mercoledì 12 ottobre 2011

Sì all'accordo Merkel Sarkozy ma soprattutto sì all'occupazione delle "Borse".



Diciamolo subito chiaro e tondo, anche se certi di molte e diverse critiche: sì all'accordo Merkel Sarkozi. "E' cosa buona e giusta". Di più: è un passo indispensabile ed inevitabile. E' la cosa più necessaria in questo momento. Certamente rimango dell'opinione che sia ormai "più che mai" inderogabile - lo sosteneva già anni fa un economista a cui sono molto affezionato, John Kenneth Galbraith - una riforma radicale delle istituzioni economiche e soprattutto delle normative che regolano e dirigono la finanza e la finanza internazionale. L'attuale sistema economico è, come giustamente denunciato già da tempo, un sistema della truffa e della deficienza di trasparenza. Il dito nella piaga è stato messo, tra gl'altri non da un economista ma da quello che oggi possiamo senz'altro definire, e con orgoglio, il più grande magistrato italiano del Novecento: Giovanni Falcone. Nella sua attività contro la Mafia egli si permise di andare dai banchieri e chiedere la visione dei conti. Ossia chiedere ai cittadini e soprattutto agli operatori economici di rendere conto del loro operare. Ebbene è proprio questa una delle più basilari cose che mancano al sistema economico, non solo italiano ma europeo e mondiale. Non c'è un organo istituzionale competente che proceda andando a verificare i conti, ma ci sono delle agenzie di rating autocostituite, autoreferenziate e referenziantisi reciprocamente, le quali, non in base ai conti, ma in base a propri parametri, assai disquisibili, procedono arrogandosi il ruolo di essere i giudici garanti della sostanzialità economica di banche, imprese, multinazionali e di Paesi interi. Un fattore importante dell'attuale crisi è proprio l'indebito ed erroneo giudizio di queste agenzie su importanti banche e sul loro operare. Vi sono altri aspetti. Le scatole cinesi e la falsificazione da esse operata per cui, grazie ad esse, quello che è in realtà un socio di minoranza può apparire di fatto essere il soggetto maggioritario e dunque il "Padrone". E' così ad esempio che la famiglia Agnelli controlla il 51% di FIAT pur possedendo solo il 27% circa delle azioni. Le tasse le paga, ovviamente per il 27% e non per il 51. C'è la mancata differenziazione normativa dei diversi settori, per cui è possibile speculare ad es. nel settore agroalimentare, come se si trattasse di un qualsiasi altro investimento, con l'esito ad esempio di affamare intere popolazioni come attualmente, generando rivolte e crisi e destabilizzazioni politiche di interi Paesi. E' "solo" la speculazione sul grano che lo ha fatto aumentare di prezzo di oltre il 70% in meno di un anno. C'è la realtà strutturale di meccanismi economici, peraltro complessi e che per questo sfuggono ai più, i quali sistematicamente operano con due direttive estremamente inique: escludono la maggior parte dei soggetti dal mercato - è il celebre sistema DMD e MDM denunciato da Marx - e portano ad un sempre maggiore conglobamento della ricchezza per cui i ricchi diventano sempre più ricchi ma meno numerosi ed i poveri divengono sempre più poveri e più numerosi - anch'esso denunciato già da Marx. Si tratta di alcune delle realtà più macroscopiche, peraltro già denunciate da economisti insigni, quali appunto Galbraith, "Il Professore di Harward". Ci sono allora due certezze: la prima è quella che l'accordo franco tedesco e l'azione sul sistema bancario vadano nella giusta direzione, più propriamente nella direzione obbligata, la seconda che senza delle urgenti e drastiche riforme del sistema economico e degli squilibri sociali che esso crea a valle, l'azione al punto uno si dimostrerà del tutto vana. Dunque: sì all'accordo franco tedesco, ma, soprattutto sì all'occupazione delle "Borse".
francesco latteri scholten.

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