domenica 20 maggio 2012

Attentato di Brindisi: mafia o terrorismo? Destabilizzazione e strategia della tensione.


Sabato 19 maggio, mancano poche decine di minuti al suono della campanella per l'entrata a scuola, nei pressi dell'istituto intitolato a Francesca Morvillo e Giovanni Falcone frequentato prevalentemente da ragazze, all'altezza della fermata dei pulmann provenienti da Mesagne, la Corleone della "sacra corona": esplode un ordigno di costruzione artigianale costituito, di tre bombole di gas e timer. Cinque ragazze ferite, di cui una gravissima, ed una sedicenne - Melissa - deceduta. Il papà di Melissa lavora con "Libera" di Don Ciotti, attiva, come del resto l' istituto intitolato a Francesca Morvillo, contro la criminalità organizzata, rappresentata sul territorio dalla "sacra corona". Libera lavora su terreni e beni confiscati alla criminalità. A Mesagne doveva far tappa per giungere domenica a Brindisi, la "Carovana" di Don Ciotti e "Libera" per la legalità. Questi - in estrema sintesi - i fatti. Aperta la pista mafiosa, ma non esclusa quella terroristica da parte degli inquirenti. Stessa posizione da parte di magistrati esperti di settore quali Giancarlo Caselli e Antonio Ingroia. Giancarlo Caselli sottolinea la vigliaccheria e l'efferatezza del gesto, ma evidenzia anche la mancanza - al momento - di elementi che possano escludere una delle due matrici, specificando però che entrambe si collocano in un contesto di destabilizzazione. Simile la posizione di Ingroia il quale ricorda anche la strategia della tensione degli anni '92 - '93. Invero si tratta di un attentato anomalo, sia che si voglia propendere per la "pista" mafiosa che per quella terroristica: né la mafia, né i terroristi infatti usano le bombole di gas, né - di solito - colpiscono scuole. Si tratterebbe, per gl'uni come per gl'altri di un "salto di qualità". Aggiungo però che in una politica di destabilizzazione, che si serva o ordisca una strategia della tensione, può trovarsi la coesistenza di entrambi gli elementi: un fatto gravissimo quale la strage di Bologna infatti ci insegna che lì vi furono sia elementi facenti parte della banda della Magliana, sia elementi dell'eversione e tra quelli che tiravano i fili anche massonerie deviate e servizi deviati. Comunque sia la storia recente del nostro Paese ci insegna che fatti del genere accadono preferenzialmente in momenti di grande precarietà socio politica come quello attuale e che ci sia chi in questi momenti getti benzina sul fuoco. Sia "Libera", sia la società civile hanno saputo reagire con fermezza, prontezza e forza: no al ricatto ed all'intimidazione e sì alla grande manifestazione per la legalità e la libertà. Sì alla lotta per la legalità.
francesco latteri scholten.

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