mercoledì 7 novembre 2012

VITTORIA.


 Con l' Iran ci sarà la trattativa e non lo scontro, e ci sarà una speranza in più per il popolo palestinese. Questo l'esito più immediato a livello internazionale e significativo per il Mediterraneo e dunque per l'Europa. Ci sarà - negli USA - l'assistenza sanitaria per oltre 35 Mln di assistiti che finora ne erano privi: i più poveri. Vittoria dunque della Pace e della Solidarietà. E' questa la vittoria di Obama. E' la vittoria di quella che Andrea Camilleri in un suo noto romanzo aveva definito nel titolo: "La mossa del cavallo", con riferimento all'omonimo pezzo degli scacchi. Il "cavallo" muove saltando e così il protagonista vince con un salto grazie al quale riprende sé stesso, la sua tradizione, il suo passato. Così Obama, che arriva e riparte da dove tutto era iniziato: da Chicago. Ma non è solo storia personale e politica dell'uomo. Il discorso d'insediamento al secondo mandato è stato il più bello, il più autentico, il più "Americano" nel senso più pieno e positivo che il termine possa assumere: nei toni e nella sostanza un discorso che è del tutto identificativo a quelli dei Padri Fondatori: Washington e Jefferson, con echi di quello che è a tutt'oggi il più famoso Presidente americano, Abraham Lincoln, e del politico di origine africana più conosciuto, Martin Luther King. Un reinsediamento più bello dell'insediamento, al primo mandato, perché meno utopistico ed illusorio, ma proprio per questo di maggior speranza per una sana realpolitik. Una festa cui erano presenti tutti quelli che lo hanno sostenuto: Bill Clinton, Bruce Springsten, per citare i più noti, ma anche tanti, tanti altri, quelli che come lui - e noi - credono nei valori e nei principi dei Padri Fondatori, nella dignità della persona senza distinzioni di sesso, di razza, di ceto sociale ed economico. Adesso inizia il lavoro durissimo di portare avanti la democrazia vera: "Siamo il Paese più ricco, ma non siamo ricchi per la nostra ricchezza, abbiamo l'esercito più forte, ma non siamo forti per il nostro esercito" è una delle tante frasi pregnanti pronunciate dal neorieletto, ma: "La vera forza del nostro Paese, del nostro Popolo è la Libertà, sono i nostri valori", quelli dei Padri Fondatori. L'America riparte dalla mossa del "cavallo", da Washington, Jefferson, Lincoln e King.
francesco latteri scholten

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