domenica 12 febbraio 2012

B. , ovvero il fallimento del partito romano del Vaticano.



Lo sgretolamento della DC ed il pilotaggio del suo elettorato verso un "nuovo" soggetto politico - "Forza Italia" - collocato a destra è stato un progetto politico voluto e studiato accuratamente. Esso poneva in essere un disegno non nuovo. Il cosìddetto "Partito Romano" era stato creato negl'anni cinquanta in Vaticano dal potente Card. Ottaviani, con l'avvallo dello stesso Pio XII. Esso, all'indomani della vittoria della "Resistenza" e della sua Costituzione repubblicana, sosteneva la svolta a destra per un governo con la partecipazione di monarchici ex fascisti e missini, insomma l'ala dura ed estremista del conservatorismo. Grazie ai giovani dell' Azione Cattolica il Partito Romano è sconfitto da De Gasperi. Tuttavia non è mai stato sciolto, sono cambiati i volti, i nomi, ma le scelte di fondo no. Scelte contro il liberismo Occidentale e per una società i cui modelli sono più arcaici, meno liberi, meno democratici e soprattutto più feudali. Un modello per il quale già la stessa DC di De Gasperi andava troppo in là. Un modello incompatibile con il cristianesimo non solo dello stesso De Gasperi, ma ache di tanti giovani dell' AC. Incompatibile con quello di Aldo Moro, che confrontandosi con esso, in ultimo anche dalla prigionia, ne traeva la conseguenza: "In questa io non posso assolutamente riconoscermi, rifiuto questo costume, questa disciplina, ne pavento le conseguenze e concludo, semplicemente, che non sono più democratico cristiano". Aldo Moro fu l'epilogo eccellente di un sentire ed essere cristiani ch'era stato già di De Gasperi e di altri e che con loro aveva dato i frutti politici migliori, ma che non era voluto. Lo testimonia la marginalizzazione ormai dello stesso Moro nella DC e nell'ultimo governo alla cui realizzazione molto aveva lavorato e che quella mattina stava andando a sostenere. Marginalizzazione da parte di uomini ch'egli stesso aveva sostenuto a cominciare dallo stesso Andreotti: "Quando ho concorso alla tua designazione e l'ho tenuta malgrado alcune opposizioni, speravo di darti un aiuto sostanzioso, onesto e sincero." (Aldo Moro, lettera dalla prigionia indirizzata a Giulio Andreotti). Lo testimonia l'abbandono durante il sequestro fino al tragico esito. Non si vuole dunque. Ma, ciò che non si vuole non è semplicemente un partito politico e neppure una "Democrazia Cristiana". Ciò che non si vuole è proprio un modello, una tipologia di cristianesimo e di vita cristiana, ossia qualcosa che è prima, che è a monte della DC. Però, ormai quel "qualcosa" non solo ha una sua statuizione giuridica, e legislativa, con la Costituzione repubblicana e lo Statuto del partito stesso, ma, a monte, ha non più il solo vangelo (ed avanzerebbe), ma anche il Concilio Vaticano II, contro il quale del resto si moltiplicano gl'attacchi. Per il "Partito Romano" sono dunque necessarie due cose: la disgregazione della DC ed un nuovo partito non apertamente e direttamente cristiano, come fu la DC. Tangentopoli ed Enimont - la DC aveva passato anche altro senza gravi conseguenze - furono l'occasione dorata per porre in essere la nuova linea politica con l'instaurazione del nuovo soggetto e del nuovo leader. A smazzare e smaneggiare le carte pensavano anche altri, presenti un pò ovunque nei singoli gruppi: la massoneria deviata e non. L'esito - cui ha dato man forte l'adesione di tantissimi politici ex DC - è stato il berlusconismo, finito non solo nelle puttane, e, con queste, nello sputtanamento più totale del "Partito Romano" del Vaticano, ma addirittura nell'attacco aperto alla Chiesa con le "boffizzazioni". E' la dimostrazione che se si vuol essere cristiani allora la via giusta è quella di De Gasperi e di Moro e che dal "Partito Romano" bisogna necessariamente prendere le distanze come osserva Aldo Moro in una delle sue ultime lettere, proprio per i motivi che espone: "Essendoci lasciati in ottima intesa la sera del martedì, già pochi giorni dopo, qui dove sono, avevo la sensazione di avervi in qualche modo liberato e che io costituissi un peso per voi non per il fatto di non esserci, ma piuttosto per il fatto di esserci. E questo per ragioni obiettive,(...) E se il vostro profondo pensiero coincideva con quello che io avevo fatto valere, perché non accontentarci tutti in una volta?(...) con l'assoluta mancanza di decisioni legali degli organi di Partito avete menomato la democrazia che è la nostra legge, irreggimentando in modo osceno la D.C., per farla incapace di dissenso, avete rotto con la tradizione più alta della quale potessimo andar fieri. In una parola, l'ordine brutale partito chissà da chi, ma eseguito con stupefacente uniformità dai Gruppi della D.C., ha rotto la solidarietà tra noi. In questa (cosa grossa, ricca di implicazioni) io non posso assolutamente riconoscermi, rifiuto questo costume, questa disciplina, ne pavento le conseguenze e concludo, semplicemente, che non sono più democratico cristiano. (...) La verità è che ci illudiamo di essere originali e creativi e non lo siamo. La verità è che pensiamo di fare evolvere la situazione con nuove alleanze, ma siamo sempre là con il nostro vecchio modo di essere e di fare, nell'illusione che, cambiati gli altri, l'insieme cambi e cambi anche il Paese, come esso certamente chiede di cambiare. E per cambiare non intendo la moralizzazione, l'apertura del Partito, nuovi e più aperti indirizzi politici. Si tratta di capire ciò che agita nel profondo la nostra società, la rende inquieta, indocile, irrazionale, apparentemente indominabile. Una società che non accetti di adattarsi a strategie altrui, ma ne voglia una propria in un limpido disegno di giustizia, di eguaglianza, di indipendenza, di autentico servizio dell'uomo. Ecco tutto." (Aldo Moro, lettera dalla prigionia a Benigno Zaccagnini .)
francesco latteri scholten.

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