domenica 17 giugno 2012

La Repubblica, Scalfari, Mauro, Monti: the Big in Italy.


 Evento: il sì del Presidente Mario Monti ad una delle grandi iniziative de "La Repubblica delle idee" per il punto della situazione insieme alle due più prestigiose firme del giornalismo italiano, Eugenio Scalfari ed Ezio Mauro. L'esito del cordiale incontro tra tre gentiluomini di stampo ormai raro riconduce alla domanda già posta da TIME: "Can this man save Europe?" L'orizzonte del prossimo G20 in Messico pone invero il ns Presidente in quella che di fatto è questa posizione come egli stesso afferma. "Ecco io domani vado al G20 in Messico e ci vado con un animo più sereno. Siamo tra quelli cui viene chiesto come far funzionare la comunità internazionale e non se stiamo cadendo nel precipizio." Ciò è accaduto senza far ricorso né al FMI, né al fondo salva Stati, come avevano invece consigliato sia gl'americani, sia gl'europei, ma grazie all'Italia ed agl'italiani. E' dunque ad essi che si deve la nuova posizione di eminenza che Mario Monti ha potuto acquisire, ma, precisa subito: "L'avanzamento del ns Paese è avvenuto perché ancorato all'Europa. Sono ottimista per l'Italia malgrado le grandi difficoltà. Ma diventerei pessimista se la struttura europea dovesse dissolversi. E se pensiamo a quali orientamenti politico culturali potrebbero prendere il sopravvento in quel caso il comando. L'Europa ha anche aspetti sgradevoli ma ha messo dei paletti sicuri." I risultati concreti perciò ci sono e la situazione italiana è più solida che sei mesi orsono, anche se la crisi - che ha origini che si collocano al di fuori sia dell'Italia che dell'Europa - rimane drammatica. D'altra parte crescita e sviluppo si pongono come realtà le più inderogabili, ma a riguardo il Presidente dà una bocciatura secca del vecchio modello di sviluppo, quello craxiano ancora in uso: " La crescita non è figlia dei soldi. Una volta si faceva con l'offerta di soldi alle banche centrali. Ma non crede più nessuno che irrorando liquidità nasca crescita sostenibile. Neppure con i soldi del bilancio pubblico. Il nostro tasso di crescita sarebbe dovuto essere stratosferico." E' una concezione importante che riduce e tantissimo la distanza con Angela Merkel che i ns media, saldamente ancorati a quella concezione hanno perciò stesso sempre dipinta falsamente come nemica dello sviluppo. Monti - finalmente - le rende giustizia: "Vorrei correggere la percezione che Merkel non sia sensibile allo sviluppo." Finalmente una concezione nuova, diversa e più seria di sviluppo: "L'Italia per crescere ha bisogno di cose che non sono state fatte in passato come le infrastrutture. (...) L'Italia ha bisogno di una crescita che nasce dalle riforme strutturali perché di soldi non ce ne sono tanti. Ai cittadini non possiamo promettere una riduzione dei carichi fiscali ma la riduzione dei gravami di cui usufruivano i percettori di rendite." Finalmente sviluppo non è più fare "bond" o altri debiti per distribuire soldi a pioggia, questa semmai è corruzione politica di quelle fatue che non portano a nulla. Riuscirà a capirlo anche Obama? Riusciranno a capirlo i ns media?
francesco latteri scholten.

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