venerdì 6 dicembre 2013

La Consulta e i tu vuò fà l'americano.



Il "porcellum", una sorta di grottesco maggioritario camuffato, che non è stato assolutamente in grado di risolvere le problematiche politiche italiane sin dalla sua nascita è morto. Ciò nonostante - e squalificando mendacemente il proporzionale come ritorno alla "prima repubblica" - i tre maggiori attori dello scenario politico italiano continuano ad invocarlo, a dimostrazione del fatto che se non fosse intervenuta la Consulta il porcello starebbe ancora bellamente lì a grufolare. La concezione del maggioritario che ciascuno di questi tre attori ha è sostanzialmente la stessa, quella del maggioritario puro che non esiste in nessuna democrazia e che è di fatto anticostituzionale in riferimento alla ns Carta: il mio 51% è eguale a 100, il tuo 49% è eguale a zero. E ciascuno dei tre dice anche la stessa cosa: date il 51% a me che poi ci penso io. Affermazione di per sé antipolitica ed antiparlamentare in quanto la politica ha per fine la mediazione e la sintesi tra le diverse istanze sociali, economiche e culturali rappresentate, cosa che peraltro i tre squalificano come inciucio. Il riferimento portato anch'esso a sproposito continua ad essere spesso ancora quello del sistema americano, meglio di come ci si rappresenta qui quel sistema. Ed è rappresentazione falsa. Negli USA infatti - e basterebbe aver sfogliato Tocqueville - non vige un maggioritario puro e neppure c'è un bipolarismo per legge. Semplicemente, nella storia americana recente, si sono imposti politicamente due partiti. Dunque un fatto politico e non legislativo. L'analogia più calzante è quella delle ultime politiche italiane che hanno portato ad un sistema con tre soggetti egemoni. Un fatto politico e non una istituzione "costituzionale". Fatto politico che sancisce di fatto la fine politica del bipolarismo. E' similmente improprio anche il richiamo in negativo (ma mi si dovrebbe dimostrare ancora la presunta superiorità del berlusconismo successivo o del sistema attuale), alla "prima repubblica". Lì si trattava infatti di un sistema sostanzialmente bipolare - specie ai suoi inizi - con due grandi attori DC e PCI che rappresentavano circa un quarto degl'italiani ciascuno, più due secondari, PSI (8-12%) ed MSI (5-8%). Il sistema era tarato anzitutto da una carenza di sovranità: si era persa la guerra e c'erano - e ci sono - le basi americane sul territorio nazionale. La maggioranza politica, 1/3 della DC, il PCI ed il PSI è nettamente di sinistra, la politica imposta è di destra. Il proporzionale è un proporzionale volutamente non opportunamente bilanciato e che proprio per questo se da un lato consente la presenza in parlamento di una miriade di soggetti piccoli e piccolissimi ed al tempo una regolamentazione che consente con espedienti vari - di cui il più diffuso era (e purtroppo è) la presentazione di migliaia di emendamenti alla legge da fare, dall'altro era uno degli strumenti con cui esercitare di fatto una politica di indirizzo diverso da quello delle urne. La carenza, come si vede, ieri come oggi, è anzitutto politica e leggi elettorali tarate, proporzionali o maggioritarie che siano, ne sono solo la manifestazione. Entrambi i sistemi infatti, sia il maggioritario che il proporzionale, se opportunamente calibrati possono essere ben funzionanti come altri Paesi (ad es. gli USA per il maggioritario che non è un maggioritario puro) ben dimostrano. Ma le estrinsecazioni dei leaders dei tre attori del nostro scenario politico all'indomani della bocciatura da parte della Consulta dimostrano che questo è ciò che non si vuole.

francesco latteri scholten.

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