giovedì 13 settembre 2012

Fallimento politica USA in MedioOriente, ammazzato ambasciatore: Gheddafi era alleato fedele.


Libia: attacco ad ambasciata USA, ammazzato l'ambasciatore. L'ennesima denuncia del fallimento della politica americana in Nord Africa e Medio Oriente. A monte la reiterata - e dimostrata tragicamente e drammaticamente dai fatti - incapacità americana di confrontarsi con popoli e culture di costumi e tradizioni, e, soprattutto, Storia diversa da quella occidentale e la pretesa di applicare tout court a questi delle tipologie socio politiche che implicano quella che è la tradizione occidentale. Di farlo "a forza" con dogmatismo e cinismo. Con il rifiuto assoluto di soggettività spesso anche legittime. Si è cominciato con Saddam Hussein in Iraq - alleato fedele - che si è voluto processare ed ammazzare a qualunque costo come criminale di guerra, dittatore feroce e spietato. Gli si è fatto credere, fu la Coondoliza Reis, che avrebbe potuto annettersi il Kuwait. Lui chiese: "Davvero?" Gli fu risposto "sì". Appena lo fece ci fu la scusa per fargli guerra: era un dittatore. Certo, Saddam Hussein era anche questo. Ma era anche, al pari di Gheddafi, un alleato fedele dell'Occidente, un leader tollerante delle diversità etniche e religiose, quali i Curdi ed i cristiani. Con la sua morte tutto questo è venuto a mancare e sono cominciate le persecuzioni: centinaia e centinaia di migliaia di Curdi e altrettante di cristiani sono state costrette a lasciare il Paese. Sono saliti quelli vicini ad Al Qaeda. Si è fatta infine  - volutamente - una politica dissennata di incremento ingiustificato del costo del grano - oltre il 70% in meno di un anno - che ha portato alla rivolta i Paesi dell'area nord africana e medio orientale. Si è creata così l'occasione ed il pretesto per intervenire prima in maniera indiretta, poi in Libia in modo direttamente militare. Gheddafi era un alleato fedele e prezioso per l'Occidente, non discriminava le donne, ma è perché era un "comunista", e, soprattutto, senza ledere l'Occidente, s'era messo anche con la Cina e "si stava allargando troppo": era diventato - grazie ai cinesi - Presidente della Conferenza Africana etc. . Qui l'esito è stato, come l'ammazzamento dell'ambasciatore dimostra, il potere - non a quelli vicini ad Al Qaeda - ma, direttamente ad Al Qaeda. E' opportuno ricordare anche un paio di dettagli che solitamente la stampa, specie quella occidentale, finge di ignorare (e finge bne): il principale alleato USA nell'area nord africana e medio orientale è la dinastia Wahhabi, una dinastia fondamentalista, stiamo parlando dell' Arabia Saudita; Bin Laden era amico di famiglia dei Bush (si veda la foto) ed era l'ex capo della CIA per il medio oriente. Sono fatti che portano ad una intellezione un attimino diversa dei fatti quali quella che la stampa occidentale tradizionale e specie quella filo USA ci illustrano.
francesco latteri scholten.

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