giovedì 6 ottobre 2011

USA: crescita esponenziale delle manifestazioni anti Borsa e della coscienza civica americana.



Finalmente, almeno negli USA, le manifestazioni anti Borsa registrano presenze sempre più massicce e, dalla piazza antistante quella di New York, dilagano coinvolgendo tante e tante altre città e con numeri sempre più consistenti di partecipanti. Finalmente la coscienza economica e sociale del cittadino medio americano è più matura. Almeno oltreoceano. Da noi c'è stato solo qualche sparuto e, mi sia consentito, eroico gruppo originario dei centri sociali più progrediti, davanti alla "Borsa di Milano", peraltro presentati dai media quasi si trattasse di zombie o di compagni di strada di Nightmare. Altrove, come fortunatamente i fatti dimostrano, quella che, per citare uno slogan, "99% per mantenere l'1%", è coscienza civica acquisita. Accade finalmente quanto auspicava Howard Zinn, Professore di "Scienze politiche" alla Boston University in un celebre saggio che non potrebbe essere più attuale anche se scritto ormai qualche decennio fa: "Così ci dimentichiamo di banalità e dimentichiamo che tutti i presidenti, impotenti o assatanati, ubriaconi o astemi, hanno seguito sostanzialmente le stesse politiche. Imbroglioni o boy scout, belli o brutti, agili o impacciati, hanno tassato i poveri, sovvenzionato i ricchi, dilapidato la ricchezza della nazione in cannoni e bombe, ignorato il degrado delle città e fatto così poco per i bambini dei ghetti e delle aree depresse rurali, che questi giovani hanno dovuto entrare nelle forze armate per sopravvivere sino a quando non sono stati mandati oltremare a morire. (...) In America il culto della personalità è una droga potente: prende le energie dai semplici cittadini che, messe insieme, potrebbero costituire una grande forza, e le esaurisce nello sport passivo del voto. Il momento di cittadinanza democratica al quale siamo maggiormente affezionati è quando, una volta ogni quattro anni, usciamo di casa per scegliere tra due mediocri maschi bianchi anglosassoni selezionati da comitati di dirigenti politici, primarie da milioni di dollari e convenzioni guidate, per il test truccato a scelte multiple che chiamiamo elezioni. I presidenti vanno e vengono ma l' FBI è sempre là, al lavoro, qualche volta a caccia di criminali, qualche volta commettendo esso stesso crimini, sempre controllando i radicali, come le polizie segrete fanno in tutto il mondo. I presidenti vanno e vengono, ma il bilancio militare continua a salire. I presidenti vanno e vengono, ma le prime duecento aziende continuano ad accrescere il loro controllo: dal 40 al 60%. (...) Il test di scelta multipla è ancora qui. Certo, ci sono candidati migliori e candidati peggiori. Ma dovremo ancora fare un lungo cammino prima di passare da una democrazia passiva alla vera democrazia, quando capiremo che il futuro di questo Paese non dipende principalmente da chi sarà il nostro nuovo presidente. Dipende dalla volontà  dei cittadini americani, vessati da tasse elevate, prezzi alti, disoccupazione, sprechi, guerra e corruzione, di organizzare in tutto il Paese una richiesta a gran voce di cambiamento anche più decisa rispetto alle sollevazioni operaie degli anni trenta e alla rivolta dei neri negli anni sessanta, per scuotere questa nazione e spingerla a percorrere strade nuove.("Oltre il voto")". Sembra che - finalmente - almeno in America, ci siamo. Finalmente si è capito che i veri porci della celebre fattoria degli animali di Orwell non sono solo certi comunisti ma, soprattutto, certi capitalisti.
francesco latteri scholten.

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