lunedì 16 gennaio 2012

Standard & Poors: tripla A a Parmalat due giorni prima del crac.


Declassata la Francia, anche l'Italia, di nuovo e dopo le riforme. Ma, declassate da chi? E, soprattutto, a quale titolo? E' sempre più evidente la profonda carenza normativa del settore finanziario. Carenza sfruttata a pieno - e del tutto arbitrariamente - da agenzie che si arrogano ruoli e funzioni che dovrebbero, se vi fosse, oltre che un minimo di giurisdizionalità, un minimo di serietà, essere attribuite ad organi istituzionali sovranazionali, debitamente istituiti e rigorosamente controllati. C'è invece un Far West anarchico, dove chi che sia può arrogarsi ciò che più gli piace e, ovviamente, senza doverne rendere conto a nessuno. Si è così Sommi Giudici dell'economia e, soprattutto della finanza internazionale per autonomina: "Io sono l'imperatore del Mondo perché lo dico Io". Sembrerebbe la realtà di un cartone animato grottesco. Si tratta invece della squallida realtà in cui ci troviamo. Tutto in nome della "Libertà". Quale "Libertà"? E' semplice: quella della pura arbitrarietà di una finanza che concentra l' 80% della ricchezza nelle mani di soli 147 operatori escludendo rigorosamente tutti gl'altri. Ovviamente tramite meccanismi sottili grazie ai quali si può - secondo loro - dire che il mercato è di tutti ed aperto a tutti. C'è poi l'altra grande menzogna, quella da tutti rigorosamente occultata: solo un settimo della ricchezza finanziaria corrisponde a ricchezza reale. In altri termini: sei settimi della ricchezza finanziaria sono aria fritta. Ancora: i padroni dei 147 operatori possono benissimo essere padroni pur essendo soci assolutamente minoritari, grazie ai meccanismi delle scatole cinesi. Chiaramente in questa realtà quella della "libera concorrenza" che avvantaggia il consumatore è un ulteriore bluff. Vige l'autoreferenzialità e la referenzialità reciproca: io dico che sono bello e che sei bello tu e tu dici che sei bello tu e che lo sono pure io. Interi Paesi e milioni di cittadini hanno poi il dovere di adeguarsi a questi giudizi senza neppure doversi chiedere solo un attimo se chi li emette abbia o meno una idoneità anzitutto normativa e giuridica a farlo e senza chiedersi se vi siano eventualmente posizioni di conflitto d'interessi o altro. Accade infatti che i giudizi dati lo siano non in funzione del "Mercato" e meno che mai del "Bene Comune" o dei cittadini, bensì in funzione esclusivo dell'interesse dei padroni dei 147 operatori. Ovviamente neppure ci si cura della rispondenza o meno alla realtà di questi giudizi. Quando dunque, due giorni prima del crac Parmalat Standard & Poors danno all'azienda la tripla A, tutto è perfettamente in ordine. Quando due giorni dopo il crac esce fuori, Standard & Poors, ovviamente, non è chiamata neppure a rispondere del proprio operato. Nessuno pensa neanche di chiamarli in causa. La cosa si ripete per diverse delle più importanti banche americane fallite con il recente crollo reiterato della Borsa di New York. Possiamo tronare ad avere i nostri diritti di cittadini? Ad avere una normativa finanziaria internazionale equa e non una fatta a proprio arbitrio dalle multinazionali? Possiamo avere organi istituzionali seri, non istituiti dalle multinazionali stesse a proprio uso e consumo, per il controllo del mondo finanziario? Possiamo tornare a vivere in un mondo dove si procede per truffa nei confroti delle scatole cinesi finanziarie e nei confronti della ricchezza finanziaria a cui non corrisponde alcuna ricchezza reale? Insomma, possiamo tornare ad un mondo dove la legge sia uguale per tutti e tutti siano egualmente sottoposti alla legge?
francesco latteri scholten
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