venerdì 6 aprile 2012

Lega: "... al tempo de li Dèi falsi e bujardi."

 

"Come il "mondo vero" finì per diventare favola: Storia di un errore. 1) Il mondo vero, raggiungibile per il saggio, il pio, il virtuoso - egli vive in quel mondo, egli è quel mondo. (...) 5) Il mondo vero - un'idea che non serve più a niente, che non vincola nemmeno più - un'idea divenuta inutile, superflua, dunque, un'idea confutata: eliminiamola! 6) Il mondo vero lo abbiamo eliminato: quale mondo è rimasto? Quello apparente, forse? ... Ma no! Col mondo vero abbiamo eliminato anche quello apparente." (F. Nietzsche, "Il crepuscolo degli Déi). L'immagine di Umberto Bossi in lacrime che si dimette - lui il "celodurista" per eccellenza, che continuava per la sua strada, la strada della lega, nonostante il grave ictus - è un'immagine che non avremmo voluto vedere. Nondimeno essa è, al tempo stesso, un'immagine emblematica: essa è l'immagine del leghista vero, ciecamente convinto in una superiorità anzitutto morale, propria e dei propri. Che ha degl' "Altri" l'immagine stereotipata del "Totalmente Altro" da sé: Roma ladrona, meridionale familista e mafioso etc. . Che è convinto - semplicisticamente - che per la risoluzione delle cose basti ricondurre tutto a sé, ai propri modelli: ecco la panacea. Ebbene, il coinvolgimento della propria moglie, dei propri figli, dei propri più stretti collaboratori, in fatti gravi di corruzione, di appropriazione indebita, di latrocinio, di compera di diplomi e lauree, di vittorie rallystiche organizzate e quant'altro, sono la messa in nero su bianco che quel mondo - che è il proprio - non è assolutamente tale quale lo si è sempre visto e quale lo si è sempre voluto spacciare anche al prossimo. Sono la dimostrazione che il familismo, la corruzione, la mafiosità sono radicalmente intrinseci ed immanenti anche a quel mondo e lo sono più che a Roma o al Meridione. Che la propria è sempre stata soltanto idolatria: idolatria di sé, dell'immagine di sé e del proprio mondo. Non c'è la semplice caduta di un leader, come ce ne sono state e  ce ne sono tante. E' caduto quello che le lagrime non solo dell'  "Umberto", ma anche di tanti leghisti denunciano: è caduta l'immagine della Lega e, soprattutto, è caduta l'immagine del Nord, di quel Nord che si credeva "diverso", "puro", "nobile".
francesco latteri scholten.

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