giovedì 8 novembre 2012

Voto USA: bocciato neoliberismo radicale già fallito economicamente


Con Romney - che ne è la più recente e diffusa incarnazione - l'elettorato americano ha bocciato il neoliberismo radicale, all'origine dell'attuale crisi mondiale. Furono infatti le politiche radical liberiste, cui portabandiera fu negli States Ronald Reagan (in Europa la Tatcher), a portare all'abbandono dello Glass Steagall act che nel 1933, dopo la gravissima crisi del '29, aveva separato banche e banche di speculazione finanziaria e regolamentato la trasparenza delle transazioni finanziarie e che fino ad allora aveva assai ben protetto e con ciò stesso fatto crescere l'economia americana. La concrezione definitiva di questo neoliberismo radicale fu il Gramm Leach Blealy act del 1999, grazie al quale, oltre ad abolire la distinzione tra banche commerciali e di speculazione, veniva praticamente abolito il controllo e la trasparenza delle transazioni finanziarie e di fatto istituiti i cosìddetti "derivati", una "invenzione" del banchiere italiano Michele Sindona (condannato per mafia e che poi fu "suicidato" in carcere). Sino ad allora i derivati avevano costituito lo 0,3% del mercato finanziario USA. Esito del Gramm Leach Blealy act fu la gravissima crisi del 2007, ancora perdurante, dovuta alla realtà ormai Monstre dei derivati: a fronte di un PIL di circa 55.000 Mld di $ ce n'era una montagna di ben 595.000 Mld di $. Il rapporto PIL / derivati negli States è attualmente di circa 70.000 / 648.000 Mld di $. Sono le cifre di un disastro economico di dimensioni planetarie quale non si era mai visto, dunque un fallimento anzitutto economico prima ancora che politico. Recentemente si è cercato di ovviare, nel 2011 - presidenza Obama -, con una nuova normativa, il Dodd Frank act, in cui Paul Volker ha tentato di reintrodurre lo Glass Steagall, ma dove il boss di J.P. Morgan, Jamie Dimmon altro leader radical neoliberista, ha speso oltre 100 Mln di $ in lobbismo, riuscendo a far introdurre tanti di quegli emendamenti ed eccezioni da praticamente vanificarlo. Evidentemente si tratta di un disastro anche voluto e premeditato da alcuni i quali credono di guadagnarci. Meglio, credevano viste alcune recenti realtà proprio sulla J.P.Morgan che proprio lo staff di Dimmon sta cercando di occultare. Oltre quelli economici, del neoliberismo dovrebbero far riflettere anche gl'aspetti politici e non solo per la richiesta a gran voce di affossare il Welfare State: il padre fondatore del moderno neoliberismo economico è stato infatti proprio quel famigerato Fireston cui si ispirò per il suo aberrante "Mein Kampf" nientemeno che lo stesso Adolf Hitler. Dovrebbe far riflettere anche il già citato nome di Sindona, come anche quello di un suo amico cardinale che gli diede pieno appoggio nella Chiesa, un certo Marcinkus. Dovrebbe far riflettere anche la cartina degli USA che mostra gli Stati in cui ha vinto Romney, personalmente rimasi allibbito: sono praticamente quelli dell'ex Sud schiavista. Ora, ad attendere Obama, dopo i dovuti festeggiamenti, c'è un compito immane: quello di far fronte al disastro senza precedenti che tutti in tutto il mondo stiamo ancora pagando amaramente, lasciato dal radical neoliberismo: dalla mentalità degli schiavisti, da quella di Fireston, dalle "geniali" invenzioni di Sindona, dalle reaganomics, dai vari Jamie Dimmon grandi e piccoli, americani e non.
francesco latteri scholten.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.