lunedì 31 dicembre 2012

Il "femminicidio" ovvero 50 anni di politica antiConciliare.


L' intuizione geniale fu di Giovanni XXIII, una vera illuminazione dello Spirito: porre al centro Cristo, vero Dio e vero uomo per istituire una Chiesa nuova ed un umanesimo nuovo, ecco il nucleo del Concilio. La sua morte ha arrestato questo progetto. Con Paolo VI il progetto è drasticamente bloccato, la rotta invertita. Specialmente per quanto concerne la concezione del potere e, di riflesso, quella della sessualità e della donna. La collegialità dei vescovi era infatti l'auspicio ultimo di Giovanni XXIII, ed essa fu di fatto destituita proprio dall'avocazione a sé della tematica degli anticoncezionali fatta da Paolo VI. 47 Padri Conciliari avevano dato il proprio assenso alla pillola contraccettiva. Il nuovo Papa istituì una nuova commissione di 100 membri, che fece presiedere dal card. Ottaviani - un nazista che fece cadere De Gasperi - e solo a cose fatte chiamò anche i diretti interessati alla cosa, una coppia di sposi. L'esito fu l'aborto di documento che è la Humanae vitae che rinnega il primato della coscienza personale che già il Concilio stesso aveva affermato. Come fu esclusa dal dibattito sulla contraccezione, la donna lo fu anche dai Ministeri nella Chiesa, a cominciare da quello sacerdotale. Anche da quelli puramente rappresentativi quali il cardinalato. La rotta dei pontefici successivi ricalcò le orme di Paolo VI. Per non lasciare alcun dubbio, Madre Teresa di Calcutta, che avrebbe dovuto essere innalzata al cardinalato, fu lasciata suora. In compenso, dal 1980, in segno di progresso, un Concilio di fatto abortito è stato insignito dell'essere "fonte vincolante" del diritto canonico. La donna è già stata - e rimane - esclusa ed eliminata, il "femminicidio" è già stato compiuto e resta tale.
francesco latteri scholten.

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