martedì 12 luglio 2011

Gli USA come l'impero romano: la passione del suo tempo.



Sono in tanti a non saperlo o a non tenerlo debitamente presente: molti tra i più autorevoli esperti di politica americani, compresi quelli della famigerata CIA, sono dei grandi studiosi di storia antica ed in particolare di storia dell'impero romano, ma anche della grecità classica. Non si tratta di un vezzo "snob", di una chiccosità culturale di cui fare eventualmente sfoggio. Si tratta di un interesse professionale. Ciò che interessa è infatti lo studio del potere e delle sue forme più incisive e durature. L'impero romano infatti fu proprio questo: una delle forme più durature, storicamente, di potere. Si dovrebbe dire di oppressione tirannica di stampo capitalistico, ma questo poco importa. Si studia per emulare e per riprodurre, per dominare. Si studiano strutture di dominio per applicarle nella pratica. Ciò che allora però lascia assai perplessi della attuale situazione mondiale, in particolare della situazione degli USA, è la marcata similitudine della sua decadenza con quelle della storia antica con particolare riferimento proprio alla storia greca e, soprattutto, romana. Greco è l'antecedente del confronto USA URSS, Atene Sparta, conclusosi con la disfatta di Sparta, ma se Sparta piange, come i fatti attuali dimostrano, Atene non ride. Romano è invece l'antecedente storico del decadimento economico della potenza USA. Qui le similitudini e gli sviluppi sono molto profondi. Roma antica è senz'altro più spartana di Atene, nondimeno essa, come osservano tra gli altri anche personaggi molto autorevoli del calibro ad esempio di un Cicerone o di un Tacito, è anche una grande potenza economica e morale. E' la forza morale dei costumi di Roma ad averne fatta una grande potenza economica, la più grande del Mediterraneo. La Roma repubblicana è una grande produttrice ed esportatrice di beni. E' l'economia a dettarne la politica, soprattutto quella militare. La morale ed i costumi però con la ricchezza cambiano e divengono più lascivi. Cambia anche la stessa economia che da produttiva diviene commerciale e finanziaria. Cicerone è ucciso, cade la Repubblica nasce l'impero e con esso l'imperialismo. La ricchezza - progressivamente - non è più produttiva, lo zoccolo duro dell'economia (produzione agricola di grano e derrate, di greggi, produzione manufatturiera, artigianale etc.), ma è ormai, sempre più commerciale. Ossia la ricchezza è nella commercializzazione di prodotti prodotti non importa dove. Roma non esporta più, importa, ed importa tanto, troppo. La ricchezza è commerciale e finanziaria, ed è più redditizio, produce più ricchezza commercializzare prodotti prodotti altrove a basso costo. Accade così che lo zoccolo duro dell'economia si sposta appunto altrove, ma, con esso, è spostata la base stessa dell'economia, e, con ciò quella della politica. La produzione forte è soprattutto in Iberia, l'attuale Spagna, e così a poco a poco cresce il potere politico di questa regione al punto che diversi imperatori saranno appunto ispanici o di origine ispanica. Si arriva così alla fine, l'Italia ed inparticolare il Latium e Roma, sono ridotte ad un totale sfacelo in quanto non esiste quasi più attività produttiva ma solo commerciale e la quasi totalità della produzione deve essere importata da fuori. Non bastano più neppure le Legioni ad imporre tutto questo perché, bene o male, anche le Legioni debbono essere pagate - e non si tratta come la vicenda di Atene e Sparta aveva già mostrato di un costo insignificante anzi -, come, bene o male, debbono essere pagate le importazioni. E' il tracollo. Ma, è anche, mutatis mutandis, esattamente quanto sta accadendo adesso in USA. E' "La passione del suo tempo". Ma come osserva John Le Carré, grande esperto di potere e, soprattutto di "intelligence", ex agente dell' M15 e dell' M16, oltre che grandissimo scrittore, nel suo "La passione del suo tempo", c'è anche il sorgere di nuove realtà, forze, imperi. C'è il fatto che l'URSS nelle sue politiche - altrettanto imperialistiche di quelle americane - non ha decentrato la produzione, al contrario ha fatto una attenta politica di accentramento produttivo. Accusato perciò il colpo del crollo dell' URSS, la Russia assurge ora, dopo una conversione di sistema dalle connotazioni spesso discutibili, a rango di nuova potenza euroasiatica. Aggiungo, allargando il quadro oltre l'ex URSS, si affaccia la Cina, il leone, che qualcuno ha detto tempo fa: "lasciatelo dormire perché quando si sveglierà farà tremare il mondo". Ebbene il leone s'è destato, ed ormai il conflitto in Libia lo dimostra, non s'è destato solo in economia. Roma, dunque ebbe alla fine imperatori ispanici o di origine ispanica. A quando un Presidente asiatico degli USA? Non è forse meglio, invece che l'inglese, cominciare a studiare il cinese?
francesco latteri scholten.

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