mercoledì 25 settembre 2013

Giustizia europea e italiana: Berlusconi, Belpietro, illeggittimità canone Rai etc..



Non esiste carcerazione dei giornalisti o di chicchéssia per le opinioni espresse, così la Corte di Giustizia Europea in merito a Belpietro, giornalista di punta di casa Berlusconi, condannato al carcere dalla giustizia italiana per un articolo su Caselli ed a cui - sebbene non ne condivida le opinioni - va tutta la mia stima e solidarietà, già a suo tempo espresse, per quanto concerne la libertà di stampa, forse il più fondamentale dei diritti. Ma c'è di più: l'Italia è stata condannata, sempre in relazione alla stessa vicenda perché avrebbe dovuto, già da oltre due anni, adeguarsi alla normativa europea ed invece non l'ha fatto. Letta in Italia la vicenda ha del paradossale, infatti Berlusconi, di cui Belpietro è uno dei portavoce più autorevoli non è certo annoverabile tra i più focosi sostenitori dell'Europa, tutt'altro. Poi però si rivolge - guardacaso - alla Corte Europea. Così Belpietro. Ed è poi la Corte Europea, di contro alla giustizia italiana, a dare Giustizia. Che la giustizia italiana abbia dei seri problemi non sono solo Berlusconi o Belpietro a dirlo, e neppure lo attesta la condanna, una tra le tantissime, per inadempienza rispetto alla normativa che avrebbe dovuto subentrare. Ad attestarlo è, molto di più, la statistica concernente il numero e la frequenza con cui i cittadini si rivolgono alla Corte Europea, statistica in cui Berlusconi e Belpietro sono solo due dei tantissimi, troppi casi. In proposito infatti l'Italia detiene l'assoluto record con distacco dei più totali rispetto a qualsiasi altro Paese dell'Unione. Stesso dicasi per quelle che oltreoceano, negli "States" sono chiamate "Class Action", ovvero casi in cui una moltitudine di cittadini si rivolge in comune alla Giustizia contro un soggetto giuridico molto forte, quale una grossa azienda o una multinazionale. Qui il caso più éclatante è probabilmente quello concernente il canone Rai. Di cosa in realtà si tratti lo mette bene in evidenza una delle ultime pubblicità autoreferenziali di Mediaset, che recita grosso modo così: "Noi non siamo un colosso americano, non abbiamo contributi pubblici, e, con le nostre sole forze garantiamo informazione, intrattenimento, spettacolo e servizi pubblici su tanti canali gratuiti e liberamente accessibili." Ebbene è proprio l'esistenza di Mediaset e di molti altri operatori italiani ed esteri ad essere la dimostrazione della illeggittimità del canone Rai, come sentenziato dopo che reiteratamente la cosa era stata sollevata di fronte alla citata Corte. Ovviamente, la cosa è stata del tutto taciuta all'opinione pubblica italiana e quanto all'adeguazione alla sentenza pare si possa attendere il noto proverbio nostrano: "campa cavallo che l'erba cresce..."
francesco latteri scholten.

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