domenica 7 luglio 2013

Moneta: i Paesi islamici (ed Al Qaeda) vogliono tornare all'oro.


L'appello è ai princìpi islamici, e l'Islam è notoriamente più osservante anche nel settore economico e finanziario, e perciò no alla speculazione e sì alla solidarietà, ed anche ad una maggiore trasparenza che una moneta direttamente riferentesi all'oro, o, addirittura coniata nel nobile metallo, garantirebbe. Del resto è stato così dalla notte dei tempi, ed è stato così nell'impero ottomano, di religione islamica, per ben 13 secoli. E' stato così a lungo anche in Occidente. Del resto, la convertibilità in oro ha caratterizzato anche la moneta degl'allora appena nati Stati Uniti d'America, il Dollaro. E' solo in tempi assai recenti che questa è stata lasciata e dunque esistono valutazioni anche di economisti autorevoli a riguardo. Tra quelli nostrani in particolare, tanto Luigi Einaudi quanto Guido Carli facevano notare che invero quello dell'oro è un mito al pari di altri, tra cui quello della carta moneta, e che esso esattamente come gl'altri ha al suo fondo l'elemento immateriale della "fiducia". E' stato su questo elemento immateriale che si è basato il "gold standard" e su di esso tutto Bretton Woods: tutte le economie sono correlate al Dollaro, ma questo era vincolato all'oro. Bretton Woods però crolla perché l'oro è insufficiente per garantire la mole degli scambi commerciali che perciò avvengono sempre più in dollari, ma così la convertibilità salta. Si arriva in questo modo al mito opposto, quello, come diceva Einaudi, di una moneta puramente astratta basata solo sulla "sapienza" dei suoi reggitori. Il problema è quello di essere coscienti di a quali realtà economiche e sociopolitiche corrisponda l'uno piuttosto che l'altro dei due. E qui la risposta è stata già di Guido Carli: "... il ritorno alla convertibilità aurea generalizzata implica governi autoritari, società costituite di plebi poverissime e poco istruite, desiderose solo di cibo, nelle quali la classe dirigente non stenta ad imporre riduzioni dei salari reali, a provocare scientemente la disoccupazione, a ridurre lo sviluppo dell'economia." Motivazioni per le quali essa fu tenacemente avversata dal nostro, ma condizioni connotanti la realtà di molti Paesi islamici. Trasparenza e solidarietà sono dunque più apparenti che reali. Eppure anche un personaggio islamico più che istruito, amico di famiglia della famiglia Bush, ed ex capo della CIA per il Medio Oriente, quale Osama Bin Laden ha sempre sostenuto l'oro e la convertibilità in oro. Perché? Anzitutto per quanto appena visto e dunque con finalità opposte a quelle ad es. di un Guido Carli e poi per motivazioni ben smascherate da Loretta Napoleoni: "Gl'islamisti promuovono l'idea di usare l'oro come mezzo di scambio internazionale per causare un collasso del Dollaro e giungere alla proclamazione del "Califfato islamico", ultima fase della rivoluzione di Al Qaeda." La cosa tuttavia non starebbe in piedi neppure per gli stessi Paesi islamici, i quali avrebbero sì con il Dinaro d'oro la moneta più appetibile al mondo e costringerebbero sia il Dollaro che l'Euro ed il blocco Yuan/Yen a fare lo stesso, ed anche una migliore distribuzione della ricchezza, ma di contro una disconnessione tra politica ed economia tale da portare al loro stesso collasso politico, come del resto già sta accadendo.
francesco latteri scholten.



1 commento:

  1. principalmente verrebbe a cadere l'usurpazione della sovranità monetaria degli Stati da parte della elite mondiale finanziaria. Il valore della moneta apparterrebbe solo al detentore e non a chi la stampa. Questa è la vera motivazione della guerra in corso nel mondo fra Islam e finanza occidentale

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.