sabato 11 maggio 2013

Papa Francesco come S. Francesco: la lotta al Maligno.


Il Maligno, essere spirituale soggettivo, già indicato nell' A.T., ribadito oltre che nell'ebraismo anche dall'Islam, confermato quale Nemico all'inizio della sua missione, nelle tentazioni, da Gesù, che lo addita come principe di questo mondo, ovvero quale spirito della mondanità, colui contro il quale in quanto tale - specifica S. Paolo - abbiamo da combattere. E' presenza oscura che si manifesta in maniera camaleontica, non solo in modo orrorifico, a S. Ignazio, ad es., si mostrò come "cosa bellissima e luminosa", ma che può anche celarsi e non apparire, agendo - è il suo modo più usuale e comune - attraverso la tentazione, come nei confronti di S. Francesco. Invero secondo le tre grandi religioni abramitiche il Maligno è la prima e la più perfetta delle nature angeliche, quella - originariamente - più vicina a Dio, cui missione doveva essere quella di portare la di Lui luce a tutti ed al mondo intero, da cui anche il nome, Lucifero, Lux fero. Il rifiuto di Dio lo ha escluso dal Paradiso e precipitato sulla terra, ma la sua natura angelica gl'ha impedito una materializzazione e lo ha perciò spinto in una realtà contraddittoria, quella di spirito della negazione della spiritualità, spirito dunque della mondanità e del materialismo. Possiamo oggi scorgerlo nella sua estrinsecazione più vera nel Secolarismo che ormai è ovunque imperante, a differenza dei tempi di S. Francesco ove la connotazione globale era quella della religiosità, cattolica, ebraica o islamica che fosse. La contestualità nella quale si trovava ad agire il santo di Assisi era in questo senso più agevole, perlomeno culturalmente, perché più aperta e diretta: tutti ne ammettevano l'esistenza, tutti sapevano in qualche modo come difendersi. La contestualità di oggi è radicalmente diversa: non solo secolarizzata, ma connotata ormai anche dalla profanazione del sacro: una volta il sacro aveva i suoi luoghi - ove il rito attualizzava e concretava l'evento, irruzione del sacro - ed i suoi tempi - che scandivano il momento in cui l'irruzione del sacro accade - e questi ritmavano la vita del singolo e della comunità; spazi e tempi oggi abbandonati e sostituiti con spazi e tempi profani, che ritmano le vite di singoli e comunità profanando. L'azione di Papa Francesco - come dei suoi predecessori, e va ricordata la denuncia fatta con forza da Paolo VI del "fumo di Satana arrivato persino nella Chiesa" - è perciò stesso assai più ardua. Si tratta infatti di riportare Dio ed il Suo Spirito che si incarna nel Logos, nella Parola, e quindi di reistituire spazi e tempi sacri in un mondo non solo connotato dalla secolarizzazione, ma in cui lo stesso sentire e pensare dei credenti e addirittura del clero e della gerarchia, sono spesso permeati anche fortemente dalla secolarizzazione. 
francesco latteri scholten.

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