giovedì 24 ottobre 2013

Porcellum, maggioritario, proporzionale... e stallo della politica.



E' il gioco di spesso, per non dire di sempre: attribuire lo stallo della politica, in definitiva, al sistema elettorale, quasi che questo stesso non fosse anch'esso espressione della politica. Invero lo stallo - meglio la ragione di esso - va ricercata anzitutto nella testa (e nella dura cervice) di troppi politici, a prescindere dal colore. La tanto decantata abolizione del porcellum, cui solo le teste di cui prima potevano portare, riporta di fatto in auge l'annosa disputa sul sistema elettorale da porre in essere. Un noto esponente nazionale, stranamente tra i rampanti, ha sostenuto con forza il non ritorno al proporzionale come segue: "La Merkel con il 42%, un risultato inimmaginabile da noi per chiunque, è costretta con esso alla ricerca di una coalizione...". L'osservazione invero evidenzia bene l'implicito cogitare delle teste, in cui il fine evidentemente non è assolutamente quello della ricerca di una sintesi tra le diverse istanze sociali, economiche e socioculturali rappresentate, bensì quello della negazione di questa. Il problema è esattamente quella concezione di cui il porcellum è l'esito ultimo: porre i miei 51 eguali a 100 ed i 49 degl'altri eguali a zero. La dittatura chiusa e feroce della maggioranza e la morte della politica. Detta concezione nega infatti le qualità più precipue del Politico, quella di essere buon tessitore e buon pastore. Saper tessere insieme le diverse istanze per condurre al bene comune. Qui di contro c'è la perorazione del proprio autismo da parte delle teste in questione con il rifiuto categorico dell'altro, di più: la pretesa esplicita del suo annichilimento. Il fine esplicito, dichiarato, è quello di come porre l'altro eguale a zero. Ma questa è l'invocazione della più radicale antipolitica.

francesco latteri scholten.

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