mercoledì 23 aprile 2014

Renzi:via segreto da stragi di Stato, ma la verità resta di De Cataldo.



A Renzi il merito di averlo finalmente fatto. E' invero un atto dovuto che già da tempo qualche Presidente del Consiglio avrebbe potuto decidersi a fare, perlomeno dopo la fine di Yalta sancita con la caduta del muro di Berlino. La stragrande maggioranza di esse, da piazza Fontana alla stazione di Bologna, trova infatti la propria collocazione (e dunque la propria ratio) in quella cornice che designa sia l'ordine mondiale di allora, sia la collocazione della sovranità limitata del nostro Paese. La declassazione degl'atti loro inerenti e dunque l'accessibilità di tutti ad essi probabilmente non rivelerà cose strabilianti: per Ustica ad es., la notizia - occultata dal clamore sulle prime pagine dei media dalla strage - del ritrovamento sull'appennino calabro di un MIG militare libico due giorni dopo, diceva di per sé qualcosa già all'epoca. Che si sia riusciti a darla, anche se non con il dovuto rilievo, testimonia della volontà di verità di alcuni, e, che si sia accuratamente provveduto ad evitare accostamenti denuncia invece la volontà di occultamento e depistaggio di altri. La matassa resta comunque ingarbugliatissima e magari connotata dalla presenza di molteplici bandoli. Accade così che è un magistrato, Giancarlo De Cataldo, partendo da uno di essi, a riuscire a fare parzilamente chiarezza su intricatissime vicende, alla luce proprio degli atti giudiziari di cui è in possesso, inerenti la famigerata banda della Magliana a Roma. Da qui la connessione con almeno due tra le più tristemente importanti di esse: la strage di via Fani e l'assassinio di Aldo Moro, alla fine degl'anni settanta, e poi la strage della stazione di Bologna. Criminalità comune e criminalità organizzata, traffico locale ed internazionale di droga, collusioni con eversione soprattutto di destra ma anche di sinistra, con servizi segreti deviati e non sia nazionali che di altri Paesi, inclusi quelli del Vaticano (non è per caso che De Pedis sarà sepolto nella splendida basilica di Sant'Apollinare...): è questo il mixing che sancisce lo status quo e lo tiene in piedi. Insomma più - e molto - e peggio - e molto - che per il MIG in Calabria. E' De Cataldo a rendersene conto più di altri: una verità più romanzata di un romanzo e che può esser detta probabilmente solo in forma di romanzo, "Romanzo criminale" appunto. E' lì che la verità degl'atti giudiziari - perlomeno di una parte di essi - è già stata detta agl'italiani che l'hanno accolta tributandogli il tripudio di un successo letterario che non si era ancora visto. Significativamente il romanzo apre con due citazioni celebri e importanti: "La limitazione al minimo, la razionalizzazione dello spargimento di sangue è un principio commerciale" Bertold Brecht; "Ti prego di essere sempre calmo e retto, corretto e coerente, sappia approfittare l'esperienza delle esperienze sofferte, non screditare tutto quello che ti dicono, cerca sempre la verità prima di parlare, e ricordati che non basta mai avere una prova per affrontare un ragionamento. Per essere certo in un ragionamento occorrono tre prove e correttezza e coerenza. Vi benedica il Signore e vi protegga..." Bernardo Provenzano. Il "succo" del tutto è ben chiarito da Michele Placido, cui si deve la regia del bellissimo film tratto dal romanzo, in una scena, dove alla Hitchcok, interpretando un personaggio minore afferma: "A Berlino c'è un muro, e, finché c'è quel muro, qui non deve cambiare nulla..." Insomma è il modus in cui è sancito lo status quo.
francesco latteri scholten.

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