giovedì 20 marzo 2014

Lupita Nyong'o successore della Roberts?



Forse è ancora presto per dirlo, certamente la Roberts era l'altra ed affermatissima candidata alla "nomination" come miglior attrice non protagonista anche se per lei l'attribuzione della celebre statuetta sarebbe stata un'autorevole conferma ad una carriera da tempo mondiale e non necessitante di ulteriori riconoscimenti ufficiali, a differenza della giovane laureata della Yale School of Drama. Il film è "12 anni schiavo", ed il ruolo di non protagonista è quello di una giovane schiava vittima di soprusi e violenze. Un ruolo di borderliner ed è forse il tratto che la accomuna ai ruoli della Roberts debuttante di ormai diversi decenni addietro e che sono divenuti icone hollywoodiane (e mondiali) nei rispettivi generi, da "Pretty woman" a "Mona Lisa Smile". Se per Julia Roberts il nominativo più indiscutibilmente affermato era quello del suo partner sullo schermo, Richard Gere, per Lupita lo è invece quello di chi dietro lo schermo la dirigeva nelle riprese: il regista di "12 anni schiavo" è infatti nientemeno che il grandissimo Steve Mc Queen in persona, che quest'opera riconferma come regista di primissimo livello. Meno sbarazzina ed improvvisata sullo schermo e nella realtà della Roberts dell'epoca, Lupita è più professionale ed affermata di per sé: figlia di un senatore keniota, ha debuttato come attrice con "Romeo e Giulietta" a 14 anni, per passare a 17 allo Hampshire College del Massachussett, e poi, giovanissima, ad assistente di produzione per "Il giardiniere tenace" dall'omonimo romanzo di Le Carré. Certo è che, al pari di Julia Roberts, le piace quello che già De Niro e Depardieu avevano definito essere l'essenza dell'essere attore: immedesimarsi. E, in proposito, se da giovane era forse titubante al punto da dire "non ero certa che avrei fatto questo lavoro: a casa nostra c'erano sempre artisti, ma recitare era un passatempo, una cosa da tempo libero", oggi, Lupita dichiara esnza esitazione: "Fare l'attore significa vivere vite diverse, anche provare disagio e paura. Mi piace per questo..." L'assegnazione della statuetta segna il passaggio del "testimone" con la Roberts? E' presto per dirlo. Per adesso si può dire con certezza che segna una indiscutibile attestazione al merito.

francesco latteri scholten.

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