giovedì 16 febbraio 2012

Il delirio di un senescente affossa Sanremo (e per queste porcherie dobbiamo anche pagare un canone)


Ha fatto splasch. Crollo dell'audience. Delusa la super attesa super creata sin da prima di Natale. L'ex mito chiamato per iniziare Sanremo con la leggenda l'ha iniziata inficiandola nello schifo più totale: un monologo delirante in cui cliché anticristiani ed anticlericali ideologicamente degenerati e pervertiti riesumati dalla peggior scuola degl'anni sessanta e settanta - si vede che la mente del molleggiato ormai è tornata lì - spostano, nello schifo generale, i cantanti in seconda serata. E' il delirio di un senescente ormai incapace di proporre alcunché, neppure sé stesso, che se almeno fosse stato capace di questo forse avrebbe almeno concluso qualcosa. Niente. Così si cela il proprio vuoto assoluto dando nello scandalismo che dev'essere tanto più grande quanto maggiore era il successo che ci si riproponeva. Giuste le scuse chieste dalla CEI. Più giusto sarebbe un indennizzo pecuniario a milioni di italiani. Lo "show" era alquanto prevedibile e qui si apre il capitolo, in parallelo, delle responsabilità della RAI e Curzio Maltese, un buon osservatore, parla, giustamente, di "record assoluto di assenza del pensiero raggiunta dal direttore della RAI". Si apre, aggiungo, il tema del canone RAI, la più discutibile delle imposte che gravano sulle tasche dei contribuenti italiani: le altre TV - che danno programmi decisamente migliori specie di Sanremo - si finanziano da sé con i gettiti pubblicitari. Perché un canone per la RAI visto che c'è la pubblicità? Poi, un canone per vedere cosa? Lo schifo? Ancora, perché la semplice detenzione di un apparecchio televisivo deve essere la prova giuridica che fruisco del servizio televisivo pubblico (e capirai che servizio)? Perché non debbo poter disattivare i canali RAI dal mio apparecchio e non pagare il canone? A me della RAI non importa un accidente, preferisco altri canali che si finanziano con la pubblicità e che sono accessibili gratuitamente. Perché debbo essere giuridicamente coercito al pagamento di un servizio che non voglio? Perché debbo pagare le porcherie di Celentano ed altre squallidità simili? Perché non se le pagano loro di tasca loro? Occorrerebbe finalmente un referendum in proposito.
francesco latteri scholten.

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