martedì 30 luglio 2013

Pullman e sicurezza: la decisiva inferiorità strutturale dei moderni.



Forme spesso accattivanti e seducenti, elettronica che sprizza da tutti i pori, si va dall' ABS ai sistemi di aiuto alla guida, al funzionamento del motore, al funzionamento delle sospensioni ed alla regolazione dell'assetto, alla regolazione dei climatizzatori, alle TV di bordo etc., è questo ciò che di primo acchitto colpisce l'osservatore, spesso anche quello professionale. Eppure c'è qualcosa che non va. Sono dalle parti di Roma, è notte, non c'è traffico ed i bus, come anche i pullman - la struttura è la stessa - paiono impegnati tutti nella "Vallelunga" della rispettiva categoria. L'acceleratore è  "a tavoletta", ma, "tirando" opportunamente l'autista "spirto" sa farlo andare ancora di più. Ad un tratto, un avvallamento breve e per fortuna non troppo profondo nella strada: per prime le ruote anteriori affondano e poi saltano leggermente, poi quelle posteriori, ma qui la cosa è diversa. L'affondo causa infatti anche quello del pesantissimo motore del mezzo, collocato dietro, oltre l'asse posteriore, quanto più possibile in coda - e ci sono ben tre metri dall'asse posteriore al paraurti posteriore - per garantire la massima abitabilità, ma, perciò stesso, la massima instabilità del mezzo. Il brusco affossamento della grande massa dell'enorme motore, fa leva sulle grosse ruote gemellate e provoca un innalzamento della parte anteriore del pullman. Siamo in rettilineo e l'autista riesce a contenere bene la reazione del mezzo. Una reazione ben diversa e decisamente più sicura aveva il bel pullman ancora bombato degl'anni sessanta, che, negl'anni settanta, da ragazzino pendolare, mi portava a scuola. Qui infatti il pesante motore era avanti, nascosto sotto un ampio baule che impicciava salendo ed al cui fianco era il posto di guida. Una posizione che però garantiva il massimo equilibrio e bilanciamento del mezzo specie in frenata e nelle situazioni difficili, anche in assenza di sistemi elettronici. Il telaio era un normale robustissimo telaio da grande autocarro - che sebbene non era più in posizione ribassata come nei bus di generazione precedente, dove c'era il portapacchi sul tetto e la scaletta sul retro per salire e sotto c'erano solo i serbatoi della nafta, pompe dei freni etc. - era comunque sufficientemente in basso da garantire ulteriormente l'abbassamento del baricentro, pur lasciando spazio anche per dei portabagagli ausiliari oltre a quello vasto posteriore. Di contro, le strutture dei moderni pullman ed autobus sembrano fatte prendendo a norma l'antitesi a qualsiasi criterio di equilibrio, di bassezza del baricentro, di equlibrata distribuzione di pesi e masse, in cerca della sola massima abitabilità, e in ossequio ad una fede delirante nella "onnipotenza" dell'elettronica. C'è però una cosa che l'elettronica non può fare: ridistribuire all'improvviso per necessità i pesi e le masse in maniera adeguata. I nuovi pullmann hanno un doppio e gravissimo deficit strutturale rispetto ai vecchi per quanto riguarda la distribuzione di pesi e masse: sono troppo alti (ed hanno perciò un baricentro eccessivamente alto), ed inoltre hanno una carentissima distribuzione delle grandi masse della meccanica, specie del motore. Doppiamente sbilanciati ed in misura tale che anche la più efficace elettronica al momento dovuto può poco. Oltre che al criterio della abitabilità, per motivi economici l'unico di riferimento, sarebbe bene tornare all'antico e riferirsi anche ad altri criteri per motivi di sicurezza.

francesco latteri scholten.

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