenza della festa pagana della Luce, la festa del Sole invitto, della nuova nascita del Sole, ovvero del solstizio di inverno. E' una festa dunque che accomuna pagani e cristiani, la festa del nuovo inizio. E' una festa che accomuna il materialismo antico ma anche l'antico teismo e la nuova spiritualità cristiana. E' una festa che accomuna Oriente ed Occidente, seppure con uno scarto di qualche giorno: a Roma la festa della Luce era celebrata il 25 dicembre, in Oriente il 6 gennaio, data in cui il cristianesimo celebra i sapienti d'Oriente, i Magi, giunti ad adorarLo. L'uomo contemporaneo, post moderno, si ritrova perciò, credente o ateo che sia, immerso nella stessa realtà in cui si trovava quello antico: una realtà materialista, pagana, teista, spirituale. Anche l'interrogativo di fondo a cospetto del quale egli si trova è lo stesso, è quello ben individuato da Papa Benedetto XVI: "E' questo davvero il Messia, o dobbiamo aspettarne un altro?" E' l'interrogativo di fronte alla cui risposta i sapienti d'Oriente si sono inginocchiati in adorazione. Ma la risposta, ieri come oggi, è una risposta cui non è coercito nessuno, è libera e nella libertà è la risposta che può esser data solo dalla fede o non fede di ciascuno. Ieri come oggi è festa comunque e per tutti e ciascuno può scegliere quale sia la sua: quella materialista, quella teista, quella cristiana della nascita di ns. Signore. Probabilmente per il nostro povero mondo e la nostra povera umanità cadente sarebbe auspicabile un bel pò di più antica sapienza orientale. Buon Natale.
francesco latteri scholten.

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