venerdì 13 gennaio 2012

No alla democrazia sì al feudalesimo castista: la Corte boccia i referendum.


1.200.000 firme buttate nella spazzatura. La Corte boccia i referendum per l'abrogazione della legge elettorale vigente, fortemente distortiva del voto. Corradino Mineo, giornalista moderato, giustamente di essa ha osservato che se ci fossero quattro poli con il 12% dei voti si avrebbe il 51% dei seggi, ovvero la maggioranza. Una maggioranza decretata dalle segreterie di partito con eleggibilità statuite a prescindere dalla volontà degli elettori. In una parola la statuizione della "Casta", della realtà neofeudale di stampo imprenditorial politico affarista e lobbista. Una realtà che investe trasversalmente tutto il parlamento da destra a sinistra. Del resto, più che a Di Pietro, la riuscita della raccolta delle firme è stata dovuta ad Arturo Parisi ed ai prodiani che tale impegno avevano dato in vero per evidenziare il problema della democraticità a sinistra e contro certa sinistra di partito non meno segretarista della destra. Il problema dunque della rappresentanza popolare autentica, o - che è lo stesso - del rapporto con la propria base investe tutti gli schieramenti. La verità è che il Parlamento in quanto tale non rappresenta assolutamente più la realtà del Paese e dei cittadini ed ha la sua ragion d'essere unicamente nella situazione di emergenza in cui questo si ritrova. Se si andasse a votare per davvero la realtà che dal voto uscirebbe sarebbe una realtà che stravolgerebbe quella "fittizia" oggi esistente, e questo tanto a destra quanto a sinistra. Emergerebbero infatti in maniera dirompente grandi forze oggi neppure rappresentate: i movimenti degli Indignados, di Grillo, dei viola people, dei verdi, degli antiborsisti etc. Negli stessi partiti oggi rappresentati in parlamento, con una legge diversa, la maggior parte dei parlamentari non sarebbe rieletta. Gl'equilibri affaristico lobbistico politici sarebbero del tutto sconvolti. La Corte, forse anche agendo per fini diversi, tuttavia di fatto con la sua decisione impedisce questo sconvolgimento e sancisce lo Status quo. Come scrive Marco Travaglio oggi è il giorno delle due porcate: il giorno della salvaguardia del feudalesimo castista e della mortificazione della volontà popolare.
francesco latteri scholten.

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