venerdì 18 aprile 2014

Addio Gabo, Maestro di Vita. (in morte di Garcia Marquez)



Ci hai lasciati nel giorno della morte, il venerdì santo, come duemila anni fa un altro grande Maestro di Vita, di carità, di tolleranza... Come Lui della Vita hai illustrato la Bellezza, la Magnificenza, ma anche la devianza, la demonìa, il dolore. Ti ho conosciuto da lontano in anni ormai lontani, quand'ero giovane, a Bonn, sulle colonne del "Die Zeit" dell'ex Cancelliere Helmuth Schmidt, eri ormai "Nobel per la letteratura" con il superlativo "Cent'anni di solitudine", ma io lessi per primo il bellissimo "Die Liebe in der zeit der Cholera". Alla mia formazione di allora avevano contribuito moltissimo un rifiutatario del Nobel, Jean Paul Sartre, già dai tempi del Liceo, ed un altro grandissimo Nobel, Friedrich Duerrenmatt, ed è probabilmente questo che mi ha fatto apprezzare particolarmente due tue opere a mio giudizio considerate a torto "minori": "Dell'amore e di altri demoni" per molti versi alquanto sartriano, e "Cronaca di una morte annunciata", in perfetto stile duerrenmattiano... "Le parole", il titolo dell'opera sartriana per la quale gli si voleva attribuire il Nobel è proprio ciò che di più a lui ti accomuna: la Passione per la scrittura, come del resto attesta una delle tue ultime opere, la tua autobiografia, "Vivere per raccontarla". Una vita - per fortuna - per molti versi lontana dai pregiudizi della cultura occidentale e perciò più semplice, più naturale, meno ipocrita e più viva, come quella di Macondo e della famiglia Buendia, come, perché no?, quella dei tuoi articoli su "El Espectador". Se la tua notorietà e quella delle tue opere ha contribuito a farti conoscere di più e meglio, la tecnologia ha dato il tocco finale: mi hai concesso, al pari che a tantissimi altri, l'onore della tua amicizia su facebook testimonianza della tua umiltà e grandezza. Qui in Sicilia oggi fa freddo e il giorno è nero, certo non è il freddo di Bonn, ma è la più venerdìsantesca delle giornate e la notizia della tua morte l'ha incupita ancora di più...
francesco latteri scholten.

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