martedì 20 maggio 2014

Heat, la sfida: Matteo Renzi vs Beppe Grillo.



Che le elezioni europee abbiano anche un significato politico, nessuno può contestarlo, sia sul piano strettamente europeo, dove per la prima volta il parlamento eletto avrà un peso più serio e vincolante per gli Stati membri, sia sul piano nazionale ove costituiscono la prima seria prova elettorale dai tempi dell'elezione di Berlusconi, ovvero dopo ben tre governi non direttamente eletti dai cittadini. La realtà politica è da allora cambiata ed ultimamente con sempre maggior decisione: dei tre maggiori soggetti politici infatti quello all'epoca più consistente è in calo deciso non solo per le vicende giudiziarie di Berlusconi - ora ai servizi sociali svolti con impegno e nobiltà -, ma soprattutto per quelle dell'ex cofondatore Dell'Utri e per quelle dell'ex Ministro Scaiola. La ventata delle improbabili recenti dichiarazioni del libro di Geithner, se per qualche giorno hanno spostato l'attenzione delle prime pagine dei media non sono tuttavia servite a cambiare l'attenzione politica volta ormai con decisione alla sfida Renzi / Grillo, ovvero PD / M5S. Sorpasso avvenuto dunque. "Più pericoloso della sinistra radicale" è stato definito Grillo da Berlusconi. Invero la "sinistra radicale" da Beppe Grillo è stata già decisamente sconfitta, con il passaggio di molti dei suoi sia intellettuali che politici che semplici sostenitori al M5S, soprattutto a causa dell'incoerenza di questa, si pensi ad es. ad uno dei suoi ultimi leader storici, Bertinotti, che poi aveva un calco dei propri piedi depositato presso uno dei più noti calzaturifici di lusso per le scarpe su misura, e che ancora oggi va in giro con tanto di scorta, auto blu, pensione "doc" e via privilegiando; tutti i politici pentastellati rinunciano al 50% del proprio stipendio politico a sostegno della piccola impresa e Grillo ha potuto mettere bene in mostra da Vespa una gigantografia dell'assegno degl'oltre 5 Mln raccolti. Similmente Beppe ed i suoi all'impegno - spesso soprattutto di piazza - della sinistra radicale per il lavoro ed i lavoratori, ha potuto anteporre anzitutto quello del precariato, ormai vera piaga sociale. La sinistra radicale - se mai nel ns Paese ce n'è stata davvero una - è morta da tempo. La sinistra invece è riuscita in qualche modo a sopravvivere a Berlinguer, suo ultimo vero leader, con una specie di "post terza via", tentata da questi a suo tempo ed uccisa insieme ad Aldo Moro. Letta e Renzi, ma, prim'ancora Napolitano, ne sono l'ultima espressione. Renzi ha puntato sulle riforme, anzitutto quelle del lavoro, inderogabili, ma in Europa le ultime vere riforme del lavoro sono state quelle di Schroeder che hanno rialzato la Germania e consentito poi alla Merkel la sua politica. Riforme trasposte anche - non in modo indolore, anzi - in Grecia e Portogallo e che cominciano ora a dare i primi non incontestati frutti. Comunque sia su questo terreno Renzi può portare in evidenza il successo non indifferente della Electrolux. L'altra grande riforma portata avanti dal nostro - forse più significativa - è quella delle istituzioni, in ispecie del Senato. Qui però tanto per motivi storici (per la Costituente avrebbe dovuto rappresentare le autonomie regionali, essere dunque una Camera delle Regioni, ma poi questa funzione fu data alla Confernza Stato Regioni...) che per motivi politici anche interni allo stesso PD ed alla sinistra. Sostegno prima poi opposizione aperta da F.I., battaglia da subito da parte dei pentastellati: l'esito probabile è il compromesso tra le due concezioni. Insomma, come si vede, mai come prima il tema delle Europee è soprattutto quello della politica interna, ma è proprio questo a dare ragione a Grillo che sostiene appunto che queste elezioni abbiano anzitutto un valore politico nazionale. La sfida - al calor rosso - è per domenica prossima, intanto gl'ultimi sondaggi danno F.I. sotto il 20%, Grillo oltre il 23% e Renzi (forte soprattutto nel Nord Est) al 33%.

francesco latteri scholten.

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