giovedì 25 agosto 2011

Solidarietà a Gheddafi. Il giustizialismo criminale e terrorista del neocolonialismo Occidentale.



Sui media l'apoteosi della campagna trasformista e mendace dell'Occidente contro il famigerato colonnello tripolitano giunge in queste ore al suo culmine. Quella diplomatica anche. E' un'opera che è degna del "Principe della Menzogna". E' una campagna che tace anche. Tace su fatti fondamentali, fatti che fino a qualche mese fa - specie in Italia - esaltava. Tace sul fatto che il colonnello fosse stato posto lì dall'Occidente, come del resto anche Saddam Hussein. Peraltro la storia di Gheddafi è in qualche modo assai emule di quella di Saddam. Questi aveva chiesto addirittura agli americani, che gli avevano fatto intendere di poterlo fare, il "permesso" di invadere il Kuwait. Loro gl'hanno fatto capire di sì, per poi gridare come aquile all'invasione e promuoversi sul campo "grandi liberatori e sostenitori della libertà contro gl'usurpatori". Risultato: oltre 500.000 morti, soprattutto civili, di cui ancora oggi si tace ed una situazione politica in raffronto alla quale quella del buon vecchio Saddam era oro colato. Anche allora il grottesco di voler a qualunque costo processare e far condannare a morte in seguito ad un "giusto processo" un leader messo lì dall' Occidente e che per suo conto agiva. Un "giusto processo" nel quale si ha la pretesa di condannare il burattino e non il burattinaio. Un "giusto processo" dove da parte di chi rigetta la pena di morte è invece invocata la pena di morte. Adesso il bis con un altro fedelissimo dell'Occidente: il colonnello Gheddafi. Poco meno di un anno fa l'Italia - ma non solo l'Italia - lo salutava come uno degli alleati più fedeli, le immagini delle foto di Silvio Berlusconi che gli bacia la mano sono ancora vive in tutti. Adesso, di nuovo, bisogna arrestare il burattino, processarlo e condannarlo a morte per ciò che "ha fatto". Di nuovo: del burattinaio non bisogna dire nulla. E, in questo Occidente, così smanioso di "giustizia" a qualunque costo, già si litiga alacremente per chi possa rubare di più petrolio a Tripoli, vero motivo di questa guerra "giusta" anch'essa e che - come ben ha mostrato più volte l'inascoltato vescovo di Tripoli - poteva ben essere risolta anche senza armi e morti. Nessuno, specie tra i media occidentali osserva che quel petrolio appartiene al popolo libico e che sarebbe giusto comperarglielo anzicché rubarlo. E' la nuova finzione del nuovo colonialismo occidentale, quella della "libertà", per finta, ovviamente. Del resto anche l'Occidente stesso è "libero". "Libero" della libertà concessa dal neofeudalesimo delle multinazionali, i suoi veri padroni, padroni oscuri e tenebrosi, che neppure figurano, ma, proprio per questo più comandano: la "libertà" di essere schiavi, una "libertà" vera.
francesco latteri scholten. 

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