lunedì 20 giugno 2011

Berlusconi: alla fine anche il burattinaio è solo un burattino delegittimato fuori e dentro casa sua.




"Darò loro dei giovani come principi e dei capricciosi li domineranno. L'uno del popolo opprimerà l'altro, ognuno il suo prossimo. (...) Il loro sguardo testimonia contro di essi; (...) Guai a loro poiché preparano la loro rovina. (...) Guai all'empio! Lo coglierà la sventura poiché gli capiterà secondo l'opera delle sue mani." (Is, 3). Erano gl'anni Novanta ed il giovane era un imprenditore rampante, figlio del potere politico di allora che si reggeva - come ancora oggi - su poteri occulti, cui anch'egli era aggregato. Un potere politico che per reggersi aveva la necessità dell'appoggio di chi era ed è sospettato di essere architetto di eventi drammaticissimi come la strage di Bologna, e che ne è stato condannato per essere accertatamente l'autore del depistaggio delle indagini: Licio Gelli e la P2. Un potere politico la cui essenza è il "potere per il potere": l'essenza del satanismo. Come questo si regge sul culto scimmiesco della personalità mediaticamente propagandata. Il modello è una parafrasi pirandelliana: Uno, centomila e Nessuno. Una super identità sfaccettata in centomila diversi modi per adeguarsi a centomila esigenze momentanee della realtà. Una super identità che alla fine non è Nessuno perché dietro alle centomila sfaccettature non c'è niente e nulla. Non c'è più neppure un'identità, neppure evanescente o fantasmatica. Per questo stesso non c'è e non c'è mai stata neppure una politica o un abbozzo di progetto politico. C'è stato e c'è solo la propria capricciosità di un vuoto "potere per il potere". Solo centomila sfaccettature per centomila compromessi tra loro centomila volte in contraddizione. L'opera costruita è alla fine la risultante della sommatoria delle forze - per la maggior parte d'inerzia - di queste centomila realtà: lo sfascio più totale dentro e fuori. Fuori lo sfascio dovuto al proprio agire in tradimento radicale ed eversivo del giuramento fatto alla "Costituzione della Repubblica Italiana", concretizzatosi alla fine nella doppia delegittimazione nei suoi confronti da parte del popolo italiano, prima con le amministrative, ma poi, soprattutto con il referendum. Dentro, lo sfascio per un impossibile e antinomico "contratto" da una parte con i "suoi" italiani e dall'altro con i secessionisti della lega che strillano come aquile che loro l'Italia e gl'italiani non li vogliono. Un contratto anticostituzionale ed eversivo rispetto alla ns Costituzione, una grande Costituzione fatta dai ns grandi Padri della Repubblica. Una super identità dissolta nella realtà delle sue centomila sfaccettature affaristico opportunistiche e di viziosità privata e concretata nella sua realtà vera: il nulla. Il grande super puparo, il grande burattinaio che alle fine è solo un pupazzo, un burattino nelle mani dei suoi stessi compromessi, ostaggio della incoerenza e contraddittorietà delle sue alleanze economiche e politiche. Un grande super puparo, il grande burattinaio che alle fine è solo un pupazzo, un burattino il cui lascito è una eredità politica che è solo quella di aver saputo dare alla "prima repubblica" una evanescente alternativa del "nuovo" la cui realtà è il NIENTE e la cui immagine più adeguata è quella della strage di Bologna. La concrezione drammatica della descrizione dantesca: "Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!" (Dante, Divina Commedia, Purgatorio, VI, 76 - 78). Ebbene, la più grande urgenza per l'Italia e per gl'italiani è una immediata riforma della legge elettorale nei tempi più stretti possibile e il ritorno più immediato alle urne perché i fatti dimostrano drammaticamente che non c'é una maggioranza e che non c'è un governo: c'è una realtà di anarchia eversiva ed anticostituzionale.
francesco latteri scholten. 21.6.2011.

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