domenica 11 maggio 2014

Maggio: in memoria del '68. Lo schifo che c'era prima: casi Montessori e S. Pio.



C'è una scena assai significativa agli inizi di un recente film sulla figura grandissima di Maria Montessori. Essa si rifà in modo sintetico ad una delle tante piccole (ma significativissime) vicende storiche della vita della pedagoga. La giovane Maria è ormai già studentessa universitaria di medicina, tra mille e una discriminazioni puriste perché è donna e "perciò" "inferiore". Tra le sue mansioni anche quella triste di occuparsi della visione dei cadaveri, del loro studio e della loro dissezione a fini anatomo patologici. Le tocca così di doversi occupare della salma di una giovane e bella donna deceduta per lue. Le tracce fisiche del male sono indisconoscibili sul corpo. A quei tempi già esisteva la "Wassermann", la giovane avrebbe dunque potuto essere curata e salvata. Ma non lo fu. Perché? Perché, siccome non era né una stupida, né un'ignorante, se il medico le avesse prescritto il farmaco, ella avrebbe capito. Capito cosa? Che il marito, ufficialmente tanto per bene, era un assiduo frequentatore di bordelli. "Cioè si è deciso di sacrificare la sua vita in tutela delle apparenze sociali del marito", è il commento testuale di Maria Montessori alla vicenda. Ecco il purismo vittoriano nella sua realtà concreta: quello che c'era prima. Ancora, restando alla Montessori, Maria, per quel purismo è una "puttana" e la sua famiglia è una famiglia di libertini. Non perché Maria eserciti la "professione", neppure perché sia una "facile", ma, semplicemente, perché ha la pretesa scandalosa di essere lei a scegliere, a decidere chi, eventualmente possa essere l' uomo della sua vita. Nel foggiano invece, c'è uno sconosciutissimo semplice ed umile fraticello, che ha preso il nome di Pio, il quale esercita in tutta semplicità appunto il proprio lavoro di frate. Celebra i sacramenti, istruisce nella vita spirituale. C'è qualcosa di male? Certo. C'è che gl'ambienti rurali sono piccoli e che la gente vede e parla. E, dice appunto ciò che vede: che il fraticello fa questo e nient'altro. A differenza di diversi prelatie  e preti che sono invece assidui frequentatori di bordelli e prostitute. Siccome la gente sa anche questo e parla anche di questo, coerentemente si rivolge di preferenza al fraticello ed ai suoi confratelli, i quali acquisiscono così, involontariamente, una maggior reputazione ed autorità del tutto non gradite. Ecco allora imbastite storie di donne - ovviamente da chi invece le conosceva assai bene, in senso biblico - le persecuzioni, ovviamente in nome del purismo morale che, com'é logico, i prelati di lì difendono a spada tratta. In nome del purismo anche i processi sommari, a porte chiuse si capisce, senza alcuna possibbilità reale di difesa, anzi con la dovizia della colpevolezza al fine di restaurare la carpita "maestà" dei prelati. La verità, per fortuna, seppure dopo molte vicissitudini e molti anni, nel caso di S. Pio ha vinto. Nel caso della giovane donna il cui cadavere fu disaminato da Maria Montessori invece no. Andarono invece avanti le idee, e il nuovo metodo formativo. Si diffusero in tutto il mondo. In molti e da più parti avevano già iniziato ad occuparsi non solo semplicemente della realtà umana, ma anche della realtà sociale dell'uomo occidentale, nella sua concretezza. E, anche della sua morale. In molti avevano cominciato a denunciarne la ferocia bestiale, specie proprio della morale purista, che faceva appunto foggia di esserlo. Lo aveva fatto Karl Marx, lo aveva fatto più pesantemente, proprio per quanto concerne le realtà psico sociali e culturali Friedrich Nietzsche. Freud, con i suoi studi proprio in quegli anni, dava un supporto tecnico alla concezione nietzschiana. In Francia, cominciavano a dare il loro contributo diversi giovani intellettuali, tra gl'altri: Raymond Aron, Nizan, Jean Paul Sartre e la sua compagna Simone de Beavoir. Ancora in Germania invece, Edith Stein, al secolo Santa Teresa Benedetta della Croce, porterà avanti concezioni per diversi aspetti assai simili a quelli di Maria Montessori. Ma il purismo, cui sul piano socio politico corrisponde il nazifascismo, aveva già cominciato ad avvolgere l'Europa ed il mondo nelle tenebre che culmineranno nella notte del secondo conflitto mondiale. Al termine della notte, i sopravissuti - Edith Stein morirà ad Auschwitz, Sartre riuscirà con un escamotage a fuggire dallo Stalag XII - riprenderanno la loro opera. Si aggregheranno nuove leve, tra essi ad es. il grande Michel Foucault. Il loro motto è quello sartriano, quello che ispira la loro filosofia: "Libertà è Responsabilità". E' questo il motto autentico che ispirerà il Sessantotto. La morale è una morale impossibilmente astratta perché ad essa corrisponderebbe una coscienza senza oggetto. Ma la coscienza è sempre - come già insegnava Husserl - coscienza di qualcosa, dunque non c'è la possibilità ontologica di una coscienza senza oggetto. La coscienza e il mondo sorgono insieme e la coscienza è sempre in situazione. Perciò, ogni situazione costruisce una coscienza e, nello stesso tempo, dà luogo a una morale. La morale nasce dalla prassi sociale individuale, essa è fatticità. Il suo valore supremo è la generosità, che è, a livello storico, accettazione della deviazione del progetto individuale, a livello interpersonale è invece salvataggio ontologico della fatticità dell'altro: Amare è accettare le realtà meno significative dell'altro, la sua finitudine contingente ed al tempo stesso la propria. "La morale è perciò conversione permanente, nel senso di Trockij, rivoluzione permanente" (Sartre, Cahiers pour une morale). Ma non c'è vera conversione di sé se non c'è conversione storica, conversione del mondo. E' questa la conversione autentica, è essa che "scopre che il solo progetto valevole è quello di fare (e non di essere) e che il progetto di fare non può essere universale senza cadere nell'astratto. Dunque il progetto valido è quello di agire su una situazione concreta e di modificarla" (ivi). "La verità non è vera se non è vissuta e fatta" (Sartre, Verité et existence). Sono qui i principi del Sessantotto, il nocciolo della sua morale. Sono i criteri che Raymond Aron, Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Michel Foucault e molti altri porteranno in piazza di persona, a fianco degli operai della Renault, dei loro studenti della Sorbonne e del Collége de France e di tanti altri, soprattutto gente comune. La filosofia dell'Aurora e la sua Morale, contro il purismo, la sua società, la sua cultura e il suo moralismo: il moralismo della Notte. La Notte più buia e fonda dell'umanità. Contro la Notte e il buio, le tenebre e l'oscurità: Viva l'Aurora, Viva il Sessantotto.
francesco latteri scholten.

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