mercoledì 7 marzo 2012

Con Virginia Woolf, Simone de Beauvoir, Oriana Fallaci, e tutte e tutti gl’altri contro il burka per i driritti delle donne.

 Era in gamba Oriana, così in gamba che persino un fanatico islamico come l’ayatollah Kohmeini decise di incontrarla, purchè, precondizione, ella indossasse il burka. Lei rimase all’altezza di sé: accettò e poi, in pieno incontro, si tolse il simbolo d’infamia per gettarlo di fronte al suo interlocutore attonito. In “Insciallah” racconta la sua esperienza in medio oriente e soprattutto il suo impegno contro la riduzione, in quei luoghi, della donna a puro e mero oggetto. Il suo impegno contro un falso concetto di “purezza”, in nome del quale le donne sono infibulate, mascherate con il burka, mutilate delle dita perché si sono dipinte le unghie, e poi, paradossalmente, in nome della stessa purezza - è un’espressione sua - “vendute come capre al mercato”: sposate bambine,. Usi combattuti anche ad es. da Gandhi, sposato bambino anche lui, con una bambina. Il Mahatma, come del resto anche Oriana, metteva bene in evidenza come dietro questo concetto di purezza si celasse in realtà l’interesse di potere, l’interesse economico e il “prestigio” sociale - secondo una concezione abbietta di prestigio sociale, ovviamente - di chi di quel concetto faceva uso. La lotta di Virginia Woolf e di Simone de Beauvoir è stata difficile, ma forse più agevole. E’ stata una lotta per le donne in una società che certo discriminava le donne, quale quella occidentale degli inizi del Novecento. E’ stata però una lotta in una società nella quale nessuno si sognava di mascherare le donne con il burka, tautomero di amputarle le dita perché se le erano dipinte o di sfregiarle radicalmente con l’infibulazione. Realtà estranee all’Occidente sin dalla sua storia più remota ed arcaica. Già i celti ed i germani, pur non riconoscendone il voto, ammettevano comunque le donne alle assemblee decisionali e ne ascoltavano con interesse il parere, come ci testimonia il grande Tacito. Oggi queste realtà sono entrate anche in Occidente. Sono entrate in Occidente con chi è venuto in Occidente perché lo ha preferito ad altre realtà, ma poi rifiuta la civiltà occidentale ed una integrazione con essa. Con chi, anche fuori dall’Occidente, a casa propria, vuole i frutti della civiltà occidentale che rifiuta. Con chi rifiuta di capire che proprio e solo una civiltà come quella occidentale poteva produrre quei frutti. Ciò che lascia perplessi e che in Occidente, sinora solo il Presidente francese sia intervenuto con energia per affermare che certe realtà non sono ammissibili perché radicalmente lesivi della dignità delle donne e perché - in quanto tali - incostituzionali.
francesco latteri scholten.

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